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Estratto del documento

USA:

• Sherman Act (1890) e Clayton Act (1914) regolano la concorrenza.

◦ Federal Trade Commission (FTC) monitora le pratiche sleali.

◦ Esempi storici: Standard Oil (1911), AT&T (1982).

UE:

• Articoli 101 e 102 TFUE vietano cartelli e abusi di posizione dominante.

◦ La DG Competition applica le norme antitrust.

◦ Esempi: Sanzioni a Google e Microsoft.

Digital Markets Act (DMA)

Entrato in vigore nel 2022, il DMA regola le grandi piattaforme digitali (gatekeepers) per garantire

un mercato equo.

Obiettivi:

Limitare l’abuso di potere delle grandi piattaforme.

• Promuovere la concorrenza e l’innovazione.

• Proteggere i consumatori e i loro dati.

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Gatekeepers:

Classificati in base a criteri economici e di presenza stabile sul mercato (es. Google, Apple,

Amazon).

Obblighi:

Vietato il self-preferencing (favorire i propri servizi).

• Condivisione dei dati per garantire l’interoperabilità.

• Facilitare la portabilità dei dati tra piattaforme.

Cartelli e Collusione: Significato e Implicazioni

Un cartello è un accordo collusivo tra imprese per ridurre la concorrenza e aumentare i profitti,

manipolando aspetti come:

Prezzi.

• Quote di mercato.

• Territori di competenza.

Questi accordi riducono la concorrenza e impongono una disciplina artificiale al mercato. Esempi

storici includono l'OPEC (petrolio) e De Beers (diamanti). Le autorità antitrust, come l'AGCM in

Italia, monitorano e sanzionano i cartelli, spesso nascosti e difficili da individuare.

Il Dilemma del Cartello: Incentivi e Stabilità

Incentivo a formare un cartello —>Le imprese possono aumentare i profitti agendo come un

monopolio.

Incentivo a deviare dal cartello —> Se un'impresa devia producendo di più, aumenta il proprio

profitto.La tentazione a defezionare rende il cartello instabile.

Immagina un gruppo di imprese che decide di mettersi d'accordo per non farsi concorrenza.

Questo accordo, chiamato cartello, serve per mantenere i prezzi alti o spartirsi il mercato, così da

guadagnare di più senza rischiare che qualcuno abbassi i prezzi per attirare clienti. Un esempio

famoso è l’OPEC, che decide quanto petrolio produrre per mantenere i prezzi sotto controllo.

In teoria, il cartello è vantaggioso per le imprese: collaborano, fissano un prezzo alto e fanno

profitti maggiori. Ma c'è un problema: anche se si accordano, ogni impresa ha un forte incentivo a

“imbrogliare”, cioè a produrre di più o vendere a prezzi più bassi di quanto deciso, per

guadagnare ancora di più attirando clienti degli altri.

Ecco perché succede:

Se due imprese collaborano, producono meno e vendono a un prezzo più alto. Entrambe

guadagnano bene. Tuttavia, se una delle due decide di produrre di più e vendere a un prezzo

leggermente inferiore, può fare più soldi, lasciando l’altra con meno profitti. Questo porta a una

situazione in cui nessuno si fida fino in fondo e, alla fine, entrambe rompono l’accordo.

È lo stesso problema del famoso “dilemma del prigioniero”: due persone potrebbero ottenere il

miglior risultato collaborando, ma ciascuna preferisce tradire per evitare di rimanere fregata

dall’altra. Nel caso dei cartelli, ogni impresa ha paura che l’altra non rispetti l’accordo, quindi

sceglie di “tradire” per prima.

Il Dilemma del Prigioniero e Cartelli:

Questo scenario rappresenta un gioco non cooperativo:

• Cooperare porta benefici condivisi.

◦ Defezionare è l’equilibrio dominante, perché ogni impresa massimizza i profitti

◦ individuali nel breve termine, violando l'accordo.

Risultato: I cartelli non sono sostenibili a lungo termine senza meccanismi di

controllo esterni.

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E se si accordassero sui prezzi?

Nella concorrenza alla Bertrand (prezzi), le imprese fissano i prezzi al costo marginale, ottenendo

profitti nulli.

Se si accordano sui prezzi, fissano il prezzo di monopolio, dividendo il mercato e

• ottenendo profitti massimi.

Se le imprese decidessero di fissare un prezzo alto invece di spartirsi le quantità, sarebbe lo

stesso problema. In un mercato competitivo, il prezzo dovrebbe essere uguale al costo di

produzione (per esempio, 30 euro). Se si accordano per tenerlo a 90 euro, guadagnano tantissimo,

ma c'è sempre il rischio che una delle due abbassi il prezzo per attirare più clienti, rompendo

l’accordo.

Morale della storia:

I cartelli offrono vantaggi nel breve termine, ma funzionano solo finché nessuno “bara”. Ma

siccome è quasi sempre più conveniente barare per fare più soldi, questi accordi tendono a

rompersi. È per questo che sono considerati illegali: fanno male ai consumatori, perché alzano i

prezzi e riducono la concorrenza. Le autorità come l’AGCM li sorvegliano e impongono multe

molto alte quando li scoprono.

Collusione e Giochi Ripetuti: Come Sostenere un Cartello nel Tempo

Un cartello è spesso instabile nel breve periodo perché ogni impresa ha un incentivo a "tradire" per

ottenere maggiori profitti. Tuttavia, quando le interazioni si ripetono nel tempo, si può creare un

sistema di punizioni e ricompense che rende più conveniente rispettare l’accordo. Vediamo come.

