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UMDNS)
La persistenza nell'uso del codice CIVAB, nonostante il suo abbandono nel
2010, è influenzata da vari fattori che spiegano la resistenza delle strutture
ospedaliere e delle società di servizi nel passare a codifiche più moderne come
CND, GMDN o UMDNS. Uno dei motivi principali è la familiarità degli operatori
con il codice CIVAB. Cambiare sistema significherebbe investire tempo e risorse
considerevoli nella formazione del personale, che dovrebbe apprendere una
nuova codifica. Questo cambiamento potrebbe comportare un rallentamento
dell'efficienza operativa durante il periodo di transizione.
Inoltre, il passaggio a una nuova codifica richiederebbe investimenti
significativi, non solo per la formazione, ma anche per l'aggiornamento dei
sistemi informatici e dei processi amministrativi. Molte strutture, specialmente
quelle con risorse limitate, trovano che questi costi siano proibitivi. La gestione
dei dati storici è un altro fattore determinante. Le strutture che hanno utilizzato
il codice CIVAB per un lungo periodo dispongono di una grande quantità di dati
codificati con questo sistema. Trasferire questi dati a una nuova codifica
richiederebbe una pianificazione meticolosa e potrebbe non essere pratico,
compromettendo l'analisi delle tendenze, la manutenzione predittiva e la
conformità normativa.
La continuità operativa è essenziale per queste strutture. Cambiare sistema
può interrompere la continuità dei servizi, e garantire una transizione senza
intoppi rappresenta una sfida significativa. Infine, esiste una naturale
resistenza al cambiamento. Le strutture possono percepire il cambiamento
come un rischio e preferiscono mantenere un sistema conosciuto e
funzionante, piuttosto che avventurarsi in uno nuovo e incerto.
39) Nell’anno 2001, un ingegnere, appena nominato responsabile di
un SIC di nuova istituzione, nel corso della ricognizione del parco
macchine dell’ospedale, constatò che in un reparto era in uso un
dispositivo, di tecnologia non particolarmente complessa, privo di
marcatura CE. Riuscì ad appurare che (a) ciò era dovuto al fatto che il
dispositivo era stato acquistato e messo in uso prima che tale
marcatura fosse resa obbligatoria (giugno 1996) e (b) il dispositivo
era dotato delle certificazioni di conformità in uso in precedenza (CEI
e IMQ).
Come vi sareste comportati nei panni di quell’ingegnere? Quali
elementi avreste preso in considerazione per decidere se consentire o
meno di continuare a usare il dispositivo in questione? Che decisioni
avreste preso di conseguenza?
Se mi trovassi nei panni di quell'ingegnere, innanzitutto, valuterei
attentamente diversi fattori per decidere se continuare a utilizzare il
dispositivo. Considererei l'età del dispositivo, lo stato attuale delle sue
condizioni operative, la frequenza e la gravità di eventuali guasti o problemi
riscontrati nel tempo, e la disponibilità di pezzi di ricambio. Verificherei anche
se il dispositivo soddisfa ancora le esigenze cliniche per cui viene utilizzato e se
esistono alternative più moderne e sicure sul mercato.
Inoltre, mi assicurerei che il dispositivo continui a rispettare gli standard di
sicurezza e di performance clinica, nonostante la mancanza della marcatura
CE. Questo include un'analisi dettagliata delle certificazioni CEI e IMQ già in
possesso, assicurandomi che queste attestino adeguatamente la sicurezza e
l'affidabilità del dispositivo. Se necessario, richiederei ulteriori verifiche da
parte di esperti indipendenti per confermare che il dispositivo non rappresenti
alcun rischio per i pazienti e il personale medico.
Valuterei anche l'impatto di mantenere in uso un dispositivo privo di marcatura
CE in termini di conformità alle normative attuali e di responsabilità legali. Se il
dispositivo dovesse mai essere coinvolto in un incidente o in un
malfunzionamento grave, l'assenza della marcatura CE potrebbe complicare le
questioni legali e assicurative.
Alla luce di queste considerazioni, se il dispositivo risultasse ancora sicuro e
adeguato per l'uso clinico, e se non esistessero alternative migliori che
giustifichino la sua sostituzione, potrei decidere di continuare a utilizzarlo
temporaneamente, ma con un piano di monitoraggio rigoroso. Questo
includerebbe controlli periodici di manutenzione, verifiche regolari delle
performance e la preparazione di un piano di sostituzione a lungo termine.
D'altra parte, se emergessero dubbi significativi sulla sicurezza o sull'efficacia
del dispositivo, oppure se le certificazioni attuali non fossero sufficienti a
garantire la conformità agli standard moderni, opterei per la sua sostituzione
immediata con un dispositivo conforme alle normative vigenti e dotato di
marcatura CE. La priorità sarebbe sempre quella di garantire la massima
sicurezza per i pazienti e il personale medico, evitando rischi inutili e
assicurando che tutti i dispositivi in uso nell'ospedale rispettino gli standard di
qualità e sicurezza più recenti.
40) Illustrare sinteticamente le principali differenze tra i vari sistemi
di codifica/nomenclatura usati nel settore dei dispositivi medici:
codice CIVAB, CND, GMND, UMDNS-ECRI, sia riguardo alla struttura del
sistema di codifica, sia riguardo all’uso del codice stesso.
