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PANIERE PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE

ORGANIZZAZIONI

Scienze Giuridiche L-14

5. Per Lucy Suchman: esiste una differenza tra l’interazione sociale e l’interazione con

la macchina.

6. “Il caso del cottage cheese”: esemplifica la differenza tra conoscenza astratta e

mondo reale.

7. Secondo la prospettiva dell’azione situata, lo spazio di lavoro è: un contesto attivo,

che si costruisce progressivamente.

8. La conoscenza degli individui al lavoro: non è predittiva degli esiti.

9. Studiare il lavoro nella sua quotidianità significa: assumere come unità di analisi le

pratiche lavorative e la loro riproduzione giorno dopo giorno.

10. Il concetto di “skilled performance” sottolinea: il modo in cui il lavoro è espressione

di come gli individui realizzano nel concreto dei compiti preordinati.

1. Nello studio del lavoro come attività situata è centrale la rivisitazione del

concetto di: contesto.

Per Hogan (1994) la leadership è una modalità di persuadere delle persone a

mettere da parte, per un periodo, i loro obiettivi individuali con lo scopo di raggiungere

un fine comune, importante per la responsabilità e il benessere del gruppo

Uno strumento di comunicazione è ricco quando riduce l'ambiguità delle

comunicazioni

Secondo la teoria comportamentale le dimensioni costituenti della

leadership sono la considerazione e la strutturazione

Nel modello ISFOL , le competenze trasversali sono le capacità comunicative e

relazionali che ogni professionista dovrebbe possedere in qualunque settore

professionale

Si parla di interdipendenza negativa quando genera conflitto

2. La prospettiva del lavoro come conoscenza pratica studia: la conoscenza

racchiusa nelle pratiche lavorative.

3. Il concetto di comunità di pratiche: è associata allo studio della conoscenza

pratica.

4. Nell’analisi del lavoro come sapere pratico: la conoscenza può essere studiata come

un’azione situata.

5. La conoscenza pratica contestuale: è una conoscenza che genera altre conoscenze.

6. L’ibridazione di pratiche preesistenti: comporta una spinta innovativa.

7. Il sapere acquisito a livello teorico: non può essere applicato

indipendentemente dal contesto.

8. Dire che le pratiche lavorative hanno un orientamento pragmatico:

sottolinea che il sapere è finalizzato al fare.

9. Nell’analisi del lavoro come sapere pratico: hanno importanza destinatario,

comunità, regole organizzative, artefatti e organizzazione tecnologica.

La psicologia del lavoro può essere un valido supporto anche dopo l'uscita dal

percorso universitario

Mary Jo Hatch propone un modello: Che considera una pluralità di prospettive

Per stressor s'intende la situazione stimolo in grado di produrre disagio

Machiavelli ha considerato il leader come: colui che si sarebbe assunto il grande

impegno di fare l'Italia

10. L’infrastruttura tecnologica è: l’insieme delle tecnologie, dei linguaggi e dei

codici necessari a mettere insieme gli oggetti della pratica lavorativa.

1. La motivazione: varia da individuo a individuo.

2. Lo studio della motivazione serve a: spiegare l’inizio, la direzione, l’intensità e la

persistenza di un comportamento diretto a uno scopo.

3. Le motivazione secondarie sono: influenzate da meccanismi psicologici-cognitivi.

4. La Teoria Pulsionale Biologica: rientra nel filone di studi sulle motivazioni

primarie.

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5. Al filone delle motivazioni secondarie appartiene: la teoria della motivazione al

successo.

6. Per McClelland: esistono motivazioni al successo.

7. Le teorie che fanno riferimento ad aspetti di contenuto: mettono in evidenza

gli elementi connessi con l’individuazione e l’analisi dei bisogni e delle mete

individuali.

8. La motivazione negli ambienti lavorativi: pone l’accento sull’esperienza

soggettiva dell’individuo.

9. La dinamica stimolo-risposta: esclude il fattore motivazionale alla base di un

comportamento.

10. Lo studio della motivazione al lavoro: considera i fattori individuali, relazionali

e organizzativi che caratterizzano l’attività lavorativa.

1. Identità sociale e appartenenza a un gruppo sono: variabili connesse tra loro.

2. La Social Identity Theory è: una delle prime teorie sull’identità sociale nelle relazioni

intergruppi.

3. I processi che, secondo la SIT, danno origine all’identità sociale sono:

categorizzazione, identificazione e confronto sociale.

4. Il limite delle tradizionali prospettive teoriche della psicologia sociale è

che: considerano l’identità sociale una variabile indipendente.

5. La svolta discorsiva può essere identificata come un cambio di

prospettiva: da una posizione universalistica a una relativistica.

6. L’identità sociale ad oggi viene considerata: una variabile legata al contesto e alle

situazioni specifiche.

7. In un contesto lavorativo: l’identità sociale è in un rapporto di reciproca

definizione tra tratti e caratteristiche individuali dell’ambiente lavorativo.

