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SVALUTAZIONI:
(OIC.9 e art.2426 c.c.): perdita durevole
Questo articolo implica un obbligo di svalutazione in una situazione di di valore,
se svalutiamo un cespite e viene meno il motivo di essa, bisogna ripristinare il valore se la perdita
viene meno.
parametri
Ci sono dei per fare le svalutazioni:
1° parametro= il valore residuo è il valore ancora da recuperare, quindi è il costo anticipato che
viene rinviato agli esercizi, nell’assunto che si possa recuperare.
2° parametro= il valore recuperabile è < del valore da recuperare.
—> Come si e ettua: INDICATORI
1) veri ca della sussistenza di che lasciano presagire potenziali perdite di valore
durevoli, lo faccio solo alla presenza di esso, non è detto che ci sia ogni anno.
valore recuperabile,
2) Stima del ovvero il maggiore fra fair-value e valore d’uso:
- fair-value= prezzo di vendita che su percepirebbe in una transazione ordinaria di mercato, con
operatori pienamente informati.
- Valore d’uso= è il valore attuale dei ussi nanziari futuri di un bene, devono basarsi su piani
approvati dall’organo amministrativo
3) Svalutazione eventuale
Per aziende piccole, che redigono il bilancio in forma abbreviata, c’è un processo sempli cato:
È una facoltà, non un obbligo, queste possono calcolare al posto del valore d’uso il valore badato
sulla capacità di ammortamento e non devo attualizzare, uso solo i redditi prospettici a valori
nominali.
RIMANENZE:
Nello SP le troviamo nell’area C e nel CE in parte tra i costi B e in parte nei ricavi A.
—> criteri di valutazione: (art.2426 c.c.)
- esse sono iscritte al minore tra costo e valore di realizzazione desumibile dall’andamento del
mercato, quindi solitamente va tra i costi ma se il il valore di realizzazione è < allora vanno
iscritte nel valore di realizzazione, tutto per il principio della prudenza.
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- Ci sono vari metodi che si possono usare come quello della media ponderata, primo entrato
primo uscito…
- Le svalutazioni dei beni inclusi nelle rimanenze di magazzino sono rilevate a retti ca diretta dei
relativi iscritti all’attivo. costo di acquisto costo di produzione,
Quando si parla di costo si intende il o il questo ultimo è
dato in base alla normale capacità produttiva e se superata avviene secondo quella e ettiva.
Il rinvio al costo nella misura che penso che possa essere recuperato, e che quindi avrò un rientro.
—> metodi usati:
media ponderata:
1) quindi calcolo il costo medio ponderato così nel magazzino ho sempre il
valore della merce in modo quantitativo economico.
LIFO:
2) “last in, rst out” secondo cui si presuppone che il movimento del magazzino mostri
che gli ultimi arrivi siano i primi ad uscire, i prelievi del magazzini li valorizzo al costo degli
ultimi entrati così valorizzo i prelievi ai prezzi + recenti. C’è una riserva LIFO che comprende
tutti quei beni che non vengono mai usati, è una sottovalutazione implicita e non si mette in
bilancio.
FIFO:
3) “ rst in, rst out” secondo cui gli scarichi di magazzino li valorizzo a partire dai primi
entrati, rimangono in magazzino i beni acquistati per ultimi e si presuppone che il valore di
mercato sia più vicino al valore corrente die beni. Valuto gli scarichi agli ultimi acquisti.
LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE:
2 criteri di iscrizione:
Sono iscritti in base a
- il costo di produzione—> criterio della commessa completata (standard), le aziende decidono
un budget all’inizio, nei primi 2 anni l’utile è pari a 0, nel terzo no perde esso è rilevato quando
la commessa è completata.
- Corrispettivi naturali contrattuali—> criterio della percentuale di completamento (metodo cost
to cost). Questo è quello che più rispetta il principio della competenza ed è il metodo mediante
il rapporto tra costi consuntivi della commessa e costi complessivi stimati alla data del bilancio.
Per i principi contabili è migliore il secondo metodo.
PARTECIPAZIONI:
Sono interessenze nel capitale di rischio di un’altra azienda e avrò diritto ad avere un dividendo e
diritti amministrativi perché sono socio.
IMP—> Esse vanno iscritte o tra le immobilizzazioni se destinate a + strategie o attivo
circolante se vendute in breve periodo oppure in en trombe se hanno entrambe le
caratteristiche.
Dal 2016 se si acquistano azioni proprie si movimenta il passivo in negativo e va nel patrimonio
netto come riserva negativa perché è un rimborso di capitale.
Art 2426 c.c.:
Se sono intese come immobilizzazioni=
- si iscrivono al costo d’acquisto al netto di perdite durevoli di valore
- Bisogna svalutarle in presenza di una perdita durevole di valore
- Per quelle in imprese controllate e collegate si può usare il criterio del patrimonio netto.
Se vanno nell’attivo circolante=
- iscritte al costo d’acquisto o al valore di realizzazione se minore
- Il costo dei beni fungibili si può calcolare con IFO, LIFO …
IMP—> una partecipazione può essere spostata da una a un’altra.
