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CHE COSA FA STATO QUANDO FA ATT. ECONOMICA?

- Allocativo = ovvero l’utilizzo di risorse per la produzione e fornitura di beni e

servizi. Effettua attività economica intervenendo completamente o parzialmente

nella produzione di beni e servizi. Infine, si occupa della regolamentazione del

settore privato.

- Redistribuzione = ovvero la correzione della distribuzione di risorse attraverso il

bilancio pubblico e ciò viene fatto con: - redistribuzione attraverso entrate

ovvero prelievo fiscale, oppure – redistribuzione attraverso uscire, ovvero

trasferimenti e servizi

- Stabilizzazione = ovvero attenuazione della fluttuazione del prodotto / reddito

nazionale. Lo stato deve intervenire in maniera anticiclica (contro il ciclo econ.

Quando quest’ultimo va male) in quanto deve intervenire per stabilizzare

l’economia e mantenere la massima occupazione

JOSEPH STIGLITZ propone e riconosce un ruolo:

• DIRETTO in economia quando lo stato produce beni e servizi di consumo e

infrastrutture

• INDIRETTO quando influenza attività economica (inps)

• CONSUMO quando fa redistribuzione

Il fatto che lo stato ha in ruolo ci induce a porci due domande: è giustificabile

l’intervento pubblico in economia? Ci sono giustificazione economiche?

L’economia del benessere fornisce due strumenti teorici potenti x giustificare tale

intervento, ovvero i 2 TEOREMI DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE.

MODELLI DI STATO

Stati diversi hanno diversa applicazione d’economia:

• Stato minimo=difesa tutela istruzione

• “di mezzo

• “interventista= lo stato fa tutto e si occupa anche della redistribuzione della

proprietà e dell'assistenza sociale.

IL RUOO DELLO STATO: QUANTO VALE?

Per misurare le dimensioni del settore pubblico, l’indicatore più utilizzato, per facilità di

misurazione e per praticità, è il rapporto tra la spesa pubblica e il PIL.

La SPESA TOTALE comprende le spese dello stato

PIL= è l’ammontare della produzione di un paese.

Perché guardo spesa pubblica in rapporto al Pil?

Perché misura l'entità della spesa pubblica rispetto alla ricchezza prodotta da un

paese, consentendo di valutarne il peso nell'economia nazionale e confrontarlo nel

tempo o con altri paesi, escludendo l'inflazione e le variazioni assolute delle

dimensioni economiche

Il valore della moneta con il tempo è cambiato e quindi è necessario un indicatore o dei

rapporti come il PROCAPITE, un indicatore (che può essere la spesa o le entrate per

persona.

La spesa pubblica in Italia dagli anni 90 corrisponde al 50% del PIL.

PIL= 2000 MLD 50% di PIL= 1000 MLD= Spesa pubblica

ENTRATE= sono poco meno di spese, perciò, lo stato si indebita si parla di debito

pubblico che si forma ogni volta che lo stato si indebita.

SALDO DI BILANCIO= entrate – spese = può essere negativa, perciò si parla di

disavanzo o deficit, il cui accumulo provoca il debito pubblico. Positivo, quando si ha

un avanzo e le entrate sono maggiori di spese. L'accumulo di deficit forma debito

pubblico.

INTERESSI PASSIVI= sono il 3-4% del PIL all’incirca 60-80 MLD

SPESA PRIMARIA= spesa totale – spesa per interessi = 57-3,5=57

(spesa per interessi è resa unica dal fatto che definisce rapporti tra i paesi e ristruttura il

debito, togliendone una piccola parte).

SALDO PRIMARIO= per giudicare l’operato del governo e la gestione del bilancio non

basta guardare solo ile spese per interessi e il saldo, ma devo considerare il Saldo

primario (entrate – spese primarie), e consente di depurare il saldo degli interessi ed a

partire dagli anni 90 è sempre stato positivo.

La spesa per interessi fino agli anni 70 era gestibile, a poi aumenta arrivando a

rappresentare il 12% del PIL. Se spesa pubblica sul PIL è del 50% e spesa interessi su

PIL è del 12% quanto pongo in essere spesa per interessi su spesa pubblica

totale?Raddoppio= 25% di spesa pubblica.

