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EVOLUZIONE DELLA GESTIONE BANCARIA IN ITALIA
La qualità della gestione - Nello svolgimento della propria attività, le banche
devono costantemente garantire un corretto:
- grado di liquidità –verifica la capacità della banca di erogare prontamente
flussi di denaro quando richiesti dalla clientela (depositanti o prenditori di
fondi). La corretta gestione della liquidità è fondamentale per la banca.
Attraverso i suoi operatori specializzati, deve fare delle previsioni sulle
possibili uscite di liquidità al netto delle entrate. Considerando richieste di
finanziamento, pagamento e prelievo.
- grado di solvibilità – verifica la capacità della banca di far fronte agli
impegni assunti e la sua capacità di assolverli, che non generano flussi di
cassa nell’immediato. Es rilisciando la fideiussione al cliente la banca si
assume un impegno, nel caso egli sia insolvente, ma non deve intervenire
nell’immediato. Se il cliente risulti inadempiente, l’impregno preso sarà un
problema di liquidità poiché la banca dovrà pagare. È fondamentale tenere
sotto controllo il grado di solvibilità poiché corrisponde all’ammontare
complessivo dei suoi impegni che possono trasformarsi in richieste di
liquidità. La banca svolge una funzione di garanzia riceve una
commissione se poi dovrà adempiere per l’imprenditore, gli notificherà di
avere un credito nei suoi confronti. Anche il fido inizialmente sarà un
impegno che influenzerà il grado di solvibilità, impatterà il grado di liquidità
quando il cliente ne farà utilizzo (es prestito 1 milione, sono un impegno, poi
quando si prelevano, influiranno sulla liquidità). È importante che la banca
gestisca bene i propri impegni, altrimenti avrà difficoltà sia con la liquidità,
sia con la solvibilità, poiché sono concetti molto correlati. La banca deve fare
previsione delle richieste di liquidità legate ai propri impegni poiché opera
con i soldi non di sua proprietà, In caso di deflusso inatteso la banca può
provvedere ottenendo fondi dal mercato interbancario. Il deposito è
problema di gestione del passivo, non di solvibilità (non è impegno). Gli
impegni non rientrano nel bilancio della banca finché non sono effettivi.
- grado di patrimonializzazione – È utilizzato per verificare la correttezza
alle leggi relative al patrimonio di una banca per operare (core tier1, tier1).
Tanto più la banca è patrimonializzata, più sarà in grado di fronteggiare i
rischi della propria attività, e fornire una garanzia sulla sua stabilità per
quelli che opera con essa.
Che sono fondamentali per comprendere la qualità della propria gestione – una
corretta gestione e un adeguato rispetto di questi tre gradi permette alla banca
di fronteggiare i propri rischi relativi alla sua attività e dare sicurezza in merito
alla propria stabilità. I gradi vengono utilizzati dalla banca al fine di effettuare
una gestione con un adeguato livello di liquidità, tenuto conto della sua
solvibilità, tutto commisurato al suo grado di patrimonializzazione per dare
sicure ai terzi e impedire che le perdite si riversino sui depositi, evitando la crisi
di fiducia. I tre gradi sono molto importanti e costantemente monitorati
dall’autorità di vigilanza, poiché attraverso essi può valutare la gestione della
banca
Ciò comporta l’individuazione di alcune fondamentali aree gestionali della
banca:
- la gestione della tesoreria e della liquidità – insieme di attività, non a
contatto con la clientela, che si occupa della raccolta di informazioni per
verificare in ogni momento l’andamento della banca, relativamente alla
liquidità, al fine di monitorare i cashflows di entrata e uscita e fare previsioni
future per gestire al meglio gli avvenimenti (es. il tasso di interesse, se sale i
depositi scendono, poiché i depositanti investono). Per fare questo
all’interno della banca ci deve essere un sistema informativo molto
efficiente cha garantisca la gestione e la tempestività delle informazioni. La
banca può attuare una gestione della tesoreria anche per soggetti terzi
servizio es. per gli enti pubblici gestisce il pagamento degli stipendi.
- la gestione della raccolta – attività consistente nel recepimento di
provviste per svolgere l’attività bancaria. Gli operatori di banca osservando
l’andamento dei tassi di interesse e altri fattori esterni, fanno previsioni in
merito al costo della raccolta complessiva e della sua composizione
(depositi, pronti contro termine, mercato interbancario). Necessario capire la
composizione ottimale tra i vari strumenti di raccolta, osservando l’esterno
ma anche basandosi sulle esigenze della banca. Importante è evitare il
mismatch (disallineamento delle scadenze): deflusso più rapido
dell’afflusso. La gestione della raccolta è l’attività svolta dalla banca per
capire il suo fabbisogno in base allo scenario delineato, ai concorrenti e alle
sue esigenze di struttura bancaria. La raccolta è legata poi anche alla rete
commerciale, in base a come gestisco la raccolta darò degli input al settore
commerciale (fare prestiti a breve o lunga scadenza)
- la gestione dei prestiti – attività che riguarda inizialmente la valutazione
del merito creditizio e della solvibilità - il cliente sia in grado di adempiere ai
propri impegni. È molto complessa: diversi tipi di finanziamento, la sua
forma tecnica e le relative garanzie. Il finanziamento è molto
personalizzabile. Successivamente la banca svolge l’attività di monitoring
per la gestione dei prestiti - il soggetto finanziato stia pagando e assolva ai
propri impegni, in modo tale che la banca possa guadagnarci. Per i crediti
NPL, vi sono organi specializzati in operazioni di ristrutturazione del debito
(es. allungando la scadenza, e aumentando il tasso). In tempi normali le
banche italiane avevano NPL in trono al 3,5/4%. Con la crisi NPL 20% dei
crediti erogati problemi di recupero dei crediti. Vi è un rischio maggiore
per il portafoglio prestiti poiché dipende dal singolo soggetto. Inoltre, questa
attività è strettamente interconnessa con la gestione della raccolta (ho
bisogno di provviste per fare credito)
- la gestione del portafoglio titoli – solitamente 1/5 portafoglio prestiti.
