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A
NALISI DI ACCRESCIMENTO
SU DIVERSI POPOLAMENTI DI
Pinus sylvestris
Anna Andrea Carli
Matricola n° 2074922
Relazione Tecnica di Anna Andrea Carli
2 | Pag. Relazione Tecnica di Anna Andrea Carli
S
OMMARIO
Riassunto ........................................................................................................................... 5
1 - Introduzione ................................................................................................................. 7
2 - Materiali e Metodi ..................................................................................................... 11
2.1 - Siti di studio ........................................................................................................ 11
2.2 - Materiali e metodi ............................................................................................... 13
3 - Risultati ...................................................................................................................... 15
3.1 - Scelta del metodo di analisi ................................................................................ 15
3.2 - Procedimenti e risultati ....................................................................................... 17
3.2.1 - Temperature e precipitazioni ....................................................................... 17
3.2.2 - Lunghezza dei getti ...................................................................................... 19
3.2.3 - Lunghezza degli aghi ................................................................................... 23
3.2.4 - Altri parametri non analizzati approfonditamente ....................................... 26
4 - Conclusioni e considerazioni ..................................................................................... 31
Bibliografia ..................................................................................................................... 33
3 | Pag.
Relazione Tecnica di Anna Andrea Carli
4 | Pag. Relazione Tecnica di Anna Andrea Carli
R
IASSUNTO
I cambiamenti climatici sono, ad oggi, oggetto di importanti discussioni e dibattiti:
l’aumento di CO in atmosfera causato dalle attività umane è la causa principale
2
dell’aumento di casi di eventi climatici estremi e sempre più drastici che rendono
difficili le attività umane stesse e la sopravvivenza di molte specie, sia animali che
vegetali.
Questi eventi sono accompagnati da un aumento repentino delle temperature medie in
atmosfera, che ridistribuiscono in modo innaturale e disomogeneo le piogge sulla
superficie terrestre, creando allo stesso tempo aree sempre più desertiche e siccitose.
Mantenendo questo andamento, è stato stimato che entro il 2070 metà della popolazione
umana mondiale si troverà in zone meteorologicamente inabitabili. Anche molte piante
l’estinzione: cambiamenti così rapidi non
e animali, quindi, possono rischiare
permettono l’adattamento delle specie.
Di fondamentale importanza diventa quindi la corretta gestione e pianificazione
forestale, che deve ora tenere in considerazione le future condizioni climatiche, sempre
più avverse ed imprevedibili attraverso la scelta coscienziosa delle specie arboree. A
tale scopo, abbiamo voluto analizzare i parametri di crescita di alcuni esemplari di
Pinus sylvestris L. nella località di San Vito di Cadore (BL), in due popolamenti
cresciuti in terreni con capacità di ritenzione idrica differente. Il pino silvestre si
caratterizza per la sua estesa superficie di distribuzione nativa, rendendola una delle
specie arboree più diffusa a livello mondiale. Questa peculiarità attribuisce a questa
specie primaria importanza forestale e la rende ottimale allo studio che vogliamo
la raccolta e l’analisi dei dati per
eseguire. Lo scopo del nostro studio prevede quindi
trovare una correlazione significativa tra i parametri di crescita delle piante e le
condizioni meteorologiche (piovosità e temperatura) riscontrate nella località. 5 | Pag.
Relazione Tecnica di Anna Andrea Carli
6 | Pag. Relazione Tecnica di Anna Andrea Carli
1 - I
NTRODUZIONE
L’attività dell’uomo ha inciso in maniera significativa sul cambiamento climatico
globale. L’IPCC (Intergovernmental l’esistenza di
Panel on Climate Change) stabilisce
un nesso causale tra aumento di concentrazione di CO in atmosfera ed aumento medio
2
delle temperature.
rispetto all’era pre-industriale,
Ad oggi, si è stimato un aumento medio di 1.5°C di
temperatura sopra le terre emerse e di 0.9°C di temperatura sopra gli oceani. È inoltre
previsto un ulteriore aumento di temperatura in futuro: i modelli climatici attualmente
utilizzati stabiliscono che entro il 2070, circa 3.5 miliardi di persone si troveranno a
vivere al di fuori della nicchia di sopravvivenza climatica.
Questi cambiamenti drastici e rapidi coincidono con l’aumento delle frequenze di eventi
climatici estremi (Beniston, 2004), che impongono a loro volta minacce sia economiche
che ecologiche, in particolar modo legate al settore forestale: la ridistribuzione e la
precipitazioni durante il corso dell’anno,
variazione della quantità di dovuti per
l’appunto a questi cambiamenti di temperatura, che si possono verificare sulla Terra
sono di particolare interesse per la gestione forestale, in quanto possono modificare gli
ecosistemi forestali in maniera molto più significativa rispetto a cambiamenti lenti e
graduali (Führer et al., 2006).
Si devono considerare una molteplicità di fattori, come le complesse interazioni tra
fattori ecologici, strutturali e funzionali dell’ecosistema. La corretta pianificazione e
gestione delle zone forestali diventa quindi essenziale per cercare di far fronte a future
condizioni di crescita meno favorevoli e con estremi climatici più frequenti.
