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In tre delle quattro situazioni previste dalle equazioni di Lotka Volterra una specie porta
l’altra all’estinzione. Queste e altre osservazioni hanno condotto al principio di esclusione
competitiva, secondo il quale ‘competitori completi’ non possono coesistere. Competitori
completi sono due specie (popolazioni non interfeconde) che vivono nello stesso luogo e
hanno esattamente le stesse richieste ecologiche. Il principio di esclusione competitiva
comprende assunzioni che riguardano entrambe le specie coinvolte e l’ambiente nel quale
esse vivono: la prima è che i competitori abbiano esattamente la stessa necessità della
risorsa, la seconda è che le condizioni ambientali rimangano costanti. Se due specie
coesistono in un ambiente stabile, ciò può avvenire solo a seguito di una differenza nella
nicchia realizzata; se la nicchia è identica, allora una specie esclude l’altra.
Negli ambienti naturali la competizione è influenzata da: Fattori ambientali, quali luce,
temperatura, pH del suolo o dell’acqua, umidità relativa e salinità, che influenzano
direttamente processi fisiologici legati alla crescita, ma non sono risorse esauribili per quali
le specie devono competere (es due specie di girini, Hyla gratiosa e femoralis, hanno due
areali che si sovrappongono in larga misura, ma mostrano una diversa sensibilità
all’acidità dell’acqua); Risorse multiple: spesso la competizione per una risorsa influisce
sull’abilità di un organismo di accedere alle altre (es il lattugaccio in cultura mista viene
influenzato dall’influsso del trifoglio. Quando alle radici era permesso di intrecciarsi, la
biomassa del lattugaccio si riduceva del 35%, rispetto alla biomassa della stessa specie in
monocultura. La biomassa diminuiva del 53% quando si intrecciavano le chiome e del 69%
quando si intrecciavano sia le chiome che le radici); competizione per prelazione e
competizione asimmetrica (influenza taglia corporea).
La competizione apparente si verifica quando una singola specie di predatore si ciba di
due specie preda; quando il predatore è assente, ciascuna popolazione delle due specie
preda è regolata esclusivamente da meccanismi intraspecifico densità dipendenti. Nessuna
delle due specie compete direttamente o indirettamente. 32
Competizione e coesistenza: differenziazione di nicchia e character
displacement. (capitolo 14)
Differenziazione di nicchia (fondamentale): differenze nella gamma di risorse usate o
nella tolleranza ambientale. Osservazioni fatte su specie simili che condividono uno stesso
habitat suggeriscono che esse coesistono suddividendosi la risorsa disponibile. Gli animali
utilizzano diversi tipi e dimensioni del cibo, oppure si alimentano in momenti diversi e
aree distinte. Ciascuna specie sfrutta una porzione delle risorse non utilizzabile dalle altre,
in tal modo si vengono a determinare differenze tra le specie coesistenti.
Allentamento competitivo (competitive release): ampliamento della nicchia in risposta a
una ridotta competizione interspecifica.
Gli schemi di spartizione delle risorse tra specie che coesistono sono il risultato di
differenze in adattamenti morfologici, fisiologici o comportamentali, che permettono agli
individui si accedere alle risorse essenziali riducendo nel contempo la competizione.
Poiché gli adattamenti hanno la funzione di ridurre la competizione, sono spesso
considerati come un prodotto delle forze di coevoluzione.
Nell’impossibilità di osservare direttamente il ruolo sull’evoluzione dei caratteri della
competizione avvenuta in passato, alcune delle più forti evidenze derivano dagli studi che
hanno esaminato le differenti caratteristiche di (sub)popolazioni di una specie che si trova
ad affrontare diverse condizioni di competizione. Un esempio è fornito dal lavoro di Peter
e Rosemary Grant dell’Università di Princeton, che ha interessato due fringuelli di Darwin
delle isole Galapagos. I Grant hanno studiato il fringuello terricolo medio (Geospiza
Fortis) e piccolo (Geospiza Fuliginosa), che si cibano entrambi di una gamma di semi le cui
dimensioni si sovrappongono. Sulla grande isola di Santa Cruz, dove le specie di
fringuello coesistono, la distribuzione delle dimensioni del becco per le due specie non ha
zone di sovrapposizione. La taglia del becco è significativamente maggiore nelle specie di
G. Fortis rispetto a G. Fuliginosa. Nelle adiacenti (e molto più piccole) isolette di Los
Hermanos e Daphne Major, le due specie non coesistono, e le dimensioni del becco delle
due specie sono distribuite in modo diverso. Il fringuello terricolo medio è allopatrico
(vive da solo) sull’isola di Daphne Major, e il fringuello terricolo piccolo è allopatrico su
Los Hermanos. Le popolazioni in ciascuna di queste due isole possiedono dimensioni del
becco distribuite intorno a valori intermedi e sovrapposte. In isole dove le due specie
coesistono, la competizione per il cibo è stata un fattore di selezione naturale, che ha
avvantaggiato da un lato gli individui di fringuello medio con un becco di grandi
dimensioni, capaci di sfruttare i semi più grossi, e dall’altro gli individui di fringuello
piccolo che si cibano dei semi più piccoli. Quando lo spostamento coinvolge caratteristiche
della morfologia, del comportamento o della fisiologia delle specie, si parla di
spostamento dei caratteri. 33
Ampiezza, composizione della dieta e selezione della preda. (capitolo 15)
I predatori possono essere divisi in due categorie:
Generalisti (polifagi): La strategia generalista utilizza un ampio spettro di risorse e può
• essere partiolarmente conveniente se risorse diverse sono disponibili in diverse stagioni
o se l’ambiente è instabile. Un predatore non selettivo avrà un effetto diverso sulla
crescita delle popolazioni di prede: sarà più efficace sulle specie più comuni rispetto a
quelle rare, proprio per la diversa reperibilità della preda. Se la predazione è maggiore
sulle specie dominanti, il loro contenimento renderà disponibile spazio e risorse per altre
specie, con conseguente aumento della diversità.
