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Appunti degli studenti per corsi ed esami del Prof. Lucà Santo

Questi appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Esempi di manoscritti dall'Italia meridionale: - Vaticano greco 1591: raccolta di vite dei Santi, 964 d.C., grafia angolosa e disegnata, con asse leggermente inclinato a sinistra; - Reginensis greco 75: profetologio, 982 d.C., grafia angolosa, posata, disegnata, con asse leggermente inclinato a sinistra, intercolumnio ridottissimo.
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Questi appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Tra il VI e il X sec. non abbiamo testimonianze di una produzione libraria dell'Italia meridionale, tuttavia abbiamo esempi di maiuscola biblica occidentale e di maiuscola ogivale inclinata. Per i secoli VIII-X sono state individuate tipologie grafiche utilizzate in ambito italo-greco. Il primo codice datato in Italia meridionale è il Patmiaco 33 del 941. Due sono gli ambiti di produzione: - calabro o calabro-siculo; - salentino o terra d'Otranto. In Salento il primo codice datato è il Parisino greco 3. Fino al 1070 non abbiamo testimonianze grafiche provenienti dalla Sicilia.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. La produzione libraria nel XI sec. in provincia è eccentrica rispetto a quella di Costantinopoli. Tuttavia vi sono delle linee di fondo comuni. Esempi: - Palatino greco 44: da Monembasia, vergato in maiuscoletta e minuscola antica angolosa, anche in provincia ritroviamo il filone angoloso costantinopolitano.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Nel sec. XI esplode la moda della Perlschrift a Costantinopoli e in tutta l'area bizantina. In quest'epoca sul piano decorativo viene usato lo stile Bluttenblatt. Esempi di Perlschrift nel sec. XI: - Ottoboniano greco 442: la Perlschrift presenta qui aste accorciate, tessuto ordinato, fluidità e morbidezza, predominano gli elementi circolari; - Vaticano greco 463: la Perlschrift assume qui solennità, ieraticità voluta, per cui si parla di Perlschrift ieratica, l'asse è diritto, l'accuratezza dell'esecuzione è estrema, il modulo è grande.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Esempi di codici riportabili al filone corsiveggiante del X-XI sec.: - Vaticano greco 1818, vergato da due copisti, il copista A con grafia a tendenza corsiva, il copista B con grafia più posata; - Palatino greco 173: grafia corsiva, leggermente inclinata a destra, ricca di abbreviazioni; - Vaticano greco 65: squilibrio modulare, evoluzione del filone corsiveggiante nell'XI sec.; - Vaticano greco 126.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Il codice Vaticano greco 218 attribuibile alla mano del notarius Bahanes presenta una grafia con asse diritto, lettere ad asta profonda, legamenti che danno l'idea di una maggior corsività e fluidità. Si tratta della cosiddetta corsiva di tipo Bahanes, che appartiene al filone corsiveggiante del X sec., filone che era già presente nel IX sec. e che ha avuto uno sviluppo parallelo a quello delle minuscole posate.
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Appunto
4,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. La Bouletée, così definita da Jean Irigoin, è una grafia con notevole accorciamento delle aste, quasi inseribile in un sistema bilineare, adoperata a Costantinopoli nel X sec. L'asse è diritto, le aste sono ridottissime e presentano rigonfiamenti finali. Si tratta di una grafia artificiosa e calligrafica, destinata a codici di lusso. Esempi: - Urbinate greco 15; - Archivio capitolare di San Pietro B 59; - Ottoboniano greco 4; - Ottoboniano greco 3.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Il X sec. è caratterizzato da due tendenze: - continuazione dello stile angoloso del IX sec. (esempio: Vaticano greco 1660); - imposizione del modello Perlschrift, a sua volta normalizzazione calligrafica del modello Efrem, e imposizione del modello Bouletée.
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Appunto
Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Il nome Perlschrift, 'scrittura a perle', fu proposto da Herbert Hunger. Si tratta di una grafia in cui predominano gli elementi circolari, il modulo è omogeneo, le aste sono contenute, l'impressione è quella di una successione di cerchi e semicerchi inseriti in una sistema bilineare, di una serie di perle unite da un filo. Esempi: - Vaticano greco 1613; - Vaticano greco 2155.
