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SCIENZE DELL'ECONOMIA
Docente: Pasquetti Maurizio
Lezione 006
01. Un'azienda con una struttura dei costi rigida...
Nessuna delle altre risposte è corretta
ha molti costi fissi, i costi totali sono poco sensibili alle variazioni di output di prodotto
dà una minore difesa contro potenziali entranti ma anche minori rischi in caso di recessione
ha gran parte dei costi variabili, la correlazione costi variabili-costi totali è elevata
02. Le barriere di uscita e ridimensionamento sono:
fattori che facilitano la riduzione o la cessazione dell'attività in un dato settore
Nessuna delle altre risposte è corretta
fattori che rendono difficile o costoso per un nuovo entrante l'ingresso in un dato settore
fattori che ostacolano la riduzione o la cessazione dell'attività in un dato settore
03. Quali sono le principali forme di mercato? Descrivere per ciascuna di loro le principali caratteristiche.
04. Puntualizzare i concetti di integrazione verticale e di internazionalizzazione
05. Cosa si intende per Barriere all'Entrata e di Uscita? Riportare alcuni esempi.
03. L’intensità e le forme della dinamica competitiva, tra rivali diretti in un prodotto-mercato,
sono funzione della natura della struttura competitiva, che descrive il grado di
interdipendenza tra concorrenti e il grado di potere di mercato di cui ciascuno gode.
In analogia con le indicazioni degli economisti, si è soliti distinguere quattro situazioni
competitive: concorrenza pura o perfetta, oligopolio, concorrenza monopolistica (o imperfetta)
e monopolio.
La si caratterizza per la presenza sul mercato di un numero
concorrenza pura o perfetta
elevato di venditori da un lato e di acquirenti dall’altro, nessuno dei quali ha un potere tale
da poter influenzare il livello dei prezzi. I prodotti, con caratteristiche tecniche molto ben
definite, si presentano perfettamente sostituibili tra loro e si vendono al prezzo di mercato,
rigorosamente stabilito dal gioco dell’offerta e della domanda. Di conseguenza, i venditori
non hanno alcun potere di mercato e i loro comportamenti non sono influenzati dalle
rispettive azioni. La descritta situazione competitiva si è osserva nei mercati industriali dei
prodotti non di marca e in quelli delle – come caffè, zucchero, ecc. – e dei
commodity
minerali e dei metalli, ovvero in mercati generalmente organizzati come l’LME (London
e le diverse Borse di materie prime. Dunque, per le imprese che
Metal Exchange) futures
operano in questi mercati il prezzo è un dato, a differenza della quantità offerta che è
variabile. Di conseguenza, le imprese possono agire solo migliorando la propria performance
competitiva attraverso una modulazione della quantità offerta oppure variando la capacità
© 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 11/05/2020 10:43:25 - 9/79
produttiva in funzione della variazione del prezzo di mercato. Nel breve termine, pertanto,
l’impresa dovrà tenere sotto controllo i livelli di produzione della concorrenza e l’entrata di
nuovi concorrenti, per anticipare l’evoluzione dei prezzi. Nel lungo termine, invece,
l’impresa dovrà ricercare sistematicamente opportunità di differenziazione e una
segmentazione accurata del mercato, nell’intento di individuare segmenti di consumatori
con criteri di acquisto più selettivi.
L’oligopolio si caratterizza per la presenza di un numero ridotto di concorrenti o di alcune
imprese dominanti, con la conseguenza di una forte interdipendenza tra imprese rivali.
Detta interdipendenza è tanto più forte quanto più sono indifferenziati i prodotti, parlandosi
in tal caso di oligopolio per distinguerlo da quello in cui i beni
indifferenziato differenziato,
presentano caratteristiche distintive rilevanti per il cliente. Questa situazione competitiva si
riscontra soprattutto nei prodotti-mercati che attraversano la fase di maturità del ciclo di
vita, ovvero quando la domanda primaria è stagnante e non espandibile. In questa
situazione i prodotti sono percepiti come e la scelta del cliente dipende in larga
commodity
parte dal prezzo e dal servizio, con la conseguenza di favorire un’intensa competizione sul
prezzo, sempreché non vi sia un’impresa dominante in grado di imporre un prezzo di
riferimento. In tal caso, si parla appropriatamente di con il prezzo
leadership di prezzo,
proposto dall’impresa dominante che funge da riferimento per tutti gli altri concorrenti. Se,
invece, dovesse svilupparsi una competizione sul prezzo, si determinerebbe una diminuzione
della redditività di tutte le imprese rivali giacché la riduzione di prezzo decisa da un’impresa
provoca la spostamento della domanda, attirata dal prezzo più basso; la quota di mercato
dell’impresa aumenta, attirando gli altri concorrenti che - avendo visto diminuire la propria
quota di mercato - adottano una riduzione di prezzo per contrastare il deflusso; nel tempo, si
ripristina la parità di prezzo tra le imprese concorrenti, con lo svantaggio però che ciò ha
luogo ad un livello di prezzo inferiore e meno remunerativo per tutti.
Nelle economie industrializzate, le situazioni oligopolistiche sono frequenti e in diversi settori
industriali le imprese si affrontano con prodotti scarsamente differenziati su mercati
stagnanti o saturi, dove il guadagno dell’uno comporta necessariamente la perdita dell’altro.
