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C. Empirico-Sperimentale: ..................................................................................................................... 1
2. Gli oggetti educativi di riflessione e di studio ................................................................................. 1
A. Gli Eventi Educativi ............................................................................................................................... 1
B. I Processi Formativi .............................................................................................................................. 2
C. I Contesti Comunicativi ....................................................................................................................... 2
3. Il Paradigma Neopositivista ..................................................................................................................... 3
4. Il Paradigma Fenomenologico-Ermeneutico ................................................................................... 3
1. Definizione di Pedagogia sperimentale seconda metà dell’800,
studia l’educazione,
La pedagogia è una disciplina che nasce nella in
pieno periodo positivista, quando si sviluppano le scienze sociali come la psicologia, la
sociologia e l’antropologia culturale.
Prima di questo periodo, dunque, la pedagogia era filosofia dell’educazione, dal momento che
non studiava in modo empirico i fatti di natura educativa.
Orientamenti che hanno contribuito a dare una definizione della pedagogia:
A. Teoretico-Speculativo: sin dalla sua origine, ha adottato un punto di
La pedagogia,
vista di natura teoretico-speculativa studia i principi filosofici, morali e politici
che
che guidano le azioni educative.
B. la pedagogia clinico-esperienziale studia il vissuto
Clinico-Esperienziale: e la cura
dei bambini che crescono e si
delle persone, ma principalmente e degli adolescenti
“introducono” alla vita adulta. un metodo induttivo,
C. Empirico-Sperimentale: si basa sull’utilizzo di finalizzato allo
studio degli eventi nelle varie azioni educative; pertanto, esso rappresenta un vero e
proprio approccio innovativo.
2. Gli oggetti educativi di riflessione e di studio
Gli oggetti della della pedagogia sperimentale
pedagogia in generale e, nello specifico,
sono: gli eventi educativi, i processi formativi e i contesti comunicativi.
A. Gli Eventi Educativi
Quando si parla di eventi educativi è opportuno distinguere tra:
→ fatti reali (accadimenti)- ciò che accade nella realtà
id quod évenit
→ fatti vissuti dalle persone (eventi) - (ciò che è accaduto ad un
id quod cuique evènit
soggetto). L’accadimento diviene un evento solo nel momento in cui entra a far parte
dell’esperienza personale. 1
→ azioni intenzionali – sono azioni intenzionalmente prodotte per essere educative. Ad
esempio, azioni intenzionali che si svolgono all’interno delle scuole e delle università,
dove obbligatoriamente si producono interventi di natura educativa e formativa.
Esiste, dunque, una differenza tra eventi che riguardano i fatti reali, eventi che riguardano
i fatti vissuti e quelli vissuti come fatti intenzionali.
B. I Processi Formativi
I processi formativi vanno distinti dagli eventi perché, essi avvengono all’interno di azioni che
si svolgono indipendentemente dall’educazione.
I processi formativi si distinguono in:
→ crescita biologica e allevamento: accomunano l’uomo agli altri animali. Sono
processi evolutivi cosiddetti “naturali”, i quali avverrebbero comunque anche in
mancanza di interventi educativi specifici.
→ inculturazione e socializzazione: All’interno di ogni organizzazione sociale (zona
geografica, culture differenti, religioni differenti, modi di pensare), si acquisiscono
conoscenze, regole di vita, sistemi di pensiero, che spesso, sono del tutto indipendenti
da processi specifici di istruzione.
→ apprendimento e istruzione: un processo educativo in cui l’apprendimento di
è organizzato all’interno di strutture formali di
conoscenze, di abilità, di competenze,
istruzione come che permette di guidare, di migliorare, di direzionare i
la scuola
processi dell’apprendimento.
→ formazione umana e professionale: questo processo è connesso ai contesti lavorativi
è riferita all’acquisizione di competenze per svolgere un mestiere, una professione.
Anche in questo caso esiste una crescita umana legata al fatto che si diventa produttivi
per la società.
C. I Contesti Comunicativi
La terza area degli oggetti di studio, riguarda i contesti comunicativi, che vanno tenuti distinti
dai processi formativi e dagli eventi educativi. Essi sono:
→ la famiglia e i gruppi sociali ad essa collegati. In questi contesti è possibile effettuare
una ricerca pedagogica al fine di capire come avvengono i processi comunicativi e che
tipo di influenza hanno questi contesti rispetto all’educazione.
→ la scuola. La scuola è un’istituzione artificiale, all’interno della quale lo svolgimento
dei processi formativi e lo studio degli eventi educativi sono dipendenti dalla
organizzazione del contesto stesso e, quindi, possono essere studiati in modo specifico
adottando tecniche, metodi e strumenti.
→ organizzazioni del lavoro. Esse non sono, evidentemente, finalizzate all’educazione
ma alla produzione di oggetti, di beni o di servizi.
→ luoghi sociali del tempo libero: (es: arte, musica, turismo) In questi luoghi sociali, si
attuano processi educativi coltivati nel tempo libero (si pensi, ad esempio, alla
funzione educativa dei musei, delle rassegne teatrali, cinematografiche, artistiche, etc).
