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Subassemblati (subassemblies): sono unità assemblate progettate per essere a loro volta
assemblate in entità più complesse (ad es. trasmissioni).
Assemblati o assemblati finali (assemblies or final assemblies): sono assemblati o prodotti finiti,
che possono a loro volta essere materie prime per altri impianti/aziende.
Prodotto finito (end item): un pezzo venduto direttamente ad un cliente, sia esso o meno un
assemblato finale.
Distinta base (bill of materials; BOM): è una lista di materie prime, componenti, subassemblati e
assemblati finali, comprensivi delle loro quantità, necessari per realizzare un prodotto finito. La
distinta ha quindi lo scopo di esplicitare la correlazione tra prodotti finiti e gli elementi che li
compongono. 1
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Materiali di consumo (consumables): sono materiali quali punte, materiali chimici, gas,
lubrificanti o altro, utilizzati presso una stazione, i quali non diventano parte integrante del prodotto
finito che sarà venduto. In modo più formale, si distingue tra pezzi e materiali di consumo nel fatto che
i primi sono indicati in distinta, mentre i secondi no.
Routing (- or line): la sequenza di stazioni attraversate da un pezzo; il routing inizia a livello dei
magazzini materie prime, componenti o subassemblati e prosegue sino ad un magazzino intermedio
(semi-assemblati) o ad un magazzino prodotti finiti. La distinta base ed il routing ad essa associato
contengono le informazioni fondamentali per realizzare un prodotto finito.
Ordine cliente o ordine (customer order or order): una richiesta da parte di un cliente di un
determinato prodotto, in un certo numero, da consegnarsi entro una certa data. All’interno dello
stabilimento, un ordine può indicare anche la richiesta di ripristinare un livello di scorta a magazzino.
Data di consegna (due date; DD): data entro la quale l’azienda ed il cliente concordano la
consegna di un ordine.
Ordine di acquisto (purchase order): documento cartaceo o elettronico che può contenere più
ordini cliente.
Accettazione d’ordine (order acceptance): atto con cui si accettano le richieste espresse
nell’ordine cliente (consegnare un determinato prodotto in un certo numero ed entro una certa data).
Rilascio d’ordine (order release): atto con il quale si avvia la lavorazione di un ordine e le materie
prime necessarie per quest’ordine vengono trasformate in WIP.
Lista di rilascio (release list or backlog list): lista contenente la sequenza ordinata di jobs che
devono essere introdotti in produzione (rilasciati). Quando la lista di rilascio si riferisce ad ordini che
non sono stati soddisfatti da magazzino (sistema MTS) o ad ordini effettivi già pervenuti al sistema
(sistema MTO) si usa generalmente il termine anglosassone backlog list.
Job (-): si riferisce all’insieme di materiali fisici che attraversano un routing, insieme alle
informazioni logiche ad essi associate (quali ad es. disegni, distinte etc.). Benché ciascun job sia
causato o da un ordine cliente, o da una previsione di un ordine cliente (previsione della domanda),
spesso non vi è corrispondenza biunivoca tra jobs e ordini. Questo perché (i) i job sono misurati a
livello di codici, ovvero di parti singole e non insiemi di parti che compongono un assemblato richiesto
in un ordine e (ii) il numero di parti che vengono processate in un job dipende anche da considerazioni
di efficienza (dimensioni dei lotti economici) e spesso quindi non corrisponde alle quantità richieste in
un ordine cliente.
Stabilimento (shopfloor): la porzione di azienda che ospita i macchinari e le persone direttamente
impegnati in produzione.
Processo (process): sequenza logica di operazioni correlate che convertono input in output. Tutte
le aziende, infatti, anche se strutturate per funzioni, in realtà funzionano per processi orizzontali, i
quali non sono immediatamente visibili né generalmente formalizzati, ma rappresentano “ciò che
viene fatto in azienda”.
Mappatura dei processi (process mapping): rappresentazione grafica dei passi e dei flussi di un
processo, con la relativa definizione degli input e degli output, delle modalità di svolgimento delle
singole attività, dei controlli e delle misurazioni effettuate per monitorare i processi e delle funzioni
aziendali sotto la cui responsabilità il processo è collocato. La mancanza di una corretta mappatura dei
processi aziendali si rivela una carenza fondamentale, in quanto questa mappatura permette di
chiarire tutti gli aspetti, le relazioni, i punti di forza e di debolezza dell’intera azienda.
Flow shop (-): configurazione di stabilimento in cui il flusso dei materiali (pezzi) è unidirezionale.
Può a sua volta suddividersi in Pure Flow Shop (PFS), nel caso in cui i jobs procedano seguendo tutti
rigorosamente una determinata sequenza di stazioni; nel caso di General Flow Shop (GFS), invece, i
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jobs si muovono sempre in una sola direzione, ma con la possibilità di visitare (o meno) un
sottoinsieme di stazioni, consentendo in questo modo una certa personalizzazione del prodotto [2].
Job Shop (-): configurazione di stabilimento in cui il flusso dei materiali (pezzi) non è
unidirezionale. Può a sua volta suddividersi in Pure Job Shop (PJS), nel caso in cui i routings siano
completamente casuali ed i jobs possano incominciare e concludere la lavorazione ad una qualsiasi
stazione, permettendo la massima personalizzazione; nel caso di General Job Shop (GJS), i jobs hanno
routings multi-direzionali, ma si può individuare una direzione predominante del flusso, consentendo
in questo modo una buona personalizzazione del prodotto [2].
