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LABORATORIO DI MICROBIOLOGIA
3. Differenze fra preparato a fresco e preparato colorato
Nel preparato a fresco il campione non subisce alcuna modifica, il
campione viene posto direttamente sul vetrino dove è stata
precedentemente posta una goccia di acqua, questa metodica permette
di osservare le cellule nella loro dimensione e forma originale; nel
preparato colorato, invece, attraverso le varie fasi di colorazione, si riesce
a mettere maggiormente in evidenza le diverse cellule, aumentando il
contrasto tra esse e l’ambiente in cui sono immerse.
4. Cos’è e a cosa serve il “vetrino a goccia pendente”?
È un particolare vetrino cavo al centro, utilizzato nei preparati a fresco a
goccia pendente in alternativa al metodo per schiacciamento.
5. Quale test può essere usato in alternativa della colorazione di gram?
Il test dell’ossidasi (per verificare la presenza del citocromo-c ossidasi,
enzima presente in molti batteri), e il test della catalasi (per verificare la
presenza dell'enzima catalasi, presente in gran parte dei batteri aerobici).
“Quantificazione dei batteri tramite coltura”
In questa simulazione si osservano le tecniche per la ricerca di nuovi
composti germicidi per combattere ceppi di batteri resistenti agli
antibiotici, e le successive tecniche per contare il numero di batteri
viventi in una soluzione. La prima fase prevede l’utilizzo del campione
estratto da un fungo che viene fatto agire su cellule di E. coli. Dopo una
notte di incubazione si è osservato come la provetta di controllo si
presenta offuscata per la proliferazione del batterio, mentre la provetta
col composto fungino ha rallentato tale proliferazione. Per stabilire
l’efficacia del composto fungino è stato necessario quantificare il numero
di cellule batteriche viventi. Per far ciò, si preparano due piastre, una di
controllo e una sperimentale. Dopo l’incubazione ogni cellula batterica
sulla piastra di agar si moltiplica in milioni di cellule, creando delle colonie
visibili ad occhio nudo. Dal numero di colonie è possibile dedurre quanti
batteri ci sono in tutto il campione attraverso la formula (num. di colonie /
volume utilizzato per spalmare = ….cfu/mL) dove CFU è unità formanti
colonie, da cui è possibile dedurre le cellule batteriche vitali presenti
inizialmente nella provetta. A questo punto si procede con la conta delle
cellule batteriche nel campione di controllo. In questo caso è stato
necessario effettuare una serie di diluizioni per diminuire la
concentrazione finché non è stato possibile contare le colonie su una delle
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piastre di agar. Dai conteggi è emerso che il fungo rallenta la crescita
batterica. Per verificare l’efficacia germicida del composto è stato
necessario creare ulteriori campioni con diluizione seriale ogni 24 ore.
Dall’osservazione dei risultati ogni 24, 48, 72 e 96 ore di incubazione, si è
dedotto che il fungo compie sui batteri un’azione batteriostatica, cioè ne
rallenta la crescita ma non li uccide.
“Controllo della crescita microbica: esplora la decontaminazione e la
tossicità selettiva”
La simulazione in esame descrive le tecniche di decontaminazione
disponibili in un laboratorio e il test di suscettibilità ai farmaci
antimicrobici attraverso un test di diffusione su disco.
Partendo dalla richiesta della dentista Giulia, che, a seguito della cura di
uno dei suoi pazienti da una brutta infezione dentale, chiede l’intervento
del laboratorio per comprendere le cause della recidiva dell’infezione. Il
paziente, infatti, era stato curato nel 2019 da un forte ascesso con la
Penicillina,
prescrizione di che sembrava far effetto fino al ripresentarsi
dell’infezione. La richiesta della dentista riguarda sia la decontaminazione
della sonda e della bacinella utilizzata per il paziente infetto, oltre ad
indagare sulle cause di tale infezione.
