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Come si usa il microscopio? ● filtrazione:
1. accendere la luce; - filtri millipore:
2. porre il vetrino sul si utilizza per le sostanze che
tavolino traslatore, non possono essere
sistemare il preparato sterilizzate a caldo (zuccheri,
rivolto verso l’alto e in latte, vitamine), si usano filtri
prossimità dell’apertura porosi di acetato di cellulosa,
centrale del tavolino; capaci di trattenere i batteri di
3. avvicinare il tavolino grandezza superiore ai loro
all’obiettivo più piccolo pori.
(4x) mediante la vite - membrane filtranti:
macrometrica; per filtrare campioni liquidi, al fine di
4. mettere a fuoco con la trattenere i batteri in esso presenti, si
vite micrometrica; utilizzano opportune membrane con l’apposito
5. regolare l’intensità apparato di filtrazione.
della luce;
6. regolare l’apertura del
diaframma
considerando che con
l’obiettivo 100x il
diaframma deve avere
la massima apertura;
7. spostare il preparato sul
tavolino mediante il
sistema di viti poste al
di sotto di esso;
8. individuare un buon
campo e quindi ruotare
l’obiettivo successivo
(10x) e passare poi al
40x mantenendo
sempre il fuoco;
9. abbassare leggermente
il tavolino traslatore,
mettere una goccia di
olio da immersione al
centro del vetrino,
abbassare l’obiettivo
100x con cautela verso
la goccia e mettere a
fuoco;
10. descrivere quanto
osservato.
PROCEDIMENTO
● Campionamento
Non sempre l’alterazione e la degradazione sono causate dalla presenza di microrganismi infatti la
correlazione va provata. Dopo il sopralluogo, il campionamento è la prima fase dell’analisi. Esistono
diverse tecniche di campionamento e la scelta di utilizzo deve essere valutata a seconda del tipo, della
morfologia, nonché dello stato di conservazione del materiale oggetto di studio. Si deve sempre tenere
conto del fatto che il campionamento determina il tipo di indagini che possono essere successivamente
condotte.
L’attività è stata condotta mediante dei campioni di stoccaggio precedentemente esaminati, dunque si
salta la parte di campionamento.
● Preparazione del terreno
Le fasi della preparazione dei terreni di coltura prevedono la scelta dei componenti e la loro
solubilizzazione, sterilizzazione e conservazione. Generalmente si impiegano terreni di coltura
disidratati che già contengono i singoli ingredienti nelle proporzioni desiderate, altre volte si ricorre
alla pesatura dei singoli ingredienti. Nel caso dei terreni commerciali, sull'etichetta di ogni confezione
sono riportate, tra le altre, le seguenti importanti informazioni:
a) ingredienti,
b) data di scadenza,
c) numero del lotto (fondamentale per la riproducibilità delle caratteristiche),
d) modalità di preparazione.
I terreni di coltura microbici devono fornire condizioni di crescita ottimali per tutti i microrganismi o
per alcuni di loro. La composizione precisa di un terreno dipende dalla specie coltivata e dagli
obiettivi prefissi. Il pH del terreno deve essere regolato in funzione del microrganismo. I terreni di
coltura microbiologici vengono classificati in base a diversi parametri, come costituenti chimici,
natura fisica e funzione.
Prima di procedere occorre preparare i terreni sciogliendo la polvere in acqua distillata. Si utilizzano i
terreni RBC per i funghi e PCA per i batteri.
Per la preparazione dei terreni da formulazioni commerciali disidratate è necessario seguire le
istruzioni del produttore. Per proteggere i terreni di coltura dall'infezione microbica è essenziale che le
fasi di preparazione e la conservazione avvengano in condizioni di sterilità.
L’adeguata quantità di terreno disidratato o i singoli ingredienti vanno sciolti in acqua distillata
mediante agitazione continua seguita da riscaldamento (se necessario).
1) Pesare accuratamente in una beuta la quantità desiderata.
Va posta particolare attenzione a maneggiare con cura le confezioni e le spatole: molti terreni
disidratati contengono polveri finissime (quasi impalpabili) che possono essere inalate con
facilità (in alcuni laboratori è fatto obbligo ai tecnici di indossare mascherine protettive).
2) Aggiungere un volume di acqua distillata pari alla metà della quantità richiesta.
3) Agitare fino a completa dissoluzione degli ingredienti e portare a volume avendo cura di non
lasciare tracce di terreno non disciolto sulle pareti della beuta.
Dopo avere regolato il pH, il terreno viene dispensato nei contenitori appropriati e sterilizzato
mediante calore umido in autoclave. Le sostanze termosensibili (ad es. proteine, enzimi) vengono
invece sterilizzate mediante filtrazione su membrana.
● Preparazione della soluzione fisiologica
Si sciolgono 0,9 g di NaCl in 100 mL di acqua distillata utilizzando una beuta. Dopo aver disciolto
completamente il cloruro di sodio servendosi, se opportuno, di un agitatore magnetico, si trasferiscono
9 mL di soluzione fisiologica in 10 provette di ugual misura.
● Sterilizzazione in autoclave
A questo punto di può inserire il tutto in un cestello per eseguire l'autoclavaggio dei
terreni, della soluzione fisiologica e di tutti i materiali che necessitano di condizioni
sterili per l’utilizzo.
