Estratto del documento

Le sfide principali che la società del rischio pone nella

gestione dei rischi ambientali sono: Invisibilità e Complessità:

Molti rischi ambientali (es. inquinamento da microplastiche,

contaminazione chimica, riscaldamento globale) non sono

immediatamente percepibili dai sensi e richiedono competenze

scientifiche complesse per essere identificati, misurati e

compresi, rendendo difficile la consapevolezza pubblica e

l'azione politica. Globalità e Transnazionalità: I rischi

ambientali non rispettano i confini nazionali (es. piogge acide,

inquinamento atmosferico transfrontaliero, cambiamento

climatico). Richiedono quindi una governance e una

cooperazione internazionale che spesso mancano o sono

inadeguate, scontrandosi con la sovranità degli Stati.

Irreversibilità e Incontrollabilità: Molti danni ambientali

sono irreversibili (es. estinzione di specie) o difficilmente

controllabili una volta innescati (es. fusione dei ghiacciai).

Questo pone un problema di gestione dell'incertezza e della

necessità di un principio di precauzione spesso difficile da

applicare per interessi economici. Carenza di Responsabilità

e Giustizia: È difficile attribuire la responsabilità dei danni

ambientali globali a singoli attori o Stati, diluendo le

responsabilità e ostacolando la compensazione. Le popolazioni

più vulnerabili, che meno hanno contribuito al problema, sono

spesso le più colpite (il che lega la società del rischio anche

alle disuguaglianze territoriali). Dipendenza dalla Scienza e

Sfiducia: La comprensione e la gestione di questi rischi

dipendono fortemente dalla scienza, ma l'incertezza scientifica

e le manipolazioni politiche o economiche possono generare

sfiducia nel pubblico e polarizzazione. Necessità di

Trasformazione Strutturale: La gestione non si limita a

misure tecniche, ma richiede una revisione profonda delle

strutture economiche, sociali e politiche che generano i rischi,

implicando costi elevati e resistenze da parte di chi beneficia

dello status quo.

In che modo la geografia della

14.

percezione contribuisce alla

comprensione dei comportamenti umani

di fronte ai rischi ambientali? Spiega

riferendoti agli approcci teorici

principali.

La geografia della percezione contribuisce a comprendere i

comportamenti umani di fronte ai rischi ambientali analizzando

come le persone interpretano soggettivamente l’ambiente e i

pericoli.

L’approccio cognitivista introduce il concetto di mappa

mentale per spiegare le rappresentazioni individuali dello

spazio e dei rischi. L’approccio comportamentale evidenzia il

ruolo dei filtri percettivi e delle esperienze personali nella

valutazione del rischio. Il modello di Brunet mostra come

un’elevata percezione del rischio, se non accompagnata da

all’inazione. Questi approcci

risorse o strategie, possa portare

aiutano a spiegare perché individui esposti agli stessi pericoli

possano reagire in modo diverso.

Come si è evoluta la geografia del

15.

rischio e quali sono le differenze tra gli

approcci della scuola americana e di

quella francese?

La geografia del rischio si è evoluta da un'analisi puramente

fisica e deterministica dei pericoli naturali a un approccio

integrato che considera anche fattori sociali culturali ed

economici. La scuola americana adotta un approccio tecnico e

quantitativo focalizzato sulla vulnerabilità e sulla gestione del

rischio con metodi statistici e modelli predittivi mentre la

scuola francese privilegia un approccio qualitativo e territoriale

centrato sulla percezione del rischio e sull'interazione tra

società e ambiente.

Spiega la relazione tra rischio,

16.

vulnerabilità e resilienza nel contesto

della geografia del rischio. In che modo

queste categorie contribuiscono alla

gestione dei disastri?

Nel contesto della geografia del rischio il rischio è il prodotto

della probabilità che un evento pericoloso si verifichi e della

vulnerabilità del sistema esposto la vulnerabilità indica il grado

di esposizione debolezza e capacità di risposta di una comunità

mentre la resilienza è la capacità di assorbire l’impatto adattarsi

e riprendersi dopo un disastro queste categorie sono

fondamentali per la gestione dei disastri perché aiutano a

identificare le aree più fragili a pianificare interventi di

prevenzione e mitigazione e a rafforzare la capacità di risposta

e recupero delle comunità

Perché l’espressione “disastro

17.

naturale” è considerata impropria

nella geografia contemporanea?

Spiega come il concetto di disastro

si sviluppa dall’interazione tra

fattori naturali e umani, facendo

riferimento al ruolo della

vulnerabilità e agli approcci di

riduzione del rischio.

L’espressione disastro naturale è considerata impropria nella

geografia contemporanea perché implica che la causa del

disastro sia esclusivamente naturale mentre in realtà il disastro

nasce dall’interazione tra un evento naturale e la vulnerabilità

umana sociale ed economica il concetto di disastro si sviluppa

infatti quando un pericolo naturale colpisce una popolazione

esposta e fragile la vulnerabilità dipende da fattori come

povertà urbanizzazione cattiva pianificazione e mancanza di

infrastrutture gli approcci moderni alla riduzione del rischio

puntano sulla prevenzione sulla resilienza e sul rafforzamento

delle capacità locali per limitare gli impatti negativi degli

eventi estremi

In che modo l’evoluzione del concetto

18.

di ambiente ha influenzato la

formulazione delle politiche ambientali

anni ’60 ad oggi? Fornisci esempi

dagli

concreti di strumenti e soggetti coinvolti.

