ITALIANO: LUIGI PIRANDELLO
Un autore italiano che ha trattato il tema del doppio, come già fece Wilde fu Luigi
Pirandello. Luigi Pirandello è uno dei massimi esponenti della letteratura italiana del
Novecento. La sua poetica si basa sul relativismo, sul contrasto tra apparenza e verità, e
sull’idea che l’uomo sia costretto a indossare maschere sociali, perdendo ogni autenticità. La
sua opera anticipa e riflette le idee della psicoanalisi freudiana e si avvicina per molti aspetti
all’esistenzialismo novecentesco.
“Uno, nessuno e centomila”
Scritto tra il 1909 e il 1925, Uno, nessuno e centomila è considerato il testamento filosofico
di Pirandello.
Il protagonista, Vitangelo Moscarda, vive una crisi esistenziale innescata da un'osservazione
banale della moglie: il suo naso pende verso destra. Da quel momento, Vitangelo
comprende che l’immagine che ha di sé è diversa da quella che gli altri hanno di lui. Questo
porta a un vero e proprio crollo dell’identità.
Tra i temi principali vi è:
• Il doppio o frantumazione dell’identità, infatti Moscarda capisce che non esiste una
sola versione di lui, ma che ogni persona che lo incontra ne costruisce un’immagine
diversa. In altre parole, non è “uno”, ma “centomila”, tanti quanti sono gli sguardi
che lo giudicano. Allo stesso tempo, scopre di non essere nemmeno quello che
pensava di essere, e questa presa di coscienza lo porta a sentirsi “nessuno”. Da qui il
titolo del romanzo: Uno, nessuno e centomila.
• La maschera sociale, in quanto l’uomo vive indossando maschere, per adattarsi a
ruoli e aspettative ma queste maschere sono costruzioni imposte, di conseguenza
l’identità autentica resta inaccessibile.
• Relativismo della realtà, in quanto non esiste una verità assoluta: ogni realtà è
soggettiva. La percezione del mondo e degli altri è sempre filtrata dalla coscienza
individuale, quindi mai oggettiva.
• Solitudine e libertà. Nel suo tentativo di liberarsi dalle maschere, Vitangelo si isola
dalla società. Paradossalmente, questa rinuncia all’ego diventa per lui una forma di
rinascita interiore, anche se conduce alla solitudine.
Per quanto riguarda le tecniche utilizzate troviamo:
• Narratore in prima persona: Vitangelo racconta in modo diretto e personale il suo
percorso interiore.
• Monologo interiore: lo stile riflette il caos e la frammentazione del pensiero.
• Ironia e umorismo tragico: per smascherare l’assurdità delle convenzioni sociali.
• Struttura circolare: il romanzo si apre e si chiude con la crisi d’identità, ma culmina
in un’accettazione liberatoria.
Con quest’opera Pirandello ci invita a riflettere sulla natura fluida e illusoria dell’identità,
sulla forza alienante delle convenzioni sociali, e sull’impossibilità di conoscere una verità
assoluta su sé stessi o sugli altri.
“Chi siamo davvero?” – questa è la domanda centrale dell’opera, che resta aperta e
inquieta.
FILOSOFIA: FREUD
Il concetto di "doppio" nella teoria freudiana può essere esplorato in relazione alla
psicoanalisi e alla visione della psiche come composta da parti consce e inconsce. Il "doppio"
si riferisce alla presenza di due aspetti opposti o contrastanti che coesistono nella mente
umana, uno conscio e uno inconscio. La tensione tra queste due dimensioni della psiche è
centrale nel pensiero freudiano, dove la consapevolezza razionale (coscienza) si scontra con
l'irrazionalità e i desideri repressi (inconscio).
La scoperta dell'inconscio rappresenta una vera e propria rivoluzione nella comprensione
della psiche umana. Freud considerava l'inconscio come un deposito di pulsioni, ricordi e
desideri rimossi, che non erano accessibili alla coscienza ordinaria. Il "doppio" emerge nel
contrasto tra questi due livelli della psiche: il conscio, che ci permette di interagire con il
mondo, e l'inconscio, che agisce dietro le quinte, influenzando i nostri comportamenti e i
nostri sintomi senza che ne siamo consapevoli.
Il sogno è una manifestazione tipica di questo "doppio". Freud riteneva che i sogni avessero
un contenuto manifesto, ossia ciò che ricordiamo al risveglio, e un contenuto latente, il
significato profondo che rimanda a desideri incoscienti. In tal modo, il sogno rappresenta un
esempio di come la mente cerchi di conciliare e di mascherare il conflitto tra la parte
razionale e quella irrazionale.
Il "doppio" è anche visibile nel concetto di repressione, che è alla base della nevrosi. La
psiche cerca di nascondere desideri e traumi inaccettabili, ma questi ritorneranno sotto
forma di sintomi, lapsus e atti mancati, ovvero attraverso segnali che rivelano la presenza di
contenuti rimossi. Questo conflitto tra ciò che è conscio e ciò che è inconscio è una costante
tensione psicologica che Freud ha esplorato nei suoi studi.
STORIA DELL’ARTE: IL SURREALISMO
Profondamente influenzato dalla psicoanalisi di Sigmund Freud, il Surrealismo nasce negli
anni ’20 del Novecento come movimento artistico e letterario che si propone di esplorare il
mondo dell’inconscio, dei sogni, delle pulsioni nascoste, in netta opposizione alla razionalità
e al realismo borghese. Il Surrealismo cerca di portare alla luce ciò che è nascosto: desideri
repressi, paure, immagini simboliche.
