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E
Elenco dei test di base, e avanzati, di Teoria della Mente (ToM)
task, compito della falsa credenza (l’obiettivo di stabilire a quale età i bambini sono in grado di
False belief
discriminare fra ciò che loro stessi sanno e ciò che gli altri sanno, intorno a una determinata questione; 3-4 anni);
Representational change task, compito del cambio rappresentazionale (Intorno ai 4 anni i bambini riescono a
mantenere separate le due rappresentazioni; 3-4 anni). Test avanzati: Reading the Mind in the Eyes (consiste nella
presentazione di fotografie che ritraggono la zona degli occhi di visi umani. Il soggetto sperimentale deve scegliere fra
alcune parole che compaiono vicino alla foto degli occhi quella che secondo lui meglio descrive ciò che la persona
fotografata sta pensando o provando in quel momento; adolescenza); Il Faux pas task (il soggetto sperimentale sente
‘gaffe’ sociale commessa da un personaggio e 10 storie di
leggere dallo sperimentatore 10 storie contenenti una
controllo in cui non è stato commesso nessun faux pas. Dopo ogni storia, al soggetto sperimentale viene chiesto se
nella storia qualcuno ha detto qualcosa che sarebbe stato meglio non dire, per verificare se è in grado di identificare le
storie contenenti faux pas; 11 anni).
G
Gli studi di gruppo in neuropsicologia: Descrizione, vantaggi, e svantaggi
Negli studi di gruppo i pazienti si possono selezionare in base a criteri neurologici comuni e/o comportamentali.
Questo è stato l’approccio più comune nel periodo del dopoguerra. Obiettivo di questo metodo è anche di ovviare
ambiguità e incompletezze insite in ricerche di caso singolo, ottenendo, con più dati, vantaggi statistici e meno
variabilità casuale non controllabile. Infatti, lo studio di gruppi di pazienti permette di ridurre il peso della variabilità
casuale (e quindi non controllabile) dipendente dalle caratteristiche individuali. Le conclusioni non si basano più su
una serie di descrizioni cliniche ed osservazioni informali di pazienti scelti spesso in modo idiosincratico, ma
sull’applicazione di più rigorosi metodi di indagine scientifica. I vantaggi di questi studi: risultati generalizzabili, dati
confrontabili, riduzione del rischio di considerare tutti i pazienti come se fossero uguali al paziente X studiato. Gli
svantaggi di questi studi: i bias metodologici rappresentano un rischio importante. Inoltre vi è il rischio di
apparente equivalenza di effetti fra trattamenti diversi e una facile tendenza a omogeneizzare i pazienti e a considerarli
più simili di quanto, nella realtà, siano.
Gli studi di caso singolo in neuropsicologia: Descrizione, vantaggi, e svantaggi
Nello studio del caso singolo viene approfondito lo studio di un solo paziente, considerando peculiarità cliniche (come
sede ed estensione della lesione) e caratteristiche socio-demografiche (es. età, scolarizzazione, sesso). Nel caso
singolo è fondamentale la qualità della misurazione, che dipende dalla scelta di modo, strumenti e frequenza delle
un’indagine
misurazioni. I vantaggi di questi studi: viene svolta approfondita sulle caratteristiche di uno specifico
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paziente, e si evitano approssimazioni, generalizzazioni scaturenti da confronti fra pazienti diversi. Gli svantaggi di
questi studi: non si può garantire che ciò che viene trovato nel paziente X possa essere esteso anche su altri pazienti,
poiché il paziente X potrebbe avere delle peculiarità che portano a conclusioni che valgono solo per lui e non per gli
altri.
I
I neurotrasmettitori
I neuroni rilasciano sostanze chimiche dette neurotrasmettitori. I neurotrasmettitori attraversano la sinapsi e, legandosi
l’attività.
ai recettori del neurone ricevente, ne influenzano Nella sinapsi i neurotrasmettitori vengono riassorbiti dal
l’azione
neurone inviante attraverso il processo della ricaptazione, che fa da freno per del neurotrasmettitore. Esempi
di neurotrasmettitori possono essere: acetilcolina, che controlla le aree del cervello deputate a funzioni di
apprendimento, attenzione e memoria (ne sono deficitari i soggetti affetti da morbo di Alzheimer); gaba:
neurotrasmettitore inibitorio; dopamina: presiede alle funzioni motorie (i malati di Parkinson ne sono deficitari) e
controlla i livelli di allerta; glutammato, neurotrasmettitore eccitatorio, importante nei meccanismi di apprendimento e
regola l’umore, e
di memoria a lungo termine; endorfine: regolano le sensazioni di dolore e di fame; norepinefrina:
regola la risposta delle funzioni vitali in situazioni di stress o pericolo; serotonina: regola sonno e umore (difetti nella
produzione di serotonina sono alla base di disturbi depressivi).