La prima fase della simulazione riguarda le tecniche di decontaminazione.
classificazione di Spaulding,
Grazie alla che suddivide gli strumenti in tre
categorie in base al rischio di infezione che il loro utilizzo comporta, nello
critici
specifico in (per es. forcipi bisturi, strumenti introdotti in tessuti
normalmente sterili o nel sistema vascolare che necessitano di essere
semicritici
sterilizzati usando il vapore o altro metodo alternativo), (per
es. endoscopi e speculum, specchietti dentali, strumenti che vanno a
contatto con pelle o mucose integre, devono essere sottoposti a
sterilizzazione con vapore o come minimo a disinfezione ad alto livello)
non critici (per es. stetoscopio, padella e stampelle, strumenti che
entrano a contatto con la sola cute integra e non con le mucose,
richiedono una disinfezione di basso livello), è stato possibile classificare
la sonda e la bacinella come oggetti semicritici.
Partendo dalla rimozione dello sporco e dei detriti attraverso un lavaggio
con detergente, si passa all’inserimento degli strumenti nell’autoclave,
all’interno di un sacchetto di sterilizzazione con indicatore. Tale macchina
utilizza le alte temperature, il vapore e la pressione, creando un ambiente
dove microrganismi, spore e proteine prioniche vengono distrutti.
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A questo punto della simulazione, si è passato ad indagare sul campione
estratto dal paziente infetto.
La prima fase riguarda i risultati dei test del 2019 (ABG e E-test). Dal test
ABG si deduce che i batteri erano sensibili a tre diversi agenti, ciò è
evidente dalla presenza delle “aree di inibizione” uno spazio intorno a un
disco impregnato di antibiotico dove i batteri sensibili non possono
crescere. Maggiore è l’area, più efficace è l’azione antimicrobica. Dal test
dell’epsilometria, invece, è stato possibile definire a che concentrazione
un farmaco diventa efficace (MIC concentrazione minima inibitoria).
L’interpretazione dei dati ha confermato la scelta dell’utilizzo della
penicillina nel caso in esame.
A questo si è passati ad analizzare il nuovo campione, utilizzando la
tecnica di antibiogramma chiamata metodo di diffusione in agar. Si usano
dei dischi filtranti impregnati di agenti chimici per indagare quanto i
batteri siano sensibili alla penicillina.
Dopo aver aggiunto la coltura alla piastra di agar sangue (piastra
contenente sangue di pecora) utilizzando un’ansa da inoculo per
distribuire uniformemente la coltura sulla piastra, abbiamo preparato un
disco di controllo negativo, un disco di controllo positivo con l’ipoclorito e
un disco con la penicillina. In contemporanea sono stati preparati altri
dischi con la coltura batterica del 2019, cosi da verificare gli effetti tra le
due colture.
Dall’analisi dei risultati, che mostra come la penicillina non abbia
dimostrato efficacia nell’ultimo campione del paziente, e quindi i batteri
sono in grado di esprimere un enzima in grado di inattivare la penicillina
prima che essa possa legarsi alla transpeptidasi della parete cellulare,
diversamente da quanto emerso sul campione del 2019, ciò ha portato a
dedurre che alcune cellule della vecchia infezione hanno sviluppato
resistenza alla penicillina e non sono state eliminate dalla cura
precedente, causando la nuova infezione.
A questo punto si è scelto di utilizzare altri due agenti, strutturalmente
diversi dalla penicillina e che esercitano la loro azione con mezzi
differenti. Metronidazolo,
Il primo agente è il che attacca il DNA delle cellule
Clindamicina
microbiche, mentre il secondo agente è la che colpisce il
ribosoma.
Infine, dopo aver restituito gli strumenti decontaminati, si è discusso con
la dentista Giulia dei risultati dei test, proponendo per la paziente, inoltre,
l’utilizzo della clorexidina, un antisettico efficace come collutorio al 0,2 %.