Nell'opera “Cigni che diventano elefanti” Salvador Dalí rappresenta tre cigni su uno specchio
d’acqua calmo. Nella loro riflessione, però, non vediamo più i cigni: vediamo elefanti. Le ali
dei cigni diventano le orecchie degli elefanti, i loro colli diventano le proboscidi. Accanto a
loro, alberi che si riflettono nell’acqua diventano le zampe degli animali. È un’immagine
doppia, ambigua. Il dipinto è un gioco visivo basato sulla simmetria speculare: sopra c’è la
realtà, sotto la sua alterazione, come se il riflesso rivelasse un’altra dimensione nascosta. I
cigni, simbolo di eleganza e grazia, si trasformano in elefanti, simbolo di forza e memoria. La
metamorfosi suggerisce una doppia natura delle cose: ogni immagine visibile ne contiene
un’altra invisibile. L’acqua, elemento tipico del sogno e dell’inconscio, fa da mediatore tra
queste due realtà: quella apparente e quella profonda.
Il riflesso, nel dipinto, non restituisce fedelmente la realtà, ma la trasforma, rivelando ciò
che si cela dietro l’apparenza. Questo è il cuore del doppio freudiano: la divisione tra ciò che
appare e ciò che è represso, tra coscienza e inconscio.
STORIA: ETA’ GIOLITTIANA
Anche in ambito storico-politico, l’Italia di inizio Novecento rappresenta un esempio
emblematico di dualismo: da una parte un Nord in forte crescita industriale, dall’altra un
Sud ancora profondamente arretrato. Questa divisione interna è particolarmente evidente
durante l’età giolittiana, un periodo in cui lo Stato italiano appare come una realtà “doppia”:
moderna e progressista in alcune aree, conservatrice e clientelare in altre. Analizzando la
figura di Giovanni Giolitti e la sua politica, possiamo comprendere come questa duplicità
abbia influenzato profondamente lo sviluppo del Paese e alimentato un’identità nazionale
fragile e contraddittoria.
L’età giolittiana prende il nome da Giovanni Giolitti, protagonista della politica italiana tra il
1903 e il 1914. In questo periodo, l’Italia visse una fase di crescita economica e di sviluppo
industriale, soprattutto nel Nord del paese. Giolitti cercò di conciliare gli interessi dello Stato
con quelli delle nuove forze sociali emergenti, come il movimento operaio e i socialisti
riformisti.
Nel Nord, si svilupparono industrie, banche, infrastrutture e grandi città come Torino e
Milano conobbero un rapido aumento della produzione e dell’occupazione. Giolitti favorì
questo sviluppo attraverso politiche economiche liberali, protezionismo e investimenti
pubblici.
Tuttavia, nel Sud la situazione era molto diversa. Il Mezzogiorno rimase prevalentemente
agricolo, povero e arretrato. Le riforme economiche di Giolitti non riuscirono a ridurre in
modo efficace il divario. La terra era concentrata nelle mani di pochi latifondisti, e i
contadini vivevano in condizioni di forte sfruttamento. Inoltre, lo Stato interveniva nel Sud
più con misure repressive che con politiche di sviluppo. Questo squilibrio accentuò la
frattura tra Nord e Sud, che già si era creata dopo l’Unità d’Italia.
Molti meridionali furono così costretti a emigrare, soprattutto verso le Americhe, in cerca di
lavoro e di una vita migliore. Anche questo fenomeno fu una conseguenza della mancata
integrazione economica tra le due parti del paese.
In sintesi, l’età giolittiana fu un periodo di progresso, ma un progresso diseguale: mentre il
Nord cresceva, il Sud rimaneva indietro, e questo contribuì a rafforzare quella “questione
meridionale” che è rimasta aperta per decenni nella storia italiana.
FISICA:
In ambito scientifico la luce è un fenomeno affascinante perché possiede una doppia natura,
cioè si comporta sia come onda sia come particella. Questa caratteristica ha rappresentato
una vera rivoluzione nella fisica moderna.
In alcuni esperimenti, come la diffrazione o l’interferenza, la luce mostra comportamenti
tipici delle onde, proprio come le onde del suono o dell’acqua. Questo ha portato,
inizialmente, a considerarla solo come un’onda elettromagnetica.
Ma all’inizio del Novecento, con l’esperimento sull’effetto fotoelettrico studiato da Einstein,
si è visto che la luce può anche comportarsi come un insieme di particelle, chiamate fotoni.
In questo fenomeno, la luce colpisce un metallo e riesce a far uscire degli elettroni solo se
ha una certa energia, proprio come se fosse composta da “pacchetti” di energia.
Questa doppia natura è alla base della meccanica quantistica e ha cambiato per sempre il
nostro modo di vedere la realtà: la luce non è solo onda, né solo particella, ma entrambe le
cose allo stesso tempo, a seconda di come la si osserva.
MATEMATICA:
La matematica riflette questo tema attraverso il concetto di simmetria, ossia, il doppio
perfetto. Le simmetrie rispetto all’asse y, le riflessioni geometriche e le trasformazioni che
lasciano inalterata una figura ci mostrano come la forma possa duplicarsi pur restando
uguale. Le simmetrie sono alla base di molte leggi fisiche e ci parlano di equ
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