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es. CUSCINO DURO CUSCINO MORBIDO

k k y y

TRATTO di NUMERO: i processi flessivi manuali considerano i nomi FLESSIVI articolati nello spazio neutro

i nomi non flessivi trasmettono la numerosità per mezzo di numerali, quantificatori,

classificatori, o attraverso specifiche CNM coestensive

SINGOLARE = è il valore di default in LIS, quindi NON richiede una realizzazione

es. PERSONA = realizzato con la mano dominante, senza alcun morfema

DUALE (due entità) = implica la RIPETIZIONE del segno due volte attraverso due metodi distinti

→ tramite un processo sequenziale se utilizzo solo la mano dominante

→ tramite un processo simultaneo riproducendo il segno con la MD e MND contemporaneamente

PLURALE (almeno 3 entità) = viene indicato tramite la RIPETIZIONE delle entità (glossa +++)

il numero dei movimenti ripetuti NON corrisponde al vero numero delle entità,

solitamente non si effettuano più di 5 ripetizioni anche se le entità sono molteplici

REDUPLICAZIONE nelle LS: può essere PARZIALE se comprende solo alcuni parametri, TOTALE se comprende tutti i

parametri fonologici o tramite AGGIUNTA di MND ad elementi realizzati ad una mano

processo NON obbligatorio in LIS MA quando il nome viene associato da classificatori

di entità, è OBBLIGATORIO reduplicare il classificatore associato

es. GIARDINO, C’È ALBERO+++ TANTO → in questo caso l’interpretazione di molteplicità/distributività è MARCATA

MARCATURA MANUALE = processi che modificano l’articolazione dei segni manuali per veicolare la PLURALITA’

1. reduplicazione con DISLOCAZIONE = il movimento del segno è ripetuto e dislocato nello spazio neutro

2. reduplicazione SIMULTANEA con MND = elementi a 1 mano possono essere articolati a 2 mani (plurali)

3. reduplicazione SENZA dislocazione = il movimento è ripetuto MA non cambia posizione nello spazio

4. movimento LATERALE = introduzione di un movimento laterale senza reduplicazione (es. BAMBINO)

N.B. esistono anche alcuni nomi che NON possono essere alterati morfologicamente per veicolare il plurale

es. CHIAVE, FORBICI, PENNA, FERITA, SALAME (dotati di AMBIGUITA’ FUNZIONALE)

→ nonostante siano articolati nello spazio neutro, questi nomi non

possono essere pluralizzati attraverso reduplicazione perché sono

OMOFONI ai verbi in tutti i parametri tranne uno: il MOVIMENTO

In questi casi la reduplicazione codifica una modificazione del VERBO piuttosto che la pluralità del nome.

Pertanto, questi nomi fanno uso di numerali, quantificatori o classificatori per esprimere il tratto di numero.

MARCATURA NON MANUALE = le strategie morfologiche per i nomi FLESSIVI (reduplicazione, movimento laterale)

possono combinarsi con labializzazioni o componenti non manuali dedicate

MA anche alcuni nomi NON FLESSIVI sono essere caratterizzati da una specifica

CNM per veicolare il plurale (di solito usata per conferire enfasi)

NOMI FLESSIVI = per veicolare numerosità hanno a disposizione DIVERSE STRATEGIE, come la reduplicazione,

quantificatore, l’utilizzo del numerale o il classificatore

esistono alcune ECCEZIONI → in alcuni segni articolati nello spazio neutro la resa della pluralità

con reduplicazione NON funziona es. CHIAVE, FORBICI, PENNA, FERITA, SALAME

MOTIVAZIONE MORFOLOGICA: notiamo che questi segni hanno un’AMBIGUITÀ funzionale perché la stessa forma

di questi elementi viene utilizzata sia per il nome che per il verbo con come unica

differenza il parametro di MOVIMENTO, reduplicando questi segni applichiamo la

flessione al verbo, quindi il significato cambia

NOMI NON FLESSIVI = si può utilizzare metodi come l’uso quantificatore, numero cardinale e classificatore

ma NO REDUPLICAZIONE, la motivazione è principalmente dovuta ad una caratteristica

