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Le campagne sono identiche a come apparivano nell’ 800, Ci sono più tipologie di paesaggi agrari e rurali

●​ La toscana della montagna: presenta solo città molto piccole che si trovano vicino ai

fiumi,paesini arroccati dove si rifugia la gente alla caduta dell’impero romano, questi vivevano di agricoltura e

allevamento, i boschi erano pascolati, il castagno era un albero molto addomesticabile che cresce a quelle quote,

chiamato l’albero del pane, ora queste zone sono meno manutenute

Uso civico: proprietà collettive della terra di cui potevano fruire tutte le persone che abitavano nella zona. la proprietà

privata era limitata e prevalgono gli usi civici.

●​ La toscana di mezzo (delle citta): firenze lucca prato pistoia empoli siena arezzo, sono città che si

potenziati soprattutto in età comunale ‘300/’400, avevano un ruolo centrale, e le campagne secondarie.

nelle campagne c'è un sistema insediativo molto articolato fatto di ville-fattoria collegare alle case coloniche,1300,

inizia il processo dalle città dalla classe borghese di mercanti e banchieri che fanno investimenti immobiliari

comprando terre nel contado, fuori città, la suddividono in poderi, per affittarle a chi le coltiva (famiglia colonica) con

contratto mezzadrile o mezzadria, a metà ciò che viene prodotto dal campo per pagare l’affitto, vivono su quel campo,

non c'erano mezzi di trasporto, nasce la casa colonica. i prodotti li porto al proprietario del terreno nella villa-fattoria

che nasca appunto nello stesso momento, servivano come fattoria, frantoi, e abitazioni di ozio, (Appoderamento) va

avanti fino al 1940

Coltivazione promiscua: si coltivava tutto quello necessario dai pomodori all’olio

Mentre al sud c'era il bracciantato: prendevano poco per lavorare in posti lontani ed aridi

Ci sono due eccezioni a sud di siena, le crete senesi e nei dintorni di lucca la piana di lucca

●​ La toscana della costa (toscana meridionale)

Ci abitavano poche persone in condizioni di disagio, città solo grosseto e livorno, città portuale non si concentra sugli

interni, le città che vediamo adesso erano molto piccole e poco sviluppate avevano un po di agricoltura e pascolo ma

vivono di povertà, nate poi a seguito delle bonifiche.

Mentre negli anni ‘40 le città crescono lentamente e isolate tra di loro. edilizie di vario tipo, a Firenze ci sono i terratetti

e case in linea, quindi multipiano, basse rispetto al periodo dell'industrializzazione

All’inizio degli anni ‘50 ci si accorge di una carenza di abitazioni, inizia l’industrializzazione, tre dinamiche:

-​ Esodo rurale

-​ Sviluppo industriale

-​ Nascono prime periferie grazie all’ urbanizzazione, opportunità di riscatto per chi vive di fortuna

Matera: patrimonio unesco

Composta di abitazioni rupestri scavate nella roccia, poco più che grotte

1950 Carlo levi pubblica un libro sulle drammatiche condizioni nella vita nei sassi di matera

1952 Legge risanamento sassi: viene creato un quartiere dove spostare gli abitanti dei sassi, matera diventa un

laboratorio dove si riuniscono architetti e archeologi e grazie a Adriano olivetti nasce la commissione per lo studio della

città di matera, per ricreare lo stile di vita dei sassi in modo più dignitoso, seguendo i legami di vicinato, legami sociali

informali cioè tipici lavori informali basati su una rete di solidarietà, legata al fatto che questi vivevano a stretto contatto

tra di loro le case erano molto vicine

Creano il villaggio la martella, che segue ideali, ha uno spazio comune dove avvenivano gli scambi sociali

funziona fino all’industrializzazione, gli uomini vanno a lavorare in fabbrica e il quartiere si svuota, finisce questo modo

di vivere

Tra il 1949/63

Piano ina-casa (es. Isolotto non case ma città disse Lapira) primo e più grande programma di edilizia pubblica e

sociale, le case popolari.

Nasce con una legge del ministro Amintore Fanfani “provvedimento per incrementare l’occupazione operaia,

agevolando la costruzione di case di lavoratori”

Si usa qualità edilizia alta, e si presta attenzione al sistema degli spazi pubblici del verde e dei servizi

I soldi si prendono dallo stato e dai lavori dipendenti viene fatta una piccola trattenuta

nascono case in autocostruzione, pezzi di città realizzati da abitanti rendono il tessuto più disordinato

Da questo modello si inizia a tirare su volumi edilizi ma perde di importanza l'area pubblica, viene tralasciata e

abbandonata.

-Anni ‘60 e ‘70

Boom economico, sviluppo periferie e territorio dettate dalla motorizzazione di massa diffusione automobili

Potenziamento dello sviluppo infrastrutturali, nascono grandi strade, autostrade, distributori di benzina, televisione,

Nasce societa di massa, turismo di massa, infrastrutture turistiche, alberghi, strutture ricettive.

-​ Crescita e sviluppo delle periferie, accentua il processo di svalutazione dello spazio pubblico

In italia si perde l’attenzione alla pulizia e al decoro di tutta la citta , spazio tra le cose

-​ Speculazione edilizia si costruisce al di là di ogni ragionevole senso del limite (valle dei templi ad agrigento)

Costruzione della città: costruzione di residenze e servizi come scuole posta supermercati negozi spazi pubblici

Ci sono quartieri che diventano simbolo delle periferie poco servite: laurentino 30, vele di scampia o cordiale, utopie

urbane, un edificio città (l’architettura come una macchina per abitare, le corbusier)ma i servizi non sono stati realizzati

Laurentino 30 a roma, quartiere dormiente: collegato male alla città, quindi reso indipendente, privo di trasporto

pubblico, non vennero mai realizzati i servizi per fine dei finanziamenti e per le occupazioni abusive, scuole, bar,

tabacchi, farmacie, vennero progettati per essere realizzati sui ponti che collegano palazzi.

