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Lubrificazione per ridurre l'usura tra due corpi a contatto
La lubrificazione serve per ridurre l'usura tra due corpi a contatto e in moto relativo tra loro; la rugosità delle due superfici, infatti, genera forze che danneggiano le superfici stesse. Consideriamo due superfici a contatto con del fluido in mezzo, supponendo che il corpo 1 (slider) si muova con velocità relativa v rispetto al corpo 2 (pattino).
Se la velocità è nulla o molto piccola, il carico P (ad esempio la forza peso dello stesso corpo 1) caccia il fluido fuori dall'interfaccia, per cui si stabilisce un contatto solido-solido con un alto livello di attrito.
Se si aumenta la velocità, il fluido sul lato destro del sistema inizia ad entrare nell'interfaccia di contatto e, maggiore è la velocità, maggiore è la quantità di fluido che separa le due superfici. In questa fase, gran parte del carico è supportata dal fluido e, poiché l'attrito viscoso è minore di quello dovuto al contatto solido-solido, si riduce l'usura tra le superfici.
contatto solido-solido, il coefficiente di attrito diminuisce. Aumentando la velocità, si raggiunge un valore critico per cui le due superfici sono completamente separate, quindi il carico è interamente supportato dalla pressione del fluido: in questa situazione, il coefficiente di attrito raggiunge il valore minimo. Aumentando la velocità oltre tale valore, tuttavia, il coefficiente di attrito tornerà a crescere in quanto gli sforzi = µv/ℎ, µ di taglio aumentano con la velocità (in particolare, per fluidi Newtoniani c'è la relazione dove è lav ℎ viscosità dinamica, la velocità e lo spessore di fluido che resta all'incirca costante). Queste considerazioni sono ben descritte dalla curva di Stribeck, in cui è riportato il coefficiente di attrito in funzione della velocità. Possiamo dividere la curva in tre regioni principali, che corrispondono a tre diversi regimi di lubrificazione:
- contatto solido-solido, il coefficiente di attrito diminuisce.
due pos-siamo notare che
Ora, considerando solo la prima equazione adimensionale, si osserva dall’equazione di Reynolds che
Invece, per la seconda equazione adimensionale ricordiamo che per un fluido newtoniano
Infine, per semplificare la terza equazione adimensionale possiamo notare che