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A B
Nel seguito saranno importanti i seguenti sottoinsiemi di R: ∀a,b∈R con a≤b
poniamo
[a, b] = {x∈R : a≤x≤b}, (intervalli chiusi) ]a, b[= {x∈R : a<x<b}, (intervalli
aperti)
]a, b] = {x∈R : a<x≤b}, (Intervalli aperti a sx) [a, b[= {x∈R : a≤x<b}.
(Intervalli aperti a dx)
Estremi superiore e inferiore di un insieme
Massimo e minimo di una funzione reale
Sia E⊆R un insieme. Diciamo che M∈E è il massimo di E se ∀x∈E : x≤M.
Diciamo che m∈E è il minimo di E se ∀x∈E : m≤x. Se il massimo e il minimo
di E esistono sono unici e si indicano con maxE e minE. Non è detto che un
insieme E in R ammetta max e min.
Maggiorante e minorante
Sia E⊆R. Diciamo che M∈R è un maggiorante per E se ∀x∈E : x≤M. Diciamo
che m∈R è un minorante per E se ∀x∈E : m≤x.
Insiemi limitati e illimitati
(a) Diciamo che E è superiormente limitato se E ammette un maggiorante
M∈R. Se l’insieme dei maggioranti è vuoto, diremo che E è illimitato
superiormente.
(b) Diciamo che E è inferiormente limitato se E ammette un minorante
m∈R. Se l’insieme dei minoranti è vuoto, diremo che E è illimitato
inferiormente.
(c) Diciamo che E è limitato se è limitato sia superiormente che inferiormente.
Teorema (dimostrazione sulla dispensa)
Sia E⊆R un sottoinsieme non vuoto.
(a) Se E è superiormente limitato, allora l’insieme dei maggioranti di E è non vuoto e
ammette minimo.
(b) Se E è inferiormente limitato, allora l’insieme dei minoranti di E è non vuoto e
ammette massimo.
Estremo superiore e inferiore
Sia E⊆R un insieme non vuoto. Se E è superiormente limitato, diciamo
estremo superiore di E il minimo dei maggioranti di E. Similmente, se E è
inferiormente limitato, diciamo estremo inferiore di E il massimo dei
minoranti di E. Indicheremo l’estremo superiore con supE e l’estremo
inferiore con infE. Chiaramente, se E è limitato, si ha infE≤supE.
Rapporto tra sup/inf e min/max
(a) Se E ammette massimo, allora maxE=supE. Infatti E è superiormente limitato
perché maxE è un maggiorante, ed anzi maxE è il più piccolo di tutti i maggioranti.
(b) Si può dire anzi che E ammette massimo se e solo se è superiormente
limitato e supE∈E: in tal caso maxE=supE
Diremo che una famiglia I di intervalli è una famiglia di intervalli inclusi se ∀I ∈I
,I
1 2
si ha I ⊆I ⊆I
o I .
1 2 2 1
Principio degli intervalli inclusi di Cantor (dimostrazione dispensa)
Sia I una famiglia non vuota di intervalli inclusi del tipo [a, b]. Allora esiste
almeno un x∈R tale che x appartiene ad ogni intervallo della famiglia I.
I numeri naturali, interi e razionali
Diciamo insieme dei numeri naturali l’insieme N := {0, 1, 2, 3, 4, ...}.
● Somma e prodotto di numeri naturali sono ancora numeri naturali. Inoltre
N è illimitato superiormente: in particolare per ogni x>0 e y>0 esiste n∈N
tale che nx>y (proprietà archimedea). Ogni sottoinsieme di N ammette
minimo: si dice che N è ben ordinato.
● Diciamo insieme dei numeri relativi l’insieme Z = NU(-N). Somma, prodotto ed
opposto di elementi di Z sono ancora elementi di Z. Inoltre Z è illimitato sia
superiormente che inferiormente.