Il cordiale, un edificio città organizzato per ospitare 6mila persone, doveva avere i servizi ma non furono realizzati

La vele, scampia, marina baie des anges, costa azzurra assomiglia alle vele, per un'utenza più ricca, riconosciute

come patrimonio architettonico del 20 sec mentre le vele si sono degradate, il problema e a chi sono state destinate.

Tre modelli di urbanizzazione che avvengono negli anni 70 (crescita delle città in rapporto con il territorio)

●​ Crescita a macchia d’olio, (lo sprawl metropolitano), riguarda soprattutto le zone pianeggianti, non si pianifica si

espande in modo casuale, spinta da fattori economici e individuali, la città si espande e si sparpaglia, non c'è più

un limite definito tra città e campagna.

Primi esempi nel nord est, veneto, era una regione arretrata, si ha un forte sviluppo industriale e quindi nasce edilizia

per ospitare piccole e medie imprese e aumento della popolazione, si applica la maggior parte del consumo di suolo

Prato e Napoli, nascono macrolotti, zone industriali, che raddoppiano la sua espansione.

Consumo di suolo: artificializzazione del suolo ad opera della costruzione di edilizia, ha conseguenze negative,

problematiche ambientali, tipo riduzione della biodiversità, (si diffondono meglio i virus dove c'è meno biodiversità),

alterazione del ciclo delle acque, (problemi di ricarica delle falde acquifere sotterranee, si crea siccità), e i grandi

impatti in termini di inquinamento del suolo, delle acque, e acustico.

●​ Lo scivolamento a valle o sulla costa degli insediamenti

Questo fenomeno riguarda soprattutto le zone collinari, lungo le valli c'erano insediamenti che erano legati a funzioni di

mercato e scambi di merci, si sviluppano insediamenti nel sottovalle spinti da crescita della popolazione e industriale,

lo sviluppo scivola nella prima valle libera che trova, lontano dal luogo di partenza

San miniato, si dava attenzione all’andamento del territorio fino a questa crescita improvvisa, nasce san miniato basso,

Inoltre si sviluppano a valle perché è qui che si trovano le grandi infrastrutture come strade e ferrovie

Questo si attua anche a orvieto e larciano o sulla costa versilia, più impattante,terminato lo spazio nelle colline viene

saturato lo spazio costiero di edibiliza

●​ La campagna urbanizzata

Riguarda un territorio particolare, che un sociologo di nome Bagnasco chiama la terza Italia, dove è molto sviluppata la

piccola e media impresa a livello familiare e si creano distretti industriali specializzati in un ambito specifico.

La crescita avviene in continuità con le strutture storiche, sorgono manufatti per industria a contatto con case familiari.

L’aperta campagna si trasforma in maniera radicale a seguito di:

- flussi migratori che lasciano le campagne per lavorare nelle città quindi una massiccia riduzione della popolazione

- l’eliminazione della mezzadria, viene abolita come forma contrattuale quindi sparisce coltura promiscua

- meccanizzazione dell’agricoltura e fine divisioni interne di lavorazione del campo, coltura più veloce e si espande

- fertilizzanti chimici, terreno fertile in tutte le stagioni senza bisogno di (tenere a maggese, pianto ortaggi e fertilizzano)

- nascita del mercato unico europeo, incentiva coltivazione

Questi fattori danno luogo a tre situazioni in base alla zona possiamo trovare:

-​ una trasformazione conservativa in poche zone ci sono pochi cambiamenti

-​ l’avvento della coltivazione specializzata, unica grande cultura equivalente in tutto il territorio

-​ paesaggi agricoli scompaiono tipo nei versanti liguri, per abbandono e rinaturalizzazione, Sia per

urbanizzazione/industrializzazione

- anni ’80 e ’90

1. Esaurita l’emigrazione verso Nord, si afferma mobilità di raggio interregionale o interprovinciale.

2. Cresce popolazione pendolare e i “city users” (usufruiscono di una città non in maniera regolare come i pendolari).

3. Questi modelli di mobilità danno vita (soprattutto al centro nord) a una geografia “reticolare” grandi città e da città

medie in rapporto con la loro “urbanizzazione diffusa” (centro nord era già storicamente organizzato in questo modo)

4. Si affermano luoghi del commercio come spazi di identificazione collettiva . Bonola, gigli, centri commerciali, luoghi

di incontro e socializzazione, sostituiscono la strada e la piazza con uno spazio privato, chiuso legato al consumo.

5. Anche i centri storici si “attrezzano”

1967 maggiormente in direzione della coniugazione tra consumo di beni e fruizione di spazio pubblico.

1980“città-vetrina”, oggetto di consumo commerciale, teatro di una vita edonistica, improntata dal consumismo

6. La casa diventa “bene di consumo” oggetto di una “personalizzazione” relativa alle tipologie, ai materiali, alle finiture

7. In certe parti l’esigenza di personalizzare l'abitazione si limita allo spazio interno della ca

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gaia.fanee di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi del territorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Butelli Elisa.
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