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PIL NOMINALE E PIL REALE
Il pil costituisce uno degli indicatori più importanti per misurare la ricchezza in
un paese in un determinato periodo, e dunque il confronto che tale valore
assume in due distinti periodi di tempo rappresenta una misura dello sviluppo o
della recessione di un paese nel periodo intercorso.
A tal fine occorre distinguere pil nominale e pil reale.
ϵ ¿
- Il pil nominale ( : è la somma delle quantità dei beni e dei servizi
Y
finali valutati al loro prezzo corrente.
e lo possiamo rappresentare algebricamente come:
ϵ ⋅Q
=ρ
Y
È evidente come la misura del Pil reale nel tempo possa variare sia:
1. Perché è variata la produzione di beni e di servizi
2. Sia perché è variato il prezzo dei beni e dei servizi
Ma se il nostro obiettivo è quello di andare a misurare la produzione e le sue
variazioni nel tempo dobbiamo andare a eliminare l’effetto della variazione dei
prezzi dal calcolo del pil. Y
Occorre andare quindi a considerare la definizione di pil reale ( ) o a prezzi
t
costanti, che prevede che il calcolo del pil avvenga andando a moltiplicare le
quantità di beni e di servizi prodotte nell’anno corrente per i prezzi di un anno
prefissato, che viene chiamato come anno base e attualmente è il 2015.
Questo calcolo quindi permette di eliminare l’effetto inflazionistico dei prezzi,
consentendo di stabilire il valore a cui ammonterebbe il prodotto in un certo
anno sei i prezzi fossero rimasti li stessi.
GRANDEZZE RELATIVE AL pil
- Pil reale: evidenzia la dimensione economica di un paese
- PIL PRO CAPITE: è il pil reale diviso per il numero di abitanti di un paese,
esprime il reddito medio individuale e misura il tenore di vita medio di
quel paese.
pil
n° abitanti
- TASSO DI CRESCITA DEL PIL REALE: il confronto tra il valore del pil reale
di due diversi periodi di tempo ci permette di individuare il tasso di
crescita del Pese nell’intervallo di tempo considerato
−Y
Y −1
t t
Tasso di crescita del pil= Y −1
t
Quando tale tasso è positivo per due trimestri positivi la crescita del paese è
positiva e tali fasi vengono definite come espansioni.
in alcuni periodi la crescita può essere negativa, tali fasi vengono chiamare
come recessioni e si hanno quando il tasso di crescita è negativo per due
trimestri consecutivi.
IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE
Il tasso di disoccupazione rappresenta una variabile macroeconomica. Per poter
comprendere di cosa si compone il tasso di disoccupazione occorre innanzitutto
effettuare alcune distinzioni:
1. L’occupazione, è dato dal numero di persone che hanno un lavoro, e sono
definiti come occupati (N).
2. La disoccupazione, è costituita dal numero di persone che non hanno un
lavoro, e sono definiti come disoccupati (U).
3. La forza lavoro (N) è data dalla somma dei lavoratori occupati e dei
lavoratori disoccupati e viene rappresentata algebricamente come:
+U
L=N
Alla luce di queste delucidazioni possiamo definire il tasso di disoccupazione
come il rapporto tra il numero di disoccupati e la forza lavoro:
U
u= L
Sebbene la costruzione di questo tasso possa apparire semplice ciò non è così.
La difficoltà si sostanzia nel determinare se una persona sia effettivamente
disoccupata. Un soggetto è definito tale quando sono verificate due condizioni:
1. Non avere un impiego
2. Essere alla ricerca di un impiego
Ed è proprio la seconda condizione che rende ostico stabilire se una persona sia
effettivamente disoccupata. In Europa un tempo venivano considerati come
disoccupati i soggetti iscritti negli elenchi di disoccupati. Ciò però non forniva
una misura adeguata e conforme alla realtà della disoccupazione di un paese.
Infatti, in tale elenchi difficilmente si sarebbe i soggetti che avevano finito di
godere dei sussidi di disoccupazione o nel caso in cui questi fossero risultati
poco generosi, calcolando così un tasso inferiore al realtà.
Per ovviare a tali difficoltà al giorno d’oggi il calcolo del tasso di disoccupazione
si basa su indagini ad ampia scala su famiglie. In Italia tale indagine prende il
nome di RILEVAZIONE SULLE FORZE DI LAVORO e viene condotta dall’Istat che
prevede a registrare un soggetto come:
- Occupato, se nella settimana che precede l’intervista ha svolto almeno
un’ora di lavoro retribuito