I sistemi di controllo e il lobo frontale
I lobi frontali sono considerati la sede dell’intelligenza in quanto la corteccia frontale è stata la più recente a
svilupparsi a livello evolutivo e perché gli esseri umani hanno lobi frontali di dimensioni superiori rispetto agli altri
animali. Si dividono in: Corteccia Motoria (se danneggiata causa perdita del controllo volontario sulla specifica
regione del corpo, deficit del controllo motorio fine e diminuzione di forza e velocità); Corteccia Premotoria (se
di sequenza in
danneggiata causa compromissione dell’integrazione azioni fluide e naturali e variazione dei
movimenti riflessi come quello della prensione); Corteccia Prefrontale (se danneggiata causa deficit della working
memory, difficoltà a generare nuove strategie o ipotesi, mancanza di inibizione, perseveranza, difficoltà a pianificare
sequenze di movimenti o ad organizzare strategie e deficit di movimento oculare); Corteccia prefrontale
Orbitofrontale e Ventromediale (se danneggiata causa cambiamento di personalità ed instabilità emotiva, poca
tendenza all’imitazione); Corteccia cingolata anteriore (se danneggiata causa deficit di attività
attenzione alle regole e
muscolare volitiva, apatia, riduzione della risposta emozionale a stimoli dolorosi), Area di Broca.
I programmi di apprendimento innato: cosa sono, e quali funzioni svolgono
I programmi di apprendimento innati si definiscono come dei moduli mentali evolutisi per elaborare informazioni
l’obiettivo di rendere il
specifiche al di sotto della soglia della nostra coscienza, con processo più semplice e rapido.
L’aspetto centrale è rappresentato dall’importanza che tali elaborazioni hanno per la nostra sopravvivenza. Questi
modelli adattativi facilitano l’apprendimento di alcuni tipi di informazione quali i visi e le espressioni dei visi delle
persone (strutture neurocognitive localizzate nei lobi temporali deputate specificatamente al riconoscimento di visi)
oppure il comportamento verbale e motorio mediante l’osservazione del comportamento verbale e motorio altrui
(sistema dei mirror neurons (neuroni specchio) localizzato nei lobi frontali). I meccanismi innati comprendono anche
il calcolo delle frequenze, la capacità di base di calcolo, ricordare ciò che dobbiamo agli altri e ciò che loro devono a
noi, eseguire un’immediata attribuzione di etichette appropriata agli oggetti che ci circondano, tenere a mente il nostro
status sociale e quello altrui nel nostro ambiente sociale di riferimento.
Il costrutto di doppia dissociazione in neuropsicologia
La doppia dissociazione si verifica quando, sottoponendo due pazienti o due gruppi di pazienti alle stesse due prove
entrambi presentano dissociazione semplice, ma un paziente (o gruppo) presenta una dissociazione semplice opposta
rispetto all'altro. Se la dissociazione semplice è forte per entrambi si chiamerà doppia dissociazione semplice. La
doppia dissociazione è la prova dell'esistenza di due sottosistemi separati, due modelli cognitivi per l'esecuzione dei
due compiti che possono essere compromessi singolarmente da una lesione.
Il costrutto di regolazione delle emozioni
La corteccia prefrontale ventromediale (VMPF) è principalmente coinvolta nella regolazione delle emozioni e nei
processi decisionali. Le emozioni hanno un enorme impatto adattivo sia sugli animali che sugli uomini. Tuttavia,
dobbiamo anche essere in grado di gestirle. La regolazione delle emozioni è la capacità di modificare un’esperienza
emozionale e può essere effettuata o estinguendo della paura o tramite rivalutazione attiva (reappraisal). Reappraisal =
utilizzo di strategie cognitive per stimolare attivamente una nuova interpretazione di uno stimolo precedentemente
connotato negativamente. Oltre a essere ancora coinvolta la VMPFC, criticamente interessata anche la componente
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laterale ventrale della corteccia prefrontale (VLPFC). La corteccia prefrontale ventromediale (VMPF) è coinvolta
l’apprendimento di una positiva interpretazione di uno stimolo
nella regolazione delle emozioni permettendo
originariamente negativo, smorzando la risposta dell’amigdala attraverso una stimolazione inibitoria diretta o
monitorando il comportamento (assenza di risposta a stimoli originariamente connotati di paura).
Il modello della working-memory
Il concetto di memoria di lavoro ha esteso il significato di memoria di breve termine proponendo che essa sia
funzionale all’inizio prevedeva come componenti: il
costituita da una serie di sistemi interagenti. Tale modello destre e si occupa dell’immagazzinamento
Taccuino visuo-spaziale (localizzato nelle Regioni parieto-occipitali delle
informazioni visive e spaziali e della produzione di immagini mentali); il Circuito fonologico (localizzato nelle regioni
‘magazzino fonologico’,
frontali laterali e parietali inferiori, sinistre; comprende la componente che acquisisce
informazioni visive e spaziali e della produzione e manipolazione di immagini mentali che si cancelleranno in pochi
secondi, e la ‘ripetizione subvocalica’ che mantiene l’informazione nel magazzino fonologico); e l’Esecutivo centrale
(localizzato nella corteccia prefrontale dorsolaterale bilaterale, in nucleo della WM). A questi è stato successivamente
aggiunto l’episodic buffer, considerato un componente multimodale che riceve informazioni dalla componente
verbale, dalla visuo-spaziale e dalla memoria a lungo termine per combinarle in una unica rappresentazione episodica.
Il buffer episodico recupera inoltre informazioni dalla memoria episodica e semantica in maniera consapevole
cosciente.
Il ruolo dello psicologo nella social cognitive neuroscience
La Social Cognitive Neuroscience è una emergente campo di ricerca interdisciplinare che cerca di comprendere i
fenomeni tra livello sociale, cognitivo e neurale. Lo psicologo adeguatamente formato può giocare un ruolo rilevante
in ognuno dei tre livelli: a livello sociale può intervenire sia come ricerca che negli interventi; a livello cognitivo
(competenze cliniche e neuropsicologiche certificate) nella ricerca e nella presa