E I BENI CULTURALI
Docente: Puccio Francesco
08. Quanti sono gli attori/performer che vanno in scena nello spettacolo Prologo a diario segreto contraffatto?
Sei
Due
Tre
Quattro Data Stampa 11/11/2025 11:13:25 - 15/64
Set Domande: TEORIA E MODELLI DELLO SPETTACOLO
MULTIMEDIALE
SCIENZE DEL TURISMO PER IL MANAGEMENT
E I BENI CULTURALI
Docente: Puccio Francesco
Lezione 011
01. Michele Sambin e il Tam Teatromusica: esporre le principali caratteristiche della poetica dell’artista e della sua Compagnia.
02. Esporre le peculiarità della visione scenica di Giorgio Barberio Corsetti, dalla fondazione del gruppo Gaia Scienza alla collaborazione con Studio Azzurro.
1) Michele Sambin nasce a Padova nel 1951 e rappresenta una delle figure più interessanti del panorama artistico nazionale degli ultimi quarant’anni. La sua
esplorazione non ha riguardato soltanto la scena teatrale ma anhce musicale, e videoartistica. A lui si deve l’elaborazione di una modalità di lettura del fenomeno
artistico, nota come tecnica del videoloop, sviluppata a partire dal 1976. Nel 1980 fonda la TAM Teatromusica con lquale avvia un processodedicato alla
realizzazione di spettacoli teatrali che saranno caratterizzati da un’interazione tra l’elemento sonoro e quello visivo.
2) Corsetti intraprende un personale percorso di ricerca che lo allontana dalle forme più tradizionali del teatro di prosa e lo indirizza verso quella fucina di
sperimentazione alternativa che era la scena romana negli anni Settanta. Insieme con Alessandra Vanzi e Marco Solari fonda il gruppo Gaia Scienza, le cui
caratterisithce sono il rifiuto di un’impostazione della scena tradizionale, la frantumazione dell’ordine consueto in cui uno spettacolo teatrale viene
organizzato e la sua ricostruzione in sezioni che si arricchiscono di arte.
La collaborazione con Studi Azzurro ,tra< il 1985 e 1987, favorisce la messa in scena di tre sepettacoli paradigmici del videoteatro.
Data Stampa 11/11/2025 11:13:25 - 16/64
Set Domande: TEORIA E MODELLI DELLO SPETTACOLO
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SCIENZE DEL TURISMO PER IL MANAGEMENT
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Docente: Puccio Francesco
Lezione 012
01. Spiegare cosa si intende, nell’ambito dei nuovi linguaggi della scena e, più in generale, dello spettacolo multimediale, con il concetto di intermedialità.
02. Spiegare in breve il lavoro pioneristico dello scenografo Josef Svoboda, nell’ambito della scena multimediale e dello sviluppo dell’intermedialità.
1) l’intermedialità fa riferimento a quella relazione che si attiva quando linguaggi artistici diversi (di qui l’uso del prefisso latino inter-) sono messi in
connessione l’uno con l’altro, così da produrre un messaggio unitario, e questa è una modalità di lavoro che proviene dalla seconda avanguardia
É un punto di incontro tra spettatori, attori e i media.
2) Josef Svoboda è stato uno dei più grandi innovatori della scenografia teatrale del Novecento. La sua visione ha rivoluzionato il modo di concepire lo spazio scenico, trasformandolo
in un ambiente dinamico e interattivo, dove la tecnologia e l’arte si fondono. Fin dagli anni ’50, Svoboda ha sperimentato con luci, proiezioni, specchi, fumo e superfici mobili,
anticipando l’uso della multimedialità e dell’intermedialità nel teatro. Con la sua celebre “Lanterna Magika”, ha integrato cinema, danza e performance dal vivo, creando
un’esperienza immersiva che rompeva i confini tra i linguaggi artistici.
Per Svoboda, la scenografia non era solo decorazione, ma parte integrante della drammaturgia: lo spazio diventava espressione emotiva, pensiero visivo, memoria. Ha introdotto il
concetto di “scena psico-plastica”, dove la luce e il movimento scenico riflettevano lo stato interiore dei personaggi. Il suo lavoro ha influenzato profondamente il teatro
contemporaneo, aprendo la strada a forme di spettacolo che oggi definiamo digitali, interattive e immersive.
Data Stampa 11/11/2025 11:13:25 - 17/64
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Docente: Puccio Francesco
Lezione 013
01. Nell’ambito della poetica teatrale di Robert Wilson, grande sperimentatore e innovatore della scena contemporanea, illustrare le caratteristiche del suo
teatro-cinema.
02. La dialettica teatro-cinema nella visione scenica dei Motus
1) Uno dei primi, grandi sperimentatori dell’evoluzione del linguaggio teatrale in una prospettiva cinematografica, è stato il regista statunitense Robert Wilson (1941).
è «uno degli eredi più originali della visione cosmologica dei grandi riformatori della scena negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento» proprio per la carica
innovativa delle sue sperimentazioni e per la capacità di integrare mezzi espressivi diversi. Nel suo teatro, infatti, ad essere protagonisti sono:
- il tempo —> cadenzato e ripetitivo
- lo spazio —> aumentato
- la luce —> esaltata da schermi retroilluminanti
Come il linguaggio cinematografico si basa su una comunicazione fortemente visiva.
