INDICE:
PARTE I – Le teorie dell’apprendimento e la psicologia
dell’educazione
1. Educare per comprendere: dal comportamento alla mente digitale
Evoluzione storica dell’educazione
• Dalla trasmissione alla partecipazione
• La scuola come spazio di crescita integrale
•
2. Il comportamen6smo: imparare per associazione
Pavlov e il condizionamento classico
• Watson e la plasmabilità del comportamento
• Skinner e il condizionamento operante
• Implicazioni dida>che: rinforzo, gamificaDon, feedback
•
3. Il cogni6vismo: la mente come sistema di elaborazione
Piaget e gli stadi dello sviluppo cogniDvo
• Bruner e l’apprendimento per scoperta
• Ausubel e l’apprendimento significaDvo
• Il ruolo della memoria, delle strategie e della metacognizione
• La scuola cogniDvista nel PNRR 3
•
4. Il costru=vismo e la teoria socio-culturale
L’apprendimento come costruzione a>va
• Vygotskij e la zona di sviluppo prossimale
• Il linguaggio come strumento di pensiero
• Implicazioni: cooperazione, tutoring, scaffolding
•
5. La Gestalt e la percezione del tuBo
I principi della forma
• Apprendimento perce>vo e insight
• L’importanza dell’organizzazione cogniDva
•
6. L’apprendimento significa6vo e la metacognizione
Ausubel e Novak
• Mappe conceOuali e reD semanDche
• Metacognizione e autoregolazione dell’apprendimento
•
7. Dall’apprendimento alla competenza
Le competenze come integrazione di saperi
• La dida>ca per competenze
• Il ruolo del docente come mediatore e guida
•
PARTE II – Le pedagogie del Novecento e la scuola inclusiva
contemporanea
8. John Dewey e la scuola a=va
Il learning by doing
• Esperienza, riflessione e democrazia educaDva
• Implicazioni per la dida>ca laboratoriale
•
9. Maria Montessori e la pedagogia scien6fica
L’ambiente preparato e l’autoeducazione
• Il ruolo dell’insegnante-osservatore
• Montessori e l’aOualità neuroscienDfica
•
10. Céles6n Freinet e la cooperazione educa6va
Il metodo naturale e la stampa scolasDca
• L’apprendimento come lavoro condiviso
• La scuola come comunità democraDca
•
11. Lev Vygotskij e la dimensione sociale dell’apprendimento
Il linguaggio come mediatore
• La zona di sviluppo prossimale
• Il tutoraggio e la cooperazione tra pari
•
12. Paulo Freire e la pedagogia della liberazione
Educazione bancaria e dialogica
• CoscienDzzazione e prassi
• Educazione come aOo poliDco e d’amore
•
13. Loris Malaguzzi e il Reggio Emilia Approach
I cento linguaggi del bambino
• L’ambiente come terzo educatore
• Documentazione e creaDvità colle>va
•
14. Modelli educa6vi partecipa6vi e democra6ci
Educazione cooperaDva e ciOadinanza a>va
• Service learning e apprendimento solidale
• Leadership educaDva e corresponsabilità
•
15. Le pedagogie del Novecento alla luce delle neuroscienze
Montessori e la neuroplasDcità
• Dewey e la memoria esperienziale
• Vygotskij e i neuroni specchio
• Freire e la neuroeDca dell’empaDa
•
16. Le metodologie a=ve e la scuola del PNRR 3
CooperaDve learning, PBL, Flipped classroom
• Service learning e dida>ca per competenze
• Dalla lezione frontale alla lezione partecipata
•
17. Il docente del futuro: facilitatore e costruBore di comunità
Competenze professionali del docente
• Formazione conDnua e riflessività
• L’insegnante come architeOo dell’apprendimento
•
PARTE III – PoliIche educaIve, competenze europee e
innovazione nella scuola del PNRR 3
18. Educazione e poli6ca: il nuovo orizzonte della scuola pubblica
La scuola come spazio di coesione sociale
• Dalle riforme europee al PNRR 3 (2025)
• I quaOro assi strategici della riforma
•
19. Il contesto europeo e l’Agenda 2030
Gli obie>vi ONU di sviluppo sostenibile (SDG 4)
• Le oOo competenze chiave europee (2018)
• Educazione permanente e ciOadinanza globale
•
20. Le missioni del PNRR per la scuola e la formazione
Missione 4: Istruzione e ricerca
• Innovazione, inclusione, competenze digitali
• Benessere e ciOadinanza sostenibile
•
21. Il docente nel nuovo sistema forma6vo
Professionalità docente e idenDtà riflessiva
• Le tre competenze chiave: disciplinare, pedagogica, relazionale
• Formazione e valorizzazione professionale
•
22. Formazione con6nua e nuove figure professionali
Tutor, orientatore, docente esperto
• Formazione digitale e DigCompEdu
• La comunità professionale che apprende
•
23. Valutazione e competenze
Dal voto al feedback formaDvo
• CompiD autenDci e rubriche di competenza
• Autovalutazione e miglioramento di sistema
•
24. La scuola digitale e l’intelligenza ar6ficiale
Dalla dida>ca digitale emergenziale alla dida>ca integrata
• Potenzialità e limiD dell’IA nell’educazione
• EDca, privacy e pensiero criDco
•
25. La transizione ecologica e l’educazione alla sostenibilità
Educazione civica e Agenda 2030
• Green School e comportamenD sostenibili
• Sostenibilità come cultura organizzaDva
•
26. Educazione e democrazia: la scuola come infrastruBura civile
Il valore poliDco e umano dell’educazione
• Educare alla libertà, alla responsabilità e alla speranza
• La scuola come spazio di umanizzazione
•
27. Sintesi e riflessione conclusiva generale
ConDnuità tra teorie e poliDche educaDve
• Il docente come innovatore, tesDmone e costruOore di futuro
• Educazione, tecnica e coscienza come triade del XXI secolo
• INIZIO DOCUMENTO
PARTE I – Le teorie dell’apprendimento e la psicologia
dell’educazione
1. Educare per comprendere: dal comportamento alla mente digitale
Ogni epoca ha una sua idea di apprendimento.
