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Le Zone Economiche Speciali (ZES)

L'obiettivo delle Zone Economiche Speciali (ZES) è l'attrazione di investimenti su un territorio in crisi, in grado di aumentarne l'occupazione e far crescere il valore delle imprese, attrarne di nuove e generare sviluppo socioeconomico, incrementare soprattutto l'economia marittima a causa della debolezza delle infrastrutture terrestri del territorio in considerazione. La legge prevede che per l'esercizio di attività economiche e imprenditoriali le aziende già operative e quelle che si insedieranno nella ZES possono beneficiare di speciali condizioni.

I benefici consistono in:

  • Agevolazioni fiscali, detassazioni, incentivi;
  • Semplificazioni burocratiche.

Questi vengono stabiliti sulla base del Piano Strategico che ogni Regione deve elaborare e sottoporre allo Stato.

Perché le ZES del Mezzogiorno sono imperniate sul sistema portuale?

La scelta di legare le ZES all'area portuale deriva dalla strategia europea finalizzata...

Blue Growth, il potenziale dei porti del Mezzogiorno italiano rimane inutilizzato. La connessione tra terra e mare è fondamentale per l'economia locale e la coesione territoriale delle regioni del Sud. I porti meridionali svolgono un ruolo strategico nel sistema mediterraneo, attraggendo flussi commerciali verso i ricchi mercati dell'Europa continentale e facilitando l'esportazione dei prodotti manifatturieri del Sud. I porti sono organizzati in una rete "Centrale" e una rete "Globale" che comprende tutti gli altri porti. Tuttavia, senza investimenti adeguati nelle infrastrutture di collegamento tra i porti e l'entroterra, il potenziale di sviluppo rimane limitato.La formattazione del testo utilizzando tag HTML potrebbe essere la seguente:

La questione dell'accessibilità alle regioni meridionali continua a rappresentare un elemento di criticità. Il ritardo del sistema portuale del fronte Sud è così un elemento di svantaggio per l'intero continente, in quanto costringe le navi a diversi giorni di navigazione in più, con relativi costi in termini economici e ambientali.

Anche la forte competizione fra le Autorità portuali italiane è stato negli ultimi anni un ulteriore elemento di svantaggio che ha portato ad un importante spreco di risorse destinate ai lavori infrastrutturali.

Il Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica approvato nel 2015 evidenzia la centralità dei porti del Sud Italia, l'obiettivo è quello di rafforzare la competitività nazionale e la coesione territoriale. Questo ruolo contribuirebbe anche allariduzione dell'inquinamento derivante dal traffico marittimo e permetterebbe di risolvere il problema dello

Sbilanciamento commerciale fra Nord e Sud Europa. Per la valorizzazione della sponda Sud del continente è intervenuta la Riforma del Sistema Portuale. La scelta di impiantare le ZES dovrebbe costituire l'occasione per le aziende di investire al Sud. La vicinanza ai porti permetterà a queste imprese di sfruttare e accedere immediatamente ai mercati attraverso il mare, superando l'isolamento infrastrutturale terrestre che rappresenta il vero limite.

23) IN QUALI REGIONI POSSONO ESSERE ISTITUITE LE ZES, E PERCHÉ?

L'articolo 4 prevede l'istituzione di Zone Economiche Speciali all'interno delle quali saranno garantite speciali condizioni finalizzate a incentivarne lo sviluppo. Vengono concessi particolari vantaggi di ordine fiscale, burocratico e amministrativo che permettono al territorio di costruire un'attrattività territoriale ai fini dell'investimento in specifici settori produttivi, fondando la crescita sulla competitività.

