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Lezione 034
02. Illustrare il comportamento sismico delle pareti estese debolmente armate.
Il DM2018 non dà una definizione precisa di parete estesa debolmente armata, né indica in quali casi si
debba considerare un elemento una parete duttile tozza oppure una parete estesa debolmente armata.
Possiamo fare riferimento al §5.1.2 dell’Eurocodice 8. Il termine fondamentale è “estese”: la parete deve
avere una larghezza di almeno 4 metri o maggiore di due terzi dell’altezza.
Anche l’Eurocodice non suggerisce dei controlli da fare per stabilire se un elemento è una parete duttile
tozza oppure una parete estesa debolmente armata. Tuttavia ci ricorda che da una parete estesa
debolmente armata “ci si aspetta che sviluppi una fessurazione e un comportamento inelastico limitati
sotto la situazione sismica di progetto.”
In pratica in questo tipo di pareti per diversi motivi, per esempio: la geometria, l’incrocio con pareti
ortogonali altrettanto estese da non poter essere considerate flange di una parete composta, ecc…, è
impedita la rotazione alla base e la formazione della cerniera plastica.
Quindi, una volta stabilito che l’elemento in questione è una parete, è su questo aspetto che si deve
ragionare quando si cerca di stabilire se sia duttile oppure estesa debolmente armata
La parete estesa debolmente armata può essere considerata come elemento di controventamento nei
confronti dell'azione orizzontale, solo se è presente un carico verticale che impedisce parzialmente la
parzializzazione della sezioni di base.
Lezione 038
02. Illustrare il comportamento sismico dei sistemi a nucleo in c.a.
Il nucleo scatolare irrigidente è un sistema composto da notevoli dimensioni trasversali, questo elemento è
dotato di una rigidezza e di una resistenza orizzontale molto grande, per cui è in grado di svolgere bene la
funzione di controventamento delle costruzioni. Nelle costruzioni in zona sismica un elemento nucleo può
svolgere una funzione irrigidente e resistente nei confronti delle azioni orizzontali. Oltre al comportamento
flessionale dotato di una configurazione riconducibile a quella di un elemento tubolare con parete sottile
che gli assicura un comportamento torsionale alla “Bredt”. Ai fini dello studio della ripartizione delle azioni
sismiche, è opportuno ricorrere ad un sistema spaziale di telai equivalenti costituito dove una delle quattro
pareti contiene una colonna di aperture dove una delle quattro pareti contiene una colonna di aperture, il
modello deve essere costituito da cinque montanti, completati ciascuno da elementi orizzontali
indeformabili occorrenti per riprodurre, come in una qualsiasi parete, le effettive dimensioni trasversali La
parete nella quale sono presenti le aperture deve comprendere poi traversi deformabili ad ogni piano,
come in un sistema di pareti accoppiate. In tal caso, gli effetti associati alla torsione devono poter essere
sostenuti da un corrispondente meccanismo di tipo flessionale
Lezione 040
02. Illustrare il problema del ribaltamento a corpo rigido delle strutture sotto azione sismica.
dei sovraccarichi effettivamente presenti al momento
del sisma, una significativa
incertezza di valutazione deriva dal fatto che i carichi di compressione G agiscono in
permanenza, mentre le azioni sismiche Eh ed Ev di carattere transitorio, si ripetono con verso
alternato. Gli effetti di Eh
dipendono dalle caratteristiche della componente
orizzontale del moto sismico e
±
dalla modalità di risposta della struttura , le stesse considerazioni vengono fatte per il valore Ev nei due casi
i vari fattori che le determinano intervengono in maniera diversa
La crisi per flessione prodotta dalle azioni orizzontali puo provocare due effetti. La prima ad un
collegamento incapace di assicurare un’adeguata resistenza a trazione T fig.A potrebbe
arrivare fino a provocare il ribaltamento della struttura. Il ribaltamento peraltro, potrebbe prodursi
globalmente coinvolgendo anche la fondazione (figura precedente (b)). Per raggiungere una
condizione di ribaltamento occorre infatti che le forze orizzontali, cui potrebbe essere attribuito un
carattere
prevalentemente impulsivo (non certo statico), possano compiere il lavoro occorrente per sollevare il
baricentro della costruzione fino alla quota corrispondente alla verticale passante per il punto O (figura
precedente).
L’aumento della larghezza efficace B costituisce comunque un fattore certamente stabilizzante.
Lezione 041
02. Illustrare la modalità di ripartizione delle forze sismiche di piano con eccentricità su sistemi isostatici.
Per esempio, nel caso della struttura monopiano simmetrica della figura precedente, la forza di piano
H viene ripartita fra i telai in maniera proporzionale alle loro rigidezze ki:
Lezione 042
02. Illustrare il significato del diagramma momento‐curvatura di una sezione in c.a. ed i relativi parametri che lo caratterizzano.
il diagramma di comportamento puo essere costruito partendo dalle leggi costitutive del calcestruzzo e
dell’acciaio, assunte entrambe di tipo elasto‐plastico
Il risultato così ottenuto consente soprattutto
di stabilire un criterio di valutazione della duttilità flessionale locale di una sezione di cemento armato, o
meglio della deformabilità plastica di un concio elementare di trave, esprimendola in termini di curvatura
locale e mettendo in evidenza il ruolo dei principali fattori che influenzano la capacità rotazionale delle
deformazioni plastiche che si possono formare nelle strutture di cemento armato. Da questa espressione si
possono tratte informazioni utili per orientare le scelte progettuali riguardanti il dimensionamento delle
strutture resistenti al sisma
per quanto riguarda le caratteristiche di materiali risulta che :
‐ l’impiego di acciaio ad elevato limite di snervamento (fy, εy) tende a ridurre la deformabilità plastica
flessionale;
‐ la resistenza (fcu) del calcestruzzo è un fattore favorevole che migliora la duttilità flessionale;
‐ la deformabilità ultima del calcestruzzo (εcu) costituisce anch’essa un importante fattore favorevole, la
cui influenza merita di essere ulteriormente discussa.