—> aumenti di capitale: (della partecipata)
Possono essere:
- a titolo gratuito= non ci sono operazioni da fare, avviene attraverso le riserve e quindi il
patrimonio netto non cambia Pagina 6 di 9
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- A pagamento= c’è esborso di denaro e quindi un incremento del valore della partecipazione di
questo esborso, liquidità diminuisce e aumenta il valore della partecipazione.
—> svalutazione:
- come immobilizzazioni= quando c’è una perdita durevole della partecipata quest’ultima deve
mostrare che è avvenuta attraverso dei piani che dimostrano che poss essere recuperata.
- Come attivo circolante= il valore di mercato è fatto con la media delle quotazioni passate della
partecipazione dell’ultimo mese.
CRITERIO PATRIMONIO NETTO:
Questo criterio aggancia il valore della partecipazione al valore del patrimonio netto della
partecipata.
IMP—> se la partecipa. realizza un utile va aumentato il valore della partecipazione, se realizza
una perdita, va diminuita.
2426
Secondo l’art. c.c. esso è applicabile a:
- immobilizzazioni= quindi partecipazioni iscritte alle immobilizzazioni, ma solo se sono in
imprese collegate e controllate
- Imprese collegate e controllate
Se ho più imprese posso optare di usare questo criterio anche a una sola partecipazione e non
come blocco.
—> criterio del patrimonio netto
ovviamente si può scegliere se valutare le partecipazioni con il
al costo:
o valutandole
1) Il primo è volto a replicare le dinamiche del valore della partecipazione nel patrimonio netto
della partecipata, e il patrimonio netto cresce con gli utili e diminuisce con le perdite, è come
se facessimo il bilancio consolidato.
2) Se valuto al costo la partecipazione viene cristallizzata nello stato patrimoniale al costo, al
netto di eventuali svalutazioni (ovviamente solo per perdite durevoli), ma questo criterio non è
adeguato se l’investitore ha una prospettiva di medio-lungo termine.
IMP—> l’incasso dei dividendi derivati da una partecipata valutata con il c.d.p.n. determina una
riduzione del valore della partecipazione.
MOLTO IMP—> se abbiamo una partecipazione di un’impresa collegata iscritta al costo,
non bisogna dimenticare il valore di essa al patrimonio netto, esso va osservato lo stesso
perché se è + basso devo svalutarla, oppure non la svaluto ma devo spiegarne il motivo.
Se rilevo utili devo ricordare se ho calcolato
il patrimonio netto in modo extra-contabile
perché in caso devo rivalutarlo/svalutarlo.
Esso va in CE se è utile (D18 “rivalutazioni di
partecipazioni”) se è perdita (D19 e riduzione
delle partecipazioni iscritte nell’attivo voce
BIII1a).
TITOLI: OIC. 20!
Ovvero titoli di debito—>
Sono strumenti nanziari che danno il diritto a ricevere degli interessi=cedole.
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—> in bilancio:
Si usa il criterio della destinazione:
- nell’attivo se è promesso a durare per + anni va in immobilizzazioni nanziarie, sennò andranno
nell’attivo circolante.
—> criteri di valutazione: criterio del costo ammortizzato,
1) essi sono rilevati con il (vale anche per crediti/debiti) ma
non si applica quando i suoi e etti sono irrilevanti, ovvero quando: la di erenza tra valore
contabile iniziale e quello a scadenza è di scarso rilievo e quando i titoli vanno mantenuti per
meno di 12 mesi… quindi usiamo il criterio del costo.
2) Se c’è perdita durevole deve essere svalutato a quel valore.
3) I titoli nell’attivo circolante devono essere valutati tra il minore del costo di produzione o
dell’andamento di mercato.
COSTO AMMORTIZZATO:
Esso è il valore a cui l’attività/passività nanziaria è stata valutata al momento della
rilevazione iniziale al netto dei rimborsi di capitale, aumentato/diminuito
dall’ammortamento cumulato utilizzando il criterio dell’interesse e ettivo (TIR o VAN).
Serve per distribuire tutti i costi/ricavi connessi al possesso di un titolo, durante la vita utile di quel
titolo:
Es. potrei avere dei ricavi se compro un titolo pagandolo di meno rispetto al costo del titolo al
valore nominale—> con il criterio del costo ammortizzato lo devo distribuire durante la vita del
titolo, non solo nel 1° esercizio.
—> rilevazione del titolo:
1° momento= quando acquisto/sottoscrivo—> rilevo al costo di acquisto o di sottoscrizione.
2° momento= quando faccio valutazioni successive—> si fa la valutazione al costo ammortizzato.
Per quest’ultimo il valore equivale a:
1) precedente valore contabile
+
2) interessi maturati calcolati con il criterio del TIR sul valore contabile iniziale
-
3) incassi per interessi e capitale
-
4) eventuali svalutazioni
CREDITI: OIC. 15!
Bisogna guardare—>
Secondo la de nizione dei principi contabili essi rappresentano diritti ad esigere, ad una scadenza
individuata, un ammontare sso/determinabile di disponibilità liquide da clienti o da altri soggetti.
SP—> Essi possono andare nell’attivo: A, CII, BIII2.
La classi cazione tra attivo circolante e le immobilizzazioni è fatta sulla base del ruolo svolto dalle
diverse attività nell’ambito dell’ordinaria gestione aziendale, alla scadenza contrattuale e con il
criterio della destinazione.
CE—> possono andare in: B10d, D19b, A5, D18b, C1