AMBIGUITÀ funzionale tra nome e verbo di questi segni nominali

→ in alcuni nomi NON flessivi articolati sul corpo la molteplicità può essere resa attraverso reduplicazione

TRATTO DI GENERE: è un tratto INERENTE al nome, è un’informazione INTRINSECA al nome che non proviene

dal contesto/dall’esterno; si può riflettere nell’accordo tra il nome e i suoi modificatori

in LIS il tratto di genere si realizza attraverso la FORMA (Bertone)

→ la forma è un tratto inerente al nome che fa riferimento ad un referente

→ i nomi astratti che NON rimandano ad una forma hanno il genere NEUTRO

→ la forma determina CATEGORIE di nomi (rotondi/piatti/forma allungata)

→ la forma determina la selezione del CLASSIFICATORI rispettando il referente

→ si riflette tra nome-numerale, nome-attributo, nome-verbo

es. MANGIARE assume varie forme in base all’accordo nome OGGETTO e VERBO

es. CAMMINARE assume varie forme in base all’accordo nome SOGGETTO e VERBO

es. DONNA assume varie forme in base all’accordo NOME e CLASSIFICATORE

es. MORBIDO assume varie forme in base all’accordo tra NOME e AGGETTIVO

es. ALBERO CL:4 assume varie forme in base all’accordo tra NOME e CL con numerale

TRATTO DI DEFINITEZZA: DEFINITO indica un’entità/referente identificabile da parte dell’interlocutore, mentre

il termine INDEFINITO indica un referente NON noto/identificabile dall’interlocutore

due elementi che aiutano nella definitezza sono lo SPAZIO e le CNM

→ in LIS l’articolo è facoltativo (indicazione veloce non precisamente direzionata/verso l’alto)

→ alcune CNM SPECIFICHE accompagnano il nome e l’indicazione e indicano se un nome è definito

DEFINITEZZA: in LIS si realizza attraverso l’individuazione di un PUNTO SPECIFICO nello spazio distinguibile

un SN definito deve essere associato a un punto dello spazio (attraverso indicazione manuale o non

manuale, articolazione del nome flessivo o di una sua proforma)

→ dal punto di vista non-manuale è marcato dalle CNM: inarcamento delle sopracciglia,

sollevamento della testa, contrazione delle guance

INDEFINITO: non deve essere MAI associato ad un punto specifico (ovale grigio/zona non marcata dello spazio)

→ dal punto di vista NON manuale è marcato da: bocca all’ingiù

CLASSI AGGETTIVALI: FLESSIVI = articolati nello spazio NEUTRO (es. ALTO) permettono alterazioni morfologiche

accordano con il nome condividendone lo STESSO luogo di articolazione

NON FLESSIVI = articolati sul CORPO del segnante (es. BELLO) , NON permettono alterazioni morf.

accordano con il nome attraverso le CNM (inclinazione testa, direzione dello sguardo)

o condividendo il luogo di articolazione della PROFORMA associata al nome

ACCORDO NOME-AGGETTIVO → l’accordo si realizza tramite i tratti del LUOGO di articolazione/CNM specifiche

es. (N flessivo + AGG flessivo): ascensore nuovo = stesso L di articolazione

es. (N flessivo + AGG non flessivo): automobile rossa = direzione dello SGUARDO verso auto

es. (N non flessivo + AGG flessivo): cane grande = stesso L della proforma + sguardo

es. (N non flessivo + AGG non flessivo): mela buona = stessa CNM

MA l’accordo NON è OBBLIGATORIO in LIS: alcuni aggettivi vengono prodotti nello spazio neutro e il loro luogo

di articolazione non necessariamente coincide con quello del nome

anche se esistono delle eccezioni in cui l’accordo è OBBLIGATORIO:

