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VALORE DI MERCATO DEL CAPITALE AZIONARE DELL'IMPRESA VALORE DI BILANCIO DELLE SUE ATTIVITÀ
Il valore al numeratore riassume le valutazioni, e le aspettative, del mercato sulle sue performance presenti e future dell'impresa. Se gli investitori sono insoddisfatti dei risultati, tale valore sarà basso rispetto al valore di bilancio delle attività, e, quindi, il rapporto di valutazione farà emergere questa circostanza, esponendo l'impresa al rischio di take-over.LEZIONE 10 DOMANDA 12. Quali sono le differenze che sussistono tra i membri attivi e quelli passivi di un'organizzazione?
Alla base della determinazione degli obiettivi di un'organizzazione è necessario individuare un gruppo d'individui, come ad esempio i manager, gli operai, gli azionisti. All'interno di ogni coalizione vi sono membri attivi e membri passivi. I membri attivi sono quelli che partecipano all'assunzione delle decisioni in quanto finalizzate alRaggiungimento di obiettivi: i membri passivi sono quelli che rinunciano ad un ruolo attivo in cambio di benefici monetari.Lezione 10 Domanda 13: In materia di teoria comportamentale dell'impresa cosa afferma Simon?
Secondo Simon l'impresa moderna, poiché opera in un contesto di incertezza e in un mondo reso sempre più complesso dall'aumento delle informazioni e dalla rapidità con cui esse si diffondono, non può prescindere dalla considerazione del fattore organizzativo. Più esattamente, alla base del discorso di Simon sta la tesi secondo cui l'impresa moderna non è una ben definita "entità individuale", quanto piuttosto una "organizzazione", un complesso, cioè, di individui e centri di potere. Le varie decisioni, in tale contesto, scaturiscono da interazioni e, spesso, compromessi tra i vari centri. Pertanto, solo un adeguato studio delle interazioni fra le componenti interne.
d'impresa consente la definizione di qualcosa di simile ad un obiettivo. Nello studio di interazioni siffatte, vari aspetti confluiscono.
In primo luogo, in quanto "sistema" l'impresa è sì costituita da individui, ma questi vi agiscono come "personificazione di ruoli" tra loro interagenti, ovvero come elementi di una rete informativa. In secondo luogo, se l'impresa è un "organismo" nel quale convivono diversi centri di potere, ognuno con un suo proprio obiettivo specifico da raggiungere, è necessario un lavoro di coordinamento e di controllo se si vuole arrivare ad una decisione univoca. Dalla teoria del controllo dei sistemi complessi si trae la nozione che questi si reggono sul principio della "omeostasi", dove per omeostasi si deve intendere la capacità di un organismo di conservare nel tempo la propria struttura a prescindere dalle variazioni e sollecitazioni ambientali.
LEZIONE 11 DOMANDA 9.
Cosa significa che l'assetto dell'impresa secondo Coase è definito sulla base dei contratti che essa stipula?
La teoria economica dei costi di transazione, prendendo spunto dal pensiero di Coase, sviluppa un concetto d'impresa in cui il problema essenziale è quello di stipulare e garantire il rispetto di contratti (transazioni) affidabili ed efficienti. Secondo Coase un'impresa esiste perché è economicamente più efficiente creare una struttura che svolga al suo interno alcune "transazioni", piuttosto che affidarsi al meccanismo di mercato. Impresa e mercato, quindi, sono istituzioni alternative. L'assetto interno dell'impresa, quindi, è definito dall'insieme dei contratti che essa stipula, e delle strutture di governance approntate per monitorare l'esecuzione.
LEZIONE 11 DOMANDA 10. Parlare dei costi di transazione antecedenti e successivi alla stipulazione
del contratto. Nell'attività economica delle imprese dobbiamo distinguere tra i costi di produzione, già ampiamente considerati dall'analisi neoclassica, e i costi di transazione, studiati dalla teoria in esame. Questi ultimi possono essere antecedenti o successivi alla stipulazione del contratto: sono antecedenti quelli inerenti alla ricerca del contraente, alla conduzione della trattativa. Sono successivi quelli riguardanti il controllo dell'esecuzione del contratto.
LEZIONE 11 DOMANDA 11. Il candidato illustri la teoria economica dei costi di transazione di Coase.
La teoria dei costi di transazione si fonda sul pensiero di Coase, che ritiene che alcune delle transazioni tra gli attori economici avvengano nel mercato e alcune all'interno dell'impresa. Secondo Coase l'impresa esiste perché è economicamente più efficiente creare una struttura che svolga al suo interno alcune transazioni piuttosto che al suo mercato. Imprese e
mercato sono quindi due Istituzioni alternative. L'assetto dell'impresa, quindi, è definito sulla base dei contratti che essa stipula. Mutuando, così, il principio della razionalità limitata di Simon, la teoria dei costi di transazione ammette che i soggetti assumono decisioni con deficit di informazioni. I contratti risultano complessi da comporre proprio per la presenza di razionalità limitata e di opportunismo. In altre parole, secondo tale teoria, conviene ricorrere al mercato tutte le volte che le informazioni necessarie alla realizzazione di un contratto sono semplici da reperire e in un numero esiguo. Altrimenti conviene ricorrere ad altre formule di collaborazione, fino alla forma estrema dell'impresa. LEZIONE 13 DOMANDA 18. Cosa si intende per oligopolio non cooperativo? L'oligopolio è una forma di mercato in cui l'offerta di una merce è concentrata in un numero limitato di imprese o venditori, in genere di grandi dimensioni.sono in competizione diretta tra loro e cercano di massimizzare i propri profitti agendo in modo indipendente. Nel secondo caso, invece, le imprese si accordano tra loro per limitare la competizione e massimizzare i profitti complessivi del settore. Nell'oligopolio, le decisioni delle imprese sono fortemente influenzate dalle azioni degli altri concorrenti. Ad esempio, se un'impresa decide di abbassare il prezzo del proprio bene, le altre imprese potrebbero essere costrette a fare lo stesso per non perdere quote di mercato. Allo stesso modo, se un'impresa decide di aumentare la propria produzione, le altre imprese potrebbero essere costrette a fare altrettanto per non essere superate. Inoltre, nell'oligopolio le imprese possono utilizzare strategie di differenziazione del prodotto per cercare di distinguersi dalla concorrenza. Ad esempio, possono offrire servizi aggiuntivi, migliorare la qualità del prodotto o utilizzare tecniche di marketing innovative. In conclusione, l'oligopolio è una forma di mercato caratterizzata da un numero limitato di imprese che detengono un potere di mercato significativo. Le decisioni delle imprese sono fortemente influenzate dalle azioni degli altri concorrenti e le barriere di entrata rendono difficile l'ingresso di nuove imprese nel settore.Assumono decisioni in modo indipendente, senza cercare accordi più o meno palesi.
