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ANTROPOLOGIA CULTURALE

Il termine antropologia signi ca “discorso intorno al genere umano” e de nisce un insieme di

indirizzi e tradizioni di studio che ha assunto diversi caratteri in diversi paese: questo termine ha

quindi declinazioni speci che.

La distinzione principale è quella tra antropologia sica e antropologia culturale. Nella tradizione

statunitense, in particolare, l’antropologia è suddivisa in 4 campi:

• antropologia sica

• archeologia

• antropologia linguistica

• antropologia culturale

Nella tradizione britannica, invece, c’è stato un maggiore sviluppo dell’antropologia sociale, nata

attorno agli anni ‘20. A differenza di quella americana, che poneva l’accento sul concetto di cultura,

quella britannica si è incentrata maggiormente sulla dimensione sociale e le sue strutture.

Il termine etnologia, a volte usato come sinonimo di antropologia, assume in realtà signi cati

diversi nel corso della storia: in particolare in Europa comprendeva gli studi delle popolazioni

“tradizionali” (extraeuropee). Dagli anni ‘80 si utilizza il termine “DEA” per comprendere la

demagogia (storia delle tradizioni), etnologie (culture extraEU) e la tradizione americana

dell’antropologia.

L’antropologia culturale nasce in occidente, e ha come oggetto di studio le popolazioni

contemporanee e le loro culture. Storicamente, nasce per conoscere, interpretare e salvaguardare le

differenze culturali di quelle popolazioni che erano altre rispetto all’Occidente. In questo contesto

l’antropologia cerca di interpretare e contestualizzare fenomeni e idee che possono apparire “strani”

o incomprensibili, con lo scopo di rendere familiare ciò che è estraneo ed estraneo ciò che è

familiare. L’oggetto dell’antropologia non è più quindi lo studio del mondo “primitivo” (anche

perché, se così fosse, sarebbe una disciplina marginale e destinata a scomparire) Anche il concetto

di “primitivo” ha subito diverse mutazioni: infatti una prima visione etnocentrica lo vedeva come un

essere irrazionale, chiuso nel suo mondo tribale; l’antropologia ha insegnato invece a collocarlo in

un orizzonte storico e non culturale.

Nella seconda metà del XIX secolo, Charles Darwin e altri studiosi forniscono basi scienti che

sull’origine e sull’evoluzione della specie umana. Le forme di vita più antiche si sono evolute da

quelle più recenti con un processo di “selezione naturale”; questo concetto ha avuto un ruolo

fondamentale nello sviluppo del pensiero antropologico.

Bronislaw Malinowski è uno degli studiosi che ha contribuito maggiormente allo sviluppo

dell’antropologia moderna. Egli ha introdotto la pratica della ricerca sul campo (osservazione

partecipante), de nì l’approccio teorico del funzionalismo (culture assimilate a organismi

biologici). Quest’ultimo è connesso al concetto di olismo, cioè la convinzione di una connessione

tra il tutto e le sue parti, che necessita dunque lo studio di ogni singolo aspetto della cultura da

comprendere. Inoltre il funzionalismo contribuì a mettere in crisi i paradigmi etnocentrici, che non

si interrogavano sul funzionamento delle società.

Franz Boas è considerato il padre dell’antropologia culturale nordamericana, portando lo

scetticismo verso la scienza occidentale, in seguito ad una ricerca per la quale aveva condiviso la

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sua vita quotidiana con la popolazione Inuit. Grazie a questa ricerca, realizzò che tutte le culture

hanno una propria identità e validità. Grazie a lui è stato introdotto il concetto di relativismo

culturale: la necessità di comprendere le singole culture a partire da idee e valori e di non giudicare

in base a standard culturali diversi. Egli inoltre introdusse anche il concetto di particolarismo

storico: lo studio particolare di singole culture e non approcci generalizzanti. Egli inoltre aveva

particolare interesse per le relazioni tra individui (scuola di cultura e personalità); una sua famosa

allieva, Margaret Mead, ha studiato in particolar modo le culture del paci co meridionale, sui

bambini, sullo sviluppo di personalità, sui ruoli di genere e sull’impatto di socializzazione ed

educazione.

Tra le due guerre mondiali l’antropologia britannica con Radcliffe-Brown si orienta verso una

prospettiva struttural-funzionalista, dalla quale nascerà l’antropologia sociale. Nello stesso periodo,

l’antropologo Levi Strauss si orienta invece verso una prospettiva detta strutturalismo francese.

Secondo questa teoria, il modo migliore per comprendere una cultura era raccogliere dati relativi al

sistema di parentela, miti, narrazioni e aspetti della vita sociale e culturale, per poi analizzare i temi

che li accomunano. Questa corrente di pensiero sarà alla base dell’antropologia simbolica, cioè lo

studio della cultura come una rete di signi cati.

La teoria marxista pone invece l’accento sulle possibilità di accesso ai mezzi di sussistenza, e sarà

alla base della teoria statunitense del materialismo culturale, che si focalizza su aspetti materiali

dell’esistenza dell’essere umano, in particolare sull’ambiente naturale in cui viviamo e in mezzi di

sussistenza a nostra disposizione.