Nei secoli, l’educazione è passata dall’essere un privilegio riservato a pochi all’essere un diriOo
universale e un dovere civico.
Comprendere come si impara significa anche capire come le società hanno scelto di trasmeBere la
cultura, formare i ciBadini e costruire il futuro.
La storia della pedagogia e della psicologia dell’educazione mostra un lento, ma costante,
spostamento di prospe>va:
dapprima si osserva il comportamento (ciò che è visibile e misurabile);
• poi si esplora la mente, cercando di capire come si formano le conoscenze;
• infine si riconosce l’importanza della relazione, del contesto e della cultura.
•
L’educazione moderna, e ancor più quella del XXI secolo, è il risultato di questa lunga evoluzione.
Oggi non si parla più soltanto di “istruire”, ma di accompagnare l’apprendimento: un processo
complesso che coinvolge la mente, il corpo, le emozioni e le interazioni sociali.
Le teorie dell’apprendimento del Novecento hanno avuto il merito di dare struOura scienDfica a
questo processo, trasformando la dida>ca da arte empirica a pra6ca riflessiva basata su evidenze.
Il docente contemporaneo — come indicano anche i documenD europei e il PNRR 3 — è chiamato
a integrare queste conoscenze per progeBare ambien6 di apprendimento flessibili, inclusivi e
digitalmente consapevoli.
2. Il comportamen6smo: imparare per associazione
Il primo grande modello psicologico dell’apprendimento moderno è il comportamen6smo,
sviluppato tra il 1910 e il 1950.
La sua forza è stata quella di proporre una visione “ogge>va” del comportamento umano, basata
sull’osservazione e sull’esperimento.
Per Ivan Pavlov, fisiologo russo, l’apprendimento è una forma di condizionamento classico: un
organismo associa due sDmoli (per esempio, il suono di una campanella e il cibo), fino a rispondere
al primo come se fosse il secondo.
Questa scoperta — apparentemente semplice — ha rivelato la potenza dell’abitudine e del
rinforzo nella formazione dei comportamenD.
Il fondatore del comportamenDsmo americano, John B. Watson, portò questa idea in campo
educaDvo, sostenendo che tuOo il comportamento umano è plasmabile aOraverso l’ambiente.
Celebre la sua frase: “Datemi una dozzina di bambini sani e costruirò un doOore, un avvocato o un
ladro, secondo il mio volere.”
L’apprendimento, per Watson, è dunque il risultato di s6moli e risposte controlla6.
Negli anni Cinquanta, B.F. Skinner approfondì il tema con il condizionamento operante: non si
impara solo reagendo a uno sDmolo, ma agendo per oOenere una conseguenza posiDva o evitare
una negaDva.
Nasce così il conceOo di rinforzo (posiDvo o negaDvo), che resta alla base di molte praDche
educaDve e psicologiche.
Implicazioni dida=che
Il comportamenDsmo ha avuto grande influenza sulla dida=ca programmata e sull’uso di
tecnologie educa6ve.
Negli anni Sessanta si progeOavano “macchine per insegnare” basate su esercizi a risposta mulDpla
e feedback immediato.
L’idea era che, ripetendo e ricevendo rinforzi, l’alunno consolidasse gradualmente i comportamenD
corre>.
MolD principi di Skinner sono oggi rinaD, in forma aggiornata, nei sistemi digitali di
apprendimento, nei videogiochi educa6vi e nella gamifica6on: meccanismi che premiano il
progresso, la costanza e la competenza.
In tal senso, il comportamenDsmo non è una teoria superata, ma una base struBurale della
psicologia dell’apprendimento moderno.
3. Il cogni6vismo: la mente come sistema di elaborazione
A parDre dagli anni Cinquanta, la criDca al comportamenDsmo aprì la strada a una nuova visione: il
cogni6vismo.
Se i comportamenDsD si limitavano a osservare ciò che si vede (la risposta), i cogniDvisD iniziarono
a chiedersi cosa accade nella mente durante l’apprendimento.
L’uomo viene descriOo come un elaboratore di informazioni, simile a un computer: percepisce,
immagazzina, organizza e richiama daD, trasformandoli in conoscenze.
Nasce così la “psicologia cogni6va”, che pone al centro i processi di aOenzione, memoria,
linguaggio e problem solving.
Tra i principali autori spiccano Jean Piaget, Jerome Bruner e David Ausubel.
Piaget descrive lo sviluppo cogniDvo come un percorso in stadi (sensorimotorio,
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