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RISPOSTE APERTE
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saggio “Morale. Una vista”
Andrea Porciello nel questione di punti di suggerisce quattro diversi
significati di morale. Quali?
1. Morale convenzionale o sociale: È intesa come l'insieme di valori e principi che
costituiscono il codice comportamentale di un gruppo sociale. Questo tipo di morale tiene
insieme il gruppo e lo rende omogeneo, ad esempio, la morale religiosa.
2. Morale critica o individuale o ideale: Si riferisce all'insieme di valori e principi che
guidano il comportamento individuale di un singolo individuo, indipendentemente dal
gruppo di appartenenza. Un esempio è la teoria kantiana dell'imperativo categorico, che
implica un "devi" incondizionato e necessario, considerato come un fine in sé stesso.
3. Teoria della giustizia: Rappresenta un insieme di principi che un sistema normativo e
giuridico deve contenere per essere giudicato moralmente accettabile.
4. Morale come sinonimo di etica: Indica la disciplina filosofica che studia i valori a cui un
individuo o un gruppo conforma le proprie azioni.
Arrow, noto anche come “paradosso di Arrow”
Si descriva il teorema di Il teorema di Arrow, noto
anche come "paradosso di Arrow", è un risultato della teoria della scelta sociale formulato da
Kenneth Arrow. Esso riguarda la possibilità di trovare un metodo di aggregazione delle preferenze
individuali che soddisfi determinati criteri di razionalità e democraticità. La teoria della scelta
sociale si occupa di valutare i metodi alternativi per prendere decisioni collettive e le basi logiche
dell'economia del benessere.
Kenneth Arrow dimostrò che non è possibile trovare un metodo di aggregazione delle preferenze
che soddisfi contemporaneamente tutti i seguenti requisiti:
1. Completezza: Il metodo dovrebbe essere in grado di comparare qualsiasi coppia di
alternative.
2. Sovranità dei cittadini: Le preferenze della collettività dovrebbero riflettere le preferenze
dei singoli cittadini.
3. Correlazione positiva: Se tutti preferiscono l'opzione A rispetto a B, la collettività
dovrebbe anche preferire A a B.
4. Invarianza delle alternative irrilevanti: L'introduzione di un'alternativa irrilevante non
dovrebbe alterare la scelta tra le rimanenti opzioni.
Arrow dimostrò che, se un metodo soddisfa questi requisiti, allora deve essere dittatoriale, cioè
guidato dalla preferenza di un unico individuo (il "dittatore"). Questo significa che non esiste alcuna
regola di decisione collettiva che sia democratica e che soddisfi contemporaneamente tutti i criteri
elencati.
In altre parole, il teorema di Arrow evidenzia le difficoltà intrinseche nel cercare di tradurre le
preferenze individuali in una decisione collettiva senza violare almeno uno dei principi elencati,
sottolineando le sfide concettuali e pratiche nel processo decisionale collettivo.
Si descriva il punto di vista interno e il punto di vista esterno nella teoria hartiana La teoria di
H.L.A. Hart introduce due prospettive fondamentali nel contesto giuridico: il punto di vista interno
e il punto di vista esterno. Il punto di vista interno è adottato dai membri di una comunità giuridica
che non solo seguono le norme, ma le utilizzano come criteri per valutare il proprio comportamento
e quello degli altri. Questo approccio integra la teoria del diritto nell'orizzonte della ragion pratica,
in cui le norme fungono da guida per l'azione sociale. Il punto di vista esterno, invece, è adottato
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dagli osservatori esterni che analizzano le regole con distacco, senza partecipare attivamente alla
pratica giuridica.
Hart critica le teorie imperativiste, che considerano tutto il diritto come comandi di un sovrano su
una popolazione sottomessa. Egli sostiene che non tutte le norme giuridiche sono imperativi, poiché
alcune riguardano l'attribuzione di poteri, come il diritto di decidere, giudicare o trasferire titoli.
Pertanto, Hart distingue tra norme primarie (imperativi, come "non uccidere") e norme secondarie
(poteri, come "il tribunale locale è competente in materia di omicidi"), sottolineando l'errore degli
imperativisti nel focalizzarsi solo sulle norme primarie.
Hart introduce il concetto di "norma di riconoscimento" come una norma secondaria fondamentale
che fornisce criteri autoritativi per determinare la validità delle altre norme di un sistema giuridico.
Questa norma di riconoscimento è un fatto osservabile nella pratica sociale e non è né valida né
invalida di per sé, ma esiste attraverso l'adesione convergente dei funzionari alla pratica.
Hart evidenzia la natura aperta e incompleta del diritto, affermando che ogni sistema giuridico
complesso contiene una norma di riconoscimento che fornisce criteri di validità. Infine, la
distinzione di Hart tra norme primarie e secondarie, sebbene le prime impongano obblighi e le
seconde conferiscano poteri, non è del tutto equivalente, poiché una norma può simultaneamente
essere sia primaria che secondaria in base al contesto e al suo oggetto.