Il CIVAB (Centro Informazione e Valutazione Apparecchiature
Biomediche), un codice alfanumerico di 8 caratteri, è stato sviluppato negli
anni '80 in Italia. I primi tre caratteri del codice rappresentano la classe di
tecnologia, i successivi tre la ditta produttrice e gli ultimi due il modello del
dispositivo. Sebbene fosse utile nel suo contesto originario, il progetto è stato
interrotto nel 2010 e non è stato più aggiornato, limitando la sua utilità nel
contesto delle tecnologie mediche moderne.
Il CND (Classificazione Nazionale Dispositivi Medici) è specifico per l'Italia
e si basa su un'aggregazione per categorie di dispositivi destinati a effettuare
un intervento diagnostico o terapeutico simile. La struttura del CND è ad albero
gerarchico multilivello, composta da categorie, gruppi e tipologie. Il codice CND
inizia con una lettera che indica la categoria (22 categorie possibili), seguita da
due cifre che indicano il gruppo (145 gruppi possibili) e altre due cifre che
indicano la tipologia. Questo sistema facilita l'organizzazione e la gestione dei
dispositivi medici a livello nazionale, assicurando che siano classificati in modo
preciso e coerente.
Il GMDN (Global Medical Device Nomenclature) è anch'esso distribuito da
un ente no profit ma è disponibile gratuitamente per usi non commerciali.
Come l'UMDNS, il GMDN fornisce una nomenclatura standardizzata a livello
internazionale, aggiornata per riflettere le innovazioni tecnologiche e le
evoluzioni normative. Questo sistema è ampiamente utilizzato per la
registrazione e la sorveglianza dei dispositivi medici.
Il sistema UMDNS (Universal Medical Device Nomenclature System) è
distribuito da un ente no profit e disponibile su abbonamento. Questo sistema
di codifica internazionale offre una classificazione dettagliata e aggiornata
regolarmente, facilitando la comunicazione globale e la gestione delle
informazioni sui dispositivi medici.
41) Il vostro Direttore Sanitario è preoccupato del fatto che la norma
CEI 64-8/710 non richieda la presenza dell’interruttore differenziale a
protezione degli impianti alimentati da IT-M. Egli vorrebbe, d’accordo
con il Direttore Amministrativo, che essi venissero invece installati
“per una maggiore sicurezza”, cosi dice.
Spiegategli le ragioni di questa scelta normativa e dimostrategli con
dati quantitativi che la sicurezza dell’impianto elettrico di un locale di
gruppo 2 a norma è comunque garantita, come se fosse installato un
salvavita, o anche meglio.
Un locale di Gruppo 2, dal punto di vista elettrico, include un sistema IT-M,
alimentato da un trasformatore di isolamento e dotato di un dispositivo di
controllo permanente dell'isolamento. La preoccupazione del Direttore Sanitario
riguarda la mancanza di interruttori differenziali, come richiesto dalla norma
CEI 64-8/710. Tuttavia, è importante capire che la norma specifica che
l'adozione di un sistema IT-M, alimentato da un trasformatore di isolamento,
fornisce una protezione equivalente e, in alcuni aspetti, superiore rispetto
all'uso di interruttori differenziali.
Il sistema IT-M, infatti, è progettato per garantire un alto livello di sicurezza
elettrica. Quando il dispositivo di controllo permanente dell'isolamento rileva
un'impedenza inferiore ai 50 kOhm, interviene per segnalare l'evento e, se
necessario, per interrompere l'alimentazione. Questo meccanismo di controllo
continuo dell'isolamento è estremamente sensibile e può rilevare problemi che
un interruttore differenziale standard potrebbe non individuare.
Inoltre, il sistema IT-M include un gruppo di continuità che garantisce che, in
caso di guasto, l'alimentazione possa essere commutata su una linea di riserva
senza interruzioni, assicurando la continuità del servizio, fondamentale in
ambienti critici come quelli di un locale di Gruppo 2. Questa continuità
operativa è essenziale per la sicurezza dei pazienti e per l'efficacia delle
procedure mediche.
Dal punto di vista quantitativo, studi e dati raccolti nel corso degli anni
dimostrano che il sistema IT-M riduce significativamente il rischio di scosse
elettriche e malfunzionamenti rispetto ai sistemi che richiedono interruttori
differenziali. I dati mostrano una diminuzione degli incidenti elettrici grazie al
monitoraggio continuo dell'isolamento e alla capacità di rilevare guasti prima
che possano diventare pericolosi.
La richiesta del Direttore Sanitario di installare interruttori differenziali, pur
essendo motivata da una preoccupazione per la sicurezza, non tiene conto che
il sistema IT-M è stato specificamente progettato per fornire una protezione
equivalente o superiore. L'adozione di interruttori differenziali su un sistema già
protetto da IT-M potrebbe essere ridondante e non apportare benefici aggiuntivi
in termini di sicurezza, ma anzi complicare il sistema elettrico e aumentare i
costi di manutenzione.
42) Dovendo, come ingegnere clinico, predisporre le linee guida, ad
uso del personale che la utilizza, per la manutenzione di primo livello
di una data apparecchiatura, come vi comportereste? A chi o che cosa
fareste riferimento? Quale documentazione consultereste? Come
formulereste le vostre linee guida e come le rendereste note al
personale? Che iniziative prendereste e su quali argomenti puntereste
per garantire e, se necessario, aumentare i