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RESTITUZIONE
SCIVOLO
CANALE
FUGATORE
Figura 34: Schema dell’opera
Negli anni ’80 il bacino sotteso alla diga, individuato mediante un’analisi delle curve di livello,
aveva circa la stessa forma e la stessa area (257 km2) rispetto a quello determinato
attraverso il software Q-Gis (259,11 km2). 53
Figura 35: Invaso ipotetico elaborando il DEM con risoluzione di 2 metri
Figura 36: Vista tridimensionale del bacino, con riferimenti all’invaso alla massima quota di regolazione e la rete idrografica trovata
tramite elaborazione in ambiente GIS
Mediante diverse simulazioni in ambiente GIS è stato possibile determinare le curve tiranti-
volumi per confrontarle con quelle elaborate
in fase di progetto dell’opera. 54
È emersa una sostanziale differenza (circa 5 milioni di m3) tra il volume invasato previsto alla
quota massima del serbatoio. Nel tempo si sarebbe pertanto passati dai 35 106 3 previsti a
circa 30.31 106 3. A causa di numerosi fenomeni erosivi e di deposito il materiale
trasportato dalle piene si è sedimentato a monte della diga, che si è comportata da
sbarramento. L’interrimento del bacino di invaso ha limitato di circa il 15% il volume
invasabile previsto in fase di progetto. Suddividendo questi 5 106 3 sulla ipotetica
superficie coperta dal massimo invaso: in 35 anni il contributo della sedimentazione è stato di
un innalzamento del tirante di 1,5 m (circa 5 cm/anno).
Figura 37: Vista attuale dell’alveo del fiume Pietrarossa: appare ben visibile la grande presenza di materiale sedimentato
trasportato dalle piene. 55
Lo Scarico di superficie
Questo organo deve consentire lo sfioro totale della di progetto valutata con tempo di
ritorno di 2000 anni.
Lo scarico di superficie è costituito da:
• una soglia sfiorante che si sviluppa planimetricamente a forma di U; la zona interna è
configurata come una grossa vasca che «accoglie» l’intera portata sfiorata;
• un canale fugatore avente sezione rettangolare, seguito da uno scivolo
• un bacino di dissipazione, di sezione rettangolare, con fondo ribassato, posto subito a valle
dello scivolo;
• un canale di restituzione all’alveo naturale, di sezione trapezia.
Portata di progetto
Dai risultati ottenuti nell’esercitazione 3, mediante il metodo proposto dall’SCS, a partire dalle
piogge di progetto identificate a mezzo delle curve IDF e delle caratteristiche del bacino,
abbiamo determinato la portata di progetto bimillenaria. L’aggiornamento dei dati
pluviometrici ha portato a un aumento della portata critica valutata in fase di progetto da
= 2210 3/ a = 2405 3/. Tale portata non tiene conto dei possibili effetti
indotti dai cambiamenti climatici. In letteratura esistono diversi metodi per tenere conto di
tali effetti in fase di progettazione. In uno studio condotto da CIMA insieme alle Università di
Palermo e di New Castle (Forestieri et al. 2018), sono state analizzate le possibili variazioni
degli eventi estremi di precipitazione come conseguenza del surriscaldamento globale per il
territorio Siciliano. In particolare, lo studio propone una valutazione dei cambiamenti nelle
precipitazioni estreme a scala oraria per l’intera regione e l’aggiornamento delle curve ADF
per le due città di Palermo e Catania. Lo studio è stato condotto usando gli output di 11
Modelli Climatici Regionali (RCM) forniti dal Coordinated Regional Climate Downscaling
Experiment for Europe (EURO-CORDEX) ad una scala spaziale di circa 12km, nel perioo
storico e per 2 orizzonti futuri secondo uno scenario Representative Concentration Pathways
