INDICATE CHI HA PARLATO DEI NEURONI A SPECCHIO E QUALI SONO LE PROPOSTE INNOVATIVE
I neuroni specchio (Rizzolatti e Sinigaglia 2006) si attivano selettivamente non in relazione a semplici movimenti, bensì
ad atti finalizzati e sia quando eseguiamo quegli atti sia quando li osserviamo compiere da altri.
I neuroni specchio si attivano anche quando l’osservatore non vede la parte finale dell’atto o non vede l’azione ma
ascolta il rumore prodotto dall’azione.
I neuroni specchio non codificano solo l’atto ma anche l’intenzione con cui quest’ultima è compiuta, perchè l’osservatore
anticipa i possibili atti successivi.
EFFETTO DISGIUNZIONE
Effetto disgiunzione: le persone non sono ingrado di pensare in condizioni disgiuntive, cioè faticano ad assumere
momentaneamente come vero qualcosa che potrebbe essere falso e pertanto non sono capaci di determinare le
conseguenze di due possibili eventi non sapendo quale di essi sia quello vero.
In tali condizioni viene a mancare una chiara ragione per scegliere una tra le opzioni possibili e, inoltre, diventa più
difficile considerare le implicazioni e le conseguenze di ciascuna opzione.
Esperimento
A 3 gruppi di studenti venne chiesto di immaginare di aver sostenuto un esame difficile e di avere la possibilità di
acquistare un pacchetto turistico per una vacanza molto conveniente.
I primi 2 gruppi di studenti erano a conoscenza dell’esito dell’esame: positivo per il primo gruppo e negativo per il
secondo gruppo.
Il terzo gruppo non fu messo al corrente dell’esito dell’esame.
Si aveva la possibilità di sceglire tra le seguenti opzioni:
A. Decidere di acquistare il pacchetto vacanza
B. Decidere di non acquistare il pacchetto vacanza
C. Scegliere di differire la decisione pagando una caparra che permetteva di mantenere il diritto di acquistare il
pacchetto una volta conosciuto l’esito dell’esame.
Gli studenti che erano a conoscenza dell’esito dell’esame, indipendentemente che fosse positivo o negativo, decisero nella
maggior parte dei casi di acquistare il biglietto.
Quelli che ignoravano l’esito dell’esame scelsero di posticipare la decisione pagando una certa cifra come caparra.
Per motivi differenti i soggetti dei primi due gruppi decisero di passare all’azione acquistando il pacchetto vacanza.
Probabilmente chi aveva passato l’esame considerava la vacanza un premio per il risultato ottenuto, chi non aveva
superato l’esame una forma di consolazione o un momento di relax per riprendere successivamente lo studio con
maggiori energie.
Ci si aspetterebbe che la percentuale di scelta del terzo gruppo fosse simile a quella degli altri due gruppi, dato che gli è
stato chiesto di immedesimarsi in chi l’ha superato o non l’ha superato, mentre questi studenti preferirono rimandare
l’acquisto. Le persone incontrano difficoltà a percorrere simultaneamente tutti gli sviluppi del processo decisionale che
si diramano da un’alternativa il cui esito non è noto e che porterebbe comunque alle stesse conclusioni (in questo caso
l’acquisto del pacchetto vacanza).
DILEMMA DELLA PERSISTENZA - ESPERIMENTO TVERSKY E KAHNEMAN
Un fenomeno legato all’effetto del costo sommerso è il dilemma della persistenza, esemplificato dall’esperimento di
Tversky e Kahneman (1981).
Prima situazione: immaginate di aver deciso di vedere uno spettacolo teatrale e di aver già acquistato il biglietto
del costo di 20 euro. Al momento di andare in teatro vi accorgete di aver perso il biglietto. Sareste disposti a spendere
altri 20 euro per un altro biglietto?
Seconda situazione: immaginate di aver deciso di vedere uno spettacolo teatrale il cui biglietto costa 20 euro. Per questo
avete accantonato una banconota da 20 euro per l’acquisto del biglietto. Al momento di entrare in teatro vi accorgete di
aver perso la banconota. Paghereste 20 euro per comprare il biglietto?
In entrambi i casi ci si ritrova con 20 euro in meno. Tuttavia nella prima versione del problema solo il 50% delle
persone ricomprerebbe il biglietto, mentre nella seconda versione più dell’80% ricomprerebbe il biglietto.
Questo avviene perchè nel primo caso si considera l’acquisto già concluso; essendo la transazione terminata le
persone sono meno propense a compiere un’operazione che è già stata eseguita e ha comportato dei costi. Nel
secondo caso la transazione non è ancora conclusa e le persone si dimostrano maggiormente disposte all’acquisto del
biglietto.
EFFETTO SUNK COST
L’effetto sunk cost (o costo sommerso) costituisce una violazione di quanto previsto dalla teoria razionale della scelta.
Secondo le teorie normative, un individuo razionale dovrebbe prendere delle decisioni basandosi esclusivamente
sulle valutazioni delle conseguenze future e ignorando ciò che è stato deciso in precedenza.
Le scelte passate non andrebbero considerate poichè, nel caso in cui esse abbiano comportati dei costi, questi sono ormai
«affondati» e non più recuperabili.
Per tanto nella presa di decisione è utile considerare solo i costi benefici futuri ottenibili dalla nuova scelta (Thaler
1980).
TEORIA AUTOPERCEZIONE DI BERN
La teoria dell’autopercezione di Bern (1972), secondo cui gli individui giudicano il proprio comportamento come se
fossero degli osservatori esterni allo scopo di trarre inferenze circa i propri atteggiamenti e preferenze.
