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Appunti degli studenti per corsi ed esami del Prof. Dettori Emanuele

Dal corso del Prof. E. Dettori

Università Università degli Studi di Roma Tor Vergata

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4,5 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Storia della lingua greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. Della lingua greca antica le varietà linguistiche che si conoscono meglio sono le lingue letterarie. La patina dialettale delle lingue letterarie greche è stilizzata e ha un valore fortemente letterario. Si tratta di lingue speciali o tecniche, contraddistinte soprattutto da particolarità lessicali: forestierismi, glosse, metafore, deformazioni, composti. La prima lingua letteraria del greco è quella di Omero, artificiale e polimorfica, che ha influenzato tutte le altre. Analisi linguistica dei primi cento versi del primo libro dell'Iliade di Omero.
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Dal corso del Prof. E. Dettori

Università Università degli Studi di Roma Tor Vergata

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4,5 / 5
Questo appunto si riferisce al corso si Storia della lingua greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. Sin dalle sue prime attestazioni scritte (VIII sec. a.C.), la lingua greca presenta una notevole varietà dialettale. Le fonti per ricostruire tale varietà sono: fonti letterarie; grammatici antichi; iscrizioni. Sulla base delle innovazioni comuni si possono individuare i seguenti gruppi dialettali: eolico, ionico-attico, arcadio-ciprio, dorico e greco nord-occidentale, panfilio. Esempi di iscrizioni dialettali.
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Questo appunto si riferisce al corso si Storia della lingua greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. Il miceneo è una varietà di greco molto antica (1400-1200 a.C. ca), attestata in lineare B, una scrittura derivata dalla lineare A minoica e caratterizzata da sillabogrammi e ideogrammi. Si tratta di una lingua amministrativa finalizzata alla registrazione dei dati dell'economia palaziale. Il merito della decifrazione fu di M. Ventris e J. Chadwick. Fonetica e morfologia del miceneo. Esempi di tavolette da Pilo e da Cnosso.
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Questo appunto si riferisce al corso si Storia della lingua greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. Il greco dovette subire l'influsso del sostrato delle lingue delle popolazioni indigene della Grecia, su cui i Greci prevalsero. Tracce di queste lingue pre-greche sono confinate alla toponomastica. L'interferenza tra il greco e le lingue vicine conosciute è limitata al lessico. Le lingue vicine con cui il greco dovette avere contatti e interferenze sono: ittito, indoiranico, lingue anatoliche, lingue semitiche, lingue balcaniche.
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Questo appunto si riferisce al corso si Storia della lingua greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. Nel panorama delle lingue indo-europee, il greco è una lingua kentum, che mantiene le gutturali. Dall'indoeuropeo si staccò un protogreco, e da una fase di greco comune nella preistoria si passò, attraverso disgregazioni e innovazioni comuni, alla varietà dialettale attestata. Caratteristiche fonetiche del greco comune: mantenimento del vocalismo originario e della natura dell'accento musicale; sviluppo di vocali protetiche; labializzazione delle labiovelari; legge di ]Grassmann; passaggio delle occlusive sonore aspirate a occlusive sorde aspirate; caduta delle sibilanti in posizione iniziale e intervocalica; caduta di digamma; trasformazioni di jod. Caratteristiche morfologiche. Tratti di conservazione: indipendenza dei temi verbali; perfetto; presente e aoristo; congiuntivo e ottativo. Tratti di innovazione: futuro; forme nominali del verbo; sincretismo dei casi; articolo.
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Questo appunto si riferisce al corso di Storia della lingua greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. A differenza della grammatica storia di una lingua, che della lingua studia fonetica, morfologia e sintassi, la storia della lingua ne studia origine, limiti, influssi di altre lingue, autori. Una lingua si individua sulla base di isoglosse, ossia tratti linguistici che uniscono più punti sul territorio, e sull'analisi delle stesse. Sulla base di innovazioni comuni si individuano le parentele tra le lingue. Di una lingua si può studiare la storia interna, che esclude i fattori extralinguistici, e la storia esterna, che contempla anche i fattori extralinguistici che influenzano il mutamento linguistico. Lo strutturalismo è l'approccio che cerca di spiegare tutti i fattori linguistici dall'interno, escludendo i fattori extralinguistici.
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Dal corso del Prof. E. Dettori

