vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Dopo la morte del suo maestro, intraprese a viaggiare: in Egitto e soprattutto nella
Magna Grecia dove manifestò le sue rivoluzionarie idee politiche che prevedevano il
conferimento del potere ai filosofi
Successivamente fece ritorno ad Atene e diede vita all’Accademia, che divenne una delle
più influenti società culturali dell’epoca; tornò a Siracusa per riprendere il progetto politico
ma senza successo.
Morì ad Atene nel 347 a. C.
L’intera sua produzione si sviluppa come un complesso e costante esame interpretativo
della personalità e dell’insegnamento del suo maestro (Socrate è il protagonista di quasi
tutte le opere platoniche, composte in forma di dialogo tra uno o più partecipanti)
Il suo concetto di filosofia nasce da esperienze molto complesse: la decadenza dei valori
tradizionali della società del suo tempo, la crisi del costume e dell’etica sociale, il dilagare
del relativismo sofistico e l’esperienza della morte del maestro
Le opere di Platone sono segnate da una doppia intenzione: costituiscono il modello di
una rivoluzione etica e politica; di fronte alla difficoltà di portarla avanti, ripiega e scopre
la saggezza interiore come pura ricerca teorica.
Platone ha identificato e scisso il mondo delle cose (del senso o realtà) con quello dei
valori o delle idee (iperuranio) creando un dualismo che si riflette:
nel campo della conoscenza: il senso delle cose, l’intelletto, le idee;
nel campo antropologico che pone in antitesi anime (appartenente al mondo delle
idee) e corpo (che appartiene al mondo terrestre)
nella politica: con l’esaltare la classe dei filosofi in quanto le classi più terrene non
possono applicare la giustizia né operare per il bene collettivo La rivoluzione di Platone
L’epoca in cui visse è segnata da eventi storici decisivi:
il tramonto del periodo di splendore della Grecia di Pericle e i residui della guerra
del Peloponneso (404 a.C.)
il fallimento dell’esperienza aristocratica dei Trenta Tiranni (404-403 a.C.)
il ritorno ad una forma di democrazia molto diversa da quella che si macchiò della
morte di Socrate.
Platone reagì in due modi:
dal punto di vista dell’impegno civile, si dimostra interessato a perseguire
l’ottenimento di una stabilità politica sul modello della tradizionale società aristocratica;
dal punto di vista intellettuale, radicalizza la crisi, vivendola come un problema
dell’individuo nei confronti della realtà e della società
Per contrastare il degrado del suo tempo, si convince dell’insufficienza di un semplice
mutamento di forme di governo propugnando la necessità di una riforma radicale della
società politica. Platone è il protagonista di una rivoluzione: cultura, etica, filosofica,
politica e pedagogica nello stesso tempo
Il sistema platonico: le Idee, l’Eros, l’Anima, la Conoscenza
Le Idee e il Sommo Bene
Dal momento che i concetti non derivano dalla realtà sensibile occorre sviluppare la
capacità di portare alla luce l’ordine universale sul quale dovrà ricostruirsi la vita filosofia.
L’ordine universale si basa sulle idee che sono essenze spirituali eterne ed assolute situate
in un mondo trascendente, al di sopra del firmamento, in una zona detta iperuranio (al di
là del cielo)
Le idee sono ordinate gerarchicamente e collegate sotto forma di piramide con l’idea del
Sommo Bene posta al vertice che dà vita e rende intellegibili illuminando tutte le altre idee
che non sono indipendenti tra loro ma collegate da rapporti logici (perché sono legate
all’idea di essere) e morali (perché l’idea più alta è il sommo bene)
A quest’ordine possiamo giungere attraverso una conoscenza interiore che è la
reminiscenza, di riportare alla nostra mente in forma attuale i contenuti universali già
presenti nell’anima di ciascuno di noi. La nostra anima, prima di “cadere” nel corpo ha
avuto la possibilità di contemplare le essenze eterne della realtà, le idee; discesa nel corpo le
ha dimenticate ma non dissolte: cerca di recuperarle attraverso un procedimento di tipo
maieutico, che è logico, etico, psicologico Oggetto della Scienza
Non può essere ciò che viene vissuto attraverso i sensi e che fa parte del mondo visibile
in quanto gli stessi sono mutevoli e imperfetti
Oggetto esclusivo della scienza sono le Idee, intese come entità immutabili e perfette e
che sono gli archetipi delle molteplici cose sensibili, che da sole portano l’uomo solo a
formulare congetture e credenze sulla base di sensi: il mondo quotidiano è una copia di
quell’iperuranio che ospita il regno delle idee.
L’oggetto della filosofia è la contemplazione di tale dimensione superiore, che coincide
con l’idea del Sommo Bene. Il mito della caverna
Viene descritto il graduale e difficile passaggio dell’uomo dal mondo sensibile a quello
intelligibile, dal regno della pura opinione a quello della scienza suprema, cioè alla
contemplazione dell’idea di Bene
Il senso allegorico è che la condizione dell’uomo che fuoriesce dalla caverna e vi ritorna
è analoga a quella del filosofo che intende richiamare gli uomini alla conoscenza delle idee
e del bene, simboleggiato dal sole.