→ ambienti mediali e multimediali, come Internet, che possono essere definiti una
“seconda realtà” oltre quella che viviamo concretamente a livello sociale. I mass media
ci propongono una interpretazione quotidiana e in tempo reale di ciò che succede nel
mondo. 2
Quali sono i paradigmi con cui viene affrontato lo studio di questi oggetti e contesti educativi?
La Pedagogia sperimentale si avvale dell’adozione di due paradigmi:
il paradigma neopositivista;
il paradigma fenomenologico-ermeneutico.
3. Il Paradigma Neopositivista > nomotetica > oggettiva > quantitativa
• Secondo il paradigma Neopositivista la realtà materiale e sociale esiste realmente e quindi
è conoscibile seppure solo in maniera imperfetta e probabilistica.
• La finalità della ricerca scientifica in educazione che si ispira al paradigma
Neopositivista sono di natura nomotetica, termine che deriva dal greco (legge) e
nomos
(che stabilisce, che spiega), quindi tale paradigma intende spiegare i fenomeni
thétes
educativi attraverso delle leggi generali, efficaci per formulare previsioni su ciò che deve
accadere.
• Tale tipo di ricerca non è finalizzato allo studio dei singoli eventi, ma delle regolarità
empiricamente rilevabili, cioè di fenomeni che si ripetono, e di fattori che condizionano
questi fenomeni (si può pensare, ad esempio, a regolarità empiriche dell’educazione dei
bambini nelle famiglie, o nelle scuole).
Il paradigma Neopositivista si avvale, infatti, dell’utilizzo di metodi e procedure di
indagine di natura quantitativa quali:
→ la rilevazione empirica delle variabili - si utilizzano dei protocolli condivisi, in modo
che tutti i ricercatori possano verificarne la correttezza.
→ la misurazione delle variabili e l’assegnazione di valori quantitativi con
procedure formalizzate - si usano delle metodologie condivise: test, griglie di
osservazione, questionari e si attribuisce un valore quantitativo numerico con delle
procedure formalizzate, per far sì che tutti i ricercatori coinvolti in una specifica
tipologia di ricerca utilizzino le stesse modalità di valutazione, in maniera tale che i
risultati possano essere intercambiabili e controllabili.
→ l’elaborazione statistica dei dati - consiste nell’uso di test parametrici o
probabilistici al fine di rendere significativa la correlazione fra ciò che si studia e ciò
che si ricava dai risultati di questo studio.
4. Il Paradigma Fenomenologico-Ermeneutico > idiografica > soggettiva > qualitativa
• Secondo il paradigma Fenomenologico-ermeneutico, il mondo conoscibile è solo quello dei
significati che il soggetto attribuisce agli eventi perciò, non esiste una realtà sociale
conoscibile per principio, ma esistono delle realtà multiple che vengono costruite a livello
sociale dagli individui, dai gruppi e dalle culture.
• La finalità della ricerca che si ispira al paradigma fenomenologico-ermenenutico è di
natura idiografica dal greco (proprio) e (disegno), quindi “specifico disegno”.
idios graphos
Per finalità idiografica si intende, la comprensione attraverso
dei singoli eventi educativi,
interpretazioni che consentano di cogliere il significato e il senso specifico.
• Non esiste uno studio di regolarità empiriche, ma uno inteso come
studio di caso
irripetibile: l’evento educativo è sempre irripetibile, poiché cambiano il tempo, le persone,
i contesti.
Lo studio del caso può essere:
→ “atomico”, quando ci si riferisce al singolo evento
→ molecolare quando si prende in considerazione un aggregato (una scuola, un gruppo).
3
Ciò che la comprensione del singolo comportamento. Le
viene analizzato è il singolo caso,
indagini, secondo questo modello, non concernono i fatti ma il singolo evento.
Coloro che si ispirano a questo paradigma sostengono che non esistono i fatti ma solo le
interpretazioni che vengono date tramite il linguaggio. Anche il linguaggio però è
condizionabile in qualche modo. Quando, ad esempio, vengono utilizzati dei protocolli
osservativi, essi vengono ad essere condizionati da parte sia dei soggetti che interpretano sia dei
Dunque non c’è nulla di irripetibile che valga sempre e comunque.
soggetti indagati.
I metodi e le procedure di indagine adottati in base a tale orientamento sono di natura
qualitativa e sono principalmente tre:
→ l’osservazione partecipante che oggi viene chiamata etnografica;
→ l’intervista (normale o in profondità);
→ il colloquio clinico-psicologico.
La modalità utilizzata, comune a tutti i tre questi strumenti di indagine qualitativa, è quella
linguistico-narrativa. Le persone raccontano come hanno vissuto gli eventi di natura
educativa e i ricercatori rilevano le loro motivazioni più profonde, i valori, le credenze e
principi, al fine di comprendere come avvengono i processi educativi. e il
Infine possiamo dire che il paradigma neoposit