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DEINIZIONE DEGLI AMBITI DI STUDIO E DEL PARADIGMA DELLA FILOLOGIA E LINGUISTICA ROMANZA
La filologia romanza è la scienza che studia le lingue neolatine e i testi scritti in tali lingue.La prospettiva di
questa disciplina è triplice: da un lato, essa esamina lo sviluppo di queste lingue,da un altro lato, essa si
occupa di cogliere la morfologia di una data lingua come sistema in sé e infine, fornisce il fondamento
scientifico per la realizzazione di edizioni critiche dei testi scritti in lingue romanze.Il padre
della filologia romanza come moderna disciplina scientifica, tuttavia, può essere considerato il
La linguistica romanza è quella parte della linguistica che studia i
francese François Raynouard.
cambiamenti a livello fonetico, morfologico, sintattico e lessicale che hanno portato dal latino alle
moderne lingue romanze.
DISTINZIONE TRA LATINO CLASSICO E LATINO VOLGARE
La principale differenza dal latino volgare rispetto al latino classico è l’assenza di una codificazione della
scrittura e una maggiore influenza dei substrati linguistici locali. Il latino volgare include le forme tipiche
della lingua parlata. Per questo fu più soggetto ad essere modificato dagli influssi di altre lingue e dialetti
locali. Col passare dei secoli il latino volgare viene utilizzato da una minoranza di persone dotte, mentre
quello volgare viene utilizzato quotidianamente dal popolo.
DEFINIRE L’ENCLAVE ALLOGLOTTA
Per enclave alloglotta intendiamo un territorio in cui si trovano popolazioni parlanti una lingua diversa da
quella della maggioranza. In uno specifico territorio, la presenza di un gruppo linguistico di minoranza può
essere storicamente anche molto precedente rispetto a quello di maggioranza. Ciò accade nel caso di
invasioni, conquiste o occupazioni dovute a conflitti di vario genere. Nel dominio romanzo ci sono enclaves
di lingue non romanze: il basco parlato nei Pirenei e tra Francia e Spagna, l’ungherese parlato in Romania, il
tedesco parlato in Italia (tra le Alpi).
PRINCIPALI TRATTI FONETICI DEL CASTIGLIANO
Le principali caratteristiche del castigliano sono: iniziale che diventa da (f- è però
h, harina farina
conservato davanti al dittongo fuoco); i nessi si riducono a una palatale (equivalente al
ue: fuego, cl, pl, fl l
suono di nella parola italiana figli) scritta (chiave) dal latino lo sviluppo di in (uguale
gl ll, llave clavem; ct ch
al suono italiano di cena), (otto) da le vocali ĕ e ŏ si dittongano sia in sillaba aperta sia in sillaba
c ocho octo;
chiusa, (dieci), (scuola).
diez escuela
RICOSTRUIRE GLI EFFETTI DELLA RECONQUISTA SULLA DIFFUSIONE LINGUISTICA
Nel periodo della Reconquista il castigliano occupò tutta la parte centrale meridionale della penisola.
Alfonso x el Sabio scelse come lingua della cancelleria regale il castigliano stabilendone così la supremazia
sulle altre lingue del regno: il galego e l’asturo-leonese. Il prestigio del castigliano favorì la sua diffusione
presso l’aristocrazia e il clero. Carlo V lo proclamò lingua ufficiale della diplomazia e lingua comune a tutta
la cristianità.
ILLUSTRARE LA REALTà LINGUISTICA DELLA SPAGNA MEDIEVALE
Tra il 711 e il 718 la penisola iberica fu conquistata dagli arabi. La penisola venne così divisa in due: al nord
la parte cristiana e al centro-sud la parte musulmana. Dopo la Reconquista del 1492 da parte degli stati
cristiani, il panorama linguistico era caratterizzato dalla presenza dei seguenti gruppi linguistici: galego-
portoghese, asturo-leonese,castigliano,aragonese,catalano. A seguito della Reconquista si ebbe la
ripopolazione del centro e del sud della penisola con l’espansione delle varietà romanze del nord. La lingua
che si avvantaggiò maggiormente nella Reconquista fu il castigliano.