Lezione 043
02. Illustrare l'influenza del carico assiale nella duttilità locale di una cerniera plastica.
Lezione 044
02. Illustrare la modalità di calcolo della duttilità di maglia in c.a., per il meccanismo ad L.
03. Illustrare la modalità di calcolo della duttilità di maglia in c.a., per il meccanismo ad H.
Lezione 045
02. Illustrare la procedura di stima della duttilità globale di un telaio piano, con riferimento rispettivamente hai meccanismi ad H e L.
Lezione 046
03. Illustrare il criterio della gerarchia della resistenze
Le norme tecniche più aggiornate, come l’Eurocodice n°8, definiscono alcune regole pratiche di
progettazione per stabilire opportuni
rapporti fra le resistenze delle sezioni dei pilastri e quelle delle travi che convergono nello stesso nodo. al
soddisfacimento delle normali verifiche di resistenza nei confronti delle forze sismiche di progetto, occorre
assicurare che la che la somma dei momenti resistenti dei montanti sia maggiore della
somma dei momenti resistenti delle travi.Le sezioni di incastro delle travi dovrebbero essere verificate per
resistere al momento flettente negativo Mtr = Ms + Mv, dove Mv è la parte dovuta ai carichi
verticali e Ms è la parte dovuta alla forza sismica di progetto. I pilastri dovrebbero essere verificati
invece a pressoflessione, per una forza di compressione Nv ed un momento Mpil praticamente
uguale ad Ms; essendo generalmente poco significativo nei pilastri il momento Mv dovuto ai soli
carichi verticali. l’intensità dell’azione sismica possa essere maggiore di quella di progetto. Se
ciò accadesse, i momenti Mv e Nv nelle fasi in cui le componenti verticali delle accelerazioni sismiche sono
dirette verso il basso, tenderebbero perfino a diminuire. Ciò significa che, per effetto di un sisma violento,
l’incremento della sollecitazione flettente del pilastro potrebbe essere superiore all’aumento della
sollecitazione flettente negativa della trave, rendendo così più probabile la formazione di una cerniera
plastica nel pilastro anziché nella trave
Lezione 047
03. Illustrare il criterio che sta alla base della progettazione di edifici dissipativi.
Nel comportamento strutturale dissipativo gli effetti combinati delle azioni sismiche e delle altre azioni
sono calcolati, in funzione della tipologia strutturale adottata, si distinguono due livelli di Capacità
Dissipativa o Classi di Duttilità (CD):
‐ Classe di duttilità alta (CD”A”);
‐ Classe di duttilità bassa (CD”B”).
La differenza tra le due classi sta nella plasticizzazioni in cui ci si riconduce in fase di progettazione; per
ambedue le classi, per evitare un comportamento dissipativo si fa ricorso alle gerarchia delle resistenze.
Per determinare le sollecitazioni nei sistemi dissipativi con metodi lineari viene assunto un fattore di forma
di struttura q maggiore dell’unita e viene utilizzato per qualsiasi dorezione delle onde sismiche e dalla
tipologia di struttura q = q0 × KR
q0 è il valore massimo del fattore di struttura dipende dal livello di duttilità attesa, dalla tipologia
strutturale e dal rapporto αu/α1 tra il valore dell’azione sismica per il quale si verifica
la formazione di un numero di cerniere plastiche tali da rendere la struttura labile e quello per
il quale il primo elemento strutturale raggiunge la plasticizzazione a flessione;
KR è un fattore riduttivo che dipende dalle caratteristiche di regolarità in altezza della costruzione,
con valore pari ad 1 per costruzioni regolari in altezza e pari a 0,8 per costruzioni non regolari
in altezza.
Il metodo si basa su una schematizzazione semplificata degli scambi energetici che avvengono durante
l’evento sismico. Si individuano pertanto una prima fase di immagazzinamento di energia cinetica ed una
seconda fase di frenatura sismica, tutta l’energia cinetica si trasforma in lavoro di deformazione elasto‐
plastica., l’energia d’ingresso del sisma viene valuata :
Lezione 048
03. Illustrare il significo del fattore di struttura q ed il legame con la duttilità strutturale.
Sulla base del livello di duttilità sismica Δs si possono individuare alcuni comportamenti strutturali
Strutture fragili ( Δs << 1 ): sono strutture che sotto l’azione di un sisma forte, subiscono un collasso
improvviso di tipo esplosivo, per la mancanza passaggio dalla fase elastica a quella di rottura
≅1
Strutture poco duttili ( Δs ):
strutture in cui si innesca un meccanismo cinematico e per la scarsa duttilità locale delle
mem