Produttività (throughput): il prodotto medio ottenuto in uscita da un processo (sia esso una
macchina, una stazione, una linea o l’intero impianto) è definito come throughput (TH) o produttività
del sistema. A livello di azienda, la produttività si misura in termini di produzione venduta per unità di
tempo (e non realizzata!); ciononostante, i manager aziendali solitamente controllano quanto è
prodotto da un sistema, piuttosto che quanto da esso è venduto. Quindi, a livello di impianto, linea o
stazione, la produttività indica la quantità media di codici non difettosi realizzati per unità di tempo. In
una linea composta di stazioni in serie dedicate ad una singola famiglia di prodotti e ove ogni prodotto
attraversa ogni stazione esattamente una volta, la produttività di ogni stazione sarà la medesima (a
meno di scarti). In un impianto più complesso, ove i prodotti seguono diversi routings, la produttività
di una singola stazione sarà data dalla somma delle produttività dei routing che l’attraversano (questo
quando il TH sia misurato in valore o in tempo di lavorazione, in modo da poter sommare flussi
differenti). Quando la produttività sia misurata come valore di costo (€), anziché in valore di vendita o
prezzo, allora prende il nome di costo dei prodotti (cost of goods sold).
Capacità (capacity): il limite massimo della produttività di un processo produttivo. Nella maggior
parte dei casi, rilasciare lavoro all’interno di un sistema al pari o al di sopra della sua capacità crea
l’instabilità del sistema stesso (i.e. l’aumento di WIP senza limiti). Solamente sistemi molto particolari
possono operare stabilmente alla loro massima capacità.
Magazzino materie prime (raw materials inventory): la fonte dell’input fisico all’inizio di un
processo produttivo. Tipicamente, i magazzini a monte di un processo produttivo sono denominati
magazzini materie prime anche se il materiale che contengono ha già subito qualche trattamento.
Magazzino semilavorati o magazzino prodotti finiti (crib inventory location or finished goods
inventory): è il nome del magazzino a valle di un processo produttivo, a seconda che contenga prodotti
semilavorati o prodotti finiti. I magazzini semilavorati sono utilizzati per posizionare pezzi diversi
all’interno dell’impianto prima di ulteriori lavorazioni o assemblaggi. I magazzini prodotti finiti sono
invece utilizzati per contenere i prodotti prima della spedizione al cliente.
Work In Process (-; WIP): le scorte tra i magazzini materie prime ed il magazzino prodotti finiti
dei routing. Siccome i routing iniziano e finiscono in magazzino, il WIP è il prodotto tra gli stessi, ma
non all’interno di essi. Nonostante nel linguaggio generale, a volte, con il termine di WIP si intendano
anche le scorte in magazzino, in questa trattazione il work-in-process non comprende le scorte a
magazzino.
Indice di rotazione delle scorte (turnover ratio, or inventory turns): il rapporto tra la produttività
di un sistema ed il suo livello medio di magazzino. Tipicamente, la produttività è misurata su base
annuale, e quindi questo rapporto rappresenta il numero di volte in cui il magazzino è rifornito, o
subisce una rotazione, ogni anno. I prodotti considerati dipendono dalla specifica misurazione
effettuata: in un magazzino, ad esempio, tutti i pezzi sono prodotti finiti, e quindi le rotazioni sono date
dal rapporto tra produttività e magazzino prodotti finiti; in un impianto, tipicamente, si considerano
sia i prodotti finiti che il WIP, e quindi le rotazioni si ottengono dal rapporto tra produttività e
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magazzino prodotti finiti più WIP. Comunque, è fondamentale considerare l’univocità delle unità di
misura della produttività e delle scorte considerate.
Tempo ciclo (cycle time; CT): il tempo medio concesso ad una data stazione per la lavorazione o il
montaggio di un dato pezzo.
Flow Time (- or throughput time; FT): dato un certo routing, il FT indica il tempo medio trascorso
tra quando si rilascia un job in produzione all’inizio del routing e quando lo stesso raggiunge il
magazzino alla fine del suo routing, ovvero il tempo che il pezzo spende come WIP. Questa definizione,
seppur precisa, è limitata, poiché definisce il FT solamente rispetto ad un routing. È invece prassi
comune utilizzare il concetto di FT anche per prodotti finiti complessi, in questo caso, però, la
definizione diviene più ambigua (si pensi ad un’automobile: dove si comincia a misurare il FT?
Dall’inizio dell’assemblaggio del prodotto finito? Oppure dall’inizio del preassemblaggio di
subassemblati ed assemblati?).
Lead Time (-; LT): dato un routing od una linea, si indica LT il tempo concesso per la produzione o
assemblaggio di un pezzo su quel routing o linea. Si evince dalla definizione precedente che si tratta di
una costante gestionale, diversamente dal FT, che è spesso variabile.
Make To Stock (-; MTS): strategia aziendale ove la produzione/assemblaggio avviene sulla base di
una domanda anticipata, ovvero prevista. Quando è possibile effettuare un&