● Diluizioni seriali
Il conteggio delle colonie in una piastra inoculata anche con solo 1 mL di campione
potrebbe risultare impossibile. Per questo motivo, al fine di determinare la carica
microbica vitale del campione, il primo passaggio consiste nell’eseguire delle diluizioni seriali.
Si tratta di diluizioni eseguite in serie e in cui si parte da una soluzione iniziale, nel nostro caso il
recipiente contenente il campione di cui si vuole stimare la carica microbica.
Si procede in questo modo, riducendo la carica progressivamente fino ad esaurire le provette
precedentemente sterilizzate in autoclave. Occorre vortexare brevemente la provetta prima di
prelevare la quantità da trasferire alla provetta successiva e bisogna eseguire tutte le operazioni
seguendo la tecnica di asetticità ricordandosi di cambiare ogni volta la pipetta ad ogni trasferimento.
● Distribuzione del terreno in piastre petri
Nel determinare il quantitativo di piastre e provette da approntare, va tenuto conto dei limiti di tempo
entro i quali è possibile usare il prodotto. Per ogni terreno vanno osservate delle indicazioni e qualora
fosse necessario tenere incubati i terreni nel termostato. Nel momento in cui è necessario, mantenendo
condizioni asettiche si versa il terreno nelle piastre petri sterili. Il rovesciamento è importante perché
impedisce che la "condensa", che si forma dal vapore del terreno in raffreddamento, si aggreghi in
goccioline che potrebbero cadere sul terreno alterando eventuali colonie fatte crescere su di esso.
È sempre opportuno siglare le piastre a seconda dell’impiego.
● Semina dei microrganismi nel terreno di coltura
Seguendo la tecnica di asetticità, la semina in piastra può essere svolta seguendo due modalità:
1. metodo dello spatolamento, per studiare la carica fungina, consiste nel deporre al centro del
terreno RBC già solidificato in piastra, una goccia di sospensione microbica, il volume è
variabile in base alla concentrazione dei microrganismi presenti sul campione, generalmente
si impiegano 0,1 mL; la sospensione viene quindi distribuita sull’intera superficie del terreno
mediante una bacchetta monouso sterile a forma di “L” che viene mossa avanti e indietro e
contemporaneamente fatta ruotare, ciò permette la distribuzione delle singole cellule e quindi
il conteggio delle colonie risalendo al numero di microrganismi presenti al volume di inoculo
in base al principio che ogni colonia si origina da un singolo microrganismo;
2. metodo dell’inclusione, usato per studiare la carica batterica, anche questo metodo si applica
quando le cellule microbiche sono sospese in un mezzo liquido; una volta preparato il terreno
colturale, questo viene tenuto termostatato a circa 55 °C in modo tale che non si solidifichi
per effetto del raffreddamento; essa comporta l’uso di pipette graduate sterili che consentano
il trasferimento di volumi precisi di liquidi nelle piastre petri a loro volta vuote e sterili;
partendo dall’ultima diluizione e andando a ritroso, si trasferisce all’interno della piastra 1 mL
della diluizione corrispondente in condizioni asettiche (in questo caso non serve cambiare
ogni volta le pipette, ma è sempre utile avere l’accortezza di cambiarle ogni 2 o 3 diluizioni);
una volta trasferito ciascun mL in piastra, si versa all’interno il terreno colturale PCA (18-20
mL) avendo cura nel mantenere la asetticità e agitando leggermente la piastra contenente la
liquida della soluzione e il terreno PCA per rendere così omogeneo il contenuto; una volta
raffreddati, l'agar si solidifica e le piastre possono essere capovolte in modo tale che la
condensa rimanga sul coperchio della piastra.
● Incubazione delle piastre
Le piastre contenenti i terreni colturali PCA e RBC andranno termostatate a 30°C e 25°C
rispettivamente e monitorate fino alla comparsa delle colonie.
N.B.
Finita l’attività di laboratorio il bancone va riordinato e
lasciato come lo si ha trovato, le provette usate per eseguire
le diluizioni vanno svuotate nel lavello e si rimuove la sigla.
Il portaprovette va riportato sul bancone del laboratorio.
● Conta delle colonie ed espressione della carica
Le piastre vanno messe in ordine sul bancone per procedere
a diluizioni seriali e piastramenti. Si individua la piastra che
corrisponde alla prima diluizione leggibile con delle colonie
distinguibili e sufficientemente separate fra loro. Per
contare le colonie in piastra, basta osservare il fondo in
controluce e con un pennarello indelebile mettere un segno
in corrispondenza di ogni colonia. Bisogna sempre
rapportare le conte alla prima diluizione leggibile per poi
fare la media riferita ad essa e ricordandosi della quantità di
campione impiegato a seconda che la semina sia avvenuta
per inclusione o per spatolamento.
● Conta diretta con microscopio Esiste un altro metodo di conta che non impone una
coltura dei microrganismi, ma può essere eseguita
direttamente su un volume noto di campione. Si
utilizzano le cosiddette camere di Thoma o di Burker, il
vetrino di superficie è inciso con un reticolo quadrettato
di cui è nota l’area di ogni riquadro. Dato che lo spessore
tra il reticolo e il vetrino coprioggetto è noto, è possibile
determinare il volume di sospensione batterica contenuta
in ogni riquadro. Questo metodo ha un limite in quanto
non è possibile