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comunale. Stazzi NON HA MAI RIVESTITO LA QUALIFICA DI ASSESSORE COMUNALE.
Il caso di Maria Teresa Dell'Unto
La donna è salita a bordo della sua Fiat Punto dopo aver lasciato la sua abitazione a
Tragliatella, nel quartiere romano di Bracciano. Scongelava la carne come se
dovesse tornare quel giorno, ma da quel momento in poi ogni traccia di lei scomparve. Tuttavia, in seguito, il marito ha chiamato l'osped
ale per sapere che Maria Teresa stava riposando. La sua auto è stata trovata davanti alla stazione di Anguillara il giorno successivo, alcuni
prelievi sono stati effettuati da sportelli bancomat in diverse parti di Roma prima che fosse bloccata. Il caso è stato archiviato
per mancanza di elementi utili allo svolgimento delle indagini, ma è stato inaspettatamente risolto e risolto otto anni dopo, solo
nel 2009. Era il 29 ottobre 2009, quando Angelo Stazzi, 64 anni, della Roma, ex collega della donna, ora va in pensione. È stato arrestato
con l'accusa di omicidio e occultamento di cadaveri. Dalle prime indagini
condotte dall'Unità Speciale Crimini Assoluti è emersa la possibile ragione: quasi certamente Maria Teresa sarebbe stata uccisa dopo
aver deciso di non garantire i debiti del suo assassino. L'ultimo era stato di 18 milioni di sterline per una nuova cucina
e quindi lo avrebbe ucciso. L'uomo che si è subito occupato del caso era l''infermiera' ma era finito al centro delle indagini
sin dagli elementi opposti. ritenuto “indeterminato” dal gip e quindi non sufficiente per proseguire la detenzione. Con la riapertura
del processo Maria Teresa Dell'Unto, avvenuta nel 2008, gli inquirenti hanno raccolto molte colpe nei confronti di Angelo
Stazzi. A dire il vero, amico, il Torino' Ha inscenato l'allontanamento volontario della
donna in un telegramma inviato dalla vittima alla famiglia dicendo che stava bene e voleva essere lasciato solo. Tra gli altri indizi contro d
i lei c'è un orologio che in passato apparteneva all'infermiera ma che l'uomo aveva regalato a una sua amica ed è stato poi riconosciuto c
ome sua proprietà dalla famiglia di Maria Teresa. Mentre Stazzi esercitava il diritto di non rispondere davanti al pm, ha confessato il delit
to, come ha spiegato Vittorio Rizzi, capo della squadra mobile di Roma: "L'uomo ha confessato di aver ucciso Maria Teresa Dell'Unto e ci
ha accompagnato in un campo vicino ad Anguillara , dove doveva seppellire la donna. Tra gli altri indizi a suo
carico, spiega che sta bene e vuole essere
lasciata sola, che un tempo apparteneva all'infermiera, ma che l'uomo aveva dato a una sua amica, e in seguito Maria Teresa' Un orologi
o riconosciuto dalla sua famiglia come sua proprietà. Mentre Stazzi esercitava il diritto di non rispondere davanti al pm, ha confessato il
delitto, come ha spiegato Vittorio Rizzi, capo della squadra mobile di Roma: "L'uomo ha confessato di aver ucciso Maria Teresa Dell'Unto
e ci ha accompagnato in un campo vicino ad Anguillara , dove doveva seppellire la donna. Tra gli altri indizi contro di lei c'è un orologio c
he era appartenuto in precedenza all'infermiera ma che l'uomo aveva regalato a una sua amica ed è stato poi riconosciuto come sua pro
prietà dalla famiglia di Maria Teresa. Stazzi ha esercitato il suo diritto di non rispondere davanti al pm, che ha confessato il delitto, come
ha spiegato Vittorio Rizzi, capo della squadra mobile di Roma: «L'uomo ha confessato di aver ucciso Maria Teresa Dell'Unto e ci ha accom
