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SR
Al livello del primo esone sono presenti le proteine ESE, chinasi
che fosforilano l’U1
L’U1, una volta fosforilata, migra dallo specors e si lega al sito di
splicing al 5’. Migrando porta con sé proteine che servono per
prepara l'introne per l'altro snrna U6
assemblare lo spliceosoma.
SR
Le proteine ESE legato all’esone successivo fosforilano U2AF35,
proteina che si attiva e si lega al sito di splicing 3’ e cambia
conformazione.
Questo cambio di conformazione fa richiamare U2AF65, una
seconda proteina più grande che, dopo essersi legata all’introne,
cambia conformazione e richiama BBP che si lega al livello
e prepara tale regione per U2
dell’adenina del sito di ramificazione. SR
U2 viene fosforilata dalle proteine ESE e si lega al sito di
spinta fuori si forma un'ansa
ramificazione, ma non all’adenina che viene estrusa verso 2'
l’esterno e quindi esibisce meglio il suo gruppo alcolico in 3’.
2'
Le proteine SR fosforilano e attivano U4-U6 (che viaggiano
U1 si stacca e lascia il posto a U6 che si trova legata a U4 e sappiamo
insieme) e U5. che è complementare con U 2 quindi u4 si stacca...
U4 si stacca da U6 che può legarsi al sito di splicing al 5’
prendendo il posto di U1. U6 rimane fermo
U2, essendo complementare a U6, ha la tendenza a legarsi con
U6 e trascina il sito di ramificazione fino al sito di splicing al 5’ e allineando l’adenina del sito di ramificazione con
il primo nucleotide dell’introne (in genere guanina).
Le proteine che compongono lo spliceosoma, grazie ad amminoacidi basici come lisina e arginina, determinano
l'ambiente dello spliceosoma va a ionizzare il gruppo alcolico presente al 2' dell'A
la ionizzazione del gruppo alcolico in 2’ dell’adenina del sito di ramificazione, che sferrerà un attacco nucleofilo
che idrolizza il legame fosfoestereo 3’ che lega il sito di splicing 5’ all’esone e forma un legame fosfoestereo con
il primo nucleotide dell’introne. L'introne si stacca determinando una struttura a cappio
L’esone staccato è tenuto dalle proteine dello spliceosoma. Le proteine di U5 agganciano l’esone e lo trascinano
fino al sito di splicing 3’ allineando il gruppo alcolico 3’ col primo nucleotide dell'esone successivo.
Le proteine dello spliceosoma ionizzano il gruppo alcolico 3’ dell’esone che effettua un attacco nucleofilo sul
L'ambiente
primo nucleotide dell’esone successivo e forma un legame fosfoestereo che unisce i due esoni.
Una volta concluso il processo, i componenti vengono defosforilati e migrano negli specors (comprese le
proteine SR).
Gli introni sono utili in quanto proteggono le sequenze codificanti dalle mutazione. Essendoci più sequenze
non codificanti è più difficile che una mutazione cada su una sequenza codificante. 17:30
Splicing alternativo serve a ottenere più proteine da un singolo gene
Il genoma contiene un numero geni nettamente inferiore al numero di proteine sintetizzate. Questo
avviene grazie a diversi processi.
Trans-splicing
Un primo processo (che non avviene nell’uomo) è l’unione di esoni derivanti da
due mRNA differenti. Questa unione da vita a un mRNA ibrido che
corrisponderà a una proteina nuova.
Splicing alternativo
Lo splicing alternativo è un meccanismo di splicing che permette agli
esoni di essere uniti in ordine differente da quello normale. Questo
permette tante più combinazioni (quindi proteine) quanti sono gli
esoni dell’mRNA. exon skipping
I complessi ribonucleoproteici possono quindi considerare gli esoni
come se fossero introni e rimuoverli insieme ad essi.
I complessi ribonucleoproteici possono anche mantenere parte degli
intron retention
introni.
Alcuni introni possiedono sequenze consenso che permettono
l’aggancio di inibitori dello splicing. Quindi, essendo legati questi inibitori, lo spliceosoma non può legarsi.
Gli introni si distinguono in:
- Introni di 1° gruppo: introni capaci di semiautosplicing, ovvero
sono in parte capaci di autoeliminarsi in presenza di alcuni
componenti
- Introni di 2° gruppo: introni capaci di autosplicing presenti solo in
alcuni procarioti, nei mitocondri e nei cloroplasti
Circa il 15% degli introni hanno siti di splicing differenti (AU al 5’ e AC al 3’).
In tal caso gli snRNA saranno diversi (U1→U11, U2→U12, ecc.), ma il
funzionamento è identico.
leggere
RNA editing
L’RNA editing è la modifica dell’RNA in seguito alla maturazione. Ciò
permette la formazione di proteine differenti a partire dallo stesso
trascritto, talvolta alterando perfino la sequenza di lettura.
L’unico esempio presente nell’uomo riguarda il gene che codifica per
l’apolipoproteina b, espresso in due soli tipi cellulari (epatocita ed
enterocita) mentre negli altri il promotore è metilato.
Nell’epatocita il messaggero produce la sintesi dell’apolipoproteina B100, proteina che
lega colesterolo, trigliceridi e altri lipidi per formare LDL.
Nell’enterocita l’mRNA maturo viene modificato dalla citidina-deaminasi, che lega una
specifica citosina e la deammina, trasformandola in uracile. Questa modifica trasforma
un codone CAA (glutammina) in UAA (stop), quindi blocca la trascrizione formando l’apolipoproteina b48
(48% rispetto al normale), proteina che aggancia i lipidi alimentari per formare chilomicroni e, attraverso la
linfa, entra nel torrente circolatorio.
