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T
post-chirurgia). È la forma p i ù comune, caratterizzata da TSH elevato e /T bassi.
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• Centrale (o secondario/terziario): La causa risiede nell’ipofisi (TSH basso o normale-basso) o
nell’ipotalamo (TRH basso), che non stimolano adeguatamente la tiroide.
La diagnosi si basa su un’analisi dei livelli di TSH e ormoni tiroidei nel sangue. I sintomi sono vari
e spesso subdoli, includendo: affaticamento persistente, aumento di peso inspiegabile, intolleranza al
freddo, stipsi, pelle secca, perdita di capelli, bradicardia (rallentamento del battito cardiaco), debolezza
muscolare, dolori articolari e problemi di memoria o concentrazione.
L’ipotiroidismo influisce significativamente sulla risposta metabolica e fisica durante l’attivit`a sportiva.
Il rallentamento del metabolismo si traduce in una ridotta capacit`a di produrre energia, minore tolleranza
allo sforzo, recupero p i ù lento e maggiore affaticabilit`a muscolare. La bradicardia e la riduzione della
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gittata cardiaca limitano la capacit`a cardiorespiratoria. Inoltre, la debolezza muscolare e la ridotta
coordinazione possono aumentare il rischio di infortuni.
La terapia farmacologica per l’ipotiroidismo `e la levotiroxina (L-T4), un ormone tiroideo sintetico
che sostituisce quello mancante. La dose viene aggiustata per normalizzare i livelli di TSH. Un programma
di attivit`a fisica adeguato `e un complemento essenziale alla terapia. Nonostante la condizione, l’esercizio
può migliorare la forza muscolare, la resistenza cardiorespiratoria, ridurre l’affaticamento e contrastare
l’aumento di peso. Tuttavia, `e fondamentale che l’attivit`a fisica sia iniziata gradualmente e adattata
alle capacit`a del soggetto, monitorando attentamente la risposta fisica e i sintomi. Un miglioramento
della funzione tiroidea con la terapia permette un aumento progressivo dell’intensit`a e del volume di
allenamento, contribuendo a migliorare il benessere generale e la qualit`a della vita del paziente.
L’ipertiroidismo, al contrario, `e caratterizzato da un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei, spesso
a causa di malattie autoimmuni come il Morbo di Graves. I sintomi includono: nervosismo, irritabilit`a,
perdita di peso nonostante l’aumento dell’appetito, tachicardia, palpitazioni, tremori, intolleranza al
caldo, sudorazione eccessiva, diarrea e debolezza muscolare. L’eccesso di ormoni tiroidei accelera il
metabolismo, portando a un iper-catabolismo proteico che pu`o causare atrofia muscolare e osteoporosi.
Durante l’attivit`a fisica, i soggetti ipertiroidei possono sperimentare maggiore affaticamento precoce,
dispnea, palpitazioni e aritmie, con un aumentato rischio di eventi cardiovascolari. Il trattamento pu`o
includere farmaci antitiroidei, iodio radioattivo o chirurgia. L’attivit`a fisica deve essere limitata o sospesa
in fase acuta e ripresa con cautela solo dopo il controllo della malattia.
Pancreas e Diabete Mellito: Gestione Avanzata e Ruolo dell’At-
t iv ità Fisica
Il pancreas `e una ghiandola con duplice funzione: esocrina (produzione di enzimi digestivi) ed endocrina.
La funzione endocrina `e svolta dalle isole di Langerhans, piccole aggregazioni di cellule che producono
ormoni cruciali per la regolazione della glicemia:
• Cellule beta: Producono insulina, l’unico ormone ipoglicemizzante, che promuove l’assorbimento
del glucosio da parte delle cellule (muscolo, tessuto adiposo) e la sua conversione in glicogeno (nel
fegato e muscolo) o grasso.
• Cellule alfa: Producono glucagone, un ormone iperglicemizzante, che stimola il fegato a rilasciare
glucosio nel sangue (attraverso glicogenolisi e gluconeogenesi).