→ nelle corstruzioni marcate, in presenza di COORDINAZIONE

→ quando uso l’AGG in senso anaforico attraverso una ripresa

AGGETTIVI ATTRIBUTIVI = sono dei MODIFICATORI nominali perché modificano direttamente il nome

sono sintatticamente INCLUSI nel SN del nome che modificano, es. la casa vecchia è crollata

condivide gli stessi tratti NON-manuali del nome, le stesse CNM sono estese nella

realizzazione dell’aggettivo e del relativo nome

la PAUSA prosodica si trova tra l’aggettivo e il resto della frase (no cenno della testa)

AGGETTIVI PREDICATIVI = hanno la funzione di PREDICATI perché predicano qualcosa rispetto al nome

sono sintatticamente ESCLUSI dal SN del nome, es. la casa è vecchia

NON condivide gli stessi tratti NON-manuali del nome, le CNM sono estese solo al nome

la PAUSA prosodica si trova tra nome e aggettivo (+ cenno della testa verso il basso)

Come fare una DISTINZIONE tra attributivi e predicativi? Attraverso la diversa distribuzione delle CNM e PROSODIA.

FLESSIONE DEGLI AGGETTIVI: la flessione degli aggettivi può veicolare due tipi di informazione

INTENSITA’ → solitamente viene trasmessa attraverso particolari CNM e modificazioni a livello

manuale della durata e della tensione del movimento

in questo modo è possibile realizzare i SUPERLATIVI, es. GRANDISSIMO

ASPETTO → valido solo per AGG predicativi che esprimono qualità provvisorie che possono variare nel tempo

la ripetizione del movimento può veicolare l’aspetto continuo/ABITUALE

es. una persona sempre ammalata → ripetizione del segno ammalato

non si può segnare una qualità che è valida sempre/invariabile, es. SEMPRE MORTO = non è possibile

MORFOLOGIA FLESSIVA VERBALE: la flessione è un processo morfologico che produce forme FLESSE di uno stesso

lessema, ovvero delle FORME DIVERSE ma non dei nuovi lemmi nel dizionario,

perché a differenza di derivazione e composizione NON è un processo di

formazione di parole (arricchimento del lessico)

MORFEMI FLESSIVI → sono morfemi che veicolano informazioni GRAMMATICALI (es. numero, genere, aspetto)

→ danno vita a nuove forme di una stessa parola, chiamate FLESSE

→ NON modificano il significato di base della radice alla quale si applicano

→ NON sono in grado di attuare dei cambi nella categoria grammaticale della parola

PADDEN (1983, 1988): individua una TRIPARTIZIONE delle classi verbali in base a criteri FONO-SEMANTICI

1. VERBI PIANI = verbi che hanno una forma fonologica invariabile/NON cambia (es. mangiare)

sono articolati sul corpo e prevedono un unico punto di articolazione

2. VERBI di ACCORDO = accordano con gli argomenti che selezionano e devono essere PERSONALI

(esseri animati come persone/animali), si realizzano nello spazio neutro e

presentano 1/2 punti di articolazione (es. aiutare)

3. VERBI SPAZIALI = accordano con gli argomenti che selezionano e devono essere LOCATIVI

realizzati nello spazio neutro e presentano 1/2 punti di articolazione (es. portare)

PIZZUTO (1987): individua una TRIPARTIZIONE specifica per la LIS, in base a criteri FONO-MORFOLOGICI

1° CLASSE = verbi articolati in un punto del corpo a contatto o in prossimità (es. mangiare)

mostrano 1 punto di articolazione e NON permettono variazioni fonologiche

2° CLASSE = verbi articolati nello spazio neutro che prevedono sempre un punto iniziale e un punto

finale di articolazione, quindi SEMPRE 2 PUNTI (es. regalare)

a differenza dei verbi della 1° classe permettono variazioni articolatorie

3° CLASSE = verbi articolati nello spazio neutro e prevedono sempre 1 PUNTO di articolazione

→ questa tripa

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
24 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher daviducci5500 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cultura dei sordi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Mantovan Lara.