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Il metano e il suo impatto sull'ambiente
Inoltre le molecole di metano hanno un periodo di vita di permanenza in atmosfera solo di qualchedecennio (al contrario di alcuni secoli per il biossido di carbonio).
I pozzi del metano sono:
- Reazione con radicali ossidrile, OH, prima tappa di una serie di reazioni che trasformano il metano (90% dell'eliminazione del gas) in CO e quindi CO2
- Reazione con il terreno
- Perdita verso la stratosfera
Le fonti di emissione del metano sono:
- Decomposizione anaerobica di materiale vegetale
- Allevamenti di ruminanti
- Decomposizione della materia organica presente nei rifiuti
- Perdite dei gasdotti
- Combustione di biomassa
- Estrazione di carbone
Che cosa si intende per tempo di permanenza in atmosfera di una sostanza?
Il tempo di residenza o di permanenza di un gas in atmosfera corrisponde al tempo per cui le sue molecole esistono nell'aria prima che il gas stesso sia rimosso.
Come si comporta l'ozono?
L'ozono è un gas naturale presente in atmosfera.
capace di assorbire la radiazione IR nella regione di lunghezze d'onda della radiazione infrarossa che non viene assorbita dai principali gas serra (CO2, H2O, CH4), compresa tra 8 e 13 μm. La sua permanenza nella troposfera è comunque limitata. La presenza di ozono nella troposfera è prevalentemente legata ad attività antropiche. Corso di Laurea: INGEGNERIA CIVILE Insegnamento: CHIMICA AMBIENTALE Lezione n°: 25/S1 Titolo: Approfondimento Attività n°: 1 Effettuare una ricerca per individuare quale paese ha una maggiore penetrazione di fonti rinnovabili nel mix produttivo dell'energia elettrica. Preparare un breve report (max 2 pagine) con i dati e le fonti ed inviarlo al docente tramite ePortfolio. L'Islanda è la nazione con la quota maggiore di energia prodotta da fonti rinnovabili al mondo. La produzione di energia da fonti rinnovabili in Islanda è uno dei punti di forza del paese. L'Islanda si èpostal'obiettivo di produrre il 100% della sua energia elettrica da fonti rinnovabili e sembra che sia già riuscita a raggiungerlo. Secondo i dati forniti dall'Ufficio delle Statistiche Islandese (https://statice.is/statistics/environment/energy/production-and-consumption/), nel 2020 l'Islanda ha prodotto l'89,2% dell'energia elettrica da fonti idroelettriche e il restante 10,8% da fonti geotermiche, raggiungendo così la quota del 100% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Pertanto l'Islanda si attesta tra i leader nella produzione di energia rinnovabile e sta diventando un modello globale nel settore delle energie rinnovabili e dell'indipendenza energetica. Come evidente dai dati OCSE (https://data.oecd.org/energy/renewable-energy.htm#indicator-chart), l'Islanda riveste un ruolo di primaria importanza in termini di capacità di gestire i propri fabbisogni energetici sfruttando le fonti rinnovabili. L'Islanda èanche una delle nazioni più avanzate nella produzione di energia geotermica. Il paese si trova in una zona di grande attività geotermica, con vulcani, fumarole e sorgenti termali, a causa della sua posizione su una dorsale oceanica, il che rende la produzione di energia geotermica estremamente vantaggiosa. La produzione di energia geotermica avviene attraverso il riscaldamento dell'acqua geotermica ad alte temperature, la quale viene utilizzata per alimentare le centrali termiche. L'energia geotermica necessita della perforazione di pozzi geotermici. L'acqua calda o il vapore che fuoriescono dai pozzi sono utilizzati per far girare le turbine e produrre energia elettrica. L'Islanda ha una grande capacità di perforazione, con oltre 600 pozzi geotermici in funzione, che hanno permesso di coprire gran parte del fabbisogno energetico del paese. Secondo i dati dell'International Energy Agency (IEA) (https://www.iea.org/data-and-statistics/data-product/world-energy-balances),nel 2020 l'Islanda ha prodotto il 67% della sua energia elettrica da fonti geotermiche, che rappresentano il 22,5% della produzione geotermica totale mondiale. L'energia geotermica ha anche altri vantaggi, come la bassa emissione di gas serra rispetto ai combustibili fossili, che contribuisce alla lotta contro il cambiamento climatico. Inoltre, l'Islanda ha sviluppato un sistema di riscaldamento urbano basato sull'energia geotermica, che consente di fornire calore alle case e alle aziende in modo efficiente e a basso costo. L'energia idroelettrica è la fonte rinnovabile più importante in Islanda e rappresenta la maggior parte della produzione di energia elettrica del paese. L'isola ha una grande quantità di fiumi e cascate, che forniscono una fonte stabile di energia idroelettrica. Secondo l'International Hydropower Association (IHA) (https://www.hydropower.org/country-profiles/iceland), il potenziale teorico dell'energia idroelettrica in Islanda è di circa 30 TWh all'anno.l'energia idroelettrica in Islanda è stata di circa 16.000 GWh/anno. Attualmente, ci sono 16 centrali idroelettriche in Islanda, con una capacità totale di circa 1.900 MW. La maggior parte di queste centrali si trovano nelle regioni sud e ovest dell'isola, dove i fiumi hanno un flusso costante e le cascate sono più alte. La centrale idroelettrica più grande dell'Islanda è la Kárahnjúkastífla, situata nell'est del paese, che ha una capacità di 690 MW. Questa centrale, inaugurata nel 2009, è alimentata dall'acqua del ghiacciaio Vatnajökull e fornisce energia elettrica all'industria di alluminio di Alcoa a Reyðarfjörður. Secondo il Landsvirkjun, l'azienda islandese che gestisce gran parte delle centrali idroelettriche del paese, l'energia idroelettrica rappresenta circa il 75% della produzione di energia elettrica dell'Islanda. Nel 2020,l'energia idroelettrica ha prodotto circa 12,3 TWh di energia elettrica, mentre la produzione totale di energia elettrica nel paese è stata di circa 16,4 TWh. Un altro vantaggio dell'energia idroelettrica in Islanda è che può essere facilmente integrata con altre fonti rinnovabili come l'energia geotermica e l'energia eolica, poiché il flusso dell'acqua può essere regolato per compensare le variazioni di produzione da altre fonti. Inoltre, l'energia idroelettrica può essere utilizzata per fornire energia di backup in caso di interruzioni della produzione da altre fonti.
