SISTEMI DELOCALIZZATI
Le strutture alliliche presentano
delocalizzazione elettronica, hanno un doppio
legame C=C e un C portante una carica positiva
(carbocatione) o una carica negativa (carboanione)
o un elettrone spaiato (radicale). Le cariche e
l’elettrone possono delocalizzarsi, cioè spalmarsi su
3 atomi anziché essere localizzati su un solo atomo
di C
La delocalizzazione per risonanza contribuisce a stabilizzare una specie carica o un
radicale; le specie alliliche sono quindi più stabili
Una delocalizzazione maggiore avviene quando radicali o carbocationi/anioni si
formano in posizione benzilica cioè adiacente a un anello aromatico
(forme di risonanza)
Scala di stabilità dei radicali (da – a +): metilico < primario < secondario < allilico <
terziario < benzilico 2, 3, n dieni, trieni, polieni
Gli alcheni contenenti doppi legami sono detti . I doppi
legami possono essere:
- isolati = se sono separati da 2 o più legami semplici
- coniugati = se sono separati da 1 legame semplice
I dieni coniugati possono polimerizzare, ma solo un doppio legame viene consumato
per creare legami C-C tra i monomeri, mentre l’altro doppio legame rimane come
isolato spostandosi nella posizione adiacente. I polimeri ottenuti dai dieni sono ancora
degli alcheni
Il polimero dell’isoprene ha catene multiple di C5 ramificate. Esso viene usato in
natura per costruire molecole come i terpeni (olii essenziali) e gli steroidi (ormoni
sessuali, colesteroli, ecc)
AUTOSSIDAZIONE DEI LIPIDI
L’ossigeno atmosferico fa da ossidante
provocando l’irrancidimento. Inizia con
l’attacco da parte di un iniziatore radicalico R
sulle posizioni alleliche, che genera altre
specie radicaliche. Il lipide passa da uno
stato ridotto a uno più ossidato, come
intermedi si formano idroperossidi ROOH che
a loro volta si ossidano formando aldeidi o
chetoni o acidi carbossilici a catena più corta
La reazione è lenta ma può essere più veloce in presenza di luce (fotoossidazione) o se
promossa da perossidi o metalli che generano radicali detti proossidanti
La reazione è inibita dagli antiossidanti che consumano i radicali liberi dell’ambiente
circostante proteggendo le altre molecole dall’ossidazione. Esempi di antiossidanti:
dieni molto delocalizzati
COMPOSTI AROMATICI
I composti aromatici derivano dal benzene. Possono contenere 1 o più anelli e avere
orto-,
dei sostituenti. Se ci sono più sostituenti le posizioni si indicano con i prefissi
meta-, para-
Nel benzene i 3 doppi legami sono coniugati e completamente delocalizzati su tutti i
6 atomi. Ha struttura planare ed è stabile. Non subisce reazioni di addizione ma di
sostituzione elettrofila
Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) si formano durante la combustione
incompleta (pirolisi) di altri idrocarburi (es. nel fumo di sigaretta, nei terreni che hanno
subito incendi…), alcuni sono sospetti cancerogeni poiché in vivo vengono ossidati a
dare dei metaboliti mutageni
I composti aromatici eterociclici contengono atomi diversi dal C. Possono avere
anelli a 5 o 6 atomi, contenenti N, O e S
I composti aromatici hanno un odore caratteristico,
gradevole o sgradevole. I composti aromatici hanno
molti elettroni in orbitali delocalizzati che interagiscono
con la luce generando il fenomeno del colore, i gruppi con queste caratteristiche
elettroniche sono detti cromofori. Più sono numerosi, estesi e coniugati sono i
cromofori, maggiore è la probabilità che il composto sia colorato. Il colore è
aumentato dalla presenza di altri gruppi detti auxocromi con elettroni n (doppietti di
non legame)
Molti cromofori sono poco estesi e quindi non assorbono nella regione del visibile, i
composti corrispondenti risultano incolori/bianchi. Però possono essere visibili sotto la
luce UV di energia maggiore. Acido benzoico e vanillina sono bianchi alla luce solare e
violetti sotto la lampada UV
COMPOSTI ORGANICI ALOGENATI
Composti alogenati semplici come metilbromuro e metilioduro si trovano in ambienti
marini, dove gli alogeni sono abbondanti e possono essere incorporati nelle molecole
organiche attraverso il metabolismo di organismi marini. Altri alogenuri organici sono
prodotti per sintesi, come intermedi di interesse industriale
Gli alogenoderivati si distinguono in due gruppi:
alogenuri alchilici RX = l’atomo di alogeno è legato ad una catena alchilica
alogenuri arilici ArX = l’atomo di alogeno è legato ad un sistema aromatico
X può essere cloro, bromo, fluoro, iodio
In conseguenza alle interazioni dipolo-dipolo gli alogenuri alchilici hanno punti di
ebollizione e fusione più alti dei corrispondenti alcani. La solubilità è alta in solventi
apolari e bassa in solventi polari
Il legame C-X dell’alogenuro alchilico è polarizzato perché X è più elettronegativo di
C. Il legame C-X si rompe in modo eterolitico. C
ha una carica parziale positiva (δ+), è perciò un
sito elettrofilo soggetto agli attacchi dei
nucleofili. X ha una carica parziale negativa (δ-) e
quando C viene attaccato dai nucleofili può andarsene come X- portandosi via gli
elettroni di legame. X funge da gruppo uscente