Diciamo insieme dei numeri razionali l’insieme Q = {x∈R : x=p/q con
● p,q∈Z, q≠0}. Somma, prodotto, opposti e inversi di elementi di Q sono
ancora elementi di Q. Contenendo l’insieme dei numeri relativi, Q risulta
illimitato superiormente ed inferiormente. Valgono inoltre le seguenti
proprietà:
a) per ogni a,b∈R con a<b si ha ]a,b[ ∩ Q≠Ø (densità di Q in R)
b) per ogni a∈R si ha sup{x∈Q : x<a}=a e inf{x∈Q : x>a}=a
La proprietà (b), conseguenza di (a), dice che ogni numero reale può essere
approssimato per eccesso o per difetto con precisione grande a piacere tramite
numeri razionali.
La densità di Q in R insieme all’approssimabilità di ogni numero reale tramite un numero
razionale con precisione grande a piacere può far sorgere il dubbio che Q esaurisca tutto R.
Questo non accade: ci sono operazioni che sono ben poste in R ma non in Q. Un esempio è
dato dall’estrazione della radice.
Esistenza della radice n-esima
Siano a≥0 e n∈N con n≥2. Allora esiste uno ed un solo x≥0 tale che
x^n=a, indicato con √a. Possiamo ora vedere che Q è un sottoinsieme
proprio di R.
Insieme dei numeri reali estesi
È opportuno ampliare l’insieme dei numeri reali introducendo due oggetti che
rappresentano un numero infinitamente grande ed il suo opposto. Poniamo
R¯=RU{-∞}U{+∞}. I simboli -∞ e +∞ indicano due oggetti che supporremo tali
che ∀x∈R : -∞<x e ∀x∈R : x<+∞. L’insieme R¯ si dice insieme dei numeri reali
estesi.
Stabiliamo le seguenti regole di calcolo algebrico in R¯:
(a) per ogni x∈R +∞+x=x+∞=+∞ e -∞+x=x+(-∞)=-∞;
(b) per ogni x∈R con x>0 (+∞)·x=x·(+∞)=+∞ e (-∞)·x=x·(-∞)=-∞, mentre
per ogni x∈R con x<0 (+∞)·x=x·(+∞)=-∞ e (-∞)·x=x·(-∞)=+∞;
(c) si ha (+∞)+(+∞)=+∞ (-∞)+(-∞)=-∞ -(+∞)=-∞ -(-∞)=+∞ (+∞)(+∞)=(-∞)
(-∞)=+∞ (+∞)(-∞)=(-∞)(+∞)=-∞
Estendendo i concetti di estremo superiore e inferiore avremo: se E è
superiormente illimitato, diremo che supE=+∞; se E è inferiormente illimitato,
diremo che infE=-∞.
Useremo infine la seguente notazione per gli intervalli:
[a,+∞[ = {x∈R : x≥a} ]a,+∞[ = {x∈R : x>a}
] -∞, a] = {x∈R : x≤a} ]-∞, a[ = {x∈R : x<a}.
Talvolta si scrive anche ]-∞,+∞[ per indicare l’insieme R.
Funzioni di variabile reale
Le funzioni reali di variabile reale sono funzioni f : E→R con E⊆R.
Una funzione f : E→R può rappresentarsi attraverso il suo grafico y = f(x): si
tratta dei punti del piano della forma (x, f(x)) con x∈E. Formalmente scriviamo
G(f) = {(x, y)∈R^2 : x∈E, y = f(x)}.
Le funzioni di variabile reale vengono assegnate tramite una legge x↦f(x) che
coinvolge le operazioni tra numeri reali, senza specificare esplicitamente il
dominio E su cui sono definite: si intende in tal caso che E è il massimo insieme
su cui le operazioni scritte si possono svolgere.
Un modo per generare nuove funzioni a partire da alcune date è quello di utilizzare le
operazioni introdotte per i numeri reali:
Date due funzioni f : E→R e g : E→R
● funzione somma
f + g : E→R
x ↦ f(x) + g(x)
● funzione prodotto
fg : E→R
x ↦ f(x)g(x).
● funzione differenza
f - g : E→R
x ↦ f(x) - g(x)
● funzione quoziente
g(x)≠0 per ogni x∈E
f/g : E→R
x ↦ f(x) / g(x) .