8.5 (rcp 8.5). Tale scenario viene chiamato anche «business as usual”, poiché considera che le
emissioni continuino ad aumentare per tutto il XXI secolo. Forestieri et al. (2018) nel loro
lavoro hanno fornito una nuova regionalizzazione delle precipitazioni, identificando delle aree
climatiche statisticamente omogenee. Il bacino di Pietrarossa ricade nella zona CS. 56
Figura 38
Poiché in questa esercitazione siamo interessati a determinare la variazione della
precipitazione di progetto dovuta ai cambiamenti climatici, andremo a confrontare le curve
ADF ottenuti da Forestieri et al. (2018) per la città di Catania con quelle determinate per il
bacino di Pietrarossa. Figura 39 57
Figura 40: Curve altezza-durata-frequenza tempo di ritorno di 100 anni derivate dai dati storici (linea nera continua) e dagli output
del Modello Climatico Regionale (RCM) scalate (box plot) per l'orizzonte futuro 2005-2050 e 2050-2100. Le linee tratteggiate
rappresentano la mediana dell'insieme degli RCM, mentre le aree sfumate gradualmente in grigio delimitano gli intervalli dei periodi
di ritorno (cioè T5, T10, T50, T100, T500) corrispondenti alle curve attuali ADF. Infine, i numeri percentuali indicano gli aumenti
relativi rispetto all'insieme degli RCM per le diverse durate.
Da un confronto con i valori delle DDF storiche da noi ottenute sul bacino di Pietrarossa, è
emerso che le DDF storiche calcolate dagli autori per Catania sono assolutamente comparabili
(Catania, infatti, ricade nella zona CS della regionalizzazione). Confrontando la curva HDAF
relativa a 100 anni di tempo di ritorno e i valori storici della stazione di Catania riportati in
Tabella, le differenze sono minime. Assumendo che tali variazioni si mantengano costanti
anche per tempi di ritorno maggiori (2000 anni) e scegliendo la percentuale più critica
(periodo 2050-2100), possiamo considerare che sul nostro bacino con tempo di corrivazione
di 8.15h il cambiamento della forzante di progetto sia compreso tra 61.91% (6h) e 63.36%
(12h). Se ipotizziamo una percentuale del 62%, la portata critica per il dimensionamento
dello sfioratore (calcolata ripetendo l’intera esercitazione 2) sarà di 4392.6 3/ (più del
doppio di quella calcolata con il solo utilizzo dei dati storici.
Scarico di superficie
Per il calcolo della lunghezza dello scarico di superficie possediamo dunque i seguenti dati:
Portata bimillenaria 4392.551 m3/s
Tempo di corrivazione 8.15 h 3
Nel progetto originario la portata bimillenaria di progetto era pari a = 2210 / alla
quale corrispondeva una lunghezza dello scarico di superficie di 224 . 58
Figura 41
quota di minima regolazione 180 m s.l.m.
quota di massima regolazione 188.35 m s.l.m.
quota di massimo invaso 191 m s.l.m.
coronamento 196.5 m s.l.m.
battente massimo sullo sfioratore 2.65 m
coefficiente di efflusso 0.485
La lunghezza dello scarico di superficie, considerando l'incremento della portata bimillenaria
rispetto a quella considerata in fase di progetto può essere calcolato invertendo la legge di
efflusso.
Soglia sfiorante
In questa esercitazione ci occupiamo del dimensionamento della soglia sfiorante. Essa si
sviluppa planimetricamente a forma di V; la zona interna è configurata come una grossa vasca
che «accoglie» l’intera portata sfiorata; Per il calcolo della soglia sfiorante si utilizza la
relazione alle differenze finite:
dove: 59
• è la portata affluente, rilevabile dall’idrogramma di piena (Es.3);
• è la portata sfiorante;
• Ω è l’area dello specchio d’acqua;
• ℎ è l’altezza dello specchio liquido sopra la quota del ciglio sfiorante;
• è il generico intervallo di tempo (mezz’ora).