pagnato. dove seppellire la donna, Un campo nei pressi di Anguillara fu poi riconosciuto dalla famiglia di Maria Teresa come sua propriet
à. Mentre Stazzi esercitava il diritto di non rispondere davanti al pm, il capo della squadra mobile di Roma Vittorio Rizzi ha confessato il d
elitto, spiegando: "L'uomo ha confessato di aver ucciso Maria Teresa Dell'Unto e ci ha accompagnato nel luogo dove avrebbe seppellito l
a donna, un campo nei pressi di Anguillara più tardi. Riconosciuto dalla famiglia di Maria Teresa come sua proprietà. Mentre Stazzi eserci
tava il diritto di non rispondere davanti al pm, ha confessato il delitto, come ha spiegato Vittorio Rizzi, capo della squadra mobile di Rom
a: "L'uomo confessò di aver ucciso Maria Teresa Dell'Unto e ci accompagnò. dove seppellirà la donna, un campo vicino ad Anguillara Pur
esercitando il proprio diritto a non rispondere davanti al pm, ha confessato il delitto, come ha spiegato Vittorio Rizzi, capo della squadra
mobile di Roma: "L'uomo ha confessato di aver ucciso Maria Teresa Dell'Unto e ci ha accompagnato nel luogo dove avrebbe seppellire la
donna, un campo nei pressi di Anguillara, poi Maria Teresa.Mentre Stazzi esercitava il diritto di non rispondere davanti al pm, ha confess
ato il delitto, come ha spiegato Vittorio Rizzi, capo della squadra mobile di Roma: "L'uomo ha confessato di aver ucciso Maria Teresa Dell
'Unto e ci ha accompagnato. dove seppellirà la donna, un campo vicino ad Anguillara Pur esercitando il proprio diritto a non rispondere d
avanti al pm, ha confessato il delitto, come ha spiegato Vittorio Rizzi, capo della squadra mobile di Roma: "L'uomo ha confessato di aver
ucciso Maria Teresa Dell'Unto e ci ha accompagnato nel luogo dove avrebbe seppellire la donna, un campo nei pressi di Anguillara, poi M
aria Teresa.Mentre Stazzi esercitava il diritto di non rispondere davanti al pm, ha confessato il delitto, come ha spiegato Vittorio Rizzi, ca
po della squadra mobile di Roma: "L'uomo ha confessato di aver ucciso Maria Teresa Dell'Unto e ci ha accompagnato. dove seppellirà la
donna, un campo vicino ad Anguillara Un campo nei pressi di Anguillara fu poi riconosciuto dalla famiglia di Maria Teresa come sua propr
ietà. Mentre Stazzi esercitava il diritto di non rispondere davanti al pm, ha confessato il delitto, come ha spiegato Vittorio Rizzi, capo dell
a squadra mobile di Roma: "L'uomo ha confessato di aver ucciso Maria Teresa Dell'Unto e ci ha accompagnato nel luogo dove ha avrebb
e seppellito la donna, un campo vicino ad Anguillara. Un campo nei pressi di Anguillara fu poi riconosciuto dalla famiglia di Maria Teresa
come sua proprietà. Mentre Stazzi esercitava il diritto di non rispondere davanti al pm, ha confessato il delitto, come ha spiegato Vittorio
Rizzi, capo della squadra mobile di Roma: "L'uomo ha confessato di aver ucciso Maria Teresa Dell'Unto e ci ha accompagnato nel luogo d
ove ha avrebbe seppellito la donna, un campo vicino ad Anguillara.
Sabazia”, annunciato nel novembre 2009. Gli inquirenti hanno confermato che la donna è stata uccisa il giorno dell'incontro per
motivi puramente economici. Le spoglie della vittima sono state ritrovate nell'ex casa dell'uomo vicino a Roma, come afferma l'assassino
confessante, e il suo arresto ha coinciso con il desiderio di Stazzi di essere liberato da un peso
che ha dato tempo, come ha affermato la sua difesa. .