Una manifestazione di questo tipo consiste nel delegare ad una decisione passata il ruolo di guida per scelte presenti e
future.
«Se è stato bene per me allora, andrà (deve andare) abbastanza bene per me anche ora»
LEGAME TRA EFFETTO STATUS QUO E DISSONANZA COGNITIVA
Un ulteriore elemento che può essere richiamato per spiegare lo status quo èil bisogno di coerenza che si richiama alla
teoria della dissonanza cognitiva di Festinger (1957)
BIAS STATUS QUO E LE MOTIVAZIONI
Le persone tendono a non cambiare l’opzione che di default viene loro imposta e a persistere poi in questa
opzione.
Una spiegazione dell’effetto status quo è che cambiare richiedere una decisione preliminare riguardo all’opportunità di
condurre una nuova analisi della situazione.
ESEMPIO
«Se è stato bene per me allora, andrà (deve andare) abbastanza bene per me anche ora».
Se nel passato si è fatta una certa scelta, la si sarà fatto per una valida ragione, e quindi è inutile rifare le analisi di fronte
alla nuova opportunità. Qualsiasi deviazione dalla condizione di default produce dei costi di transizione che vengono
evitati attraverso il mantenimento dell’opzione attuale.
FASI TEORIA DISSONANZA
La teoria proposta da Festinger stimolò diverse ricerche di psicologia sociale che Cooper e Fazio (1984) sintetizzarono
individuando le fasi di elaborazione che le situazioni di dissonanza comportano.
Dai numerosi studi effettuati emerge che sono necessarie e indispensabili quattro fasi affinché le azioni discrepanti
producano
dissonanza e poi modificazione degli atteggiamenti:
1. l'individuo deve comprendere che l'azione discrepante rispetto all'atteggiamento ha conseguenze negative;
2. l'individuo deve assumersi la responsabilità personale dell'azione (attribuzione interna);
3. l'individuo deve sperimentare uno stato sgradevole di attivazione fisiologica;
4. l'individuo deve attribuire l'attivazione fisiologica all'azione compiuta e all'incoerenza che ha generato.
Una volta creato questo stato di disagio dovuto alla discrepanza tra atteggiamento e comportamento, le persone vogliono
ridurlo ed eliminarlo. L'unico modo possibile è far diventare gli atteggiamenti congruenti con le azioni.
DISSONANZA COGNITIVA DI FESTINGER
Quando le persone diventano consapevoli che i loro atteggiamenti, i loro pensieri e le loro convinzioni ("le
cognizioni") sono incoerenti gli uni rispetto agli altri, questa consapevolezza genera uno spiacevole stato di
tensione, detto dissonanza cognitiva (Festinger, 1957).
La dissonanza cognitiva si produce spesso quando il comportamento entra in conflitto con un atteggiamento
preesistente.
Secondo la teoria della dissonanza cognitiva le tensioni causate dalle discrepanze tra azioni e atteggiamenti importanti
vengono placate di frequente mediante cambiamenti che apportiamo non al nostro comportamento, ma piuttosto al
nostro modo di pensare.
PROPOSTA TEORICA DI FESTINGER
La teoria proposta da Festinger stimolò diverse ricerche di psicologia sociale che Cooper e Fazio (1984) sintetizzarono
le fasi di elaborazione che le situazioni di dissonanza comportano.
individuando
Dai numerosi studi effettuati emerge che sono necessarie e indispensabili quattro fasi affinché le azioni
discrepanti producano dissonanza e poi modificazione degli atteggiamenti:
l'individuo deve comprendere che l'azione discrepante rispetto all'atteggiamento ha conseguenze negative;
1. l'individuo deve assumersi la responsabilità personale dell'azione (attribuzione interna);
2. l'individuo deve sperimentare uno stato sgradevole di attivazione fisiologica;
3. deve attribuire l'attivazione fisiologica all'azione compiuta e all'incoerenza che ha generato.
4. l'individuo
Una volta creato questo stato di disagio dovuto alla discrepanza tra atteggiamento e comportamento, le
persone vogliono ridurlo ed eliminarlo. L'unico modo possibile è far diventare gli atteggiamenti congruenti
con le azioni.
QUALI TIPI DI RIMPIANTO CI POSSONO ESSERE NELLE DECISIONI DELLE PERSONE
Si può distinguere tra rimpianto da omissione e rimpianto da commissione.
Nel primo caso ci si rammarica per non aver fatto qualcosa, e nel secondo per averla fatta.
RUOLO DEI RIMPIANTI NEI PROCESSI DECISIONALI
Il rimpianto svolge una funzione prima della presa di decisione poiché questa viene orientata proprio dall’anticipazione
dell’eventuale rimpianto che si proverebbe successivamente.
Il rimpianto agisce però anche dopo la decisione, non dipendendo direttamente dall’entità del bene in
questione.
STRATEGIE CHE REGOLANO LA PRESA DI DECISIONE
La regola congiuntiva, in cui il decisore stabilisce dei livelli minimi di accettabilità per ognuna delle dimensioni
ritenute rilevanti;
La regola disgiuntiva prevede un processo simile a quello della regola precedente ma vengono accettate tutte le
alternative che eguagliano o superano il livello stabilito relativamente ad almeno un attributo (e non congiuntamente a
tutti gli attributi);
La regola lessicografica, in cui il decisore può ordinare le dimensioni sulle quali giudicare le opzioni secondo una scala
decrescente di importanza. In tal caso la scelta porta a selezionare l’alternativa che presenta la valutazione migliore
rispe
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