L’equilibrio tra insulina e glucagone `e fondamentale per mantenere la glicemia entro limiti fisiologici.
Il diabete mellito `e una condizione cronica caratterizzata da iperglicemia (alti livelli di glucosio nel
sangue) dovuta a difetti nella produzione o nell’azione dell’insulina. Si distinguono due tipi principali:
• Diabete di tipo 1: Malattia autoimmune in cui il sistema immunitario distrugge le cellule beta
del pancreas, portando a una carenza assoluta di insulina. Richiede la somministrazione di insulina
esogena per tutta la vita.
• Diabete di tipo 2: Forma p i ù comune, caratterizzata da insulino-resistenza (le cellule non
rispondono adeguatamente all’insulina) e/o da una progressiva riduzione della produzione insulinica
da parte delle cellule beta. È fortemente associato all’obesità e alla sedentariet`a.
La diagnosi si effettua tramite misurazioni della glicemia a digiuno, test da carico orale di glucosio e la
misurazione dell’emoglobina glicata (HbA1c), che riflette il controllo glicemico degli ultimi 2-3 mesi.
Le complicanze a lungo termine del diabete sono gravi e diffuse, colpendo vasi sanguigni piccoli (microan-
giopatia: retinopatia, nefropatia, neuropatia) e grandi (macroangiopatia: malattie cardiovascolari, ictus,
arteriopatia periferica).
L’esercizio fisico `e un pilastro fondamentale nella gestione di entrambi i tipi di diabete, ma soprat-
tutto del tipo 2. I benefici sono molteplici:
• Aumento della sensibilità insulinica: I muscoli in attivit`a aumentano la captazione di glucosio
indipendentemente dall’insulina (attraverso l’attivazione dei trasportatori GLUT4), e l’allenamento
regolare migliora la sensibilit`a delle cellule all’insulina residua o somministrata.
• Miglioramento del controllo glicemico: Contribuisce a ridurre i livelli di glicemia sia a breve
che a lungo termine (riduzione dell’HbA1c).
• Riduzione del peso corporeo e della massa grassa: Essenziale nel diabete di tipo 2, spesso
associato all’ob esità.
• Miglioramento della salute cardiovascolare: Riduzione del rischio di complicanze diabetiche
come ipertensione e dislipidemia. 3
• Aumento della massa muscolare: Il muscolo `e il principale sito di utilizzo del glucosio, quindi
una maggiore massa muscolare significa una maggiore capacit`a di gestire la glicemia.
Le raccomandazioni per l’attivit`a fisica nei diabetici includono una combinazione di esercizio aerobico
(150-300 minuti/settimana di intensit`a moderata) e allenamento di forza (2-3 volte/settimana). Tuttavia,
`e cruciale adottare precauzioni:
• Monitoraggio glicemico: Prima, durante e dopo l’esercizio, soprattutto per i diabetici di ti-
po 1 o quelli in terapia insulinica, per prevenire ipoglicemia (livelli troppo bassi di glucosio) o
iperglicemia (livelli troppo alti).
• Adattamento della terapia insulinica/farmacologica: Potrebbe essere necessario ridurre la
dose di insulina o farmaci prima dell’esercizio.
• Idratazione adeguata e assunzione di carboidrati in caso di necessit`a.
• Controllo dei piedi: Particolare attenzione alla prevenzione di ulcere o lesioni.
• Valutazione delle complicanze: In presenza di retinopatia proliferante, nefropatia grave o
neuropatia, l’esercizio deve essere adattato per evitare rischi.
L’educazione del paziente e la collaborazione con il team medico (endocrinologo, diabetologo, nutrizioni-
sta, specialista in scienze motorie) sono fondamentali per un’attivit`a fisica sicura ed efficace.
