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Descrivere i correlati neurobiologici della paura
I correlati neurobiologici della paura risultano essere fondamentali. A livello di circuiti
cerebrali esistono due modalità di processazione degli stimoli potenzialmente pericolosi:
Una modalità precisa, ma lenta. Questa modalità anatomicamente individuabile come
• via lunga, comporta la processazione dello stimolo anche da parte della corteccia
frontale e implica
un’analisi dettagliata del potenziale di pericolo, delle varie interpretazioni, delle
caratteristiche dello stimolo.
Una modalità rapida, ma grossolana. Questa modalità è definibile come via
• breve, si attiva senza coinvolgimento della corteccia e quindi senza l’intervento
della consapevolezza.
La necessità della via breve è dovuta alla relativa maggiore importanza data alla
rapidità di risposta rispetto alla precisione per gli stimoli che mettono a rischio la
sopravvivenza. Così, ad esempio, se camminando di notte per strada avverto uno
scricchiolio, tale stimolo verrà processato dalla via breve in maniera inconsapevole;
verrà interpretato come possibile pericolo e innescherà una reazione di allarme e solo
successivamente, in maniera cosciente, verrà rivalutato più attentamente dalla via lunga
facendoci rendere conto che lo scricchiolio era dovuto solamente al vento per cui non
conteneva nessun elemento di minaccia.
Descrivere in cosa consiste la catatonia
Con il termine catatonia s’intende una specifica alterazione del tono muscolare con
incremento dello stesso, diverso dall’ipertono extrapiramidale, negativismo e postura
Il paziente è inaccessibile, mutacico ed immobile. Può essere accompagnata da
fissa.
manierismi, assunzione di posture bizzarre o da catalessia detta anche cerea,
flexibilitas
ovvero la possibilità di far assumere al soggetto posizioni anche scomode per un
fisiche
certo periodo di tempo. La catatonia può essere secondaria a disturbi schizofrenici o
bipolari.
Descrivere in cosa consistono il rallentamento e l’arresto psicomotorio
Il rallentamento e l’arresto psicomotorio sono quei due quadri clinici che fanno parte
delle alterazioni della psicomotricità, ovvero l’espressione, a livello motorio, del mondo
affettivo e pulsione dell’individuo. Si ha un rallentamento e una riduzione del
movimento in sindromi depressive, nelle demenze o in altri disturbi organici. È
caratteristica delle forme depressive in cui può essere associata ad un rallentamento
della mimica e del linguaggio. Il rallentamento può arrivare all’arresto psicomotorio,
fino
in questo caso il soggetto rimane allettato, immobile, rifiuta il cibo e l’idratazione e può
associarsi a incontinenza sfinterica o ritenzione. È una condizione definibile anche
stupor e può mettere il paziente a grave rischio di vita. Si osserva nelle gravi forme di
depressione melanconica.
Descrivere i disturbi del movimento che possono essere indotti dall’uso dei
neurolettici
Tra i disturbi del movimento che possono essere indotti dall’uso dei neurolettici sono:
Acatisia: sensazione soggettiva di irrequietezza motoria che si esprime con l necessità
• di alzarsi continuamente e camminare e nell’impossibilità di rimanere seduti. Questa
sensazione si osserva, appunto, come effetto collaterale de farmaci neurolettici,
soprattutto quelli di prima generazione.
Bradicinesia: riduzione dell’attività motoria. È uno dei sintomi tipici della malattia di
• Parkinson, però è osservabile anche nella depressione, nella schizofrenia o come,
appunto, effetto collaterale dei farmaci neurolettici; è in questo caso che si parla di
parkinsonismo indotto da farmaci.
Distonia: movimento involontario ripetitivo, sia lento che rapido, caratterizzato dalla
• contrazione di un gruppo di muscoli che induce a movimenti torsionali o posture
abnormi.
Descrivere il concetto di temperamento affettivo
Con il termine temperamento affettivo si indica quell’innata predisposizione a possedere
un tono emotivo di fondo, un profilo di base dell’umore e un livello di energia e di
reattività agli stimoli.
Questi temperamenti possono costituire le manifestazioni subcliniche di disturbi
dell’umore e possono essere considerati come stati precursori o condizioni ad alto
rischio. Nonostante questo, i temperamenti affettivi non rappresentano una condizione
patologica. Si possono riscontrare quattro tipologie di temperamento affettivo:
Temperamento ipertimico: è caratterizzato da tratti energici, con elevata autostima e
1. risultano essere stabili per tutta la vita
Temperamento depressivo: si riferisce a persone che presentano bassi livelli di
2. energia. Solitamente queste perone sono critiche, pessimiste ed introverse.
Temperamento ciclotimico: è caratterizzato da un tratto fondamentale, cioè quello di
3. avere un modello di oscillazione tra umore elevato o irritabile e depressione.