2) il linguaggio scenico dei Motus si compone di segni che non rimandano mai ad una realtà immediatamente decifrabile, equiparabile al mondo che
abbiamo dinanzi agli occhi nella nostra quotidianità; essi necessitano di scomporsi in altre immagini, forme, visioni, luci; di diventare, attraverso un intenso
lavoro drammaturgico d’attore, allegoria, segno significante, traccia artistica in grado di suggerire l’esistenza di una prospettiva che vada ben oltre gli
spazi ristretti di un palcoscenico. Data Stampa 11/11/2025 11:13:25 - 18/64
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Docente: Puccio Francesco
Lezione 014
01. L’interesse per lo “spazio mutante” spinge i Motus a:
destinare allo spazio scenico un ruolo secondario
scegliere sempre lo stesso spazio per i loro spettacoli
non preoccuparsi dello spazio come categoria drammaturgica
proporre spettacoli in spazi non convenzionali
02. Quante attrici ci sono in scena nello spettacolo MDLSX?
Una sola attrice
Ci sono solo proiezioni e filmati
Tre attrici
Due attrici
03. Quale di questi autori è un costante riferimento letterario per la poetica dei Motus?
Alessandro Manzoni
Leonardo Sciascia
Italo Calvino
Pier Paolo Pasolini
04. I Motus si distinguono, fin dalla loro nascita, per:
un interesse per il teatro di prosa
un’attenzione verso i temi tradizionali
una predilezione per il teatro musicale
una capacità di contaminare esperienze e linguaggi
05. In quale anno viene fondata la compagnia Motus?
1991
1990
1988
1985
06. Quale di questi temi è fortemente presente nello spettacolo MDLSX?
Il tema dello sfruttamento sul lavoro
Il tema gender e transgender
Il tema sentimentale
Il tema ecologista
07. Lo spettacolo MDLSX, per quanto concerne l’impiego delle nuove tecnologie, presenta aspetti di:
Multimedialità
Realtà Aumentata
Intermedialità
Videoteatro Data Stampa 11/11/2025 11:13:25 - 19/64
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Docente: Puccio Francesco
08. A quale scrittore americano si ispira lo spettacolo MDLSX?
Cormac McCarthy
Don De Lillo
Francis Scott Fitzgerald
Jeffrey Eugenides Data Stampa 11/11/2025 11:13:25 - 20/64
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SCIENZE DEL TURISMO PER IL MANAGEMENT
E I BENI CULTURALI
Docente: Puccio Francesco
Lezione 015
01. Un esempio particolarmente interessante di video mapping è rappresentato dallo spettacolo Transiency (Casa Pastors di Girona, Spagna 2014). Esporre i temi,
la struttura e le modalità di realizzazione della performance.
02. Il passaggio da un video mapping sulle superfici esterne di un edificio teatrale, ad uno su quelle interne è caratterizzato da tre fasi distinte. Esporre quali sono
e in cosa consistono.
1) "Transiency" è un’opera di video mapping che trasforma la facciata della storica Casa Pastors in un palcoscenico visivo dove il tempo diventa protagonista. Il titolo stesso,
che significa “transitorietà”, suggerisce il tema centrale dello spettacolo: il cambiamento continuo, la metamorfosi della materia, la memoria che si dissolve e si ricompone.
Attraverso un flusso di immagini digitali, luci e suoni, la performance accompagna lo spettatore in un viaggio sensoriale che riflette sull’impermanenza delle cose.
La struttura dello spettacolo si articola in sequenze visive che alternano astrazione e figurazione: la facciata dell’edificio viene scomposta, ricostruita, animata da elementi
naturali e architettonici che si trasformano in tempo reale. L’effetto è quello di una “scultura di luce” in movimento, dove l’edificio sembra respirare, mutare pelle,
raccontare la propria storia attraverso il linguaggio della luce e del suono.
Dal punto di vista tecnico, Transiency è frutto di una sofisticata progettazione digitale: le animazioni 3D sono state realizzate con precisione millimetrica per adattarsi alle
geometrie dell’edificio, mentre la colonna sonora è stata composta per dialogare in modo sincrono con le immagini. Il risultato è un’esperienza immersiva che unisce arte
visiva, musica e architettura in un’unica narrazione poetica.
2) Il passaggio dal video mapping esterno a quello interno in ambito teatrale rappresenta un’evoluzione significativa nel modo di concepire lo spazio scenico e l’esperienza
dello spettatore. Questo processo si articola in tre fasi principali.
La prima fase è quella dell’adattamento tecnico, in cui le proiezioni devono confrontarsi con la complessità architettonica degli spazi interni. A differenza delle facciate
esterne, le superfici interne sono più articolate e irregolari, richiedendo una mappatura più precisa e una progettazione visiva che tenga conto della prospettiva del pubblico e
della tridimensionalità dell’ambiente.
La seconda fase è l’integrazione narrativa. All’interno del teatro, il video mapping non è più solo decorativo o spettacolare, ma diventa parte integrante della drammaturgia.
Le immagini proiettate interagiscono con gli attori, con la scenografia e con il testo, contribuendo a costruire ambienti, evocare emozioni e amplificare il significato della
performance.
Infine, la terza fase è quella dell’immersione sensoriale. In uno spazio chiuso, il pubblico è circondato dalle proiezioni, che possono estendersi su pareti, pavimenti e soffitti.
Questo coinvolgimento totale genera un’esperienza immersiva, in cui lo spettatore non &egr
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