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ENTEROPEPSINASI
5. Per quale motivo il ciclo dell'acido citrico viene appunto definito "ciclo"?
Perchè il prodotto finale ottenuto dall'ultima tappa viene reintrodotto nella
prima reazione (reazione di condensazione) permettendo un nuovo giro di
ossidazione del substrato.
6. L'enzima mitocondriale succinato deidrogenasi, è l'unico enzima del ciclo
dell'acido citrico ancorato alla membrana mitocondriale interna (mentre gli
altri
sono liberi nella matrice mitocondriale). Questo enzima ha una duplice
funzione, per prima cosa catalizzare l'ossidazione del succinato a fumarato
generando
FADH₂ (forma ridotta del FAD) e...
...riossida immediatamente il FAD trasferendo istantaneamente gli elettroni
all'ubichinone ed immettendoli nella catena di trasporto degli elettroni.
07. Descrivi il processo di digestione ed assorbimento delle proteine.
Come tutti i nutrienti assunti con la dieta, anche le proteine per essere assorbiti
devono essere
digerite e ridotte a semplici amminoacidi al fine di essere assorbiti.
Le catene polipeptidiche devono essere frammentate fino a rilasciare i singoli
amminoacidi
attraverso la rottura dei legami peptidici.
La digestione delle proteine inizia a livello gastrico ad opera delle pepsine e
dell’ambiente acido che
favorisce la denaturazione delle proteine.
Le cellule principali dello stomaco secernono pepsinogeno che in ambiente
acido gastrico forma poi
le pepsine.
Lo svuotamento dello stomaco nell’intestino rilascia solo peptoni e grossi
polipeptididi.
La digestione si completa a livello intestinale grazie agli enzimi pancreatici
proteolitici tripsina,
chimotripsina, carbossipolipeptidasi ed elastasi.
Gli enzimi pancreatici, vengono prodotti e rilasciati dal pancreas solo sotto
forma di zimogeni
successivamente attivati a cascata dall’enzima enteropeptidasi presente sulla
membrana apicale
degli enterociti.
Questo enzima converte il tripsinogeno nella sua forma attiva, la tripsina.
La tripsina attivata è in grado di operare taglio proteolitico di tutti i peptidi
inibenti che
caratterizzano gli zimogeni degli altri enzimi pancreatici, attivandoli.
A questo stadio della digestione la digestione delle proteine non viene
completata.
Si saranno formati dipeptidi, tripeptidi e piccoli peptidi che devono essere
ulteriormente scissi.
La digestione delle proteine è completata dalle peptidasi espresse dagli
enterociti a livello
dell’orletto a spazzola.
Le amminopeptidasi e le dipeptidasi formano di-peptidi e tri-peptidi, le
carbossipeptidasi rilasciano
singoli amminoacidi che infine sono pronti per essere assorbiti a livello della
membrana apicale degli
enterociti.
Gli amminoacidi e dipeptidi sono trasportati all’interno degli enterociti grazie a
specifici
trasportatori che operano tramite trasporto attivo (simporto con ioni sodio o
con ioni idrogeno).
Gli amminoacidi singoli possono essere immessi direttamente nel torrente
circolatorio, mentre i
dipeptidi che vengono trasportati all’interno degli enterociti vengono
ulteriormente digeriti dalle
peptidasi intracellulari presenti all’interno di queste cellule che rompono gli
ultimi legami peptidici
e liberano i singoli amminoacidi.
A questo punto tutti gli amminoacidi sono disponibili per l’immissione nel flusso
ematico.
Il trasporto degli amminoacidi nel flusso ematico avviene tramite specifici
trasportatori presenti
sulla membrana basale degli enterociti.
LEZIONE 034
Descrivi il processo di digestione ed assorbimento dei lipidi.
I lipidi introdotti con la dieta sono costituiti da trigliceridi, fosfolipidi, colesterolo
ed esteri del
colesterolo.
La digestione dei lipidi inizia a livello dello stomaco ad opera delle lipasi
gastriche secrete con la
saliva ma attivate solo nello stomaco dove il pH è acido.
La digestione continua a livello intestinale ad opera delle lipasi pancreatiche.
Una prima fase della digestione intestinale consiste nell’emulsione dei lipidi.
Il movimento intestinale di contrazione e segmentazione permette di
frammentare le goccioline
lipidiche e mescolarle con i sali biliari prodotti dal fegato.
Questi hanno caratteristiche anfipatiche e legano la loro parte idrofobica ai
frammenti di goccioline
lipidiche, formando goccioline più piccole di lipidi più facilmente aggredibili
dagli enzimi pancreatici.
Inoltre, esponendo all’esterno delle goccioline la loro parte idrofilica, evitano
che le goccioline
lipidiche si aggreghino nuovamente all’interno dell’intestino a causa delle
interazioni idrofobiche tra
di esse.
In queste condizioni, gli enzimi pancreatici possono agire più efficacemente,
scindendo i trigliceridi
in monogliceridi ed acidi grassi liberi.
Gli enzimi pancreatici sono secreti nella loro forma inattiva ed attivati poi
dall’enzima tripsina,
attivato a sua volta dalla enteropeptidasi, un enzima di membrana degli
enterociti.
Gli enzimi pancreatici attivati sono lipasi e colipasi per la digestione dei
trigliceridi, gli enzimi
colesterolo esterasi responsabili della digestione degli esteri del colesterolo e
fosfolipasi A2
responsabile della digestione dei fosfolipidi.
Le lipasi, con l’ausilio delle colipasi, operano la idrolisi dei legami estere che
caratterizzano l’unione
dei lunghi acidi grassi con le molecole di glicerolo dei trigliceridi.