Temperamento irritabile: è caratterizzato da periodi di irritabilità ad alto
4. coinvolgimento emotivo
Descrivere la differenza tra compulsioni e impulsività
Con il termine compulsione si indicano tutti quei comportamenti che si possono
osservare o tutte quelle azioni ripetute nel tempo sia che vengano compiute in risposta
alle ossessioni seguendo una sequenza stereotipata, sia quando sono dirette a ridurre
il disagio, determinato dalle ossessioni, oppure ad evitare l’insorgenza di un fatto
grave. Per quanto riguarda il termine impulsività, s’intende una condotta che trascende
il controllo volontario non mediata dalla riflessione. In alcuni casi l’impulsività risulta
essere limitata ad alcune aree come ad esempio l’assunzione di sostanze, il gioco
d’azzardo e la cleptomania. Attraverso l’impulsività, il soggetto prova un crescente
eccitamento, un bisogno interiore irresistibile che spinge, in seguito, al
soddisfacimento. Di conseguenza l’impulso si definisce come:
Atto non programmato ad agire
• Comportamento egosintonico
• Genera piacere sebbene le conseguenze possano essere dannose per il soggetto
• stesso.
Le compulsioni e i comportamenti impulsivi rappresentano gli opposti di un
continuum che va da una tendenza alla sovrastima del pericolo, ad una ridotta
percezione della pericolosità di determinati comportamenti ed elevata ricerca di
situazioni nuove.
Descrivere il concetto psicopatologico di ossessione
Le ossessioni rappresentano un fenomeno psicopatologico che viene collocato al
confine di alcune aree come i disturbi del contenuto del pensiero e i disturbi della
volontà. Secondo alcune definizioni, le ossessioni consistono in pensieri, immagini o
impulsi che:
Il soggetto ritiene intrusivi perchè compaiono nello spazio di coscienza senza che il
• soggetto ne abbia il controllo
Sono persistenti e ricorrenti perchè caratterizzati da una forte ripetitività
• Sono egodistoniche perchè spiacevoli e causano disagio, ansia e preoccupazione
• Il soggetto tende a sopprimerle oppure neutralizzarle.
•
Per parlare di ossessioni, è necessario che il soggetto non attribuisca la loro presenza a
forze esterne, perchè nel caso si parlerebbe di delirio di influenzamento. In generale le
forme di pensiero ossessivo riguardano:
La possibilità di poter contagiare o di essere contagiati
• Dubbi sull’aver compiuto un’azione
• Pensiero di non aver messo abbastanza in ordine qualcosa.
•
Descrivere i principali limiti del sistema diagnostico DSM-5
La modalità diagnostica del DSM-5 è opinabile, ma è condivisa poiché in tutti i campi
della medicina una parte di patologie viene sottoposta a diagnosi mediante il
riconoscimento “sindromico” di gruppi condivisi di segni e sintomi. Va però
sottolineato che il DSM-5 presume una conoscenza della psicopatologie e quindi
dovrebbe costituire un utile complemento alle proprie competenze. Utilizzarlo soltanto
come check-list, senza avere profonde conoscenze della materia, sarebbe travisarne la
funzione. Occorrerebbe prima di tutto formulare una diagnosi basata su dati storici ed
anamnestici, su evidenze cliniche e strumentali e sul quadro d’insieme, e, solo in un
secondo momento, confermare tale diagnosi attraverso il riscontro nei criteri categoria
del DSM-5. È inesatto identificare una diagnosi attraverso una lista di sintomi, il caso
deve essere valutato dal clinico e non dal DSM-5. A questo proposito, l’introduzione del
DSM-5 dichiara esplicitamente che questo è uno strumento che richiede di essere
utilizzato da clinici competenti per formazione, quali ad esempio psichiatri e psicologi
clinici, e non da personale inesperto. I sintomi contenuti nei criteri diagnostici non
costituiscono definizione esauriente dei disturbi sottostanti che, invece, racchiudono
processi cognitivi, emotivi, comportamentali e molto complessi. Hanno la
fisiologici
di sintetizzare sindromi caratteristiche di segni e sintomi che orientano verso un
finalità
disturbo specifico con una determinata storia evolutiva. I sintomi nei criteri diagnostici
del DSM-5 sono parte di un repertorio limitato di risposte emotive a vari fattori
stressanti. È quindi necessario un training clinico per poter riconoscere quando la
combinazione di fattori predisponenti, precipitanti, perpetuanti e protettivi ha portato
ad una condizione psicopatologica in cui segni e sintomi eccedono il range di
fisici
normalità.
Descrivere vantaggi e punti di forza delle diagnosi nosografico-descrittive in
psichiatria La diagnosi descrittiva si basa sulla registrazione dei sintomi e dei segni,
senza implicazioni eziologiche ed interpretazioni o ipotesi concernenti i meccanismi
psicopatologici sottostanti, essendo svincolata quindi da un eccesso di teoricità che
potrebbe portare ad un inutilismo diagnostico. Essa, inoltre, è ad
finalizzata
individuare la sintomatologia manifesta: in campo
psicopatologico i sintomi possono essere individuati sia sul versante cognitivo sia su
quello emotivo-relazionale, sia su quello di personalità. Tutti i disturbi psicopatologici
sono sicuramente oggetto di diagnosi descrittiva, sia per quanto concerne i disturbi
clinici che i disturbi di personalità e deficit cognitivi. Quindi sicuramente uno dei
vantaggi della diagnosi descrittiva in psichiatria è l'obiettivo di essere più completo
possibile. Operando in questo senso, infatti lo psicologo ed il medico effettuano,
entrambi in identico modo, l'inquadramento dei sistemi rilevati all'interno di una
classificazione prevista in un sistema diagnostico organizzato riconosciuto a livello
internazion