L’analisi di bilancio consiste nell’effettuare delle riclassificazione dei prospetti e nel calcolo di indici, ovvero
valori percentuali che mettono in relazione due grandezze di bilancio al fine di poter emettere un giudizio
sull’equilibrio economico e finanziario dell’impresa. Attraverso l’analisi di bilancio possiamo misurare la
redditività dell’impresa, identificare le determinanti della redditività, confrontare la redditività di più aziende,
misurare l’efficienza della gestione economica. Al fine di comprendere le origini della redditività aziendale
possiamo calcolare alcuni indici di bilancio in cui si rapportano il reddito ed i mezzi utilizzato pe produrlo.
I 3 indici principali sono IL ROE, indice di redditività netta. IL ROI, indice di redditività operativa. IL ROS ovvero
indice di redditività delle vendite
ROE: Return of equity o indice di redditività netta , indica il rapporto tra reddito netto e le fonti di
finanziamento interne, indica inoltre quanta ricchezza crea l’impresa per ogni euro investito dagli azionisti,
considera la gestione globale dell’azienda e misura la capacità dell’azienda di remunerare il capitale proprio ed
è dato dal reddito netto/ il patrimonio netto
Es 750 / 5000= 0,15 = 15% ovvero la percentuale che incassa l’azionista ogni 100 euro investito, indica quanto
sono in grado di remunerare co il patrimonio netto
ROI = RETURN OF INVESTMENT o indice di redditività operativa determinato dal reddito operativo di gestione
caratteristica / capitale investito ( che si ricava dagli elementi attivi- elementi di gestione extra caratteristici
come fitti di immobili residenziali o civili) . Il ROI esprime la ricchezza creata dall’attività operativa
caratteristica per ogni euro investito nell’attività caratteristica, misura la capacità dell’impresa nel remunerare
il capitale investito nell’attività caratteristica. Mette in relazione il reddito operativo con le risorse
effettivamente impiegate al netto
ROS = return on sales o indice di redditività delle vendite dato dal reddito operativo caratteristico/ ricavi di
vendita della gestione caratteristica. Esprime quanta parte dei ricavi si riesce a salvaguardare dopo aver
coperto tutti i costi operativi ed esprime quanto l’azienda è efficiente nella gestione dei costi
VALORE AGGIUNTO
- Indicatore della capacità aziendale di aggiungere valore tramite la propria struttura produttiva a quanto
acquistato correntemente dall’esterno è inoltre un’ indicatore della produzione complessiva di ricchezza da
destinare da dipendenti, fattori esterni, proprietari e accantonamenti . Con il valore aggiunto vado a verificare
quanto valore ho generato dopo il pagamento di fattori esterni. È la differenza tra il valore della produzione
caratteristica e il costo dei materiale e servizi acquistati esternamente, e utilizzato impiegando le capacità
produttive e il personale dell’impresa. Determinato il reddito netto, sommo tutti i fattori esterni, il costo del
lavoro, gli ammortamenti, gli accantonamenti, gli oneri finanziari e gli oneri tributari o imposte 2
DIFFERENZA TRA CAPITALE DI FUNZIONAMENTO E CAPITALE ECONOMICO
- Il calcolo del capitale di funzionamento e del capitale economico, fanno riferimento a due momenti diversi
della vota dell’azienda. Il capitale di funzionamento si distingue in capitale di funzionamento lordo e capitale
di funzionamento netto, il primo esprime il totale delle attività, il secondo corrisponde al patrimonio netto,
ovvero tutto ciò che ha a disposizione l’azienda quando è in ipotesi di funzionamento.
- Il capitale economico non è presente in alcun prospetto di bilancio, è un valore calcolato in determinati
momenti di vita dell’impresa, che va a considerare le prospettive reddituali future dell’impresa, rappresenta il
valore dell’azienda in quanto bene unitario oggetto di scambio. Si valuta di fronte ad un trasferimento
aziendale, che sarà diverso dal prezzo d’acquisto, poiché frutto di contrattazione
- Il capitale economico è dato dal capitale netto di funzionamento+ redditi futuri che produrrà l’impresa.