Ogni trigliceride viene scisso in due catene di acidi grassi liberi ed un
monogliceride.
Questi vengono quindi trasportati mediante micelle formate dagli acidi biliari
fino alla membrana
apicale degli enterociti per essere assorbiti.
Gli acidi grassi a catena corta vengono assorbiti molto più facilmente,
diffondono attraverso la
membrana apicale degli enterociti e possono anche diffondere attraverso la
membrana baso-
laterale degli enterociti per entrare nel flusso ematico.
Gli acidi grassi a catena media e lunga vengono assorbiti più lentamente
all’interno degli enterociti
dove sono riassemblati con i monogliceridi per riformare trigliceridi ed inclusi in
strutture chiamate
chilomicroni.
Anche il colesterolo è incluso in strutture micellari ed assorbito dagli enterociti
tramite uno specifico
recettore NPC1L1 presente sul lato apicale degli enterociti.
La micella viene trasportata quindi a livello del reticolo endoplasmatico dove il
colesterolo viene
trasformato ed assemblato con altre proteine e trigliceridi, formando un
chilomicrone.
I chilomicroni sono secreti per esocitosi a livello della membrana basolaterale
degli enterociti ed
entrano nel il circolo linfatico.
Lezione 035
01. Si può distinguere il glicogeno principalmente in glicogeno muscolare e
glicogeno epatico. Quale è la funzione di un tipo rispetto all'altro?
Il glicogeno muscolare costituisce una riserva energetica specifica per fornire
energia al muscolo. Il glicogeno epatico costituisce una riserva di energia per
l'intero
organismo, specialmente per i tessuti glucosio-dipendenti.
Nessuna delle affermazioni è corretta.
Il glicogeno muscolare costituisce una riserva energetica specifica per fornire
energia al muscolo. Il glicogeno epatico costituisce una riserva di energia per
supportare le
attività metaboliche epatiche.
Il glicogeno muscolare costituisce una riserva energetica specifica per fornire
energia al muscolo. Il glicogeno epatico non costituisce una vera riserva
energetica ma un
immagazzinamento temporaneo.
02. Quale tra queste affermazioni sulla glicogenina NON è vera?
La glicogenina è capace di polimerizzare interamente il glicogeno senza
l'ausilio della glicogeno sintasi.
E' una proteina "core" a cui si ancorano le estremità riducenti delle molecole di
glicogeno.
E' l'iniziatore della sintesi del glicogeno svolgendo anche funzione di catalisi
enzimatica.
Si autoglicosila legando il primo residuo di glicogeno ad un suo residuo
dell'amminoacido serina.
03. Quale substrato viene utilizzato da glicogenina e da glicogeno sintasi per
polimerizzare il glicogeno?
Glucosio 6-fosfato
UDP-glucosio
Glucosio 1-fosfato
ADP-glucosio
04. Ogni quanti residui di glucosio viene inserita una ramificazione durante il
processo di sintesi del glicogeno?
18-22
8-12
15-20
3-4
05. Quanti enzimi sono coinvolti nel processo di glicogenosintesi?
Solo uno, la glicogeno sintasi.
3: Fosfoglucomutasi, glicogenina e glicogeno sintasi.
2: Fosfoglucomutasi e glicogeno sintasi
6: Fosfoglucomutasi, UDP-glucosio pirofosforilasi, pirofosfatasi inorganica,
glicogenina, glicogeno sintasi ed enzima ramificante.
06. Quale di queste affermazioni riguardo al glicogeno è FALSA?
E' un polimero del glucosio non ramificato.
La glicogenina è la proteine iniziatrice del processo di sintesi del glicogeno.
L'insulina stimola la sintesi del glicogeno.
Viene immagazzinato principalmente nel fegato e nel muscolo.
07. Quali fattori innescano e stimolano il processo di sintesi del glicogeno?
Esponine alcuni.
08. Descrivi caratteristiche e funzione del glicogeno. Spiega brevemente come
avviene il processo di sintesi del glicogeno a partire dal glucosio libero
(glicogenosintesi).
09.Illustra brevemente il processo di sintesi del glicogeno.
Lezione 036
01. Quale è la funzione dell'enzima deramificante?
Elimina le ramificazioni del glicogeno durante la sua demolizione.
Trasferisce residui di glucosio dal glicogeno ad una nuova molecola di
glicogenina.
Rimuove ramificazioni di oligosaccaridi presenti sulle membrane cellulari.
Genera ramificazioni delle catene principali durante la sintesi del glicogeno.
02. Quale affermazione riguardo l'enzima deramificante NON è vera?
Non necessita dell'intervento di altri enzimi per completare la glicogenolisi. E'
un enzima autonomo.
Interviene nel processo di glicogenolisi permettendo l'eliminazione delle
ramificazioni che si originano dai legami α1→6 glicosidico.
Ha doppia attività catalitica, opera prima come trasferasi e poi come α1→6
glicosidasi.
Coopera con l'enzima glucosio fosforilasi per completare efficacemente il
processo di glicogenolisi.
03.Descrivi il processo tramite cui viene liberato glucosio a partire dalle riserve
di glicogeno (glicogenolisi). Quali stimoli biologici innescano questo processo?
Lezione 037
01. Quale di queste affermazioni riguardo al metabolismo NON è corretta?
Le vie cataboliche sono generalmente convergenti mentre quelle anaboliche
sono divergenti.
Le vie anaboliche utilizzano molecole semplici come precursori per sintetizzare
macromolecole, senza dover però consumare energia.
Il metabolismo è costituito dal