Università Università degli Studi di Roma Tor Vergata

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3,5 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Linguistica greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. Il presente greco è un tema verbale che presenta una notevole vartietà morfologica ereditata dall'indo-europeo. Esistono infatti nella lingua greca: - Presenti radicali atematici senza raddoppiamento; - Presenti radicali atematici a raddoppiamento; - Presenti radicali tematici senza raddoppiamento; - Presenti radicali tematici a raddoppiamento; - Presenti radicali atematici e tematici in nasale; - Presenti radicali tematici in gutturale e dentale; - Presenti radicali tematici in -sko; - Presenti radicali tematici in jod; - Presenti radicali tematici in vocale.
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3 / 5
Questo appunto è relativo al corso di Linguistica greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. Il perfetto è un tema verbale conservato solo da greco, iranico e antico indiano, una forma verbale indo-europea molto antica, dunque, che in altre lingue si è confusa con altri temi verbali. In greco il perfetto ha una posizione particolare all'interno del sistema verbale: è una forma atematica e secondo alcuni non sarebbe un vero tema verbale, bensì un'Aktionsart, ossia una modalità dell'azione. Il perfetto esprime infatti uno stato presente risultante da un'azione passata. Presenta originariamente un valore intransitivo: il perfetto più antico indica una condizione, uno stato del soggetto risultante da un processo passato. Dal punto di vista formale, si caratterizza per la presenza del b]raddoppiamento, e di un elemento -k- che consente di evitare contatti e contrazioni tra le vocali. Anche l'alternanza vocalica o apofonia aveva in origine un ruolo attivo nella formazione del perfetto.
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4,5 / 5
Questo appunto è relativo al corso di Linguistica greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. La lingua greca presenta quattro tipi di aoristo: - aoristo radicale atematico (fortissimo o terzo): caratterizzato dalla giunzione immediata delle desinenze alla radice, è una struttura morente, propria di alcune radici monosillabiche; - aoristo intransitivo: noto come aoristo passivo, si tratta in relatà di forme intransitivo-stative, da cui secondariamente si è sviluppato il significato passivo; - aoristo radicale tematico (forte o secondo): si forma attraverso la giunzione delle desinenze alla radice, per lo più al grado apofonico zero, mediante vocale tematica; - aoristo sigmatico (debole o primo): si tratta di un antico tipo atematico alfatematizzato con originaria alternanza vocalica, in cui è stato poi generalizzato il grado pieno.
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Questo appunto si riferisce al corso di Linguistica greca del professor Emanuele Dettori. Le desinenze verbali del greco si differenziano in desinenze primarie attive (tematiche e atematiche) e medio-passive, e desinenze secondarie attive e medio-passive. Le desinenze primarie sono impegate nella formazione dei tempi principali, quelle secondarie nella formazione dei tempi storici, compreso l'ottativo, che è appunto un tempo storico. Si distinguono alcune desinenze del perfetto, molto antiche, di origine indo-europea, conservatesi anche in altre lingue. Per il duale sono attestate solo desinenze di seconda e terza persona per l'attivo, di prima, seconda e terza per il medio-passivo. C'é una fluttuazione nell'uso delle desinenze duali: l'uso appare più corretto in attico che in Omero, dove sembra piuttosto un arcaismo.
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Questi appunti sono relativi al corso di linguistica greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. Il sistema verbale del greco presenta temi verbali diversi, legati tra loro da rapporti apofonici in virtù del fenomeno dell'alternanza vocalica o apofonia. La tendenza è stata verso la costituzione di una coniugazione mediante l'affiancamento di radici verbali diverse, secondo un fenomeno noto come suppletivismo. I temi verbali sono il tema del presente, il tema dell'aoristo e il tema del perfetto. Il futuro era originariamente un caso particolare del presente. I temi verbali non esprimono la temporalità, bensì l'aspetto dell'azione: il tema del presente lo sviluppo dell'azione, il tema dell'aoristo la pura e semplice espressione verbale dell'azione, il tema del perfetto lo stato risultante da un'azione. In epoca storica vi è stata la tendenza allo sviluppo dei denominativi e alla eliminazione delle forme atematiche.
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Questi appunti sono relativi al corso di linguistica greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. La declinazione atematica del greco presenta tratti arcaici di differenziazione morfologica legati all'alternanza vocalica o apofonia e allo spostamento dell'accento. Non è unitaria ma suddivisa in temi. Possono individuarsi temi in consonante e temi in sonante. I temi in consonante si suddividono a loro volta in: temi in occlusiva (in velare o guttuale, labiale e dentale), temi in sibilante, temi in liquida e temi in nasale. I temi in sonante si dividono invece in: temi in vocale -i e -u e temi in dittongo -au, -ou, -eu.
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Questi appunti sono relativi al corso di linguistica greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. La declinazione in alfa lungo del greco è un tipo flessionale intermedio tra la declinazione tematica e la declinazione atematica. Alla declinazione tematica è accomunata nella flessione degli aggettivi; con la declinazione atematica condivide l'alternanza quantitativa nei sostantivi femminili con suffisso -ja e alcune tracce di casi con spostamento di accento. Comprendeva in origine sostantivi maschili e femminili, poi il greco ha innovato introducendo delle marche morfologiche specifiche, analogiche a quelle della declinazione tematica, per il nominativo e genitivo singolare dei sostantivi maschili.
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Questi appunti sono reltivi al corso di linguistica greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. La declinazione tematica del greco si caratterizza per scarsa alternanza vocalica o apofonia, accento fisso, salvo il rispetto della legge del trisillabismo, e presenza di vocale tematica alternante o/e. Si tratta della flessione che ha avuto maggior fortuna, sostituendo talvolta anche le forme della declinazione atematica. La declinazione tematica si presenta talvolta in attico con la vocale tematica lunga nei nomi che presentano incontro di vocali: si tratta della cosiddetta declinazione attica. In attico è presente anche una declinazione contratta. In greco tardo si verificano talvolta casi di metaplasmo, ossia contaminazione tra declinazioni diverse.
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Dal corso del Prof. E. Dettori

