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EFFETTI AMBIENTALI SULLA CRESCITA MICROBICA:PH
L’acidità o l’alcalinità di una soluzione è espressa dal suo pH, in una scala in cui
la neutralità corrisponde a pH 7. Valori di pH inferiori a 7 sono acidi, mentre
quelli superiori a 7 sono alcalini (o basici). Il pH è una funzione logaritmica;
IL PH E LA CRESCITA MICROBICA
Ogni organismo cresce in un determinato intervallo di pH all’interno del quale è
possibile individuare un pH ottimale. La maggior parte degli ambienti naturali
presenta valori di pH compresi tra 5 e 9. I microrganismi estremofili che
crescono meglio a pH molto bassi, sono chiamati acidofili. Tra questi alcuni
sono acidofili obbligati, incapaci cioè di crescere a pH neutro. Un fattore critico
nello stabilire l’acidofilia è rappresentato dalla stabilità della membrana
citoplasmatica. Quando il pH si avvicina alla neutralità, le membrane
citoplasmatiche degli acidofili obbligati sono distrutte e le cellule lisano; così
per mantenere la stabilità della membrana, questi batteri necessitano di
elevate concentrazioni di ioni idrogeno. Alcuni microrganismi estremofili,
sebbene in numero limitato, hanno un pH ottimale di crescita molto elevato, a
volte prossimo a 10. Tale microrganismi sono noti come basofili. Questi si
trovano in habitat alcalini, come laghi alcalini e i suoli con elevato contenuto di
carbonato.
Il pH ottimale di crescita rappresenta solo il pH dell’ambiente extracellulare; il
pH intracellulare deve rimanere vicino alla neutralità in modo da impedire la
distruzione delle macromolecole cellulari acido-o alcalino labili.
I SISTEMI TAMPONE
In una coltura in batch, il pH può modificarsi durante la crescita come
conseguenza delle reazioni metaboliche che consumano o producono sostanze
acide o basiche. Per questo motivo, sostanze chimiche chiamate tamponi
vengono spesso addizionate al terreno di coltura al fine di mantenere il pH
relativamente costante. I tamponi sono efficienti solo in un ristretto intervallo
di pH, quindi è necessario scegliere il tampone più opportuno per l’intervallo di
pH in cui si desidera operare. Per intervalli di pH vicini alla neutralità (compresi
tra 6 e 7,5), il fosfato di potassio è un eccellente tampone.
EFFETTI OSMOTICI SULLA CRESCITA MICROBICA
La disponibilità di acqua è uno dei principali fattori che influenzano in natura la
crescita microbica. Tale disponibilità di acqua non dipende soltanto dal
contenuto di acqua nell’ambiente, ma anche in funzione della concentrazione
di soluti come sali, zuccheri o altre sostanze che si trovano disciolti nell’acqua.
Infatti, avendo i soluti un’elevata affinità per l’acqua, quella ad essi associata
non è più disponibile per i microrganismi.
In genere, la disponibilità di acqua è espressa in termini fisici come attività
dell’acqua (aw). Questa rappresenta il rapporto tra la pressione di vapore
dell’aria in equilibrio con una sostanza, o con una soluzione, e la pressione di
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vapore dell’acqua pura. I valori di aw sono compresi tra 0 e 1. Nel processo di
osmosi, l’acqua diffonde da comparti ad alta concentrazione (bassa
concentrazione di soluti) a comparti a bassa concentrazione (alta
concentrazione di soluti). Nella maggior parte dei casi, il citoplasma della
cellula ha una concentrazione di soluti più elevata di quella dell’ambiente
esterno, cosicchè l’acqua tende a penetrare all’interno della cellula; in tali
condizioni la cellula è detta essere in equilibrio idrico positivo.
GLI ALOFILI
Gli effetti dell’ osmosi sono interessanti soprattutto negli habitat caratterizzati
da un’elevata concentrazione di sali. I microrganismi marini hanno una
specifica richiesta di ioni sodio. Questi sono chiamati alofili e la loro crescita
richiede almeno un minimo di NaCl, ma l’optimum varia in base al tipo di
microrganismo. Per esempio sono detti basso alofili e moderato alofili
rispettivamente gli alofili con bassa (1-6%) e moderata (6-15%) richiesta di
NaCl. Gli organismi alotolleranti possono tollerare qualche riduzione della aw
del loro ambiente, ma in genere crescono meglio in assenza di soluti aggiunti.
Gli organismi capaci di vivere in condizioni d’elevata salinità sono chiamati
alofili estremi; questi microrganismi, per una crescita ottimale, richiedono 15-
30% di NaCl. Gli organismi capaci di vivere in ambienti in cui vi è un’elevata
concentrazione di zuccheri sono chiamati osmofili, mentre quelli che possono
vivere in ambienti molto secchi vengono chiamati xerofili.
SOLUTI COMPATIBILI
Quando un organismo cresce in un mezzo in cui l’attività dell’acqua è bassa,
può ottenere l’acqua dall’ambiente circostante solo aumentando la
concentrazione di soluti al suo interno. Il soluto che è utilizzato per regolare
l’attività dell’acqua all’interno del citoplasma non deve inibire i processi
biochimici della cellula stessa; composti di questo tipo vengono chiamati soluti
compatibili. Si tratta d zuccheri altamente solubili in acqua, di alcoli, di
aminoacidi o di loro derivati. I soluti compatibili possono venire sintetizzati
direttamente dai microrganismi oppure, come nel caso del potassio può essere
accumulato in seguito ad assunzione dall’ambiente.