Specialisti (monofagi, olifagi): contrapposti ai generalisti. Si suppone che siano in grado
• di sfruttare le risorse in maniera più efficiente. La specializzazione viene determinata
dalla competizione con altre specie in un ambiente dove le risorse sono presenti in
maniera stabile. Una specializzazione molto elevata, come per esempio la dipendenza da
una singola risorsa alimentare, può risultare rischiosa in ambiente mutevole, perché la
diminuzione o la scomparsa della risorsa stessa può essere causa di una riduzione
significativa della popolazione.
Lo studio della dieta viene affrontato tenendo in considerazione tre diversi aspetti: le
preferenze alimentari (confronto uso/disponibilità); il prey switching che è la predazione
in base alla frequenza, dove il predatore preferisce consumare il tipo di preda più comune;
le conseguenze energetiche e il foraggiamento ottimale (tendenza degli animali a
procurarsi il cibo in maniera efficiente, selezionando le dimensioni o le porzioni del cibo
che forniscono il massimo apporto in relazione all’energia spesa per ottenerle).
Un predatore specialista rischia di spendere gran parte del suo tempo in ricerca di prede,
un generalista invece rischia di consumare molte prede con scarso apporto energetico. Il
predatore deve quindi confrontare la resa energetica di una determinata preda con la resa
energetica delle prede che è atteso incontrare, ed effettuare la decisione più opportuna
(predare o continuare a cercare).
ES: ballerina nera mostra una chiara preferenza per le prede di medie dimensioni, che
sono catturate in quantità non proporzionali rispetto alle frequenze delle prede disponibili.
Teoria del foraggiamento ottimale: caratteristiche generali, esempi e
alterazioni (capitolo 15)
Il tempo speso per l’alimentazione deve essere equilibrato rispetto a quello investito per
altre attività, quali la difesa, l’elusione dei predatori, la ricerca di un partner per
l’accoppiamento o le cure parentali. Questo bilanciamento tra richieste in conflitto ha
portato gli ecologi a formulare la teoria del foraggiamento ottimale, basata sull’ipotesi che
la selezione naturale dovrebbe favorire individui ‘efficienti’ nell’alimentarsi, ossia che
34
ottengono la massima energia o la massima assunzione di nutrimento per unità di sforzo
compiuto. Lo scopo è prevedere il comportamento di foraggiamento di animali in
specifiche condizioni; due assunti governano la teoria:
- Decisioni di foraggiamento che si osservano sono il risultato di selezione naturale nel
passato e influenzano la fitness.
- La fitness elevata è connessa a un’elevata resa energetica netta (apporto energetico al
netto dei costi energetici connessi alla ricerca e ingestione delle prede)
Conseguenze: un individuo che adotta una qualsiasi tattica di foraggiamento che
massimizza la fitness sarà favorito dalla selezione naturale e quella specifica tattica (nel
caso abbia una qualche base genetica) si diffonderà nella popolazione.
Un predatore specialista rischia di spendere gran parte del suo tempo in ricerca di prede,
un generalista invece rischia di consumare molte prede con scarso apporto energetico. Il
predatore deve quindi confrontare la resa energetica di una determinata preda con la resa
energetica delle prede che è atteso incontrare, ed effettuare la decisione più opportuna
(predare o continuare a cercare).
E = energia fornita da una preda.
h = tempo (energia) speso per manipolare la preda (handling time).
s = tempo (energia) speso per cercare la preda (searching time).
Ei/ hi = resa energetica netta di una preda i-esima.
E/ (h+s) = resa energetica media della dieta del predatore.
Per il predatore è vantaggioso catturare la preda i-esima se: Ei/hi (resa energetica netta) è
maggiore di E/(h+s) (resa energetica media).
I predatori con elevata resa energetica netta e h relativamente minore di s saranno
generalisti. I predatori con resa energetica bassa e h maggiore di s saranno specialisti.
Ambienti poco produttivi avranno s elevato e predatori maggiormente generalisti, gli
ambienti molto produttivi avranno s trascurabile e predatori maggiormente selettivi.
Il trade-off (Esprime la relazione negativa che esiste tra l’energia dedicata ad una
particolare attività (es. riproduzione) e quella dedicata ad altre attività (es. crescita e
mantenimento) in una condizione di risorse energetiche limitate e/o di limiti fisiologici
dell’organismo) può essere un’alterazione del foraggiamento ottimale (trade off
foraggiamento-predazione).
Un esempio è stato fornito dall’osservazione del comportamento alimentare dell&rsqu