Reazioni alogenuri:
1) SOSTITUZIONE NUCLEOFILA = il nucleofilo sostituisce l’alogeno che esce come
gruppo uscente
preparazione degli alcoli
Il nucleofilo può essere neutro:
- acqua alcol
- ammoniaca ammina
L’atomo di H perso dall’acqua e dall’ammoniaca si trova sotto forma di acido
alogenidrico
2) ELIMINAZIONE = la base attacca un atomo di H e lo strappa all’alogenuro, si
forma un alchene
Condizione necessaria: l’alogenuro alchilico deve avere almeno un atomo di H su
un C in posizione adiacente al C che porta l’alogeno, infatti gli H eliminabili sono
solo quelli in posizione
adiacente all’alogeno
- 1 solo H eliminabile: viene eliminato a dare un unico alchene
- 2/3 H eliminabili sullo stesso C: sono equivalenti, uno viene eliminato a dare un
unico alchene
- diversi H su diversi atomi di C: regioselettività = si forma prevalentemente
l’alchene più stabile, cioè il più sostituito
È possibile che sostituzione nucleofila ed eliminazione avvengano
contemporaneamente e siano in competizione. La prevalenza di una sull’altra dipende
da molti fattori
I responsabili del buco dell’ozono sono i clorofluorocarburi che reagiscono con l’ozono
attraverso la formazione di radicali Cl
I composti alogenati sono anche antiparassitari, es. DDT. Il PCP (pentaclorofenolo), un
insetticida, durante la combustione forma diossine (=composti aromatici eterociclici)
Il sucralosio è un edulcorante commerciale simile al saccarosio ma contiene 3 atomi di
Cl
STEREOCHIMICA
La stereochimica studia le molecole nei loro aspetti tridimensionali
ISOMERI = composti che hanno la stessa formula bruta ma diversa formula di
struttura. Diversi tipi:
- costituzionali = gli atomi sono gli stessi ma sono legati in modo diverso (diversi
gruppi funzionali)
- di posizione = gli atomi e i legami sono gli stessi (stessi gruppi funzionali e alchilici)
ma la loro posizione relativa è diversa
- geometrici = (cis E/trans Z) stessi atomi, stessi legami ma diversa orientazione
nello spazio a causa di un elemento rigido (legame multiplo o anello) che
impedisce la libera rotazione
- STEREOISOMERI = differiscono per la disposizione spaziale (tridimensionale)
relativa dei legami
Esempio metano con rappresentazione stereo:
ENANTIOMERI = due isomeri che sono immagini speculari
ma NON sovrapponibili (come le mani!), sono sempre chirali
CENTRO CHIRALE o STEREOGENICO = C centrale
ibridato sp3 sostituito con 4 sostituenti diversi
Un composto è chirale se possiede almeno un centro
stereogenico
Per stabilire la configurazione assoluta degli enantiomeri, cioè nominarli in modo
Cahn, Ingold e Prelog:
univoco, si usa la regola di
1) identificare il centro stereogenico
2) disegnare il composto con la notazione stereochimica
3) assegnare ai 4 sostituenti una priorità da 1 (+alta) a 4 (+bassa) in base al peso
atomico se tra i sostituenti c’è H, ha
sempre priorità più bassa perché è l’atomo con minor peso atomico
4) osservare la molecola in modo che il sostituente a priorità più bassa sia più lontano
dall’osservatore (dietro al foglio nella rappresentazione stereochimica)
5) guardare i sostituenti 1,2,3 e osservare il senso di rotazione che si ottiene
passando da 1 a 2 a 3
se la sequenza 1-2-3 è in senso ORARIO la configurazione assoluta è R
se la sequenza 1-2-3 è in senso ANTIORARIO la configurazione assoluta è S
! Per passare da un enantiomero all’altro basta “staccare” due sostituenti qualsiasi dal
centro stereogenico e scambiarli di posto. Ad ogni scambio, la configurazione assoluta
si inverte
Per assegnare la configurazione assoluta agli enantiomeri si può usare anche la
convenzione di Fischer utilizzata solo per gli zuccheri e per gli amminoacidi
- se l’OH è a DESTRA D
- se l’OH è a SINISTRA L
es.
gliceraldeide
es. alanina (NH )
2
Se ci sono più centri stereogenici in una molecola aumenta in numero di stereoisomeri
n n
= n° centri stereogenici, la molecola può avere fino a 2 stereoisomeri
2
n = 2, (2 ) 4 stereoisomeri
a e b sono enantiomeri
c e d sono enantiomeri
gli stereoisomeri che NON sono
enantiomeri (quindi non speculari) sono
detti DIASTEREOISOMERI
(a e c, a e d, b e c, b e d)
Attenzione! Alcune molecole hanno meno stereoisomeri di quelli previsti. Ad esempio
l’acido tartarico ha n=2 ma ha 3 stereoisomeri a e b sono enantiomeri
c e d sono identici; c ha un piano di
simmetria che taglia la molecola in
due parti speculari: la molecola è
achirale
MESOFORME = stereoisomeri che
pur contenendo centri chirali non
sono chirali
ATTIVITÀ OTTICA
Gli enantiomeri hanno proprietà chimico-fisiche identiche, non possono essere separati
con metodi convenzionali come distillazione o cristallizzazione, reagiscono in modo
identico con tutti i reagenti achirali e si possono differenziare soltanto facendoli
interagire in ambienti chirali
Gli enantiomeri si possono distinguere grazie al
polarimetro che sfrutta un fascio di luce
polarizzata linearmente, cioè una radiazione
elettromagnetica che vibra solo lungo un piano e che
ha proprietà chirali. Quando il fascio attraversa un
campione achir
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