sull'export e sulla specializzazione. Obiettivo è l'attrazione di investimenti su un territorio in crisi, in grado di aumentarne l'occupazione e far crescere il valore delle imprese già operative e di futuro insediamento, e generare sviluppo socioeconomico. La localizzazione di queste aree riguarda solamente le regioni meno sviluppate e in transizione secondo i parametri riconosciuti dall'Unione europea negli anni 2014-2020, che prendono in considerazione: - le Regioni meno sviluppate con il PIL pro capite all'inizio del periodo di programmazione inferiore al 75% della media Ue (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia); - le Regioni in transizione, il cui PIL pro capite risulta all'inizio del periodo di programmazione, inferiore al 90% ma superiore al 75% della media Ue (cioè Abruzzo, Molise e Sardegna). La legge prevede che la localizzazione di ogni ZES debba interessare una o più aree che comprendano almenoun'areaportuale per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti. Gli scali sono organizzati in una rete "Centrale" e una rete "Globale". La decisione di istituire ZES attorno ai principali scaliportuali soprattutto del Mezzogiorno rientra nella strategia che tende a far leva sull'economia marittima. In questo senso, la ZES è una modalità rapida e meno dispendiosa di intervento da parte dello Stato per permettere un'accelerazione dell'industrializzazione dei territori creando un ambiente favorevole in grado di attrarre investimenti. 25) QUAL è IL MODELLO LOCALIZZATIVO DI ZES PROPOSTO DAL PIANO DI SVILUPPO STRATEGICO DELLA ZES IONICA? Nel 2018 la Regione Puglia e Basilicata hanno approvato il Piano di sviluppo strategico della ZES ionica interregionale. Quest'ultima permette di creare un'unica Zona sul territorio di due Regioni, passaggio necessario laddove una delle due, risulti priva di un porto della rete.europea: l'obiettivo è quello di coinvolgere i territori collocati oltre il confine amministrativo, valorizzando il rapporto funzionale delle realtà produttive con lo scalo individuato, che in questo caso è il Porto di Taranto. Il Piano di sviluppo strategico della ZES Ionica include il Piano precedentemente approvato dalla Basilicata che integra una strategia in grado di generare uno sviluppo generale. Ma la realtà esistente è caratterizzata principalmente da piccole imprese, prive degli strumenti richiesti dai mercati e dalla scarsa adeguatezza delle infrastrutture logistiche e trasportistiche. La Basilicata propone il territorio come "triangolo di sviluppo economico" in grado di connettere e stabilizzare lo sviluppo di Puglia, Campania e Calabria diventando il "ponte" tra area Adriatica e Area Tirrenica, passando per l'affaccio ionico attraverso il porto di Taranto. I settori che vengono individuati come caratteristici delIl tessuto produttivo della zona sono: - agroalimentare - industria automobilistica - meccanica - gomma - tessile - legno - imballaggi - grande distribuzione - turismo I poli che garantiscono una base in termini di produttività e connessione con il porto di Taranto a livello economico e logistico sono: - Aeroporto di Grottaglie - Grottaglie - Melfi - Ferrandina - Galdo di Lauria Il processo di selezione si è svolto secondo i seguenti criteri: - Includere le aree portuali e i principali snodi logistici - Privilegiare aree produttive e commerciali - Privilegiare aree con superfici libere Dal versante lucano, la selezione ha interessato principalmente i poli logistici di Ferrandina, Melfi e Galdo di Lauria. Lo sviluppo sui tre nodi logistici si fonda sul nesso economico-funzionale esistente tra gli stessi e il porto di Taranto permettendo alla Basilicata di uscire dall'"isolamento logistico". Mentre dal lato pugliese i benefici previsti dalla ZES.riguardano l'attenuazione degli impatti sociali legati alla crisi ambientale e alle conseguenti misure nel campo della produzione siderurgica e lo sviluppo dell'occupazione nel settore agroalimentare. 26) QUAL È IL MODELLO LOCALIZZATIVO DI ZES PROPOSTO DAL PIANO DI SVILUPPO STRATEGICO DELLA CALABRIA? Il modello localizzativo proposto per la regione Calabria è di carattere policentrico, imperniato principalmente sul porto di Gioia Tauro, ma esteso poi su tutta la regione attraverso la valorizzazione dei poli infrastrutturali di trasporto. Lo scopo è quello di incentivare la localizzazione e il rafforzamento della capacità di import/export delle industrie attraverso la connessione con le grandi infrastrutture di trasporto presenti. Il Piano si incarica poi di individuare, come elementi di forza del tessuto produttivo regionale su cui investire, i settori agroalimentare, metalmeccanico, dei trasporti e del magazzinaggio. Elemento chiave dell'efficacia dellamisura è il superamento del ritardo infrastrutturale, uno dei principali limiti del territorio. Contestualmente, obiettivo del Piano è quello di rafforzare le aree regionali già dotate di vocazione produttiva, estendendo le semplificazioni amministrative anche alle aree non ricadenti nelle ZES. 27) QUAL È IL MODELLO LOCALIZZATIVO DI ZES PROPOSTO DAL PIANO DI SVILUPPO STRATEGICO DELLA CAMPANIA? Il modello adottato dalla Regione Campania si fonda su una distribuzione territoriale imperniata sulle aree portuali di Napoli, Salerno, Castellammare di Stabia e le relative aree retroportuali. La selezione delle aree segue l'esistenza di un nesso economico-funzionale tra le zone portuali e retroportuali e i territori a specializzazione produttiva nei diversi settori strategici oltre che le aree a vocazione industriale. Nonostante siano situati in aree interne distanti dalle principali infrastrutture, la scelta di includere questi territori nella ZES rappresenta lavolontà di orientarvi investimenti in grado di invertire il segno del declino economico. Vengono individuati nel Piano una serie di interventi di adeguamento infrastrutturale programmati, che permetteranno il collegamento fra le zone portuali e le aree coinvolte. In particolare, si pianificano gli interventi di adeguamento infrastrutturale del porto di Napoli (snodo centrale delle Autostrade del mare e di collegamento con le aree produttive) del Porto di Salerno per dotarlo di un collegamento autostradale di cui è ancora privo, della rete ferroviaria regionale per un potenziamento su diverse tratte, delle infrastrutture, delle telecomunicazioni e del trasporto e distribuzione dell'energia (per far sì che la Campania diventi l'hub energetico nello scam
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
49 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mapia.03 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Dante Di Matteo.