● funzione potenza
se f(x) > 0 per ogni x∈E
f^g : E→R
x ↦ f(x)^g(x) .
Una classe importante di funzioni è data dalle funzioni elementari:
polinomi: f : R→R tali che per ogni x∈R f(x) = a
● x +a x + ··· +a x+a dove
0 n 1 n1 n-1 n
∈R e a ≠0. Il numero n si dice il grado del polinomio così che f è
a ,a ,...,a
0 1 n 0
detto polinomio di grado n nella variabile x.
funzioni razionali fratte: f : R\C → R
● x ↦ a x +a x + ··· +a x+a / b x^ +b x^ + ··· +b x+b
0 n 1 n1 n-1 n 0 m 1 m-1 m-1 m
Dove C è l’insieme delle radici del polinomio che appartiene al denominatore. Tale
funzioni nascono come quozienti di polinomi.
potenze e radici: f : R^+ → R^+
● ^
↦ ^ ^ ∈ ∈
x x dove R e R^+ = {x R : x > 0}. Se =0, si tratta della
∈
funzione costantemente uguale a 1. Nel caso in cui =1/n con n N, n > 0, otteniamo la
⋅
funzione radice n-esima: √ : R^+ → R^+
x ↦ √ x
funzione modulo: f: R→R^+U{0}
● x ↦ |x| per ogni x∈R poniamo |x| = x se x≥0; -x altrimenti.
funzione esponenziale: f: R→R^+
● x ↦ a^x dato a > 0 funzione esponenziale di base a.
Se a=1 la funzione si riduce alla funzione costante pari a 1. Nel caso in cui a
sia il numero di Nepero si parla di funzione esponenziale esp: R→R^+
e, x ↦ e^x
funzione logaritmica: Grazie alle proprietà di iniettività e suriettività della
● funzione esponenziale con a≠1, è possibile definire la funzione inversa log :
a
R^+ → R x ↦ log x dove log x è l’unica
a a
soluzione dell’equazione a^y=x. Tale numero si dice il logaritmo in base a di x. Se la
base è il numero di Nepero e, si parla di logaritmo naturale o logaritmo e si scrive lnx.
● funzioni circolari: nel piano R^2 vi si trovano le funzioni
sen: R → R cos: R → R tan: R\ {π/2+kπ :
k∈Z} → R
x ↦ senx x ↦ cosx
x ↦ senx/cosx
● funzioni iperboliche:
senh: R → R cosh: R → R
x ↦ e^x-e^-x/2 x ↦ e^x+e^-x/2
Estremi di una funzione
Massimo e minimo assoluti: Siano E⊆R e f: E → R una funzione
∈E è punto di minimo di f su E se ∀x∈E : f(x0)≤f(x), in tal
● diciamo che x 0
caso si dice che f ammette minimo su E ed il valore corrispondente si
indica con min f
E
∈E è punto di massimo di f su E se ∀x∈E : f(x)≤f(x0), in tal
● diciamo che x 0
caso si dice che f ammette massimo su E ed il valore corrispondente si
indica con max f
E
I punti di massimo e minimo di f su E si dicono punti di estremo di f.
Se i punti di massimo e minimo di una funzione non esistono si parla di estremi superiore ed
inferiore: f∈R_
● diciamo estremo superiore di f su E l’elemento sup dato da sup f=supf(E)
E E
f∈R_ dato da inf
● diciamo estremo inferiore di f su E l’elemento inf f=inff(E)
E E
f∈R ed esiste x0∈E tale che
OSS. f ammette massimo su E se e solo se sup E
f(x0)=sup f. in tal caso sup f=max f, similmente se f ammette minimo su E se e solo se
E E E
f∈R ed esiste x0∈E tale che f(x0)=inf
inf f. in tal caso inf f=min f.
E E E E
Funzioni limitate e illimitate: Siano E⊆R e f: E → R una funzione
f∈R
● f si dice limitata superiormente su E se sup E
f∈R