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Etica di Spinoza
• NATURA E ORIGINE DELLA MENTE
• ORIGINE E NATURA DEGLI AFFETTI
• LA SCHIAVITU' UMANA OSSIA DELLA FORZA DEGLI AFFETTI
• LA POTENZA DELL'INTELLETTO OSSIA DELLA LIBERTA' UMANA- Ogni parte si apre con le Definizioni a cui segue una Spiegazione e degli Assiomi.
• Si introducono poi le Proposizioni numerate con relative Dimostrazioni e talvolta i Corollari.
• Le parti più discorsive sono affidate agli Scoli in cui Spinoza polemizza spesso con gli altri filosofi e si confronta in genere con altri indirizzi di pensiero.
Il primo libro pone dunque le fondamenta della metafisica di Spinoza proponendo un'idea di Dio completamente diversa da quella delle religioni rivelate e delle stesse filosofie.
Dio è infatti identificato con una sostanza unica, eterna e infinita che si compone di un'infinità di attributi che anch'essi esprimono un'essenza eterna e infinita.
In questa prospettiva Dio
è dunque una causa immanente e necessitante di tutte le cose e non opera secondo una volontà libera• come vorrebbe la visione tradizionale.• Poste le basi metafisiche della sua filosofia Spinoza può procedere ad affrontare nel secondo libro la questione della mente checonsidera insieme al corpo uno degli infiniti modi della sostanza.• Tale impostazione consente a Spinoza di affrontare la questione dei rapporti tra mente e corpo evitando le difficoltà in cui eraincorso il dualismo cartesiano. • Esso viene criticato più volte nel terzo e nel quarto libro dedicati alla teoria degli affetti. • Unacritica dettagliata viene svolta nella prefazione del quinto libro. Qui Spinoza delinea un percorso di liberazione della mente cheruota intorno alla nozione di amor intellectualis Dei.Il ruolo molteplice dell’affezione- Vinciguerra ricorda che il secondo libro dell’Etica introduce una transizione attraversoL'introduzione di una nozione di affectio, affezione riferita al corpo in quanto sua modificazione.
- Nel primo libro essa era stata già introdotta per fare riferimento ai modi della sostanza. Dunque da un lato essa fa riferimento a una relazione immanente interna dal punto di vista dell'eternità in cui i modi affettano la sostanza, dall'altro ad una relazione esterna relativa dal punto di vista di un'esperienza che in corpo fa in quanto è affetto.
- Che valore dare alla doppia accezione del termine?
- Vinciguerra ipotizza che Spinoza voglia porci di fronte a "due aspetti di una sola e medesima logica": egli ci invita cioè a pensare insieme le "substantiae affectiones" e le "corporum affectiones", introducendo in tal modo la dimensione dell'evento a partire appunto da ciò che accade al corpo.
In questa prospettiva il corpo è pensato a partire dalle sue modificazioni e
non è dunque concepibile a prescindere dallle relazioni dacui è costituito.- Il corpo è dunque un insieme di pratiche attraverso cui è modificato e a sua volta modifica ciò che lo circonda.
- Esso non va dunque concepito in maniera sostanzialistica come il supporto delle affezioni ma come il loro stesso rapporto.
- E poiché l'affezione interviene sempre a modificare una costituzione previamente oggetto di altre affezioni è possibile dire che il corpo è affezione di affezioni.
Il significato della nozione di traccia (vestigium)
- Per spiegare come agisca l'affezione, Spinoza introduce una costellazione concettuale al cui interno è fondamentale la nozione di traccia (vestigium).
- Nel trattatello inserito proposizioni 13 e 14 della seconda parte si affronta la questione del corpo in una prospettiva squisitamente fisica: "Quando una parte fluida del corpo umano è determinata da un corpo
"esterno a spingere (impigat) spesso (saepe) su un’altra partemolle, modifica (mutat) la superficie (planum) di questa e vi imprime (imprimit) certe tracce (vestigia) del corpo esterno chespinge (impellentis)”.
La cosiddetta “piccola fisica” contenuta in questo trattato distingue tra duro, molle e fluido in quanto nozioni che consentono dispiegare sia la diversità tra individui sia le diverse articolazioni dei loro rapporti. Esse sono concepite come nozioni relative e nonassolute che assumono il loro senso proprio in rapporto alla nozione di traccia o più in generale di tracciabilità.
- La mollezza è in particolare la capacità che ha un corpo di essere rivestito di tracce, mentre la durezza è la resistenza dei corpi aessere tracciati e la capacità di tracciare i corpi meno duri e, una volta tracciati, di conservare meglio le tracce.