L'oligopolio è caratterizzato dalla presenza di poche imprese dal lato dell'offerta, che realizzano un bene omogeneo o differenziato, anche solo formalmente.
Visto che le imprese presenti sul mercato sono poche, esiste una forte interdipendenza strategica, che obbliga le imprese presenti ad effettuare le scelte strategiche sulla base delle aspettative di reazione delle concorrenti. Si possono individuare due macroclassi di oligopolio: oligopolio non cooperativo e cooperativo.
Nell'oligopolio non cooperativo le imprese, pur consapevoli dell'interdipendenza, assumono decisioni in modo indipendente, senza cercare accordi più o meno palesi. Esse, infatti, sono coscienti della reciproca influenza ma scelgono le strategie di mercato, l'una indipendentemente dall'altra, a differenza di quanto avviene nell'oligopolio cooperativo dove la
strategia è unica ed è frutto di un accordo.
LEZIONE 13 DOMANDA 19. Illustrare le principali differenze tra modelli statici e dinamici di oligopolio.
Nell'analisi dell'oligopolio non cooperativo possiamo individuare modelli statici e modelli dinamici.
I modelli statici, o uniperiodali, analizzano l'interazione strategica tra imprese dotate di potere di mercato nel caso in cui ognuna desideri massimizzare i loro profitti, tenendo conto dell'influenza che può essere esercitata dalle azioni delle rivali. Questi modelli permettono di spiegare l'effetto dell'interazione strategica sui profitti dell'impresa senza però considerare la dinamicità del processo competitivo. Esempi di modelli statici sono i modelli di Cournot, Bertrand e Stackelberg.
Nei modelli dinamici, invece, le imprese tengono conto degli eventi passati e dei possibili esiti futuri.
LEZIONE 13 DOMANDA 20. Che cosa per interdipendenza strategica in caso di
L'oligopolio è caratterizzato dalla presenza di poche imprese dal lato dell'offerta, che realizzano un bene omogeneo o differenziato, anche solo formalmente. Visto che le imprese presenti sul mercato sono poche, esiste una forte interdipendenza strategica, che obbliga le imprese presenti ad effettuare le scelte strategiche sulla base delle aspettative di reazione delle concorrenti.
LEZIONE 13 DOMANDA 21. Quali sono le differenze tra oligopolio cooperativo e non cooperativo?
L'oligopolio è caratterizzato dalla presenza di poche imprese dal lato dell'offerta, che realizzano un bene omogeneo o differenziato, anche solo formalmente. Visto che le imprese presenti sul mercato sono poche, esiste una forte interdipendenza strategica, che obbliga le imprese presenti ad effettuare le scelte strategiche sulla base delle aspettative di reazione delle concorrenti. Si possono individuare due macroclassi di oligopolio: oligopolio non cooperativo e cooperativo.
imprese che operano in un oligopolio sono coscienti della reciproca influenza, ma non cooperativo scelgono le strategie di mercato l'una indipendentemente dall'altra, a differenza di quanto avviene nell' oligopolio cooperativo. LEZIONE 13 DOMANDA 22. Illustrare le caratteristiche dell'oligopolio. L'oligopolio è la forma di mercato caratterizzata dalla presenza di poche imprese di grandi dimensioni che offrono un determinato prodotto o servizio e da una domanda frazionata tra numerosi compratori. Nonostante le differenze esistenti tra i diversi oligopoli, due caratteristiche fondamentali distinguono l'oligopolio dalle altre forme di mercato: 1. Interdipendenza strategica tra le imprese. Poiché in oligopolio operano poche imprese, ciascuna dovrà tenere conto delle altre. Ciò significa che esse sono strategicamente interdipendenti: il profitto di ciascuna impresa dipende non solodenti potrebbero essere influenzate. Inoltre, le scelte dei consumatori possono essere influenzate da fattori esterni come la situazione economica, le tendenze di mercato e le preferenze culturali. Le imprese devono quindi essere consapevoli di queste influenze e adattare le proprie strategie di marketing di conseguenza. Devono essere in grado di comprendere i bisogni e i desideri dei consumatori e offrire prodotti e servizi che soddisfino tali esigenze. Devono anche essere in grado di comunicare in modo efficace con i consumatori, utilizzando strumenti come la pubblicità, le promozioni e il marketing digitale. In conclusione, il comportamento dei consumatori è un elemento chiave per il successo delle imprese. Comprendere e adattarsi alle scelte dei consumatori è fondamentale per soddisfare le loro esigenze e raggiungere il successo nel mercato.