L'energia idroelettrica è la fonte principale di energia rinnovabile prodotta in Islanda. L'energia idroelettrica viene prodotta utilizzando l'acqua dei fiumi e dei laghi dell'Islanda, grazie alla presenza di numerose cascate e torrenti. Il paese ha sviluppato numerose centrali idroelettriche che, insieme, producono
L'energia necessaria per soddisfare gran parte del fabbisogno energetico del paese. L'Islanda sta anche cercando di sviluppare tecnologie innovative per aumentare ulteriormente la produzione di energia da fonti rinnovabili. Una delle tecnologie che sta attualmente testando è l'energia eolica. L'Islanda ha un potenziale enorme per la produzione di energia eolica a causa della sua posizione geografica ventosa. Secondo l'International Energy Agency, nel 2020 l'Islanda ha prodotto il 4,4% della sua energia elettrica da fonti eoliche, corrispondenti a circa 130 GWh di energia elettrica (https://www.iea.org/reports/renewables-2020). Attualmente, l'Islanda ha una capacità installata di energia eolica di circa 23 MW, che rappresenta solo una piccola frazione della capacità totale di produzione di energia elettrica del paese. Tuttavia, negli ultimi anni, il governo islandese ha sviluppato un piano per aumentare la capacità eolica installata,
Con l'obiettivo di aumentare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (fonte; fonte). Inoltre, l'energia eolica in Islanda potrebbe rappresentare un'alternativa interessante per la produzione di energia elettrica nelle zone rurali dell'isola, dove non sono presenti altre fonti di energia rinnovabile, come l'energia idroelettrica o geotermica. Un'altra opportunità per l'energia eolica in Islanda potrebbe essere rappresentata dall'utilizzo di aerogeneratori offshore.
L'Islanda sta lavorando per diventare un esportatore di energia rinnovabile. Uno dei progetti più interessanti in questo senso è quello denominato "IceLink" che si propone di realizzare un collegamento tra l'Islanda e il Regno Unito per lo scambio di corrente elettrica, derivata da fonti rinnovabili.
Questa iniziativa, chiamata IceLink, potrebbe fornire un'importante fonte di energia pulita per l'Europa, riducendo la dipendenza dalle fonti fossili e aumentando la sicurezza energetica.
Corso di Laurea: INGEGNERIA CIVILE
Insegnamento: CHIMICA AMBIENTALE
Lezione n°: 35/S3
Titolo: Decomposizione materia organica
Attività n°: 11. Come si definisce il BOD?
Il BOD è la capacità della materia organica e biologica presente in un campione di acqua naturale a consumare ossigeno con un processo catalizzato dai batteri presenti. Rappresenta la quantità di ossigeno, espressa in milligrammi, necessaria ad ossidare la materia organica presente in 1 litro d'acqua. È una misura dell'inquinamento di natura organica.
2. Come si definisce il COD?
Il COD rappresenta la quantità di ossigeno, espressa in milligrammi, consumata per l'ossidazione in condizioni ben definite delle sostanze riducenti contenute in 1 litro di acqua inquinata.
L'ossigeno direttamente per72-In questo caso si usa lo ione dicromato (Cr O calcolare il COD.
2Come si comporta l'acqua nei confronti della materia organica e perché?
3. L'ossigeno in acqua ossida il materiale organico di natura biologica (es. piante morte e deiezioni animali). 4+ 3-NH , e dello ione ammonio, NH , (sostanze derivanti da attività biologica) a ione nitrato(NO ).
3L'acqua dei fiumi viene continuamente aerata durante lo scorrimento, mentre invece le acque stagnanti o profonde sono in genere quasi prive di ossigeno, a causa della sua reazione con la materia organica e per l'assenza di meccanismi di rifornimento rapido, essendo il processo di diffusione un processo molto lento.
La materia organica disciolta nell'acqua può andare incontro a decomposizione in condizioni anaerobiche (in assenza di ossigeno) solo in presenza di
batteri appropriati. Sono condizioni presenti in acque stagnanti come paludi o i