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GEOGRAFIA
LO SVILUPPO SOSTENIBILE
ANNO ACCADEMICO 2023/2024
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SAGGIO BREVE MODULO 1 – GEOGRAFIA
LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Prima di analizzare il concetto di sviluppo sostenibile, è necessario analizzare il concetto di
biodiversità. Il termine biodiversità deriva dall’inglese biodiversity, utilizzato per la prima volta nel
1986 come abbreviazione di biological diversity (diversità biologica). La biodiversità è la diversità
della vita in tutti i suoi aspetti diversi, è la varietà degli esseri viventi esistenti in natura. Essa è alla
base della vita sulla Terra e comprende tre livelli:
la varietà di comunità ed ecosistemi, al cui interno gli organismi vivono e si evolvono;
la varietà delle specie, che differisce fortemente da zona a zona;
la varietà genetica, all’interno della specie.
Gli ecosistemi più ricchi di biodiversità sono quelli delle foreste pluviali tropicali, delle paludi,
delle lagune e delle barriere coralline. Tutti questi organismi viventi sono importanti poiché svolgono
un ruolo fondamentale in diversi processi come la regolazione dei gas atmosferici, del clima e del
ciclo idrologico, la generazione e la conservazione di suoli fertili, l’assorbimento di sostanze
inquinanti. La biodiversità fornisce anche le risorse per l’agricoltura e, di conseguenza, rende
possibile la produzione di cibo. Inoltre, le risorse genetiche fornite dalla biodiversità sono di
fondamentale importanza per la salute umana, poiché da esse derivano molti medicinali prodotti dalle
industrie farmaceutiche.
Tuttavia, nonostante la sua funzione vitale, la biodiversità si sta sempre più riducendo a causa
delle attività umane, che alterano e distruggono gli habitat naturali. Infatti, dal momento della sua
comparsa sulla Terra, l’uomo ha cercato di adattare l’ambiente naturale alle sue esigenze. Queste
trasformazioni nel tempo hanno assunto dimensioni sempre più grandi e danni spesso irreversibili,
portando alla scomparsa di numerose specie giunte all’estinzione.
La situazione si è modificata in modo sempre più crescente e irreversibile in seguito alla
rivoluzione industriale: l’estensione degli insediamenti urbani, la crescita demografica, l’estensione
delle terre coltivate hanno portato ad intensificare lo sfruttamento delle risorse naturali. Una delle
conseguenze più preoccupanti di questo processo è sicuramente la deforestazione. L’ambiente
naturale è stato trasformato soprattutto nelle zone più densamente popolate e industrializzate,
soprattutto in Europa, negli Stati Uniti, nella parte sud-orientale dell’America meridionale, in Asia
meridionale e orientale. 2
Tuttavia, salvaguardare la biodiversità è necessario anche per la sopravvivenza della nostra
specie. Grazie alle conoscenze ecologiche, è ormai evidente che la rottura degli equilibri naturali può
portare a lungo andare anche alla scomparsa di quelle condizioni ambientali che permettono la
sopravvivenza dell’uomo. Dunque, è necessario proteggere le aree della Terra più ricche di
biodiversità, ma anche elaborare una legislazione internazionale a difesa dell’ambiente e modificare
lo stile di vita di ognuno di noi.
Per analizzare il concetto di sviluppo sostenibile è necessario partire dalla terminologia. Per
sviluppo si intende il miglioramento, il progresso, il cambiamento positivo verso una situazione che
è differente e preferibile rispetto a quella presente; per sostenibilità si intende l’idea di conservazione
e di mantenimento nel tempo delle condizioni esistenti. Di conseguenza, mettendo insieme questi due
termini che etimologicamente potrebbero creare un conflitto, il significato di sviluppo sostenibile
dovrebbe essere quello di migliorare la qualità della vita in modo duraturo.
