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ROE: REDDITTIVITA’ DEI MEZZI PROPRI (RETURN ON EQUITY)
Redditività non tanto dell’ammontare degli investimenti complessi, ma della capacità operativa in ultima
istanza è in grado di assicurare una reddittività ai portatori di capitale, ovvero misura il rendimento
ottenuto dalle risorse conferite a titolo di capitale. Il ROI si concentra sul lato dell’attivo in particolare sul
capitale investito. Questa è un tipo di analisi in cui l’importanza principale è attribuita agli effetti della
gestione dell’attivo, ovvero la capacità dell’impresa di far rendere gli investimenti. Il capitale investito
determina contemporaneamente il fabbisogno finanziario dell’impresa, bilanciate dalle fonti che possono
essere debito o capitale. Bisogna poggiare l’attenzione dopo al capitale investito, all’effetto che gli
investimenti ripagano il capitale investito.
Il ROE misura il rendimento ottenuto dalle risorse conferite a titolo di capitale. Questo indice si costituisce
tra il rapporto del flusso che remunera i mezzi propri, che è dato dal capitale netto, rapportato con i mezzi
propri. RN
ROE= MP
Il reddito operativo lo si divide in tre parti:
1. Pagare gli oneri finanziari (debito)
2. Pagare le tasse
3. Parte degli azionisti che si può distribuire come dividendi agli azionisti o lasciare nell’impresa per
avere un autofinanziamento.
Il ROE evidenzia proprio quest’ultimo punto elenco, cosa rimane del capitale. Anche la reddittività dei
mezzi propri si inquadra:
Il ROI inquadra gli investimenti devono essere utilizzati per ottenere un determinato rendimento, non
importa come vengono finanziati. Il ROE non dipende solo dalla redditività del capitale investito, ma
anche dall’ammontare dei mezzi propri e dei debiti. Quindi il ROE dipende dalla struttura finanziaria,
e si interpreta con il conetto di leva finanziaria.
È un indice della convenienza dell’investimento nel capitale dell’impresa, visto dal punto di vista
dell’azionista.
L’utilità dell’indice si determina confrontandolo nel tempo e nello spazio
Si confronta con il rendimento di investimenti alternativi a parità di rischio. Concetto espresso anche
nell’equilibrio economico. Il ROE serve per sapere se conviene o no investire una somma di denaro,
però bisogna stare anche attenti al grado di rischio.
Quando si analizza il ROE ci si può domandare se le variazioni nel tempo dell’indice stesso, dipendano da
alcuni determinati e da quali. Si può applicare la stessa tecnica di scomposizioni vista nel ROI. Attraverso
la stessa tecnica si avrà questa determinata scomposizione:
RN RO RN CI
=
ROE= x x
MP CI RO MP
Il fatto di avere un ROE che aumenta, dipenda prima di tutto dalla capacità dell’impresa di remunerare il
capitale investito nel suo insieme, ovvero attribuire un certo rendimento al capitale investito.
Nella scomposizione del ROE si introduce un primo riferimento ben preciso al ROI ovvero RO/CI. Per andare
dal reddito operativo al reddito netto vi sono le tasse e gli oneri finanziari. Se non si hanno le tasse il ROI e
il ROE (non contando la gestione straordinaria) teoricamente ci potrebbe essere una situazione in cui
questi due indici siano uguali. Se anche i debiti non esistessero il capitale investito e i mezzi propri
sarebbero uguali, infatti non vi sarebbero oneri finanziari. In questo caso si ha che il reddito operativo
rappresenta già l’utile dell’impresa. nella realtà sono diversi perché un’impresa ha i debiti e quindi a sua
volta degli oneri finanziari, gli oneri finanziari si vedono nella seconda parte della moltiplicazione, frutto dal
conto economico, e i debiti nella terza parte, frutto dallo stato patrimoniale.
Dal momento in cui vi sono i debiti RN/RO non sono uguali e divergono di una percentuale che è frutto dal
loro rapporto. Questo mi consente tra redditività operativa ROI e reddittività netta ROE dipende
dall’indecenza del reddito operativa dai componenti che sono al di fuori del reddito operativo. Il CI/MP
dipende dalla struttura finanziaria dell’impresa, infatti si colloca nel lato passivo dello stato patrimoniale. A
mano a mano che l’impresa ha più debiti sono diversi con i mezzi propri e questo rapporto sarà tanto più
alto quanto saranno maggiore i debiti. L’indebitamento esercita un effetto di leva finanziaria: dal punto di
vista analitico a parità di condizioni se il CI/MP cresce anche il ROE sarà maggiore, quindi se aumenta nella
struttura dell’impresa i debiti gli azionisti ne beneficeranno perché la redditività dei mezzi propri viene
determinato da un effetto leva, ovvero un moltiplicatore. questa analisi ha un limite in quanto evidenzia
l’effetto della leva ma non consente di dare una risposta immediata e evidente cioè in che limite l’effetto di
leva si produce, ovvero fino a quando l’effetto della leva è positivo. Gli azionisti ricorrono al mercato
finanziario per chiedere altre risorse finanziarie, il finanziatore vorrà un rendimento ma che sarà minore
rispetto al ROE. È giusto che i mezzi propri hanno una redditività maggiore dei debiti? La differenza tra
questi due rendimenti dà il rendimento dei mezzi propri e si ha un effetto di leva perché i debiti hanno una
redditività minore dei mezzi propri, la differenza che vi sarà rimarrà agli azionisti facendo si che la
reddittività dei mezzi propri sia maggiore rispetto a quando renderebbero solo i mezzi propri, questo
effetto è proprio la leva. Anche i mezzi propri hanno un costo in quanto l’azionisti dà i soldi all’impresa solo
se avrà un tornaconto, e ci si può domandare se questo costo è maggiore del costo del debito? È corretto
in quanto i mezzi propri hanno un maggiore rischio, perché chi mi presta i soldi per contratto ha diritto alla
restituzione, invece l’azionista non rivede la restituzione e quindi chiede un premio per il rischio maggiore.