Ghiandole Surrenali: Stress, Cortisolo e Catecolamine
Le ghiandole surrenali, piccole formazioni triangolari poste sopra i reni, sono vitali per la risposta
allo stress e per la regolazione di numerose funzioni corporee. Sono divise in due parti funzionalmente
distinte:
• Corteccia surrenale: La parte esterna, produce ormoni steroidei.
– Glucocorticoidi (il principale `e il cortisolo): Essenziali per la risposta allo stress. Au-
mentano la glicemia (stimolando gluconeogenesi e riducendo l’uptake di glucosio nei tessuti
periferici), hanno effetti antinfiammatori e immunosoppressivi, influenzano il metabolismo di
proteine (catabolismo) e lipidi (mobilizzazione), e regolano la pressione sanguigna. La loro
produzione `e controllata dall’ACTH ipofisario, a sua volta regolato dal CRH ipotalamico (asse
HPA).
– Mineralcorticoidi (il principale `e l’aldosterone): Regolano l’equilibrio idro-elettrolitico,
aumentando il riassorbimento di sodio e acqua e l’escrezione di potassio nei reni, influenzando
la pressione sanguigna.
– Androgeni surrenali: Contribuiscono allo sviluppo dei caratteri sessuali secondari e possono
essere precursori di ormoni sessuali p i ù potenti.
• Midollare surrenale: La parte interna, fa parte del sistema nervoso simpatico e produce cate-
colamine (adrenalina e noradrenalina). Questi ormoni sono rilasciati in risposta a stress acuti,
preparando il corpo alla reazione di ”fight or flight”: aumentano la frequenza cardiaca e la pressione
sanguigna, dilatano i bronchi, aumentano la glicemia e il flusso sanguigno ai muscoli scheletrici.
Le disfunzioni del cortisolo includono:
• Sindrome di Cushing: Eccesso di cortisolo. Causa aumento di peso (ob esità centrale), iper-
tensione, iperglicemia, debolezza muscolare, osteoporosi, fragilit`a cutanea e alterazioni dell’umore.
L’esercizio `e difficile a causa della debolezza muscolare e dell’osteoporosi, e deve essere gestito con
molta cautela.
• Morbo di Addison: Insufficienza surrenale (ridotta produzione di cortisolo e aldosterone). Cau-
sa affaticamento, perdita di peso, ipotensione, ipoglicemia, nausea, vomito e iperpigmentazio-
ne cutanea. Richiede terapia ormonale sostitutiva. L’attivit`a fisica pu`o essere svolta solo dopo
stabilizzazione e sotto stretta supervisione, poich´e la tolleranza allo stress `e ridotta.
L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) `e il principale sistema di risposta allo stress. L’esercizio fisico,
pur essendo un fattore di stress, se praticato con regolarit`a e moderazione, pu`o modulare positivamente la
risposta dell’asse HPA, migliorando la resilienza allo stress e riducendo l’eccessiva attivazione del cortisolo.
L’allenamento intenso e prolungato, tuttavia, pu`o portare a un’iperattivazione cronica dell’asse HPA,
con conseguente aumento del cortisolo che pu`o avere effetti catabolici negativi (es. perdita muscolare,
immunosoppressione). 4
Ormoni Sessuali e Attività Fisica: Dalla Pubertà all’Invecchia-
mento
Gli ormoni sessuali sono prodotti principalmente dalle gonadi (testicoli nell’uomo, ovaie nella donna)
e, in misura minore, dalle ghiandole surrenali. Sono fondamentali per lo sviluppo dei caratteri sessuali
secondari, la riproduzione e hanno un impatto significativo sulla salute ossea, sulla composizione corporea
e sulla funzione muscolare.
• Uomini: Il testosterone `e il principale ormone androgeno. È responsabile dello sviluppo musco-
lare e osseo, della densit`a ossea, della produzione di globuli rossi, della libido e della produzione di
spermatozoi. Ha un potente effetto anabolico, promuovendo la sintesi proteica muscolare.
• Donne: Gli estrogeni e il progesterone sono i principali ormoni ovarici. Gli estrog