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Dal corso del Prof. S. Lucà

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Appunto
3,5 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. La minuscola di tipo Efrem è una scrittura della metà del X sec., fluida, sobria, elegante, armoniosa, leggermente inclinata a destra, con recupero di elementi corsiveggianti. Il modulo è omogeneo, le aste contenute, ma l'omogeneità è rotta da alcune lettere maiuscole ad asta alta. Le parole sono quasi tutte separate e accentate. Esempio: - Vaticano greco 124.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Le minuscole del X sec. sono grafie angolose e rigide che continuano le minuscole del IX sec., ma cominciano a essere recuperati quegli elementi corsivi che nel IX sec. erano evitati. Le parole cominciano a essere separate e accentate proprio a cavallo tra i secc. IX e X. Esempio: - Vaticano greco 1660.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Le minuscole del IX sec. sono grafie posate, disegnate, rigide, le parole non sono separate tra loro, non ci sono accenti, l'asse è diritto o leggermente inclinato, l'introduzione di lettere maiuscole è limitata. Esempi: - Vaticano greco 155: minuscola quadrata allungata diritta; - Palatino greco 220: minuscola quadrata inclinata; - Vaticano greco 190: minuscola antica rotonda, quasi di tipo Nicola; - Vaticano greco 503: minuscola antica oblunga.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. La minuscola di tipo Anastasio tende a prolungare il modulo verso l'alto, presenta tratteggio angoloso, disegno delle lettere ovalizzato e stretto. Si tratta di un'esasperazione delle caratteristiche della minuscola oblunga. Esempi: - Vaticano greco 473; - Ottoboniano gr. 85.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Una pagina tratta dal Laudianus greco 35 presenta grafie diverse, ed è utile per conoscere il grado di istruzione dello scrivente. Si tratta di note di ricordo. Maiuscola e minuscola sono coesistenti: nella scrittura iniziale in un tessuto in maiuscola ci sono lettere minuscole. Le varie stilizzazioni facevano parte dello stesso repertorio morfologico a disposizione del copista, per cui in una stilizzazione possono essere presenti elementi di un'altra stilizzazione.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. La minuscola della collezione filosofica è testimone dell'umanesimo bizantino. Possediamo quindici libri che contengono testi filosofici, tutti con lo stesso formato e con la stessa mise en page, probabilmente per la committenza di un intellettuale o di un'istituzione pubblica. I codici sono stati realizzati a Costantinopoli nel IX sec. da cinque scribi, in una grafia rigida, artificiosa, minuta, eretta, caratterizzata da riduzione dei prolungamenti delle aste, ispessimenti, rigonfiamenti finali dei tratti. Come segno di interpunzione compare il 'chiodino Follieri'. Esempi: - Vaticano greco 1594; - Vaticano greco 2179.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Nel IX sec. si assite a un periodo di rinascita dell'interesse e dello studio dei classici, che è stato chiamato 'umanesimo bizantino'. Secondo alcuni studiosi si può parlare di 'umanesimo' perché i bizantini studiavano non solo i testi religiosi ma anche i classici. Alcuni studiosi tuttavia non sono d'accordo sull'uso del termine 'umanesimo' per il IX sec. bizantino.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Il panorama grafico delle minuscole si presenta abbastanza omogeneo, sintomo di un sentire comune. L'individuzione di uno stile è importante per la datazione e localizzazione di un codice. Siamo però in presenza di scritture individuali, i copisti si ispirano allo stile ma lo reinterpretano in modo personale. Le diverse mani sono facilmente riconoscibili, anche se non sempre riusciamo a dare un nome ai copisti.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Esempi di minuscola del IX sec.: - Glasgowensis Hunter. Mus. V 3.5.6: omelie di San Basilio, la minuscola presenta tratteggio abbastanza quadrato, con reintroduzione di lettere maiuscole; - Ottoboniano greco 86: catechesi di Cirillo di Gerusalemme, minuscola molto simile al tipo Nicola, diritta e ariosa;ù - Moscow, Historical Museum, cod. VI.117.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. IL Petropolitanus, olim Leninopolitanus greco 219 è un codice anche chiamato Evangeliario Uspenskij, è dell'anno 835, vergato dal copista Nicola in una grafia ariosa, elegante, con margini ampi. Ben diversa è la grafia della sottoscrizione, corsiva, con accentuata inclinazione dell'asse, raddoppiamenti dei tratti delle lettere, legamenti audaci.
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Questo appunto si riferisce al corso di Paleografia greca tenuto dal professor Santo Lucà. Tre sono le teorie sull'origine della minuscolizzazione: - palestinese: la teoria dell'origine palestinese è supportata da testimonianze grafiche librarie di ambito sinaitico-palestinese (Vaticano greco 2200); - studita; - occidentale. Più che di origine si dovrebbe tuttavia parlare di tentativo di introduzione della minuscola nella prassi libraria greca.
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