L’effetto di leva finanziaria dipende dal fatto che il costo del debito è minore rispetto alla reddittività di
questi. Più aumento il debito e più i mezzi propri aumentano la loro reddittività, però attenzione se vi sono
troppi debiti l’impresa aumenterà il rischio di non ripagare i debiti, per questo i finanziatori chiederanno un
costo del debito sempre più maggiore all’aumentare del rischio annullando così l’effetto della leva, per
finire anche a non averlo più se l’impresa è a rischio fallimento. È possibile che l’effetto di leva diventi
negativo in quanto ricorrere al debito non è positivo per il ROE.
La formulazione che evidenzia la leva finanziario attraverso l’effetto della composizione non evidenzia i
limiti e quindi è uno strumento che serve per complementare un’analisi che comunque è
complessivamente concentrata sull’effetto della gestione dell’attivo, piuttosto che un’analisi a supporto
delle decisioni delle fonti dell’impresa, ovvero la gestione del passivo. Quindi questa analisi non è idonea
sulla struttura finanziaria.
Il debito conviene perché amplifica il rendimento dell’equity ma conviene fino a quando il costo del debito
è inferiore al rendimento del capitale investito.
Il Roe a parità di altre condizioni aumenta se aumenta in base ai debiti. La struttura finanziaria esercita un
effetto moltiplicativo.
Bisogna capire dal punto di vista finanziaria qual è il limite di leva finanziaria, per capire qual è il massimo
livello di debito tollerabile se no l’effetto di leva diventerebbe negativo.
L’effetto di leva può cambiare di segno e avrà di conseguenza un effetto sul ROE.
EQUAZIONE DELLA REDDITIVITA’
Il cambiamento dell’effetto di leva finanziaria può essere positivo a negativo e si manifesta sul ROE:
- Se agisce positivamente l’indice aumenta, invece se agisce negativamente porta una diminuzione
dell’indice.
Si parte per prima cosa analizzando il ROI:
- RO/ricavi = ROS, ovvero cosa rimane dei ricavi a livello di reddito operativo, ovvero togliendo i costi
operativi mi rimangono tot ricavi.
- L’altra parte è l’indice di rotazione
Vi è una relazione tra il ROI, in cui vi è la redditività per tutte le risorse investite indipendentemente dalla
struttura finanziaria (non tiene conto di come è strutturato il passivo), invece la struttura finanziaria incide
sul ROE8 cioè sulla redditività del passivo che è rappresentato dai mezzi propri. Ciò che rimane dei mezzi
propri è l’utile netto. Il ROE dipende dal ROI perché ovviamente avrà un ruolo nella remunerazione dei
mezzi propri il fatto che i mezzi propri siano utilizzati assieme per coprire il fabbisogno finanziario di
investimenti che rendono in base a quanto ci dice il ROI. Successivamente si ha una correzione in quanto
passare dal reddito operativo al reddito netto vi sono in mezzo altre componenti di reddito che sono gli
oneri finanziari e le imposte. Insieme ai mezzi propri vi è anche i mezzi di terzi ma nella formula del ROE
non si riesce a capire fino a che punto hanno un risvolto positivo.
Equazione della redditività
come prima parte prendiamo in considerazione la redditività dei mezzi propri, ma al posto di chiamarlo
ROE in questo caso viene chiamato RC.
RN
RC= MP
RC è dato dal rapporto dei mezzi propri e mezzi propri, questo perché la remunerazione dei mezzi propri è
data dall’utile sia che venga distribuito o lasciato in azienda. Essendo dalla parte del passivo ci si chiede
cosa remunera i debiti, ovvero cosa va a compensare il creditore. La remunerazione è rappresentata dal
costo che l’impresa sostiene per il fatto che i debiti esistono. Questo costo è calcolato attraverso un
rapporto che tiene conto dei mezzi di terzi e non più dei mezzi propri:
OF
i= MT
I rappresenta il tasso di costo medio dei mezzi di terzi (dovrebbe considerare anche gli oneri finanziari
impliciti). Questo indice non è l’interesse ma è il costo dei mezzi di terzi dato dal rapporto degli oneri
finanziari (tasso di interesse x l’ammontare dei debiti) e i mezzi di terzi. Gli oneri finanziari impliciti sono
dati da contratti di leasing o nell’acquisto di materie prime, questo perché il prezzo che viene praticato
tiene conto che il pagamento è previsto in modo dilazionato. Infatti, se l’impresa pagherà subito
probabilmente il fornitore applicherà uno sconto alle merci. Questo sconto corrisponde al costo che
l’impresa sostiene se non dovesse pagare in contanti ma in man