L’evoluzione del concetto di ambiente da elemento naturale da

proteggere a sistema complesso che include componenti

ecologiche sociali ed economiche ha influenzato

profondamente le politiche ambientali dagli anni ’60 ad oggi

inizialmente basate sulla conservazione della natura si sono poi

estese alla sostenibilità allo sviluppo integrato e alla giustizia

esempi concreti sono l’introduzione della

ambientale

valutazione di impatto ambientale le normative

sull’inquinamento i protocolli internazionali come Kyoto e

Parigi e gli obiettivi dell’Agenda 2030 i soggetti coinvolti

come l’ONU

includono governi organizzazioni sovranazionali

ONG e la società civile con un crescente ruolo delle comunità

locali e delle imprese responsabili

Descrivi il ciclo di vita delle politiche

19. ambientali e spiega

in che modo strumenti come la VIA e la VAS

contribuiscono alla loro efficacia. Quali sono i

principali limiti di questi strumenti?

Il ciclo di vita delle politiche ambientali comprende le fasi di

identificazione dei problemi formulazione delle politiche

attuazione valutazione e revisione strumenti come la VIA

valutazione di impatto ambientale e la VAS valutazione

ambientale strategica contribuiscono alla loro efficacia

fornendo analisi preventive degli effetti ambientali di progetti e

piani assicurando trasparenza partecipazione e integrazione

degli aspetti ambientali nei processi decisionali i principali

limiti di questi strumenti sono la scarsa applicazione in alcune

realtà la frammentazione normativa i tempi lunghi e il rischio

che diventino mere formalità burocratiche senza incidere

realmente sulle decisioni

Qual è il ruolo della diplomazia

20.

internazionale, e in particolare

dell’eco-diplomazia, nella definizione

delle politiche ambientali globali?

Fornisci esempi di istituzioni

coinvolte e trattati rilevanti.

particolare l’eco-diplomazia

La diplomazia internazionale e in

svolgono un ruolo centrale nella definizione delle politiche

ambientali globali favorendo il dialogo tra Stati per affrontare

problemi comuni come il cambiamento climatico la perdita di

biodiversità e l’inquinamento attraverso negoziati multilaterali

e accordi vincolanti o volontari istituzioni come l’ONU

l’UNEP e l’IPCC coordinano azioni globali e promuovono la

cooperazione tra Paesi trattati rilevanti includono la

di Kyoto l’Accordo di

Convenzione di Rio il Protocollo Parigi

l’Agenda

e 2030 strumenti che mirano a costruire impegni

condivisi per uno sviluppo sostenibile e a superare le

differenze tra Paesi industrializzati ed emergenti

che modo l’ambientalismo si è evoluto

In

21.

nel tempo e quali sono le principali

differenze tra approccio utilitaristico ed

ecologia profonda?

L’ambientalismo si è evoluto da un movimento incentrato sulla

lotta all’inquinamento negli

conservazione della natura e la

anni ’60 a un fenomeno globale che integra sostenibilità diritti

ambientale l’approccio utilitaristico considera

sociali e giustizia

la natura come risorsa da gestire razionalmente per il benessere

umano mentre l’ecologia profonda attribuisce valore intrinseco

a tutti gli esseri viventi e promuove un cambiamento radicale

del rapporto tra uomo e ambiente basato su rispetto

interdipendenza e riduzione dell’impatto umano sulla Terra

Quali sono le principali differenze tra

22.

strumenti regolativi, economici e volontari

nelle politiche ambientali? Spiega vantaggi e

limiti di ciascuno.

Gli strumenti regolativi impongono obblighi e divieti attraverso

leggi e normative garantendo certezza ma spesso con scarsa

flessibilità e alti costi di controllo gli strumenti economici

usano incentivi e disincentivi come tasse sussidi o mercati di

scambio per orientare i comportamenti in modo efficiente ma

possono essere complessi da applicare e meno equi gli

strumenti volontari si basano su adesione spontanea a codici di

condotta certificazioni o accordi tra pubblico e privato

promuovono responsabilità e innovazione ma rischiano di avere

efficacia limitata senza obblighi vincolanti

Qual è il ruolo del Codice

23.

dell’Ambiente nel sistema normativo

italiano e quali sono i suoi principali

limiti applicativi? Fai riferimento

anche alla questione della

frammentazione normativa.

Il Codice dell’Ambiente rappresenta il principale riferimento

ambientale con l’obiettivo

normativo italiano in materia di

riordinare semplificare e integrare le norme esistenti

disciplinando temi come rifiuti acque aria suolo e VIA tuttavia

presenta limiti applicativi legati alla complessità del testo alla

sovrapposizione con altre norme settoriali e alla

frammentazione norm

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher esamiok13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof De Luca Eleonora.
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