RICOSTRUIRE IL PANORAMA DEI PRIMI TESTI SCRITTI NELLE LINGUE ROMANZE
I primi testi romanzi compaiono nel IX secolo grazie alle riforme culturali di Carlo Magno.Nell'813 d.C i
vescovi riuniti a Tours avevano constatato l'incapacità della popolazione di comprendere le omelie in latino
e avevano per questo sollecitato nella predicazione l'uso della Rustica Romana Lingua, ovvero la lingua
romanza del popolo, o della lingua tedesca per i fedeli dei territori tedeschi.Per poter iniziare a scrivere in
lingua romanza bisognava quindi rendersi conto che la lingua del popolo si era distinta dal latino e che
Dall'età Imperiale Romana in avanti vi era una situazione di
ormai erano diventate due lingue differenti.
Diglossia, ovvero una coesistenza di due lingue(una alta e una bassa) con una base grammaticale e lessicale
molto simili ma con un funzionamento linguistico differente. Il primo documento conosciuto in una lingua
romanza sono i Giuramenti di Strasburgo, che risalgono all’842. Per avere un documento analogo a questo
in volgare italiano, in cui cioè sia chiara la volontà di esprimersi in una lingua diversa da quella latina,
dovremo aspettare un secolo: risale infatti al 960 il Placito Capuano.
RICOSTRUIRE LE FASI EVOLUTIVE DEL CATALANO
Il catalano è stato considerato affine all’occitano infatti molti tratti fonetici sono affini: caduta delle vocali
finali diverse da –a, passaggio di –ct- a /jt/ etc.. Secondo Carlo Tagliavini il catalano è galloromanzo per le
sue origini ma non può essere classificato come dialetto provenzale, è ibero-romanzo per la sua posizione
geografica ma per ragioni storiche non può essere considerato fra le lingue ibero-romanze.
CARATTERI COMUNI DELLE LINGUE GALLOROMANZE
Il ramo gallo-romanzo delle lingue romanze include nel senso più stretto francese , occitano e franco-
provenzale . Le lingue gallo-romanze sono solitamente caratterizzate dalla perdita di tutte le vocali finali
non accentate diverse da / -a / (in modo più significativo, le / -o / e / -e / finali erano perse). Tuttavia,
quando la perdita di una vocale finale risulterebbe in un gruppo finale impossibile (eg / tr / ), una vocale
prop appare al posto della vocale persa, solitamente / e / . In genere, gli stessi cambiamenti avvenivano
anche nelle sillabe finali chiuse da una consonante.
LA DIVISIONE LINGUISTICA DEL DOMINIO GALLOROMANZO NEL MEDIOEVO
La differenza tra lingua d’oil, l’occitano e il franco-provenzale è stata messa in rapporto a più fattori. Il nord
avrebbe avuto un sostrato celtico compatto, sarebbe stato meno latinizzato. Il sud avrebbe posseduto
diversi sostrati (celtico, ligure, iberico, etc..), è stato più latinizzato e ha conosciuto una dominazione
germanica, quella dei Visigoti, solo passeggera.
ILLUSTRA LA DIVISIONE LINGUISTICA DELLA PENISOLA ITALICA
I dialetti italiani, come gli altri dialetti romanzi di oggi o del passato, sono naturalmente delle continuazioni
locali del latino, e non delle varietà sviluppatisi a partire dall’italiano di base toscana. Quasi tutti i dialetti
italiani sono stati scritti nel Medioevo, per scopi amministrativi, religiosi e spesso anche per fini artistici,
cedendo successivamente il passo al toscano, detto presto «italiano». Nel Cinquecento, il toscano si impone
sui dialetti come lingua scritta in tutti gli ambiti: letterario, religioso, amministrativo, giudiziario, scientifico.