La fluidità è invece la maggior capacità di ricevere
tracce e la minore di conservarle, ma anche quella di trametterle ad altri corpi.
Il concetto di traccia appare dunque essenziale alla fisica di Spinoza e esso assume dunque il ruolo di una nozione comune ossia diun elemento conoscibile soltanto attraverso la conoscenza di secondo grado che è quella della ragione.
La traccia è dunque una superficie di riflessione che rimanda sempre al corpo tracciante.
In quanto rimando in un'ontologia in cui pensiero e estensione sono espressioni ossia modi di un'unica sostanza essa ha unequivalente nell'ambito del pensiero: l'inferenza.
La potenza di rinvio della traccia ha dunque come pendant la capacità di produrre inferenze.
Sul piano semiologico essa ricorda una nozione che abbiamo incontrato occupandoci di Aristotele quella di symbolon ossia le sezioniseparate di un'unità infranta che, una volta riunite consentivano il riconoscimento dell'intero.
In maniera analoga al symbolon la traccia rimanda sempre a ciò che l'ha tracciata, è dunque un concavo che evoca il convesso undentro che sta per un fuori, la presenza di un'assenza. E anche sul piano temporale si può concepirla come il presente che rievoca un passato. - In questo senso il corpo può essere considerato situs vestigiorum, luogo di tracce e l'attività tracciante del corpo va inserita in un insieme di pratiche indefinitivamente aperte e reiterabili. La nozione di traccia è il presupposto per poter sviluppare quelle di figura, forma, immagine, memoria e oblio che sono ad essa subordinate. Essa viene pensata insieme al corpo ma non va con esso identificata in quanto occupa uno spazio intermedio, ha uno statuto paradossale, corporea e incorporea nello stesso tempo. Forma, figura e immagine nella semiotica di Spinoza La tracciabilità e la figura - L'azione reciproca dei corpi producedeterminate figure. Esse sono i diversi stati ammessi da una forma che Spinoza concepisce come norma generale di un rapporto che si dispiega appunto attraverso diverse configurazioni, figure appunto.- La forma è dunque sempre rivestita di figure. La figura è perciò forma modificata.
- La figura è l'esito della tracciabilità del corpo e le tracce, come abbiamo visto, sono ciò che consente l'articolazione tra le figure.
- Se dunque la traccia fa variare la figura modificando i rapporti di un corpo con ciò che lo circonda, la forma si esprime attraverso le successive deformazioni ad essa impresse dalle diverse figure di cui si riveste.
- Considerato dal punto di vista etico, ossia da una prospettiva che include anche un'etica del corpo, si tratta di ricercare le pratiche virtuose che consentono di trasfigurare la natura del corpo accrescendone la potenza.
- Il limite estremo della trasformazione delle figure
di cui la forma è il rapporto, è rappresentato dalla morte.
La forma del corpo è dunque rapporto di un certo modo di agire e di patire di cui va ricercato un accordo con la natura del medesimo corpo.
La tracciabilità rimane alla base di questa azione tanto che la stessa immaginazione secondo Spinoza non conosce la forma ma le tracce che costituiscono le figure.
In questo orizzonte la nozione del corpo di Spinoza si differenzia da modelli filosofici precedenti e oppone l'articolazione forma-figura-traccia a quella superficies-lineae-puncta che non è in grado di concepire la natura estesa come espressione infinita e indivisibile della sostanza.
La forma del corpo:
- La concezione del corpo che emerge non è sostanzialista né vede il corpo come mero aggregato di parti, ma come rapporto o legge in accordo con le altre leggi naturali o anche come modo di un'estensione che è infinita e indivisibile.
• Tuttavia è necessario, perché tali idee si producano, che ad esse si accompagni l’atto di tracciare delle figure nello spazio, essedevono cioè essere costruite attraverso l’immaginazione con l’ausilio di opportuni strumenti (riga e compasso) così come aveva giàosservato Euclide negli Elementi.
• La figura viene dunque generata attraverso il disegno con un procedimento che è, sì valido universalmente, ma che tuttavia richiedeuna pratica radicata nella sensibilità.
• Allo stesso modo, il primo storico Greco, Erodoto, stabilisce una connessione tra la nascita della geometria e l’agrimensura,un’attività che consentì di cogliere per la prima volta equivalenze e proporzioni. • La risposta alla questione precedente è perciòche la ragione si
esercita necessariamente attraverso un’attività immaginativa che consente di tracciare figure geometriche.
Immagine e immaginazione- L’esempio delle figure geometriche ci introduce alla problematica dell’immagine e dell’immaginazione come il correlato