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attesa che si diventi adulti, va protetta, anche un bambino ha dei diritti, non solo dei doveri.
La legge fa abbastanza per questo?
Un esempio è la scolarità obbligatoria, per prima cosa dovrebbe essere un diritto, e invece
non lo è perché i bambini sono costretti a “mendicare presso i propri genitori o presso la
comunità” per avere un'istruzione; in secondo luogo, la scuola è incaricata di provvedere ai
bisogni del bambino, ai suoi problemi e difficoltà, ma lui sa benissimo quali sono, è un
essere dotato di intelligenza, e gli adulti spesso si “dimenticano” di questo.
Come afferma l'autore, il bambino non è un imbecille, non ce ne sono più tra loro che tra di
noi! Non servono ordini, rigore imposto o un controllo costantemente sospettoso. Per
rendere possibile l'intesa serve tatto e fiducia nell'esperienza, che faciliterà la convivenza e
la collaborazione. Si deve avere rispetto non solo per l'uomo che sarà, ma anche per quello
che è e per il suo passato trascorso, perché i bambini “sono stati, sono, saranno”.
Capitolo 4: “ Il diritto del bambino ad essere com'è ”
“Chi diventerà, cosa farà nella vita?”, questo è quello che ci chiediamo con ansia. Vorremmo
che i bambini diventassero migliori di ciò che siamo noi, li immaginiamo come futuri
uomini perfetti, ma non pensiamo minimamente a migliorare noi stessi, a pensare ai nostri
errori, credendo erroneamente che ormai sia troppo tardi; guardiamo loro, puntiamo il dito
sui loro sbagli, li accusiamo di poca buona volontà, scarichiamo su di essi l'obbligo di
diventare ciò che non siamo riusciti ad essere noi.
L'educatore spesso fa suo questo pensiero, ed invece di guardare se stesso, sorveglia i
bambini, prende nota dei loro sbagli, ma non dei propri. Si accorge di loro solo quando
disturbano o creano disordine ma nei momenti buoni è come se non ci fossero; usando le
parole di Korczak: “vorremmo vestirli tutti con una stessa uniforme di virtù, tagliata
secondo i nostri gusti e sulla base di un modello di nostra invenzione”, ma hanno invece il
diritto ad essere come sono, non dobbiamo insegnargli a fingere di essere come noi
vogliamo, devono essere se stessi.
Frasi che mi hanno colpito:
•
“ Non facciamo altro che studiare i presagi; vogliamo prevedere tutto, essere sicuri di ogni
cosa. Questa attesa piena di ansia per ciò che sarà aumenta la nostra mancanza di rispetto
per ciò che è. ” Pag. 33.
“ Non capiamo dunque che stringendo il bambino tra le nostre braccia, cerchiamo in realtà
di rifugiarci nelle sue, per sfuggire alle ore di sofferenza e di abbandono? Impunemente, li
carichiamo del peso del nostro dolore, della nostra nostalgia di adulti. [...] E' egoismo, non
tenerezza. ” Pag. 52.
“ Il bambino non è un imbecille: non ci sono più imbecilli tra loro che tra noi. [...] Saggio,
concede la fiducia o la rifiuta a seconda dei casi. ” Pag. 56.
“ [...] la casa crolla perché abbiamo trascurato le fondamenta. ” Pag. 61.
“ E' falso che sia più facile corrompere che rendere migliori. ” Pag. 65.
“ I loro lamenti e i loro litigi non sfuggono mai alla nostra attenzione, ma sono molto più
frequenti i casi in cui i bambini perdonano, cedono, propongono il loro aiuto, si rendono
utili, si applicano nel loro lavoro ed esercitano un'influenza salutare su chi li circonda. ”Pag. 66.