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SVILUPPO AGRICOLO
Numerosi furono i fattori che portarono ad uno sviluppo agricolo:
1. La legge sulle recinzione, che permetteva un uso più funzionale dei fondi
facendo salire la quota destinata ai cereali e al foraggio.
2. La crescita qualitativa e quantitativa dell’allevamento con una selezione
maggiore e un aumento del foraggio disponibile, così da incrementare il peso
delle bestie e quindi incrementare le loro produzioni.
3. L’utilizzo di contratti d’affitto di lunga durata per incoraggiare gli investimenti
nelle opere di miglioria dei fondi.
4. L’adozione di nuove tecnologie produttive.
5. L’eliminazione dei mercati agricoli regolati dalle autorità pubbliche.
SVILUPPO INDUSTRIALE
Possibile grazie a:
1. Ricchezza di materie prime facilmente reperibili.
2. Colbertismo, che favoriva la produzione locale.
3. Esistenza di un mercato agricolo sviluppato, rivolto alle esportazioni.
4. Facilità dei trasporti grazie al territorio pianeggiante.
5. Presenza di innovazioni tecnologiche (minori costi di produzione).
6. L'esistenza di minime barriere per le importazioni manifatturiere.
7. La diffusione di banche che favorivano prestiti per investimenti commerciali.
L’innovazione tecnologica simbolo fu la macchina a vapore di Watt, miglioria delle
precedenti innovazioni di Savery (pompa a vapore per l’estrazione di acqua dalle
miniere) e Newcomen (pompa atmosferica).
Essa permetteva alla manifatture di essere meno dipendenti dalla disponibilità di
acqua e garantiva rendimenti molto superiori. Venne anche utilizzata per il trasporto
via terra.
Il primo settore ad industrializzarsi fu quello tessile perché consentiva la produzione
di beni relativamente omogenei utilizzando manodopera poco specializzata.
Nel settore laniero si verificò un aumento della qualità dei prodotti, grazie all’abilità
dei manifatturieri provenienti da Francia e Paesi Bassi.
Nel settore cotoniero si verificò una grande crescita della produzione grazie
all’aumento della materia prima prodotta dalle colonie e alla proibizione
dell’importazione del cotone indiano.
Nel settore siderurgico ci furono dei grandi innovazioni:
1. Cokizzazione: riscaldamento del carbon fossile fino a 1000° che eliminava le
impurità e lo rendeva un combustibile efficientissimo.
2. Pudellaggio: realizzazione del processo di affinazione della ghisa, così da
ottenere una maggiore flessibilità del metallo ferroso.
Questo fu possibile a causa della mancanza di legname (crisi del legno), con
conseguente aumento del prezzo ma non della domanda.
Il legname era amore molto richiesto soprattutto per la navigazione e per la richiesta
di beni in legno. L’estrazione del carbon fossile aveva costi significativi, ma con lo
sviluppo industriale e agricolo molte persone rimasero senza lavoro e quindi
aumentò la manodopera disposta a lavorare in miniera.
SVILUPPO SIDERURGIA
si basò su due innovazioni che permisero di avere ottimi rendimenti dall’uso
del carbon fossile rendendolo competitivo con quello ottenuto dal carbone da legna:
a) la cokizzazione. (Darby nel 1709) ovvero il riscaldamento del carbone fossile a
1000° in assenza di aria che eliminava le impurità e lo trasformava in coke un
combustibile migliore del più costoso carbone da legna.
b) il puddellaggio (Cort nel 1783) ovvero la realizzazione del processo affinazione
della ghisa tramite rifusione in un forno a riverbero e suo rimescolamento:
permetteva di ottenere una maggiore malleabilità del metallo ferroso e in seguito di
produrre acciaio con un adeguato tenore di carbonio.
Perché in precedenza non si era utilizzato il carbon fossile, ovvero non si era cercato
di migliorarne i rendimenti? Perché solo in età moderna che si arrivò alla crisi del
legno ovvero alla forte carenza di tale materia prima e al conseguente rilevante
aumento del suo prezzo. Il legname era infatti il combustibile per eccellenza e il
materiale di base per le costruzioni edili e navali, nonché per la realizzazione della
maggioranza degli attrezzi e delle macchine.
A causa della crescita della domanda e dei tagli indiscriminati delle foreste (legati
alla necessità di creare nuove zone coltivabili a cereali o pascoli), il legname a
partire dal 1200 iniziò a scarseggiare (in particolare nell’area mediterranea). Il prezzo
salì, ma la domanda rimase rigida ovvero non diminuì. Dalla fine del XV secolo alla
metà del XVII la crescita dei consumi fu tale che i prezzi si quintuplicarono (in
Inghilterra) e si ebbero punte di oltre il 1000% (in Italia).
Salvo che nell’edilizia dove si ebbe una sua parziale sostituzione con altri prodotti
(marmo, pietre, mattoni), il legname continuò ad essere molto richiesto a causa: a)
dell’aumento demografico (più richiesta di beni in legno); b) dell’espansione della
navigazione oceanica (più navi e di maggiori dimensioni); c) dell’incremento della
metallurgia (più consumo di carbone da legna per la fusione dei metalli).
Le foreste situate presso le miniere e quelle vicino alle città furono interamente
tagliate e si
dovette far ricorso a quelle poste in aree lontane dai centri urbani e manifatturieri con
la conseguenza di avere maggiori oneri legati ai costi di trasporto. Questo provocò
ovviamente un incremento dei prezzi di tutti i beni per la cui produzione si utilizzava il
legname: da una parte si determinarono “strozzature” produttive, dall’altra però si
ampliarono gli utilizzi di materiali alternativi e in particolare all’utilizzo del carbon
fossile, soprattutto per le operazioni
di fusione dei metalli.
L’estrazione del carbon fossile aveva comunque costi significativi legati alla
necessità di scavare a profondità sempre più elevate, ma in Inghilterra si registrò un
aumento della manodopera disponibile senza avere incrementi del costo del lavoro
grazie al fatto che le riforme in agricoltura, in particolare la legge sulle recinzioni,
lasciarono molte famiglie agricole senza sostentamento costringendo i capifamiglia a
lavorare in miniera. Si noti infine che proprio le esigenze dell’attività mineraria
portarono ad alcune innovazioni tecnologiche fondamentali: la necessità di togliere
l’acqua spinse alla creazione di pompe
sempre più efficienti e l’aumento del materiale da trasportare in superficie e le
maggiori distanze da
percorrere sottoterra svilupparono l’utilizzo dei carrelli sui binari prima in legno e poi
in ferro.
TEORIE DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Imitazione del caso inglese: si imita un modello di successo cercando di utilizzare le
risorse simili che
si hanno a disposizione; l’imitazione è resa possibile dal fatto che le informazioni
vengono trasmesse
velocemente attraverso le pubblicazioni o tramite la testimonianza di viaggiatori e
migranti.
Rostow espone la teoria dell’imitazione senza differenze del caso inglese e spiega
le 5 fasi in cui si
attua il processo di trasformazione da società agricola in industriale:
a) la società tradizionale, ovvero la condizione precedente allo sviluppo industriale
nella quale il processo innovativo è molto lento e sono minimi gli incrementi di
produttività;
b) la transizione, inizia un processo virtuoso caratterizzato da importanti innovazioni
che si
susseguono nel breve periodo, il mutamento e l’abbandono della tradizione non
sono più considerati pericolosi/negativi;