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UNA IPOTESI CHE SMENTISCE LA TEORIA:
La scoperta in Cina di un fossile di mandibola di Homo sapiens,
risalente a 110 mila anni fa, potrebbe far vacillare la teoria ad oggi
più accreditata, secondo cui l’uomo moderno proviene
dall’Africa.
Infatti la teoria definita «out of Africa», spiega che tutti gli uomini
moderni provengono da un’unica popolazione di Homo sapiens ,come
forma di evoluzione dell’Homo ergaster .
Sicuramente si può affermare che il ritrovamento rafforza l’ipotesi
della «multiregione» che molti paleontologi da tempo sostengono
per spiegare
l’origine dell'uomo.
Secondo questa teoria, l’Homo ergastger sarebbe uscito
dall’Africa circa un milione di anni fa e, incrociandosi con le
popolazioni che incontrava nelle varie regioni, avrebbe dato
origine a forme locali più evolute.
L’uomo moderno sarebbe dunque «nato» in modo separato in almeno
4/5 luoghi: Africa, Europa, Asia, Sud-est asiatico e Cina.
E proprio l’antenato cinese sarebbe il più antico e quindi il primo.
HOMO NEANDERTHALENSIS:
L' Homo di Neanderthal è stato una delle specie umane di maggior
successo in assoluto.
L’ Homo neanderthalensis in Europa, dove rimane fino alla sua
estinzione.
Oltre all’Europa colonizzò la regione israeliana, Iraq, Russia e Asia
occidentale.
Ha vissuto principalmente nei climi freddi, infatti le proporzioni del
corpo, sono adattate alle basse temperature: arti corti e molto
robusti, non molto alti (circa 160 cm per gli individui maschili) al fine
di ridurre la dispersione del calore corporeo.
La capacità cranica era un po’ più grande degli esseri umani
moderni, l’espansione dell’occipitale è una caratteristica dei
neanderthal e viene chiamata «chignon» un termine francese che
ricorda i capelli raccolti dietro la nuca.
Uno studio eseguito nel 2008 sul DNA fossile dimostrerebbero,
almeno fino a un certo punto, che neanderthalensis e sapiens
apparterrebbero alla stessa specie e che le differenze anatomiche e
somatiche sarebbero dovute a differenze climatiche,
ambientali, morfologiche e di alimentazione.
(Inoltre in un nuovo studio pionieristico pubblicato online su Science è
stato dimostrato che i Sapiens differiscono geneticamente dai
Neanderthal per solo
una frazione di punto percentuale, studio che ha permesso agli
scienziati di
individuare l’equivalente cellulare di interruttori (on/off) in grado di
determinare
quali geni debbano essere attivati e quali no).
L’Homo neanderthalensis è un ominide affine all’Homo sapiens
vissuto nel paleolitico medio.
Ha convissuto nell’ultimo periodo della sua esistenza con lo stesso
Homo sapiens, la sua scomparsa in un tempo relativamente breve è
un enigma scientifico oggi attivamente studiato.
Gli uomini di Neanderthal avevano una struttura scheletrica
generalmente più massiccia, gambe e braccia più corte, mani e dita
più grandi, ossa di braccia e gambe ricurve, assenza di mento, fronte
sfuggente e arcate sopraccigliari più prominenti.
Il cranio di questa specie, presenta una mascella sporgente, mento
debole; il naso è poco sporto, caratteristica sempre legata
all’ambiente freddo.
Il neurocranio si presenta più lungo e schiacciato di quello degli esseri
umani moderni, con un profondo rigonfiamento nella parte posteriore
del cranio, il già
citato «chignon».
Sempre a livello del cranio si può notare una struttura del viso molto
particolare, si viene a costituire una sorta di cuneo continuo a causa
degli zigomi sfuggenti e di particolari rigonfiamenti mascellari, mentre
nel sapiens si osserva uno scalino tra gli zigomi e il naso.
Gli ultimi rappresentanti della specie svilupparono delle culture
diversificate e
tendenti a somigliare alle prime produzioni litiche di Homo
sapiens, tanto che si
è proposta anche una teoria di imitazione.
Non è ben chiaro secondo questa teoria, se l’eventuale imitazione sia
dovuta ad una influenza culturale dei sapiens verso i neanderthal o
una evoluzione isolata
delle tecniche di lavorazione.
Con Homo neanderthal vennero osservate le prime forme di
seppellimento dei defunti.
è più probabile che neanderthal si sia evoluto in modo indipendente,
come discendente di forme
ominidi simili ad heidelbergensis, senza scambio culturale o genetico
significativo con i sapiens.
L’estinzione dei neanderthal coincide nella maggior parte delle
regioni
geografiche, con l’arrivo dell’ Homo sapiens, anche le cause non
sono ancora note.
Si ipotizza che l’estinzione sia stata causata dalla concorrenza
alimentare che
avrebbe favorito i sapiens culturalmente avanzati; potrebbe essere
una concausa ma nessuna prova certa è mai stata trovata.
IL RITROVAMENTO DI ALTAMURA:
L'Uomo di Altamura è uno scheletro di Homo neanderthalensis
scoperto nel 1993 nella grotta di Lamalunga, nei pressi di Altamura.
Gli elementi dello scheletro sono distribuiti su un'area allungata e
ristretta, delimitata da formazioni colonnari calcitiche e essi appaiono
in parte inglobati nelle concrezioni e in parte evidenti, ma comunque
ricoperti da un rivestimento calcareo.