È necessario precisare che l’area dello specchio d’acqua varia con l’altezza del tirante idrico
sulla soglia e deve essere ricavata dalla «curva delle aree». La portata sfiorante è data
dall’espressione dello stramazzo. Volume
Area
Altezza 6
6 [10
[10
191 3.76905 37.395
190 3.53279 33.748
189 3.33983 30.313 188.35 3.1961
188 3.11871 27.082
187 2.90205 24.077
186 2.74375 21.254
185 2.59022 18.586
184 2.43534 16.08
183 2.29933 13.712
182 2.15397 11.486
181 2.01741 9.4026
180 1.90064 7.4417
179 1.7786 5.6028
178 1.54897 3.935
177 1.28572 2.5268
176 0.93054 1.3971
175 0.55438 0.6559
174 0.31317 0.2216
173 0.0721 0.0297
172 0.00818 0.0062
171 0.00246 0.0007
170 0.00016 0.0001
169 0.00006 4E-05
168 0.00002 0
167 0 0 60
Figura 42 Δℎ
Attraverso la relazione alle differenze finite è pertanto possibile ricavare i necessari al
calcolo della portata sfiorante nel successivo istante temporale. Il procedimento prevede i
seguenti passaggi: Δ1:
• Primo intervallo temporale
• Intervalli temporali successivi Δ2:
Il coefficiente di efflusso cresce al crescere dell’altezza del tirante idrico secondo la legge:
Dove 0 è pari a 0,485 e ℎ0 è il carico base sulla soglia assunto pari a 2,65 . 61
Profilo del ciglio sfiorante
Problema fondamentale del ciglio è assicurare buone condizioni di efflusso evitando
depressioni sotto la vena d'acqua sfiorante, alle quali conseguono fenomeni di erosione per
cavitazione del calcestruzzo nonché irregolarità di efflusso. Il profilo del ciglio deve essere
quindi leggermente più alto della superficie libera inferiore della lama stramazzante in parete
sottile, in modo che la vena possa adagiarsi su di essa senza staccarsi. Il rispetto di questa
condizione è assicurato da una relazione del tipo:
per i cigli sfioranti posti sul coronamento di una diga è largamente adottato il profilo Creager-
Scimeni con = 0,47 ed = 1,8. L'origine delle coordinate è nel punto sommitale della soglia
stessa; a monte di questa, il profilo viene proseguito con un arco di cerchio di raggio =
0,4ℎ0.
Analisi e Risultati:
Come già affermato calcoliamo la lunghezza dello scarico di superficie, considerando
l'incremento della portata bimillenaria rispetto a quella considerata in fase di progetto
invertendo la legge di efflusso. Otteniamo:
L 473.98 m
Per quanto riguarda il calcolo della soglia sfiorante otteniamo: 62
t Δt Qa Ω Δh H=ΣΔh Qs
μ
3 6 2 3
[ore] [sec] [m /s] [10 m ] [m] [m] [m /s]
0 0 0 0 0 0 0 0
0.5 1800 230.21 3.20 0.13 0.13 0.34 33.09
1 3600 460.41 3.22 0.24 0.37 0.38 179.97
1.5 5400 690.62 3.27 0.28 0.52 0.40 314.42
2 7200 920.82 3.30 0.33 0.61 0.41 408.86
2.5 9000 1151.03 3.32 0.40 0.73 0.42 547.78
3 10800 1381.23 3.35 0.45 0.85 0.42 697.12
3.5 12600 1611.44 3.37 0.49 0.94 0.43 814.54
4 14400 1841.64 3.39 0.55 1.03 0.43 955.63
4.5 16200 2071.85 3.41 0.59 1.13 0.44 1111.34
5 18000 2302.05 3.43 0.62 1.21 0.44 1239.47
5.5 19800 2532.26 3.45 0.67 1.30 0.45 1384.08
6 21600 2762.46 3.47 0.72 1.39 0.45 1544.63
6.5 23400 2992.67 3.49 0.75