Boas e il relativismo culturale Franz Boas è noto per il suo contributo al relativismo culturale
nell'antropologia del primo Novecento. Questa prospettiva sostiene che le società umane sono
diverse principalmente a causa delle potenzialità genetiche ereditate, il cui sviluppo è influenzato
dall'ambiente e dalle dinamiche sociali. Nel contesto di Boas, la cultura è vista come un fenomeno
sincronico, permettendo la coesistenza di culture diverse, ciascuna con tratti unici.
Il relativismo culturale, proposto da Boas, cerca di interpretare e contestualizzare il significato e la
validità delle manifestazioni culturali all'interno delle società di origine. Contrariamente all'idea di
un pluralismo assoluto, il relativismo culturale sostiene che il valore di una cultura è situazionale,
limitato a un luogo specifico o alle persone che la praticano.
Sebbene il relativismo culturale possa sembrare un approccio che favorisce la pacifica coesistenza
di diverse culture, è importante notare che ci sono limiti. Alcune forme di vita, guidate da
concezioni etiche, religiose o filosofiche, rivendicano verità e universalità e potrebbero sentirsi
minacciate nella loro identità se si considera la relatività culturale. Allo stesso modo, alcune culture
sono intrinsecamente in opposizione l'una all'altra e non possono accettare la relatività delle
posizioni contrapposte. dell’osservazione
In cosa consiste il metodo partecipante di Malinowski Malinowski ha introdotto il
metodo dell'osservazione partecipante, che implica una partecipazione diretta e completa dello
studioso nella vita della comunità studiata, con l'obiettivo di acquisire il punto di vista dei nativi.
Per Malinowski, lo studio delle istituzioni, dei costumi e dei codici deve andare oltre la mera
osservazione esterna, cercando di comprendere la sostanza della felicità e dei bisogni della
comunità. Questo approccio si traduce nel campo giuridico nell'esigenza di comprendere le funzioni
sottostanti agli istituti giuridici, focalizzandosi sui bisogni sociali che tali istituti soddisfano.
Malinowski considera il diritto come il risultato di scelte influenzate dai bisogni effettivi, dalle
credenze e dagli usi che caratterizzano e distinguono ogni comunità umana.
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Nel contesto del pluralismo giuridico, l'approccio socio-antropologico di Malinowski enfatizza il
contrasto tra regole statali e non statali, suggerendo che le norme giuridiche imposte dallo Stato non
presentano caratteristiche particolari rispetto ad altre norme che contribuiscono efficacemente al
funzionamento della società. Questa prospettiva rifiuta l'idea evoluzionista di un'unità culturale e
invece considera la cultura come qualcosa di dinamico, influenzato dai risultati del contatto e
dell'interazione tra gruppi. Ogni società esprime una propria cultura distintiva, sottolineando la
diversità culturale piuttosto che un'evoluzione verso un'uniformità.
Quali sono gli articoli della Costituzione che disciplinano i rapporti con il diritto internazionale, con
dell’Unione
il diritto europea e con le diverse forme di diritto regionale?
La Costituzione italiana disciplina i rapporti con il diritto internazionale, il diritto dell'Unione
europea e le diverse forme di diritto regionale attraverso vari articoli:
"L’ordinamento
1. Articolo 10: Sancisce che giuridico italiano si conforma alle norme del
diritto internazionale generalmente riconosciute." "L’Italia
2. Articolo 11: Dopo il rifiuto della guerra, stabilisce che [...] consente in condizioni
di parità con altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni [e] promuove e favorisce le organizzazioni
internazionali rivolte a tale scopo."
3. Articolo 2: Afferma che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell’uomo", consentendo di considerare il catalogo dei diritti aperto all'integrazione dei
dell’uomo'
'diritti inviolabili che non siano esplicitamente inclusi, permettendo così
l'inclusione dell'international human rights law.
4. Articolo 117: Afferma che "La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel
dell’ordinamento
rispetto della Costituzione nonché dei vincoli comunitario e dagli obblighi
internazionali", sottolineando l'importanza del diritto comunitario e degli obblighi
internazionali.
La pluralità di trattati, convenzioni, patti e dichiarazioni, sia di carattere internazionale che
regionale, è confermata come rilevante fonte giuridica, specialmente in tema di diritti fondamentali
e delle successive ridefinizioni del loro catalogo e delle garanzie per la loro attuazione e tutela.
Secondo Habermas nella cultura occidentale possono individuarsi diversi tipi di azione. L’agire
comunicativo Habermas identifica nell'ambito della cultura occidentale diversi tipi di azione,
concentrandosi sull'agire comunicativo come una categoria fondamentale. L'agire comunicativo è
un tipo di azione che coinvolge la dimensione linguistica e rappresenta una caratteristica distintiva
dell'essere umano rispetto alle bestie. A differenza del modello di interazione strategica, in cui
l'interazione è vista come un calcolo utilitaristico mediato dal linguaggio, nell'agire comunicativo il
linguaggio ha l'aspirazione di verità ed è orientato verso la comprensione, il consenso e la
condivisione di punti di vista e visioni del mondo.
Nell'agire comunicativ