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3 / 5
Questi appunti sono realtivi al corso di Linguistica greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. La flessione nominale del greco è un complesso sistema di tre generi (genere animato, a sua volta distinto in maschile e femminile, e genere inanimato o neutro), tre numeri (singolare, duale e plurale) e otto casi (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo, ablativo, locativo, strumentale), sebbene in greco sia molto avanzata la tendenza al sincretismo dei casi, per cui le funzioni dell'ablativo confluiscono in quelle del genitivo e le funzioni del locativo e dello strumentale confluiscono in quelle del dativo. Tre sono le declinazioni del greco: tematica, atematica e in alfa lungo. Nella flessione tratti morfologici distintivi sono l'apofonia o alternanza vocalica e lo spostamento dell'accento tra casi retti e casi obliqui.
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Questi appunti sono relativi al corso di linguistica greca tenuto dal professor Emanuele Dettori. I dialetti della Grecia arcaica si dividono in quattro gruppi: arcadio-ciprio; ionico-attico; eolico; dorico e greco nord-occidentale. La ripartizione in quattro gruppi dialettali è basata su alcuni tratti distintivi chiamati isoglosse, ossia innovazioni comuni ai dialetti appartenenti al medesimo gruppo. Le parentele tra i dialetti si spiegano alla luce delle migrazioni: i Dori, ultima popolazione penetrata nel Peloponneso, provocarono l'esodo degli Arcadi e la fuga degli Ioni. Per completare il quadro dialettale bisogna considerare la testimonianza del miceneo, un dialetto greco molto arcaico accomunato da alcuni tratti al gruppo ionico-attico e arcadio-ciprio, la cui scrittura sillabica, chiamata lineare B, è stata decifrata nel 1953 da M. Ventris e J. Chadwick.
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Questi appunti sono relativi al corso di linguistica greca del professor Emanuele Dettori. Si tratta di un'introduzione generale agli argomenti e alle problematiche della morfologia storica della lingua greca. In quanto parte dello studio storico di una lingua, la morfologia ne studia le forme, ossia la flessione, la formazione e la composizione delle parole. Per quanto riguarda il greco, presenta una netta separazione tra sistema nominale e sistema verbale. Le parole in greco si compongono di radice, suffisso e desinenza. La radice è l'elemento essenziale portatore di significato, suffissi e desinenze possono mancare. Alcuni tratti morfologici sono distintivi, ossia consentono una distinzine semantica o di significato: l'alternanza vocalica, qualitativa o quantitativa, e le differenze di accentazione. L'alternanza vocalica viene tradizionalmente spiegata con la presenza di alcuni suoni puoi scomparsi, le laringali.
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