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Propriocettori:
• recettori muscolari, recettori
Enterocettivi: (segnalazione stiramento muscoli), +
delle capsule e dei legamenti articolari, (segnalazione delle angolazioni articolari, in
particolare quelle esterne).
Ruolo cinestesico:
•
Recettori cutanei sensibili alla pressione, al dolore e alla temperatura che sono
esterocettivi. Funzionano in modo integrato a quelli sopramenzionati, (es. due
segmenti del corpo che si toccano, pressione della pianta del piede sul terreno
quando si cammina).
Segnali prodotti da questi recettori viaggiano su vie ascendenti, (e afferenti) che
portano l’informazione al cervello. Concetto di simmetria laterale, (dx proietta a sx e
viceversa).
Segregazione:
•
Dei diversi tipi di informazione in corteccia testimonia l’elaborazione in vie parallele.
zone vicine periferiche proiettano a
Rappresentazione ordinata a livello centrale:
zone vicine centrali, (somatopia/mappa).
Homunculus somatosensoriale: rappresentazione in S1 della metà controlaterale
del corpo, con magnificazione delle aree a seconda della densità dei recettori
periferici, (es. dita più grandi, polpacci più piccoli).
Risoluzione spaziale:
• Corrispettivo funzionale della magnificazione differenziale
risoluzione spaziale:
delle aree a livello centrale: Quanto siamo bravi a definire
un’immagine.
Come si studiano le funzioni di queste aree?
•
• Lesioni sul cervello delle scimmie e analisi dei deficit risultanti.
• Neuro immagini sull’uomo con analisi delle attivazioni in concomitanza di particolari
comportamenti.
• Studi di pazienti con lesioni al cervello.
• Stimolazione transcranica sull’uomo e analisi dei deficit risultanti, (es. in termini di
tempi di reazione).
Psicofisica:
• quantitativo delle capacità sensoriali,
Studio (relazioni quantitative fra stimolo e
sensazione per determinare caratteristiche e limiti delle modalità sensoriali).
Il soggetto deve giudicare quantitativamente la presenza, (soglia=50% di percezioni
avvenute), o l’ampiezza di una stimolazione. esempio: discriminazione di 2 punti
stimolati sul corpo, (varia a seconda delle aree corporee).
Alfabeto neuronale:
•
Frequenze di potenziali d’azione, numero di neuroni coinvolti, localizzazione dei
neuroni attivi, variazioni temporali di attività, (ritmi).
Recettori:
•
Le tipologie repertoriali variano nei diversi sistemi sensoriali. L’energia a cui sono
sensibili viene trasformata in voltaggio. Nelle diverse modalità sensoriali è differente
Uditivo,
l’organizzazione della rete che connette i recettori alle cellule gangliari, (es.
Visivo,
connessione diretta fra recettore e cellula gangliare. interneuroni fra recettori e
cellule gangliari).
• Cellule gangliari: trasmettono l’informazione dall’esterno all’interno del SNC.
Trasduzione:
• Trasduzione visiva:
• basta un singolo fotone, amplificazione, chiusura canali Na+,
risposta iperpolarizzante, (passiva, no potenziale d’azione sul recettore).
Trasduzione meccanica:
• tatile, apertura del canali Na+ risposta depolarizzante.
Trasduzione meccanica:
• uditiva, bifasica, apertura/chiusura dei canali Na+ a
seconda della direzione in cui sono spostate le stereociglia.
Convergenza: (>), Divergenza: (<), non c’è relazione 1 a 1 fra recettori e cellule
gangliari. Nella fovea un cono, 4 cellule gangliari. Convergenza-divergenza a seconda
risoluzione= alta divergenza/bassa divergenza,
delle richieste del sistema, (alta
alta sensibilità= alta convergenza/bassa convergenza).
Organizzazione topografica:
•
Tutte le modalità sensoriali sono dominate da un’organizzazione topografica. Tutti i
sistemi sensoriali presentano rappresentazioni, (mappe), multiple a livello centrale
Visivo:
della superficie sensoriale. già nel talamo vi sono 6 mappaggi della retina.
Uditivo: presenta mappe già a livello periferico.
Elaborazione parallela:
• Principio delle linee marcate:
• consente al SNC di classificar uno stimolo in modo
preciso sia dal punto di vista della modalità che della localizzazione, (per interessi
sperimentali ma non solo). Processo indipendente dal livello in cui la linea è stata
attivata. Popolazioni e linee di neuroni diverse segnalano modalità diverse di
stimolazione, (vibrazione, dolore, calore, luce), o aree diverse stimolate, (alluce,
mignolo del piede, dorso).
• L’attività delle linee viene mantenuta separata fino a livello centrale, (es. dolore//
temperatura). In questo modo: elaborazione + efficiente. Se solo una linea neurone
dovesse elaborare tutte le caratteristiche di un oggetto, il processo sarebbe troppo
lento.
Problema irrisolto:
• come il SNC rimette assieme tutte le elaborazioni di un
oggetto per generare una percezione coerente?
Elaborazione centrale: campi recettivi
• Definizione fisiologica di campo recettivo, (CR):
• regione della periferia che, se
stimolata, produce una variazione dell’attività del neurone in oggetto.
Definizione anatomica:
• l’insieme dei recettori dai quali il neurone riceve
direttamente o indirettamente segnali.