Questa espansione interessò tuttavia soltanto le classi colte. Fino all’Unità d’Italia (1861), nessun
avvenimento politico ha permesso la diffusione dell’italiano oltre cerchie ristrette. L’espansione
commerciale e militare di molte città italiane nel Medioevo ha portato alla diffusione delle loro varietà
linguistiche oltre i confini originari. Dall’Unità d’Italia in poi, la pratica del dialetto è ovunque regredita,
anche se in misura differente a seconda delle aree. A parte le regioni in cui si parlano varietà
strutturalmente affini all’italiano, le regioni in cui il regresso dei dialetti è più forte sono quelle in cui,
soprattutto dopo il 1960, c’è stato un forte sviluppo industriale, che ha portato all’immigrazione interna e
all’urbanizzazione È possibile individuare 3 aree principali nella penisola italica per quanto riguarda le
varietà dialettali: dialetti italiani settentrionali, dialetti toscani e dialetti centromeridionali.
ILLUSTRA I PRINCIPALI CAMBIAMENTI MORFOLOGICI CHE HANNO INTERESSATO LE LINGUE ROMANZE
NELLA LORO EVOLUZIONE DAL LATINO
I principali cambiamenti morfologici riguardano l’ordine dei sintagmi: in latino si seguiva l’ordine
SOGGETTO OGGETTO VERBO, mentre nelle lingue romanze SOGGETTO VERBO OGGETTO. Altro aspetto è
l’introduzione dei pronomi clitici, così chiamati perché sempre uniti al verbo. Data la loro presenza in tutte
le lingue romanze si pensa che si fossero già formati nel latino volgare.
RICOSTRUIRE IL PROCESSO DI FORMAZIONE DEGLI AUSILIARI ROMANZI
Un’importante innovazione nelle lingue romanze rispetto al latino è la creazione di forme verbali
perifrastiche per esprimere l’idea dell’anteriorità. Il tipo più diffuso (presente in tutte le lingue romanze) è
quello formato dal verbo avere+participio passato, come il passato prossimo in italiano.
ILLUSTRA LA GENESI DELL’ARTICOLO ROMANZO E INDICA QUALI FORME LATINE SI PONGONO ALL’ORIGINE
DELL’ARTICOLO DETERMINATO ROMANZO
Il latino non ammetteva l’articolo, tuttavia il latino volgare comincia ad usare i pronomi dimostrativi per
marcare un nome. Le basi dalla quale proviene l’articolo determinativo sono: ILLV/ILLI e ILLA/ILLE. Le lingue
romanze, tranne il sardo SU/SA,SOS/SAS, hanno articoli che derivano dalla stessa radice.
RICOSTRUISCI IL PROCESSO DI FORMAZIONE DEI PRONOMI CLITICI
Le lingue romanze presentano pronomi liberi e pronomi clitici. I pronomi clitici sono sempre uniti al verbo
(es: MI vedi). La serie dei pronomi clitici ha conservato i casi e continua in questo il latino: come dativo della
I persona singolare abbiamo MI che corrisponde al latino MIHI, come accusativo MI corrisponde al latino
ME. La stessa cosa accade con il dativo e l’accusativo della II sing. TI. Ma alla III sing. Le forme sono diverse:
GLI per ILLI, LO per ILLUM.
ENUNCIA I PRINCIPI CARDINE DELLA LEGGE TOBLER-MUSSAFIA
La legge Tobler-Mussafia, nome che proviene dai primi che l’hanno osservata, prevede espressioni come
cercansi, vendesi… Si ha enclisi (verbo+clitico) quando il verbo è in posizione iniziale di frase e quando il
verbo è preceduto dalle congiunzioni e,ma,o. Si ha proclisi (clitico+verbo) quando il verbo non è in
posizione iniziale.
TRADUCI E COMMENTA IL BRANO TRATTO DAL LIBRO DE ALEXANDRE
Alessandro il valente, il cui potere è senza confini escogitò una cosa,andando per via: come avrebbe
apprestato un rialzo o una scala per vedere come si presentava e com’era il mondo.