Nello stesso periodo, prende forma anche un’altra prospettiva teorica, l’antropologia interpretativa,

approfondita da Clifford Geertz. Questo approccio sosteneva che, per capire e interpretare una

cultura, fosse necessario concentrarsi su ciò che le singole persone pensano, sui simboli e i

signi cati che ritengono importanti. Secondo Geertz, la cultura è un sistema di simboli e signi cati

che l’antropologo deve decodi care e interpretare, e non più un “oggetto da laboratorio” da

analizzare indipendentemente dalla presenza di un antropologo.

Gli antropologi culturali continuano a ripensare e rifondare la disciplina: basta pensare alle nuove

numerose prospettive teoriche, che contribuiscono ad arricchire questo campo di studi.

La denominazione uf ciale che de nisce l’insieme degli indirizzi che hanno caratterizzato

l’antropologia italiana è quella di “discipline demoetnoantropologiche” (A. Cirese, anni ‘80). Nella

tradizione italiana è prevalso lo studio delle differenze culturali interne alla nazione rispetto a quello

delle culture altre. Il suo fondatore è considerato Giuseppe Pitrè che osservò e documentò diversi

usi e pratiche del popolo siciliano. Nel periodo tra le due guerre, con l’avvento del fascismo, il

clima intellettuale era fortemente in uenzato dal losofo Benedetto Croce, critico nei confronti

delle scienze empiriche e sociali; grazie a uno studioso vicino alle sue idee si riprese la tradizione

italiana. Ernesto de Martino era uno studioso napoletano, che condusse uno studio su popoli

“primitivi” e alle popolazioni del mezzogiorno, con una lettura storicista. Secondo lo studioso

infatti, strutturalismo e funzionalismo non erano in grado di restituire la dimensione storica degli

individui, che era per lui l’unica considerabile valida.

Esistono 3 dibattiti importanti per l’antropologia culturale:

1. Determinismo biologico e costruzionismo: Il determinismo biologico cerca di spiegare

comportamento e modo di pensar a partire da fattori biologici (geni, ormoni) e cerca di

individuare cause biologiche a comportamenti speci ci. Il costruzionismo culturale ritiene

che i comportamenti e le idee dell’essere umano sono spiegabili con prodotti di

apprendimento modellati dalla cultura. La maggior parte degli antropologi culturali sono

costruzionalisti, ma alcuni prendono in considerazione anche i fattori biologici.

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2. Antropologia interpretativa e materialismo culturale: L’antropologia interpretativa è lo

studio della cultura con analisi di ciò che pensano gli individui che ne fanno parte, il modo

in cui danno senso alla vita/simboli per loro importanti. Il materialismo culturale è lo studio

della cultura a partire da aspetti materiali dell’esistenza (ambiente naturale e interazioni con

esso). Questi studiosi ritengono che siano i fattori basilari a modellare le culture, e per

spiegarle usano un modello interpretativo a tre livelli: infrastruttura (fattori materiali base:

risorse naturali, economia, popolazione), struttura (organizzazione sociale, parentela,

politica) e sovrastruttura (idee, valori, credenze)

3. Agency individuale e strutturismo: È un dibattito che concerne il peso considerato

opportuno da attribuire nell’analizzare comportamenti/idee individui; il pensiero occidentale

dà molta importanza all’agency individuale, mentre gli strutturisti ritengono che il libero

arbitrio sia un illusione, perché considerano le scelte preordinate da forze più grandi. I primi

si concentrano sulle strategie adottate per migliorare la propria condizione, i secondi

rilevano che i poveri sono costretti da forze più potenti di loro.

CAPITOLO 1

Il termine antropologia signi ca “discorso intorno al genere umano” e de nisce un insieme di

indirizzi e tradizioni di studio che ha assunto diversi caratteri in diversi paese: questo termine ha

quindi declinazioni speci che.

La distinzione principale è quella tra antropologia sica e antropologia culturale. Nella tradizione

statunitense, in particolare, l’antropologia è suddivisa in 4 campi:

• antropologia sica

• archeologia

• antropologia linguistica

• antropologia culturale

Nella tradizione britannica, invece, c’è stato un maggiore sviluppo dell’antropologia sociale, nata

attorno agli anni ‘20. A differenza di quella americana, che poneva l’accento sul concetto di cultura,

quella britannica si è incentrata maggiormente sulla dimensione sociale e le sue strutture.

Il termine etnologia, a volte usato come sinonimo di antropologia, assume in realtà signi cati

diversi nel corso della storia: in particolare in Europa comprendeva gli studi delle popolazioni

“tradizionali” (extraeuropee). Dagli anni ‘80 si utilizza il termine “DEA” per comprendere la

demagogia (storia delle tradizioni), etnologie (culture extraEU) e la tradizione americana

dell’antropologia.

L’antropologia culturale nasce in occidente, e ha come oggetto di studio le popolazioni

contemporanee e le loro culture. Storicamente, nasce per conoscere, interpretare e salvaguardare le

differenze culturali di quelle popolazioni che erano altre rispetto all’Occidente. In questo contesto

l’antropologia cerca di interpretare e contestualizzare fenomeni e idee che possono apparire “strani”

o incomprensibili, con lo scopo di

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher peachiyx_notes di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Broccolini Alessandra.
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