In genere i CR diventano più grandi e complessi man mano che si raggiungono stadi
di elaborazione superiore. I neuroni del SNC rispondono in modo caratteristico alla
stimolazione. Allo stesso segnale, alcuni possono rispondere in modo inibitorio, altri
in modo eccitatori, (es. cellule visive ON-OFF).
Magnificazione:
•
La periferia non rappresentata in modo omogeneo a livello centrale, c’è
un’esaltazione delle aree più importanti, (fovea/macula, polpastrelli), dato sia densità
disomogenee di recettori che, a sua volta, da più neuroni centrali dedicati a piccole
aree.
Piani anatomici generali dei sistemi sensoriali:
• Caratteristiche comuni:
• incrocio della linea mediana nel percorso verso il
talamo, (decussazione). Via mielinica che conduce rapidamente al talamo. Ogni
modalità ha uno o più nuclei talamici specifici.
Caratteristiche specifiche:
• Visivo: 1 decurtazione, incompleta (ca. 55% degli
assoni). Uditivo: decurtazioni multiple prima del talamo.
Aree e connessioni:
•
Le aree sensoriali comunicano principalmente con:
1. Aree dello stesso emisfero.
2. Aree controlaterali.
3. Aree sottocorticali, (soprattutto verso il talamo che presenta più affluenza dalla
corteccia che efferente verso la corteccia).
corteccia=sistema chiuso?
Aree associative, (entro una modalità e fra modalità).
La visione:
•
• Lunghezza d’onda la vediamo associata al colore.
• Ampiezza dell’onda la vediamo associata alla luminosità, (luminanza).
La luce si comporta:
particelle di energie,
1. Come (fotoni).
onde di energie elettromagnetica.
2. Come
Senza luce non c’è visione. Nessun animale vede al buio, alcuni riescono a vedere in
condizioni di luce molto bassa.
L’occhio:
•
Macchina fotografica? Meglio: telecamera che insegue automaticamente le immagini.
Capacità di analisi e trattamento dell’informazione superiore a qualsiasi macchina
progettata dall’uomo.
Il sistema visivo riempie i vuoti: completamento. Esempio di come il sistema visivo
non crea semplici copie fedeli del mondo esterno. Crea le percezioni che convengono
all’organismo.
Il bulbo oculare è fissato alle orbite da 6 piccoli muscoli extraoculari che ne
controllano, a coppie, la rotazione sul piano orizzontale, (1 a coppia), la rotazione in
alto o in basso, (2 a coppia), la rotazione lungo l’asse antera-posteriore dell’occhio, (3
a coppie).
Tipi di movimenti oculari:
• Saccade:
1. salto da un punto all’altro dell’immagine talmente veloce che non
percepiamo il movimento di immagine durante saccade. Controllo: collico
superiore, automatica o volontaria.
Microsaccade:
2. movimenti minimi effettuati anche quando fissiamo un oggetto. Il
sistema si è evoluto per vedere il movimento e quindi ha dovuto “inventare” le
microsaccadi per vedere gli oggetti fermi?
Inseguimento e nistagmo:
3. inseguimento con gli occhi di un oggetto in
movimento + accade verso prossimo oggetto da fissare.
Nucleo genicolato laterale:
•
Organizzazione semplice a 6 strati senza differenza funzionale fra essi.
Corteccia visiva primaria:
•
Chiamata anche corteccia striata, è una lamina di cellule di 2mm di spessore.
Visione dei colori:
•
• Colori acromatici: nero, bianco, grigio.
• In larga parte il colore dipende della lunghezza d’onda della luce.
• In realtà gli oggetti che vediamo contengono sempre mescolanze delle diverse
lunghezza d’onda dello spettro.
• La luce emessa da una sorgente luminosa può arrivare direttamente all’occhio
oppure può essere rilessa da un corpo che ne assorbe una parte e ne riflette
un’altra.
Costanza del colore:
•
Il colore percepito non è solo funzione della lunghezza d’onda che esso riflette. Infatti
un oggetto rosso video alla luce del sole, alla luce di una lampadina o di un
caminetto, (che varia nel tempo), è percepito sempre dello stesso colore, anche se in
realtà riflette lunghezze d’onda differenti a seconda della sorgente luminosa che lo
colpisce.
Importanza dei contrasti fra colori adicenti dei punti di discontinuità dei bordi di
colore. Sistema visivo confronta le lunghezze d’onda delle luci riflesse dai diversi
colori e riduce le variazioni ?
• Nel sistema visivo esistono cellule che rispondono ai contrasti di colore. Le cellule
del colore spettrale opposto, rispondono ON quando il centro del loro campo
ricettivo è illuminato con il verde e la periferia con il rosso. Rispondono OFF quando
il pattern di illuminazione è invertito. Le loro risposte sono influenzate solo dai
contrasti di colore.
Organizzazione delle aree visive:
•
L’informazione visiva è distribuita fra sottoinsiemi distinti. Ogni sottoinsieme elabora
una particolare proprietà dello stimolo, (forma, colore, dinamica). Mano a mano che si
sale nel sistema, gli esiti delle diverse elaborazioni ?
Agnosia visiva:
•
• Difficoltà di riconoscere gli oggetti per via visiva con vista periferia normale. È
particolarmente colpito il riconoscimento esplicito. Il riconoscimento è normale con
altre modalità sensoriali. Riflette un deficit del sistema visivo o l’impossibilità per
prodotti del sistema visivo