Angelo Stazzi può essere definito un serial killer? Se si per quale motivo?
Angelo Stazzi, oltre all'omicidio dell'infermiera unta, è accusato della morte di altre sette persone di età compresa tra i 70 e i
90 anni, motivo per cui, vista la tipologia di pazienti che ha scelto, la sua ossessione seriale per scegliere e decidere chi aveva il diritto
di rimanere in vita e chi no. Angelo Stazzi accusato dell'omicidio di 7 anziani morti in modo sospetto. Secondo il parere
di un noto criminologo, il modus operandi dell'assassino era, secondo le ricostruzioni, sempre lo
stesso: prendeva dimestichezza con pazienti ignari, iniettava loro psicofarmaci per abbassare le difese immunitarie e poi somministrava
dosi massicce di insulina. . Mirava così a commettere il delitto perfetto: da infermiera, infatti, sapeva che il livello di insulina nel sangue
non è più rilevabile una volta che la persona è morta. Gli inquirenti hanno cominciato a sospettare tutte queste morti proprio perché una
delle vittime, prima di morire, era stata ricoverata in ospedale e il suo sangue conteneva una quantità di insulina cinquanta volte
superiore al
normale. E si è scoperto che visitava continuamente la struttura in cui erano ricoverate le sue vittime, fingendosi un medico, informando
si sul loro stato di salute e insistendo affinché ricevessero farmaci psicotropi e insulina. Da parte sua, ordinava continuamente grandi qua
ntità di insulina, di gran lunga superiori alle reali necessità della casa di riposo. Continua a proclamarti innocente”. era stata ricoverata in
ospedale e aveva una quantità di insulina cinquanta volte superiore al normale nel sangue. E loro' Si è scoperto che visitava continuamen
te la struttura dove erano ospitate le sue vittime, fingendosi un medico, informandosi sul loro stato di salute e insistendo affinché gli
venissero somministrati psicofarmaci e insulina. Da parte sua, ordinava
continuamente grandi quantità di insulina, di gran lunga superiori alle reali necessità della casa di riposo. Continua a proclamarti innocen
te”. era stata ricoverata in ospedale e aveva una quantità di insulina cinquanta volte superiore al normale nel sangue. E si è scoperto che
visitava continuamente la struttura in cui erano ricoverate le sue vittime, fingendosi un medico, informandosi sul loro stato di salute e in
sistendo affinché ricevessero farmaci psicotropi e insulina. Dalla sua parte, ordinava continuamente grandi quantità di insulina, di gran lu
nga superiori alle effettive necessità della casa di cura. Continua
a proclamarti innocente”. molto più alti di quelli effettivamente necessari nella casa di riposo. Continua a proclamarti innocente”. molto
più alti di quelli effettivamente necessari nella casa di riposo. Continua a proclamarti innocente”.
Chi è Angelo Stazzi?
Angelo Stazzi, l’infermiere killer, è stato condannato all’ergastolo.
Somministrava dosi massicce di insulina a persone anziane non diabetiche, che finivano in coma ipoglicemico. È stato condannato
all’ergastolo nel 2014 Angelo Stazzi, oggi 71enne, ex infermiere di Villa Alex, casa di riposo di Tivoli. Già condannato a 24 anni per aver
ucciso al culmine di una lite una collega, Maria Teresa Dell’Unto, nel 2001, Stazzi, ribattezzato «l’angelo della morte» è stato riconosciuto
colpevole dell’omicidio di cinque persone.
Parlare degli angeli della morte italiani
è lunga la scia degli infermieri «angeli della morte» in Italia. Infermieri che invece di fare coraggio e curare gli infermi tradendo i principi
di Fiorenza Nightingale, «la signora della lanterna» fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna, diventano schegge impazzite che
feriscono una delle più nobili e utilissime professioni trasformandosi in carnefici dei pazienti. L’ultimo caso è quello dell’infermiera<