Attività riguardante la gestione di credito sotto forma di sottoscrizioni di
titoli di debito. Questo portafoglio solitamente è meno rischioso del
portafoglio prestiti, poiché composto solitamente da titoli pubblici o
obbligazioni di imprese. Un portafoglio titoli di breve scadenza può essere
utilizzato come buffer di liquidità, vista la facilità del suo riottenimento,
vendendoli (interconnessione con la gestione della tesoreria e liquidità)
- la gestione complessiva dei rischi – attività che considera i rischi di tutte
le aree e ne effettua una gestione unitaria, al fine di avere una migliore
gestione e diversificazione dei rischi assunti dalle aree per lo svolgimento
della loro attività. Per gestire la rischiosità si utilizzano: modelli di gestione
dei rischi; patrimonializzazioni; assicurandoli. L’autorità di vigilanza ha
stabilito che le banche in funzione dei loro rischi (di credito, di liquidità,
operativi, di compliance, di mercato – cambio o tasso d’interesse) dovranno
avere un patrimonio in grado di fari fronte. La gestione normativa - La
banca è molto regolamentata per evitare che essa non sia in grado di
assolvere ai propri impegni. Attraverso la funzione di compliance la banca
deve essere in grado di adattarsi ai cambiamenti normativi
La qualità della gestione
Per comprendere l’attuale assetto gestionale delle banche italiane occorre fare
un richiamo ad alcuni fatti che hanno caratterizzato l’evoluzione del” modo di
fare banca” nel nostro paese. In particolare, occorre riferirsi al mutato
quadro normativo, regolamentare ed operativo susseguente all’entrata in
vigore del d. lgs 1° settembre 1993, n. 385, che ha costituito la prima vera
grande riforma della precedente legge bancaria risalente agli anni Trenta. La
legge del 1993 ha introdotto il testo unico bancario che rappresenta una
riforma fondamentale del sistema bancario, introdotta a seguito di una serie di
direttive comunitarie, per uniformare le varie discipline degli stati membri e la
creazione del mercato unico. Questa riforma succede a quella degli anni 36 che
era stata introdotta per rimettere in sesto il bilancio delle banche interconnesso
a quelle delle imprese che hanno avuto problemi per la conversione post-
bellica, e risanare le banche immischiate con l’imprenditoria (banca mista),
attraverso la nazionalizzane delle banche, tramite l’IRI. Gli imprenditori ebbero
problemi di conversione entrando in crisi portando con se le banche. La legge
ha posto dei limiti all’interconnessione tra banca e impresa, stabilendo che le
banche non possono entrare nel capitale delle imprese (se non a specifiche
condizioni) e gli imprenditori non possono entrare nel capitale delle banche.
Con l’ingresso dello stato si stabiliscono limiti all’attività delle banche per far sì
che essa si assuma i minori rischi possibili nello svolgimento della sua attività.
La legge del 1936 introduce: SPECIALIZZAZIONE TEMPORALE - si creano
banche operanti nel breve termine e banche operanti nel medio lungo termine.
Le banche a breve poteva elargire credito fino a un massimo di 18 mesi e solo
esse potevano raccogliere depositi e con essi svolgere l’attività creditizia a
breve termine. Le Banche a medio lungo potevano concedere finanziamenti
oltre 18 mesi, ma non potevano raccogliere depositi, e quindi emettevano
obbligazioni di lunga durata per ottenere la provvista e finanziare l’attività di
credito a medio lungo termine. Vi era collegamento tra banca a breve e
banca a lungo: la banca a breve al suo interno poteva avere delle sezioni
autonome rispetto alla gestione della banca a breve che potevano erogare
prestito a medio lungo, non aggiravano la legge, queste sezioni emettevano
obbligazioni che venivano sottoscritte dalla medesima banca a breve termine o
da altre banche a breve termine. Si crea un sistema a doppia
intermediazione: due passaggi per ottenere il credito 1) banca a breve
sottoscrive le obbligazioni, 2) banca a lungo che con quei soldi concede credito.
Lo scopo era minimizzare il rischio di non restituzione dei soldi ai depositanti. In
caso di erogazione del credito