Spesa totale – spesa primaria= spesa per interessi

Insieme a spese crscono entrate che anche se crescono, lo fanno in ritardo rispetto a

spese. Perciò l’italia è stata in deficit per molto tempo.

La Pressione Tributaria è il rapporto tra imposte dirette e indirette sul Pil in %. se al

numeratore aggiungo i contributi sociali ho i contributi sociali (quanto i lavoratori

pagano al fisco per finanziare il Welfare State) ottengo la Pressione Fiscale ( che è un

indicatore delle risorse generate vengono trattenute dallo stato).

In Italia la pressione fiscale è poco piu superiore alla media, inoltre l’andamento

mostra come la pressione è aumentata a caua della crisi finanziaria del 2009 e nel 2011

quando ita era vicina al fallimento vista l’introduzione dell’IMU.

Allora, la pressione fiscale è un concetto che si usa per misurare quanto lo stato

"prende" dai cittadini e dalle imprese sotto forma di tasse, imposte, contributi,

eccetera. In pratica, è tipo una percentuale che indica il peso delle tasse sull'economia

di un Paese.

Si calcola facendo il rapporto tra le entrate tributarie e contributive (cioè tutto quello

che lo stato incassa) e il PIL (Prodotto Interno Lordo), quindi Pressione fiscale = Entrate

/ PIL * 100.

È un indicatore importante perché ci dice se in un paese si paga tanto o poco di tasse

rispetto alla ricchezza prodotta. Però, ATTENZIONE: non sempre riflette proprio tutta la

realtà, perché molte cose non si vedono bene con sto indicatore (tipo evasione,

sommerso, ecc).

Tipi di imposte

Ci sono diversi tipi di tasse/imposte/contributi che entrano nella pressione fiscale:

• Imposte dirette → tipo l’IRPEF (che è la tassa sul reddito delle persone fisiche) o

l’IRES (che è per le società).

• Imposte indirette → tipo l’IVA, che si paga quando si compra qualcosa.

• Contributi previdenziali → cioè quelli che si pagano per avere pensioni, INPS

ecc.

• Altre entrate tributarie → tipo accise (sui carburanti, tabacco), canone RAI ecc.

Una cosa da ricordare: non tutte le imposte sono uguali, alcune colpiscono di più i

ricchi, altre i poveri. Quelle "proporzionali" colpiscono tutti uguale (es. 20% per tutti),

ma quelle "progressive" aumentano col reddito (es. IRPEF). Però alcune imposte, tipo

l’IVA, alla fine pesano di più sui poveri, perché spendono tutta la loro disponibilità

economica e quindi pagano + tasse in proporzione.

Come funziona in Italia

In Italia, la pressione fiscale è abbastanza alta rispetto alla media europea. Alcuni anni

fa era tipo intorno al 42-43%, ma con l’evasione fiscale si stima che quella reale sia

anche più alta per chi le tasse le paga davvero.

Lo Stato italiano ha bisogno di tasse per finanziare la sanità, la scuola, le pensioni, le

infrastrutture eccetera. Però molte volte la gente si lamenta che paga tanto e riceve

poco in cambio (es. burocrazia lenta, servizi scadenti). Questo crea un po’ di sfiducia

nel sistema fiscale.

Molti dicono che le tasse sono alte perché c’è tanta evasione: cioè se tutti pagassero,

forse si potrebbe abbassare il livello generale. Ma c’è anche chi dice che le tasse sono

alte perché lo Stato spreca un sacco di soldi.

Evasione Fiscale e sommerso

Un problema grosso collegato alla pressione fiscale è l’evasione. In Italia è stimata

intorno ai 90-100 miliardi l’anno (dato da verificare ma più o meno). Cioè una parte

dell’economia non viene tassata perché la gente non dichiara i redditi o li nasconde.

C’è anche il lavoro in nero, che è tipo il sommerso.

L’evasione rende il sistema fiscale ingiusto, perché chi le tasse le paga si trova a

pagare anche per chi non le paga. Questo aumenta la pressione fiscale “percepita” da

chi è in regola. Cioè pochi pagano per tutti.

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/03 Scienza delle finanze

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara00567 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienze delle finanze e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Irace Antonia.
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