Traduzione
Una volta maturo, l’mRNA viene trasportato da specifiche proteine dal nucleo al citoplasma. Una volta nel
citoplasma, l’mRNA viene agganciato da altre proteine.
per traduzione si intende la codifica/conversione del messaggio presente nell'mrna in un messaggio
rappresentato dagli amminoacidi
Ribosomi
I ribosomi sono complessi ribonucleoproteici formati da una subunità maggiore e una minore. Quelli
procariotici si differenziano da quelli eucarioti per proteine in peso e numero.
L’intero ribosoma procariotico ha un coefficiente di sedimentazione di 70S. Le subunità sono:
- Minore: con 30S, è formata dall’rRNA 16S a cui si aggregano 21
proteine (Small protein)
- Maggiore: con 50S, è formata da due rRNA, 5S e 23S (con 2
domini ribozinici) a cui si aggregano 34 proteine differenti.
L’intero ribosoma eucariotico ha un coefficiente di sedimentazione di
80S:
- Minore: con 40S, è formata dall’rRNA 18S a cui si aggregano 33
proteine
- Maggiore: con 60S, ha 3 rRNA, 5.8S, 28S (con 2 domini ribozimici)
il 5 s non è un vero rrna
e 5S, a cui si aggregano 52 proteine
Il 5S non è trascritto dall’RNA polimerasi 3, ma dalla 1.
1 3
pre inizio lunga- inizio-allungamento- terminazione
Traduzione
Man mano che gli amminoacidi vengono incorporati,
il gruppo amminico dell’amminoacido entrante
compie un attacco nucleofilo su quello
precedentemente incorporato. L’energia che si libera
viene usata per formare il legame carbammidico
peptidico.
Nel legame peptidico vi è il fenomeno della risonanza,
per cui gli elettroni π tra C e O sono in realtà dispersi
tra C e N, in quanto attratti sia da O che da N. Si ha
così un legame intermedio tra quello semplice e
doppio tra “O e C” e tra “C e N”.
Questo fenomeno impedisce la rotazione tra gli
amminoacidi, il che da una certa rigidità alla proteina
che ha la tendenza a ripiegarsi per scaricare l’energia
e forare legami deboli che danno le altre strutture. Questa ripiegatura
garantisce le funzioni delle proteine.
Il ribosoma ha 3 cavità:
- A (o amminoacidica): formata principalmente dalla subunità maggiore
qui si localizzano i transfert con gli aa e la porzione
e una piccola parte dalla minore.
di subunità minore a livello di questa cavità prende il nome di centro di codificazione
- P (o peptidica): cavità di uscita dell’mRNA e permette l’idrolisi
meccanica dei legami a idrogeno del codone con l’anticodone. qui viene sintetizzata la proteina
- E (o exit): sito da cui escono i transfert scarichi. perché la proteina viene
caricata su un altro transfert per allungarla
Tra A e P c’è il centro della peptidil transferasi, dove il legame peptidico viene
catalizzato dai ribozimi. della traduzione
Sopra al sito A vi è il centro di legame dei fattori, centro ribozinico che modula
tutto il processo della traduzione dal pre-inizio alla terminazione.
Ci sono due siti ribozimici molto importanti nei ribosomi, tra sito A e P l'rna 23s e rrna 28 s negli eucarioti determinano la
peptidil transferasi, a questo livello avviene la formazione dei legami peptidici tra gli amminoacidi
Traduzione
Le 3 cavità E P A si formano quando il ribosoma si assembla e contiene il
messaggero.
Quando il messaggero esce dal ribosoma (a livello del sito P), interrompe i
legami idrogeno con l’anticodone del tRNA, in modo che possa uscire dal sito
exit.
Sono presenti due centri ribozimici:
1. Peptidiltransferasi: situato tra il sito A e P. Catalizza la formazione del legame peptidico.
2. Centro di legame dei fattori: situato sopra al sito A. Coordina i vari step della traduzione.
Assemblaggio del ribosoma procariotico
La traduzione procariotica si differenzia da quella eucariotica da set di fattori, più complessi negli eucarioti,
ma con un meccanismo molecolare simile.
nei procarioti non abbiamo il 5' protetto di conseguenza i messaggeri vengono subito
agganciati dal ribosoma
Fase di pre-inizio
con legami L’mRNA arriva sulla subunità minore del ribosoma e si complementarizza
a idrogeno mediante la sequenza di Shine-Delgarno (AGGAGG) con una porzione al 3’
dell’rRNA 16S (unico rRNA della subunità minore). Questo appaiamento farà
e blocca il messaggero
posizionare il codone di start (AUG) sul sito P della subunità minore.
sulla sub minore
quando aug si trova nel sito p si dice che la sequenza d lettura è aperta
La fase di pre-inizio è coordinata dai fattori di inizio:
• IF3 (o fattore anti-associativo): fattore di inizio legato in prossimità del
sito E della subunità minore, impendendo che la subunità maggiore si
leghi alla minore prima che il complesso si sia formato.
Il suo distacco avviene al termine della fase di pre-inizio.
si localizza nel centro di codificazione
• IF1: fattore di inizio che maschera il secondo codone posizionato sul sito
A, impedendo ai tRNA di agganciare il secondo codone prima che il
ribosoma si assembli
• IF2: proteina G accoppiata sempre a una molecola di GTP. Riconosce il
transfert iniziatore