Questo vuol dire che se il capitale economico è maggiore del capitale di funzionamento netto si prevedono
utili futuri, in caso opposto si prevedono delle perdite
EQUILIBRIO FINANZIARIO
È la capacità di fronteggiare anche nel breve termine le uscite monetarie, in relazione al flusso di ricavi, con riferimento
alla qualità, quantità e tempo. Un’azienda in equilibrio finanziario ha le entrate che superano le uscite
- L’equilibrio finanziario non può influenzare negativamente l’equilibrio economico
- FABBISOGNO FINANZIARIO: è espresso dal totale degli impieghi che l’azienda ha in corso e che richiedono di
essere finanziati, le fonti rappresentano le modalità con cui gli impieghi vengono finanziati. L’analisi della
struttura dello stato patrimoniale permette di identificare la modalità di copertura dei fabbisogni finanziari e
la corrispondenza tra la durata delle fonti e quella degli impieghi 3
ANALISI DEI COSTI DELLE AZIENDE
- COSTO DI PRODUZIONE : esprime il costo dei processi di trasformazione dei prodotti, è l’insieme dei costi di
utilizzazione dei fattori impiegati in un dato processo produttivo per allestire un dato prodotto. Al fine di
capire se l’impresa può essere più efficiente se si può risparmiare. Per determinarlo è necessario osservare
che ogni fattore concorre al costo di produzione in relazione alla quantità impiegata nel processo di
trasformazione e al prezzo a cui è stato acquistato
- QUANTITA’ CONSUMATA x PREZZO D’ACQUISTO UNITARIO
- I fini del calcolo del costo di produzione sono: VALUTAZIONE DELLA CONVENZIENZA ECONOMICA,
DETERMINAZIONE DEI PREZZI DI VENDITA, SUPPORTO PER IL CONTROLLO DELL’EFFICIENZA NELL’UTILIZZO
DELLE RISORSE, PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO DELLA GESTIONE, VALUTAZIONE DELLE RIMANENZE
Classificazione dei costi : i costi dei fattori che andranno a comporre il costo di produzione, vengono
classificati secondo diversi criteri:
- VARIABILITA’ : ci sono determinati costi che variano in relazione alla quantità che produco e altri che non
variano, i costi variabili sono per es i costi dell’energia elettrica, costi che non variano sono per esempio gli
ammortamenti, che non variano se la produzione aumenta, o i salari, o i fitti passivi
- COSTI FISSI, COSTI VARIABILI, COSTI SEMIVARIABILI:
- i costi fissi non variano in base alla quantità prodotta, costi variabili che variano al variare del volume della
produzione e costi semivariabili che presentano una parte fissa ed una parte variabile 4
Sono costi fissi i fattori relativi agli ammortamenti e alle attività delle aree funzionali, come amministrazione,
controllo, finanza, organizzazione e personale. La semiretta presenta un valore positivo pari al costo fisso in
corrispondenza di un volume produttivo pari a 0 e si mantiene costante indipendentemente dal volume
produttivo
- l’andamento dei costi fissi può anche essere a scalino, per esempio se si aumenta la produzione in maniera
considerevole l’azienda x avrà bisogno di un fitto di un capannone in più
I costi variabili con coefficiente di variazione costante dato dal coefficiente angolare della semiretta del
grafico. Vi sono costi che variano anche in modo degressivo, ossia con incrementi sempre minori, un esempio
potrebbe essere nei costi d’acquisto dei materiali dove spesso il fornitore pratica un prezzo unitario via via
minore quante più sono le q acquistate
I costi semivariabili presentano una parte fissa sostenuta a prescindere ed variabile correlata al volume di
produzione, esempio tipico è l’energia elettrica. 5
Riassumendo, tutti i componenti di costo e di ricavo variano con il mutare dei volumi produttivi, ma alcuni
componenti sono più rigidi e presentano variabilità solo al superamento di determinate soglie produttive. La
variabilità di ogni singolo componente reddituale sarà caratterizzata da coefficienti ben diversi a seconda della
politica praticata in funzione dei volumi prodotti
COSTI TOTALI
- La base su cui si fonda il modello costi, volumi, risultati è utilizzato per stabilire il risultato reddituale
corrispondente a variazioni di volume di produzione. La base su cui poggia l’intero modello consiste nel
distinguere i costi fissi dai costi variabili e nel ritenere quest’ultimi come il prodotto di un dato coefficiente
unitario pari al cv unitario moltiplicato per la q venduta, simmetricamente i ricavi sono determinati da Q
venduta per prezzo di vendita
- CT= CF+CV= CF+CVx Q
PUNTO DI PAREGGIO O BREAK EVEN POINT
- Conoscendo costi fissi, costi variabili e il prezzo del prodotto che si andrà a vendere, si può conoscere la
quantità minima di prodotti che si dovrà vendere affinché i ricavi coprano i costi totali, graficamente in
corrispondenza del punto in cui la retta del costo totale incontra la retta dei ricavi, costituisce il punto di
pareggio. In sostanza significa che per le quantità minori di Q* l’impresa andrà incontro ad una perdita, per
volumi superiori o uguali a Q* genera un utile o margine
- Matematicamente per risolvere l’equazione in modo da determinare la Q di pareggio si deve porre l’utile = 0 e
risolvere la funzione in relazione all’incognita Q. Q* = CF/ pv-cv (unitari) ovvero il margine di contribuzione
unitario
Il costo variabile unitario è dato da CV/Q 6
SENSIBILITA’ DEL RISULTATO
- Il modello base può avere 4 variabili fondamentali: prezzo, volume, costi fissi, cv unitario. Si può fare un’analisi
della sensibilità del profitto per simulare gli effetti di una variazione dei parametri sul risultato della gestione
- Per esempio se l’azienda vuole sapere il risultato reddituale se aggiunge una produzione di tot unità avremo
P= (pvu- cvu)x Q*
- Se si vuole ricavare il p unitario= ricavi totali / q di vendita
- Il modello del punto di pareggio può essere anche utilizzato per determinare il volume delle vendite
necessario per ottenere una somma utile, detto anche utile obbiettivo , la formula per calcolarlo è Q= (Uo+
CF)/ (p-cv)
- Esempio 7
-
IL MARGINE DI SICUREZZA
Il margine di sicurezza è la differenza tra la quantità effettivamente prodotta e venduta e quella di pareggio, viene
definito di sicurezza perché quella è la quantità massima che posso non vendere e comunque coprire i costi
Si può misurare sia in termini assoluti sia in termini relativi: in termini relativi è dato da quantità effettive- quantità
BEP/ quantità effettive
In termini assoluti &