In una situazione di questo tipo, ostacolare le azioni della concorrenza diventa un fattore
chiave di successo. Questo clima concorrenziale favorisce, ovviamente, l’adozione di un
che si pone come obiettivo principale la distruzione dell’avversario.
marketing combattivo
e e e e hanno evidenziato l’analogia di questo
Kotler Singh, Ries Trout Durö Sandström
marketing con la strategia militare e hanno proposto diverse tipologie di strategie
concorrenziali che s’ispirano direttamente alle opere di von Clausewitz.
La rappresenta la via di mezzo tra la concorrenza
concorrenza monopolistica (o imperfetta)
pura e il monopolio e si caratterizza per la presenza di numerosi concorrenti, con forze
competitive equilibrate ma con prodotti differenziati, ovvero aventi caratteristiche distintive
importanti per il cliente e percepite come tali all’interno del prodotto-mercato. La
differenziazione può riguardare, ad esempio, un determinato gusto di una bevanda, un
particolare dettaglio tecnico, una combinazione originale di caratteristiche, la qualità e
l’estensione dei servizi offerti alla cliente, ecc. La differenziazione se ben realizzata – ovvero
se conferisce elementi di unicità percepiti come tali dal cliente, che accetta di pagare anche
un prezzo più alto per beneficiarne, e siano sostenibili ovvero non facilmente e rapidamente
imitabili – conferisce all’impresa un certo potere di mercato, in virtù delle preferenze e della
fedeltà accordata dai clienti, nonché della minor sensibilità al prezzo che ne deriva. Inoltre,
la minor sostituibilità tra i prodotti grazie agli elementi di differenziazione, protegge
l’impresa dagli attacchi della concorrenza. Infine, la differenziazione permette all’impresa
di difendersi meglio dal potere di contrattazione dei fornitori e dai prodotti sostitutivi.
Il al pari della concorrenza pura, rappresenta una situazione concorrenziale
monopolio,
limite, con il mercato dominato da un solo produttore chiamato a soddisfare un gran
numero di clienti. E’ una situazione competitiva che si riscontra anche nella fase
introduttiva del ciclo di vita di un prodotto e nei settori emergenti, caratterizzati da forti
innovazioni tecnologiche. Il potere di mercato detenuto dal monopolista è sì elevato, ma al
tempo stesso labile, perché minacciato dai nuovi entranti attratti dal potenziale di crescita e
profitto.
Diverso è, invece, il caso dei monopoli di Stato, per i quali la logica seguita non è quella del
profitto ma dell’interesse comune e del servizio pubblico.
04. Nell’analisi del settore, le opportunità offerte dall’integrazione, rappresentano una variabile
importante dal momento che, la possibilità di controllare l’intera catena del valore, offre
importanti vantaggi in termini di costi, differenziazione e possibilità di accesso e
acquisizione delle informazioni. L’integrazione può essere di due tipi: (o ascendente)
a monte
allorquando l'azienda decide di acquisire il controllo di un’altra azienda che svolge una fase
produttiva antecedente a quella già svolta (come nel caso, ad esempio, di un’azienda di
telefonia che inizia a produrre chip); (o discendente), quando si assume il controllo di
a valle
un'azienda che opera in una fase successiva rispetto a quella che già si svolge (ad esempio,
un'azienda agricola che produce ortofrutta decide di avviare l’attività di trasformazione dei
prodotti ortofrutticoli). Se l’integrazione a valle trova la sua ragion d’essere nel
contenimento e nella razionalizzazione dei costi, l’integrazione a monte mira alla ricerca di
maggiore efficienza nella gestione delle attività di vendita e di marketing.
Con il termine si intende il complesso delle strategie di sviluppo con
internazionalizzazione
cui un’impresa mira ad ampliare il proprio mercato potenziale, replicando all’estero
esperienze di successo locale; ricercare migliori e più vantaggiose condizioni di
approvvigionamento delle risorse; reagire ad analoghe iniziative commerciali di
concorrenti; ecc.
05. Per si suole intendere l’insieme dei fattori che possono ostacolare – e,
barriere all’entrata
dunque, rendere difficile e/o oneroso – l’ingresso di un potenziale entrante in un determinato
settore. L’ammontare di capitale necessario per gli investimenti iniziali, l’esistenza di
brevetti e licenze, le difficoltà di accesso alle materie prime e/o ai canali distributivi,
l’indisponibilità di una marca riconosciuta, l’esistenza di monopoli legali e legislazioni
speciali, sono tutti esempi di barriere all’entrata.
Le sono rappresentate, invece, da tutti quei fattori rendono problematica
barriere all’uscita
la cessazione dell’attività in un dato settore. Si pensi, agli obblighi contrattuali in essere con i
vari ai vincoli imposti dalle Autorità, alla perdita degli investimenti iniziali e/o
stakeholder,
alla difficoltà di recupero degli stessi, all’assenza di alternativa produttive/commerciali
valide. Sono questi esempi di barriere all’uscita.
Set Domande: MARKETING AVANZATO
SCIENZE DELL'ECONOMIA
Docente: Pasquetti Maurizio
Lezione 007
01. Quali sono le qu