OSSIGENO E CRESCITA MICROBICA
L’ossigeno è scarsamente solubile in acqua e, a causa delle attività respiratorie
dei microrganismi, in habitat acquatici o umidi può esaurirsi rapidamente. Di
conseguenza gli habitat microbici anossici sono abbondanti in natura e
comprendono il fango, le paludi, le melme e il sottosuolo.
In funzione delle loro relazioni con l’ossigeno, i microrganismi possono essere
suddivisi in diversi gruppi. Gli aerobi sono organismi capaci di crescere in
presenza di ossigeno a tensione naturale e respirano ossigeno nel loro
metabolismo. I microaerofili sono aerobi che possono impiegare l’ossigeno solo
se presente a livelli ridotti rispetto a quello nell’aria; ciò dipende dalla loro
limitata capacità respiratoria o dal fatto che contengono alcune molecole
sensibili all’ossigeno. Molti aerobi sono facoltativi, ossia in appropriate
condizioni di coltura e nutrienti, possono crescere sia in presenza che in
assenza di ossigeno. Alcuni microrganismi non possono utilizzare l’ossigeno
come accettore finale di elettroni; tali organismi sono detti anaerobi. Esistono
due tipi di anerobi: gli anaerobi aerotolleranti, capaci di tollerare l’ossigeno e di
crescere in sua presenza sebbene non possono utilizzarlo nel loro metabolismo;
e gli anaerobi obbligati, che sono inibiti o uccisi dall’ossigeno.
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GENI ED ESPRESSIONE GENICA
L’unità funzionale dell’informazione genetica è il gene. In tutte le cellule i geni
sono composti da acido deossiribonucleico (DNA). L’informazione è presente
nella sequenza di basi del DNA che sono : purine (adenina e guanina) e
pirimidine (timina e citosina). L’informazione contenuta nel DNA è trasferita
all’acido ribonucleico (RNA). L’RNA può servire da molecola informazionale di
transizione (messaggero), o può costituire parte attiva del macchinario
traduzionale della cellula. I processi molecolari che sono alla base del flusso
dell’informazione genetica possono essere suddivisi in tre stadi:
1) Replicazione: la molecola di DNA è una doppia elica costituita da due
lunghe catene. Durante questo processo il DNA si duplica, producendo
due doppie eliche.
2) Trascrizione: Il processo di trasferimento dell’informazione all’RNA è
definito trascrizione, e la molecola di RNA che porta l’informazione è
chiamata RNA messaggero (mRNA). Alcune regioni di DNA non codificano
proteine, ma contengono invece l’informazione per altri tipi di RNA, come
l’RNA transfer (tRNA) e l’RNA ribosomale (rRNA).
3) Traduzione: La sequenza di aminoacidi di ogni proteina è determinata
dalla specifica sequenza di basi presente nell’mRNA. Sono necessarie tre
basi per codificare un singolo aminoacido; ognuna di queste triplette
costituisce un codone. Il codice genetico viene efficientemente tradotto
in proteine da un complesso macchinario di sintesi costituito da ribosomi,
dai tRNA e da numerosi enzimi.
In tutti i tipi di cellule un gene viene sempre definito come quella sequenza di
DNA che codifica una specifica proteina, un tRNA o un rRNA. Negli eucarioti
però i geni codificanti le proteine sono frequentemente suddivisi in una o più
regioni codificanti intervallate da regioni non codificanti. Le sequenze
codificanti sono chiamate esoni, mentre le regioni non codificanti, intercalate
tra questi, sono dette introni. Introni ed esoni insieme danno origine ad un
trascritto primario che successivamente viene trasformato in mRNA maturo
(funzionale) mediante rimozione delle regioni non codificanti e trasportato nel
citoplasma per essere tradotto.
STRUTTURA DEL DNA
Nel DNA l’informazione genetica per tutti i processi cellulari è contenuta nella
sequenza di basi azotate della catena polinucleotidica. Nel DNA sono presenti
solo quattro basi diverse: adenina, guanina, citosina e timina. Lo scheletro del
DNA è costituito da unità alternante di fosfato e dello zucchero a cinque atomi
di carbonio, deossiribosio: ad ogni zucchero è legata una delle basi dell’acido
nucleico. Il fosfato che unisce due zuccheri forma un ponte dal carbonio 3’ di
uno zucchero al carbonio 5’ dello zucchero adiacente; ad un estremità della
molecola di DNA nello zucchero è presente un fosfato sull’ossidrile 5’ mentre
nell’altra estremità lo zucchero reca un ossidrile libero in posizione 3’.
IL DNA COME DOPPIA ELICA
In tutte le cellule il DNA è presente sotto forma di due filamenti polinucleotidici
contenenti sequenze di basi complementari. La complementarità del DNA viene
generata dall’appaiamento specifico delle basi puriniche e primidiniche:
adenina con timina e guanina con citosina. Nella molecola a doppio filamento i
due filamenti sono disposti in modo antiparallelo. I due filamenti sono avvolti
l’uno intorno all’altro a formare una doppia elica; nella quale il DNA forma due
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solchi distinti, il solco maggiore e il solco minore. Le molecole di DNA lunghe
sono abbastanza flessibili; i frammenti di DNA di lunghezza inferiore alle 100
paia di basi sono molto più rigidi; questi possono venire ripiegati dalle stesse
proteine con le quali interagiscono o in qualche caso possono essere dotati di
una struttura intrinsecamente curva. In quest’ultimo caso il DNA prende il
nome di DNA curv