1. Giochi Ripetuti e Incentivi alla Cooperazione

In una singola interazione, conviene sempre defezionare (rompere il cartello) per guadagnare di

più subito. Ma se il gioco si ripete, la possibilità di essere puniti in futuro può scoraggiare la

deviazione.

Esempio: Se un'impresa “tradisce” il cartello, guadagna 2025$ per un periodo, ma poi il

• profitto scende a 1600$, mentre rispettare l'accordo garantirebbe 1800$ a ogni periodo.

Quindi, defezionare conviene solo nel breve termine.

Conclusione: Se le interazioni si ripetono per un lungo periodo, mantenere il cartello

• diventa più vantaggioso.

2. Giochi a Ripetizioni Finite

Se le imprese sanno che il gioco finirà dopo un certo numero di periodi, il cartello tende a rompersi

verso la fine:

Teorema di Selten: In un gioco ripetuto con un numero finito di iterazioni, le imprese

• sceglieranno di defezionare nell’ultimo periodo, poiché non ci sarà alcuna punizione futura.

Sapendo questo, anche nel penultimo periodo converrà defezionare, e così via. Quindi,

l’unico equilibrio sarà defezionare in ogni periodo.

3. Giochi a Ripetizioni Infinite o Indefinite

Se le imprese non sanno esattamente quando il gioco finirà (o credono che potrebbe continuare a

lungo), cooperare diventa possibile grazie alla “Trigger Strategy”:

Trigger Strategy:

• Coopera finché tutti rispettano l'accordo.

◦ Se qualcuno devia, punisci deviando per sempre (o per un certo periodo).

◦ Questa minaccia rende credibile la punizione e quindi scoraggia la deviazione.

Fattore di sconto: Le imprese danno più valore ai profitti futuri rispetto ai guadagni

• immediati, incentivando la cooperazione.

4. Fattori che Facilitano la Collusione

Alcuni mercati sono più propensi alla collusione. Ecco le condizioni che la favoriscono:

Domanda Anelastica: I consumatori non riducono molto gli acquisti anche se i prezzi

• aumentano.

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Barriere all’Entrata: Meccanismi come agenzie di marketing condivise o associazioni di

• settore possono impedire l’ingresso di nuovi concorrenti.

Pochi Partecipanti: È più facile accordarsi quando ci sono poche imprese, perché i costi di

• negoziazione e monitoraggio sono bassi.

Costi di Produzione Simili: Imprese con costi simili trovano più semplice concordare

• prezzi e quote.

Prodotti Poco Differenziati: Se i prodotti sono simili, è più facile fissare un unico prezzo.

• Meccanismi di Monitoraggio: Clausole contrattuali come il “cliente più favorito” (rimborsi

• se il prezzo cala) o il “meet-the-competition” (allineamento ai prezzi più bassi) riducono la

tentazione di deviare.

Frequenza delle Interazioni: Più spesso le imprese si incontrano sul mercato, più facile è

• mantenere il cartello.

Condizioni di Mercato Stabili: La stabilità facilita il monitoraggio delle deviazioni,

• rendendo le punizioni più efficaci.

Conclusione

La collusione diventa sostenibile solo quando le imprese sono in grado di punire chi devia dagli

accordi. Nei giochi ripetuti, specialmente quando non si conosce il numero esatto di interazioni, la

cooperazione può emergere come strategia ottimale. Tuttavia, questa dipende da condizioni di

mercato favorevoli e dalla capacità di monitorare e punire le deviazioni.

Cosa si intende per fusione in Economia Industriale?

Una fusione avviene quando due imprese diventano un’unica impresa. Ciò avviene,

principalmente, quando un’impresa acquista un’altra impresa.

I motivi per cui questo tipo di strategia viene portato avanti sono di diverso tipo:

1. Risparmi di costo

2. Ricerca di sinergie tra imprese

3. Sistemi di prezzi più efficienti e/o migliori servizi ai clienti

Esistono 3 tipi di fusioni:

- Le fusioni orizzontali

• - Le fusioni verticali, che riguardano l’acquisto di un fornitore o di un distributore

• - Le fusioni conglomerali, cioè tra imprese impegnate in industrie diverse, e possono

• essere pure o miste: le fusioni conglomerali pure riguardano imprese che non hanno nulla

in comune, quelle miste riguardando invece imprese che mirano ad ampliare i loro prodotti

o il loro mercato.

Le fusioni orizzontali

Con fusione orizzontale si intende la fusione tra due imprese che operano sullo stesso mercato,

ossia tra due concorrenti. Un esempio può riguardare la situazione in cui un’impresa di

telecomunicazioni si unisca ad un’altra impresa di telecomunicazioni. Un altro esempio riguarda

un’impresa che offra un servizio di messaggistica istantanea che viene acquistata da un’impresa

che offre anche un servizio simile.

Questo tipo di fusioni sono di particolare interesse per le autorità garanti della concorrenza e del

mercato nel mondo, dato che portano ad una riduzione del numero di imprese operanti sul

mercato, aumentando potenzialmente il potere di mercato di una di queste.

Infatti, in un mercato con 3 imprese in cui 2 di queste diventino una sola per via di una fusione si

avrà una riduzione della concorrenza (da oligopolio a duopolio) e un aumento del potere di

mercato (dato che il potere di mercato della nuova impresa nata dalla fusione

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
41 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marikadal03 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione della concorrenza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Angelini Francesco.