Negli ultimi anni il concetto di sviluppo sostenibile è al centro della discussione tra economisti
ed ecologisti. L’idea di sviluppo sostenibile cominciò a diffondersi a partire dagli anni Settanta,
partendo dalla presa di coscienza che lo sviluppo legato solo alla crescita economica avrebbe portato
inevitabilmente al collasso dei sistemi naturali.
La storia dello sviluppo sostenibile è relativamente recente, affondando le sue radici nel 1972 con
la Conferenza delle Nazioni Unite Man and Environment, tenutasi a Stoccolma, in cui i capi di 110
delegazioni hanno approvato la Dichiarazione di Stoccolma sull’ambiente umano. Quella di
Stoccolma fu la prima conferenza internazionale su questi problemi e il problema ecologico fu
riconosciuto per la prima volta come un problema globale. Tuttavia, questa conferenza portò solo alla
formulazione di auspici e raccomandazioni e non ebbe dei veri e propri risultati concreti.
La prima definizione ufficiale di sviluppo sostenibile risale al 1987, anno della pubblicazione del
Rapporto Bruntland, elaborato della Word Commission on Environment and Develpment (WCED)
dell’ONU. In questo documento lo sviluppo sostenibile viene inteso come uno sviluppo che soddisfi
i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.
Secondo questa definizione, lo sviluppo sostenibile è una particolare forma di crescita in grado di
soddisfare le esigenze delle nostre società e di garantirne il benessere nel presente e nel futuro,
predisponendo le condizioni affinché lo sviluppo economico possa perdurare nel tempo e nel rispetto
dell’ambiente. 3
Un’altra tappa importante che ha permesso al concetto di sviluppo sostenibile di raggiungere la
sua legittimazione è stata la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e sullo Sviluppo, tenutasi
a Rio de Janeiro nel 1992 , in cui sono stati siglati cinque documenti di grande importanza:
la Dichiarazione di Rio de Janeiro su Ambiente e Sviluppo, che definisce i diritti, le
responsabilità e i doveri delle nazioni per ciò che riguarda lo sviluppo sostenibile;
la Dichiarazione di Principio sulle Foreste;
la Convenzione sui Cambiamenti Climatici;
la Convenzione sulla Biodiversità;
l’Agenda 21, dalla quale si evince come lo sviluppo sostenibile sia una prospettiva da
perseguire e che indica le linee guida di sviluppo a livello globale, nazionale e regionale per
il ventunesimo secolo.
Nel 2002 si è tenuto un altro incontro a Johannesburg, in Africa. Questo ha permesso di porre
l’attenzione sui problemi ambientali derivanti dal sottosviluppo e sui problemi dei paesi più poveri.
In questo incontro sono stati individuati temi ben precisi e di forte interesse globale come
cambiamenti climatici, energia pulita, conservazione e gestione delle risorse naturali, consumo e
produzione sostenibili, progetti di cooperazione ambientale tra i paesi in via di sviluppo e paesi
sviluppati.
Un’altra tappa è stata quella della Conferenza di Parigi nel 2015, che lascia ben sperare,
meglio dei precedenti incontri, in un progressivo risanamento del Pianeta. In generale, si può
affermare che negli ultimi anni le conferenze affrontano temi di fondamentale importanza come il
clima, l’effetto serra, il riscaldamento globale.
Lo sviluppo non è una semplice crescita, ma un miglioramento della qualità della vita. Di
conseguenza, è la risultante di diverse componenti economiche, sociali ed ambientali. Con il passare
del tempo al concetto di sviluppo sostenibile è stato associato un sistema di obiettivi:
integrità dell’ecosistema, ossia la salvaguardia degli ecosistemi, della diversità biologica e
della tutela degli aspetti estetici e culturali che definiscono la qualità ambientale;
efficienza economica, ossia un sistema economico in grado di garantire il massimo della
produzione e dei consumi compatibili con gli equilibri ecologici, in maniera tale da mantenere
le potenzialità nel tempo;
equità sociale, che si divide in: equità intra-generazionale, ossia quella all’interno di ogni
comunità umana in un determinato periodo storico, per cui tutti i popoli della Terra hanno
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