Una scelta ponderata di specie vegetali in grado di resistere a queste condizioni è alla
base della nuova gestione forestale e alla lotta attiva ai cambiamenti climatici (Bolte et
al., 2009): la resistenza a temperature e a livelli di siccità elevati sono differenti tra
specie e si osservano inoltre anche diverse reazioni, più o meno evidenti, su individui
appartenenti alla stessa specie. La capacità di climatizzazione, ossia la capacità di
l’espressione
mutare fenologica in base alle diverse condizioni ambientali, è di notevole
interesse per gli studi che riguardano la creazione di modelli in grado di stabilire la
capacità di variazione genetica intraspecifica delle specie di interesse forestale e
selvicolturale (König, 2005). 7 | Pag.
Relazione Tecnica di Anna Andrea Carli
Tra le specie ad altissimo valore sia forestale che commerciale c’è il pino silvestre
(Pinus sylvestris L.): è considerato una delle specie arboree più diffuse sulla superficie
terrestre, e questo è dovuto alla sua notevole capacità di resistenza a temperature
estreme (fino a -40°C) e a terreni anche molto poveri di nutrienti. È in grado di formare
boschi radi ed essendo una specie pioniera, precedere specie definitive nella
Nelle pinete artificiali forniscono legna per l’edilizia e la
colonizzazione di nuove aree. Guida agli Alberi d’Europa,
costruzione di mobili (Spohn M. & R., Ricca editore,
2021).
La specie, data l’estesa superficie di diffusione e distribuzione nativa, mostra una
notevole capacità di climatizzazione ad ambienti anche molto differenti, sia per quanto
riguarda temperature, sia per la quantità di precipitazioni.
Il principale fattore limitante per la crescita delle piante è la disponibilità di acqua, in
quanto hanno bisogno di possedere stomi idratati per poter compiere la fotosintesi, e
quindi poter crescere. Servono inoltre grandi quantità di acqua per poter fissare pochi
grammi di carbonio atmosferico. La disponibilità di acqua è quindi di primaria
importanza quando si considera la produttività delle piante.
La specie risulta comunque ben adattata a condizioni di siccità (Ellenberg, 1998), ciò è
capacità di regolazione stomatica, che permette alle piante di “scalare”
dovuto alla sua
in modo più flessibile la crescita in base alla disponibilità idrica oltre ad altri fattori,
come la temperatura. Queste caratteristiche rendono il pino silvestre una specie molto
competitiva in terreni impervi, dove scarsa disponibilità di risorse rendono difficoltosa
la colonizzazione di altre specie.
In ogni caso, la specie riscontra alta mortalità per eventi molto prolungati di siccità,
dovuti alla sua sensibilità all’embolia xilematica (Martínez-Vilalta et al., 2004): data la
previsione di un aumento generalizzato della temperatura, si può presumere una
tendenza crescente di questi eventi di mortalità.
In questo studio, abbiamo cercato un collegamento significativo tra la crescita annuale
dei germogli di pino silvestre e le precipitazioni totali annuali, tenendo in
considerazione il parametro della temperatura, su due tipi di terreni differenti: suolo
scheletrico e suolo erboso/forestale alpino ben sviluppato.
8 | Pag. Relazione Tecnica di Anna Andrea Carli
Il luogo ottimale per eseguire i rilevamenti è stato individuato a San Vito di Cadore
(BL), a circa 11km da Cortina d’Ampezzo. Qui, è presente un centro di studi per
l’ambiente alpino gestito dall’Università degli Studi di Padova, dove vengono svolte
attività didattiche e di ricerca. Poco distante si trova il sito di Col de la Roa, che ospita
anche una stazione meteorologica, attiva dal 1996, ed è caratterizzato da un terreno
particolarmente roccioso ed impervio a causa delle frequenti frane e smottamenti che
scendono dal monte Antelao. I due siti quindi, seppur molto vicini, possiedono terreni
con caratteristiche molto differenti.
Ci siamo quindi domandati se la disponibilità idrica e le temperature medie della zona
fossero influenti sulla crescita del pino silvestre.
Si è voluto quindi analizzare la crescita di diversi pini provenienti dai due siti specifici
di Col de la Roa e San Vito, per valutare se: (1) Esiste una differenza nello sviluppo dei
parametri di crescita delle piante dei due siti? (2) La crescita dei pini è influenzata da
piovosità totale e temperature medie? 9 | Pag.
Relazione Tecnica di Anna Andrea Carli
10 | P a g . Relazione Tecnica di Anna Andrea Carli
2 - M M
ATERIALI E ETODI
2.1 - S ITI DI STUDIO 12°12′20.67″E,
San Vito di Cadore (46°27′32.28″N 1011m s.l.m.) è un comune italiano
a circa 11km da Cortina d’Ampezzo e si
in provincia di Belluno, in Veneto. È situato
in un’ampia conca tra le Dolomiti bellune