Il mito si chiarisce attraverso la dottrina dei quattro generi:
1. l’opinione (eikasia), è rappresentato dall’uomo rinchiuso nella caverna che scambia
le immagini per elementi reali;
2. la credenza (pistis), è simboleggiato dall’uomo che ha compreso che quanto riteneva
reale (le ombre) è solo copia di altre cose
3. il discorso razionale (dianoia), è rappresentato dall’uomo di fronte alla luce del
sole: fase in cui intuisce che la conoscenza autentica si vale di figure sensibili, ma possiede
una base logica applicabile ad ogni forma possibile
4. l’intellezione (noesis), implica la liberazione da qualsiasi rimando ad immagini
sensibili: l’uomo finalmente può guardare le idee, cioè il sole, nel loro nesso e nella loro
appartenenza all’idea somma, il Bene La conoscenza
È duplice perché ha per oggetto sia il mondo sensibile che quello delle idee.
Attraverso le congetture si osservano le immagini, le qualità sensibili che non portano a
spiegare l’essenza delle cose
Attraverso le credenze si arriva a scoprire l’essenza La teoria dell’Eros
La sapienza genera tra uomo e idee un rapporto definito eros. A questo tema sono
dedicati due dialoghi
Simposio Fedro
Indaga sull’oggetto dell’amore, cioè la Tratta l’amore come aspirazione alla
bellezza bellezza ed elevazione progressiva
dell’anima verso l’iperuranio
Vari personaggi espongono differenti
concezioni dell’amore, che troveranno nel
discorso conclusivo una superiore unità.
Pausania compie una distinzione tra eros
volgare, rivolto al corpo, ed eros celeste,
mira all’anima
Erissimaco accenna all’amore come forza
cosmica che determina le proporzioni e
l’armonia tra i fenomeni del reale
Aristofane, con il mito dell’androgino
(essere primordiale composto da un uomo e
una donna, diviso dagli dèi, per punizione,
in due parti e in perenne ricerca dell’unità
perduta), manifesta il carattere principale
che dell’amore si mostra nell’uomo:
l’insufficienza, la mancanza, l’anelito.
Socrate. La sua tesi è che l’amore desidera
qualcosa che non ha ed è segnato sempre da
una privazione, da una debolezza di fondo
Secondo un ulteriore mito, Amore è figlio
di Povertà (Penia) e di Abbondanza
(Poros): non è un dio, ma un demone. Non
possiede la bellezza ma la desidera, non ha
sapienza ma aspira a possederla
L’eros o l’amore platonico è il desiderio e l’aspirazione eterna, che esiste nell’uomo, alla
bellezza come immagine del bene supremo La natura dell’anima
Come può l’anima umana percepire appieno la bellezza?
Nel Fedro ricorre ad un mito: l’anima appare simile ad una biga tirata da una coppia di
cavalli alati, uno bianco e uno nero, guidati da un auriga.
Quello bianco è nobile, quello nero malvagio.
L’auriga rappresenta l’anima razionale, cui spetta il compito di orientare
armonicamente le altre parti dell’anima, attenuandone gli impulsi in eccesso
Il cavallo bianco simboleggia l’anima irascibile, che alimenta il coraggio e la voglia di
fare da cui derivano i desideri nobili; il cavallo nero allude all’anima concupiscibile, da
cui derivano desideri e impulsi bassi e ciechi.
Compito dell’auriga è di indirizzare i cavalli verso l’iperuranio: tale mondo
soprasensibile può essere contemplato solo per pochi istanti dall’anima razionale perché il
cavallo nero la spinge costantemente verso il basso.
Il senso del mito è che ciascuno di noi è in grado di contemplare la sostanza celeste
dell’Essere: le anime che avranno contemplato più a lungo le Idee si incarneranno in
individui sapienti, quelle che le avranno appena percepite dimoreranno in uomini più lontani
dalla verità La prospettiva politico-educativa
La Repubblica
In essa ipotizza una comunità ideale perfetta: Se i filosofi non governano le città o se re
o governanti non coltiveranno la filosofia, se il potere politico e la filosofia non
coincideranno nelle stesse persone, è impossibile che cessino i mali delle città e anche
quelli del genere umano
Scopo della comunità umana è la Giustizia
Compito dei filosofi è determinare la natura del Bene (ciò che è veramente utile): solo il
filosofo è in grado di cogliere la Giustizia nel suo massimo grado di estensione sociale e di
farne strumento di governo La divisione delle classi e il problema educativo
Platone teorizza la necessità di una tripartizione delle classi sociali, sostenute da una
rigida gerarchia, definita in base alle capacità dei singoli cittadini: buleutes (reggitori),
ausiliari (militari) e artigiani
Funzione dello Stato è di assegnare a ciascun cittadino il mestiere più adatto alle sue
attitudini: l’educazione da modo di scoprire e valorizzare le diverse attitudini dei cittadini.
L’ordine politico può considerarsi assicurato soltanto nel momento in cui ciascun membro
dello stato sia messo nelle condizioni di svolgere le funzioni adatte alle sue inclinazioni e
alle sue capacità.
Buleutes si distingueranno per sapienza (e saranno i governanti-filosofi). Devono
vivere in comunione di beni e di d