Sono osservabili buona parte della faccia, le orbite e parte della
regione laterale del cranio.
Davanti al cranio si trova la mandibola e numerosi elementi dello
scheletro postcraniale, non tutti immediatamente riconoscibili a causa
del
concrezionamento, tra cui gli omeri, un'ulna e un radio, le ossa
iliache, i femori, le tibie e le fibule.
Sono inoltre riconoscibili diversi elementi costali, almeno un corpo
vertebrale e un elemento del carpo.
Il complesso degli elementi permette di valutare la generale
robustezza dello scheletro e la forma della fossa iliaca piuttosto alta e
stretta, l'andamento della
cresta iliaca e il grado di usura dentaria, indica che si tratta di un
maschio adulto.
Come si può facilmente intuire, gli elementi scheletrici di Altamura
non si presentano in connessione anatomica, ma la distribuzione
topografica di alcuni
di essi, fanno pensare che la morte e la scheletrizzazione siano
avvenuti lì dove i resti si trovano attualmente.
Successivamente alla scheletrizzazione, ma prima di subire i
fenomeni di concrezionamento, l’attuale distribuzione sarebbe la
conseguenza di movimenti
di assestamento dei singoli elementi.
HOMO FLORESIENSIS:
Resti di nuovi ominidi sono stati ritrovati in Indonesia nel 2003 dentro
una caverna dell’isola di Flores, a est di Bali.
Si tratta dei resti di un cranio femminile con età stimata di circa 30
anni alla morte, una mandibola con caratteristiche molto particolari e
ossa degli arti con
una parte del bacino.
Si tratta di un soggetto adulto di altezza non superiore ad 1 metro con
un peso stimato di circa 25 Kg.
I tratti somatici ricordano la specie Homo erectus, mentre alcune
caratteristiche corporee lo collocano in un range che non presenta
precedenti, a tal punto da
dover creare una nuova specie. Il nome floresiensis deriva da
Flores, la località dove è stato trovato.
Prima di questa scoperta si riteneva che fosse presente solo la
nostra specie, mentre questo ritrovamento, ci lascia intendere che le
specie da
lui derivate tramite adattamenti a vari ambienti, sono sopravvissute
fino ai tempi dei sapiens.
L'ipotesi della derivazione da erectus, viene scartata per le
evidenti differenze fra le proporzioni degli arti e la morfologia del
cranio esistenti fra H. erectus e floresiensis.
Questi antichi abitanti dell’isola di Flores mostrano una chiara postura
eretta, una lavorazione della pietra, resti di accensione del fuoco e la
conoscenza della
caccia.
Si pensa che dopo l’arrivo su Flores di una popolazione di ominidi, si
sarebbe sviluppata una forma caratterizzata da nanismo a causa di
una pressione insulare.
Il nanismo insulare è stato osservato in diverse zone, anche in Sicilia,
dove era presente un elefante nano, anche sull’isola esisteva una
specie di elefante
nano, lo stegodonte.
Due studi pubblicati nel 2009 su Science sulla comparazione delle
misure corporee di floresiensis e sapiens.
«L’UOMO SAPIENTE»: HOMO SAPIENS
Homo sapiens, dal latino uomo sapiente, è la definizione scientifica
della specie
umana, unica vivente del genere Homo.
Il periodo che va dal paleolitico medio, vede la comparsa in Africa
orientale e la diversificazione della specie Homo sapiens.
Fa la sua comparsa un elemento significativo per la specie Homo,
vale a dire l'intelligenza, che rappresenta sia spinta che frutto di
quell'evoluzione.
Si tratta di un'intelligenza diversa da quella degli altri animali, dal
momento che entra in gioco la capacità di astrazione,
un'intelligenza molto versatile, che
consente in un primo momento grandi capacità organizzative e
viene utilizzata
dal gruppo per organizzare la caccia e si ripercuote sulla vita
sociale che diviene via via più complessa.
Presenta una morfologia con scheletro
più gracile rispetto agli altri Homo.
La faccia è piccola rispetto al neurocranio, le ossa parietali sono
espanse e l’occipitale non ha un toro evidente.
Inoltre la riduzione della mandibola ha
ridotto la dentizione.
L’altezza media maschile poteva raggiungere 1,7-1,8 metri; era
caratterizzato da una corporatura tozza, da un cervello molto
sviluppato oltre che da mani
robuste e denti forti per strappare la carne e per tenere gli oggetti,
acquisì le conoscenze raggiunte dall'Homo erectus e le migliorò
ulteriormente.
Dal punto di vista del linguaggio si presume che avesse sviluppato la
capacità di parlare ai propri simili e che fosse stato in grado di
migliorare ulteriormente
questa abilità.
Nel tracciare l'evoluzione non è stata tralasciata l'indicazione del
volume cerebrale, la cui crescita va di pari passo, anche se con
alcune eccezioni, con lo
sviluppo evolutivo e culturale.
Infatti l'evoluzione non si slega dall'intelligenza, intesa come
capacità di
elaborazione di informazioni e di trasmissione culturale capace di
rendere il gruppo competitivo e interattivo nei confronti dell'ambiente.
Nel momento in cui è stato conquistato il bipedismo, l’evoluzione
procede verso
il perfezionamento del cervello: il corpo ormai svincolato dal
movimento quadrupede, può assumere posture diverse e soprattutto
può avere arti meglio utilizzabili per la costruzione degli strumenti e
per il loro trasporto.
La costruz