Il contesto lavorativo è un contesto in cui si produce conoscenza sugli oggetti e

su di sé

Da un punto di vista etico, il Diversity Management risponde ad un'ottica

inclusiva

8. La costruzione dell’identità fa riferimento: alla teoria dell’interazionismo simbolico.

In ambito psicologico il gruppo è un operatore psichico

L'interdipendenza può essere favorita dalla cooperazione tra individui con un

obiettivo sovraordinato

Per carattere cooperativo della conversazione si intende il valore pragmatico e

sociale della conversazione, necessario a coordinarsi

Non fa parte della formazione di base Riqualificazione

Il passaggio da Welfare a Workfare: richiede agli individui al lavoro di farsi carico

della propria carriera

Per socializzazione organizzativa si intende L'insieme delle interazioni tra

individuo e organizzazione

Tra i principali fattori di cambiamento del mondo del lavoro attuale c'è la

globalizzazione

La crescente incertezza circa l'occupazione e il futuro è legata all'aumento del

divario tra domanda e offerta

9. Il qui ed ora della relazione: è necessariamente legato al processo di costruzione

e definizione dell’identità sociale.

10. Il contesto lavorativo è un contesto in cui: si produce conoscenza sugli

oggetti e su di sé.

1. La variazione comportamentale che va incontro alle domande dell’ambiente: è

frutto del processo di adattamento.

2. L’adattamento positivo è: quello che avviene quando al variare delle stimolazioni

corrispondono variazioni sensoriali compensatorie.

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La fiducia nelle competenze della sfera dirigenziale è un indicatore

fondamentale per esplorare il benessere di un'organizzazione

3. Si parla di aggiustamento quando: l’uomo opera sull’ambiente per trasformarlo

in funzione delle proprie necessità.

4. La struttura concentrica più vicina all’individuo per Bronfenbrenner è: il

microsistema.

5. Tra le più importanti dicotomie delle teorie psicologiche c’è: la separazione

individuo-ambiente.

6. L’obiettivo della psicologia del lavoro è quello di: passare dal riduzionismo

all’integrazione.

7. I comportamenti degli individui di un’organizzazione possono essere studiati:

assumendo una logica di causalità circolare.

I settori di studio della comunicazione sono sintassi, semantica e pragmatica

8. Quando un individuo al lavoro compie un’azione: regola anche gli scambi affettivi ed

emozionali attivati nell’interazione sociale.

Nella cultura delle relazioni tra persone si valuta per disporre di feedback utili

per rispondere alle attese individuali e collettive e per orientare lo sviluppo di

competenze

9. Si parla di autoefficacia collettiva: per descrivere la capacità di un gruppo di

coordinarsi e costruire una matrice di credenze condivise per il raggiungimento degli

obiettivi.

10. L’organizzazione in cui un individuo è inserito: è un sistema di interdipendenze.

1. Le organizzazioni in cui un individuo lavora: possono essere intese come

culture che costituiscono un certo mondo simbolico.

2. Secondo la dimensione “dell’impegno reciproco”: gli individui negoziano i

significati delle azioni in cui sono impegnati.

3. Gli aspetti culturali, simbolici e riflessivi evidenziano che le organizzazioni sono:

entità sociali.

4. Il modello di Schein è in linea con i costrutti teorici: psicodinamici e

gruppoanalitici.

5. Per comunicazione non verbale si intende: quella paralinguistica e non vocale

La valutazione informalizzata si caratterizza per l'utilizzo di modalità

disomogenee e soggettive

5. Gli assunti di base sono: verità indiscusse.

6. Il secondo livello di analisi della cultura organizzativa per Schein: è

costituito dai valori.

7. Le storie, i rituali, i cerimonial costituiscono: gi artefatti.

8. La formazione di una cultura organizzativa: ha a che fare con la strutturazione

di assunti impliciti frutto di una simbolizzazione affettiva.

9. Per cambiare o trasformare una cultura bisogna: tenere conto dei processi di

simbolizzazione affettiva che la sostengono.

La teoria comportamentale si concentra su ciò che i leader effettivamente fanno

e come sono

Per interdipendenza del destino si intende la sensazione di condividere la stessa

sorte

10. La collusione tra gli attori sociali dell’organizzazione: è frutto di una

simbolizzazione affettiva condivisa.

1. L’organizzazione è: un costrutto sociale formalmente costituito per il

raggiungimento di determinati fini.

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2. Per integrazione in un’organizzazione si intende: la necessità di portare ad unità gli

sforzi compiuti attraverso regole e procedure.

3. L’individuo al lavoro è visto come: un membro all’interno di un sistema di

interdipendenze con altri individui e gruppi.

4. “Convivere” fa riferimento: alla condivisione di un’esperienza per un certo periodo

di tempo e in uno specifico luogo.

Aspetto importante nel processo di formazione è La committenza

Il potere contrattuale ad oggi è dato da l'alto grado di specializzazione

I fattori peculiari del mercato attuale sono: precarietà, flessibilità e

imprenditorialità

La psicologia p

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher t_marino3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Universitas Mercatorum di Roma o del prof Cocco Marco.
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